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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

il compito di ricercare quelle radici, quelle origini, quella coesione che<br />

sono state alla base della guerra di Liberazione, prima, e della<br />

Costituzione, subito dopo.<br />

Ho riflettuto su questo <strong>Congresso</strong> e sulla relazione forte che lega<br />

l’ANPI alla mia organizzazione e alle iniziative portate avanti e penso<br />

che il legame tra noi sta tutto nello slogan scelto per la vostra assemblea:<br />

“Più futuro per la democrazia”. Ci dobbiamo chiedere come dare<br />

senso a questo termine per rinnovare, oggi e ancora, le ragioni dell’esistenza<br />

dell’ANPI e della relazione con le forze sociali del Paese.<br />

Provare ad analizzare due aspetti. Per prima cosa dobbiamo chiederci<br />

cosa significa l’unità del Paese. In questi giorni è stato chiaro a<br />

tutti che esiste un sentimento nazionale straordinario. Una voglia di<br />

riappropriarsi e difendere l’idea di appartenenza all’Italia. E all’origine<br />

di questo risultato c’è il lavoro che abbiamo svolto negli ultimi due<br />

anni – l’ANPI con la Cgil spesso al suo fianco – ripercorrendo il Sud,<br />

ad esempio, con tante iniziative sul significato stesso di unità e anche<br />

sui temi della guerra partigiana e della Liberazione. Penso, in particolare,<br />

al 1° maggio 2010 a Portella della Ginestra, quando con il<br />

Presidente dell’ANPI abbiamo celebrato il legame tra la Resistenza e la<br />

lotta per i diritti del lavoro. E all’iniziativa dell’anno scorso – e che rinnoveremo<br />

in questo 2011 – di provare a fare della data del 2 giugno non<br />

solo la festa della Repubblica, ma anche il giorno della Costituzione.<br />

Perché per aprire prospettive per il futuro servono unità, memoria e<br />

capacità di proporre ai cittadini valori in cui riconoscersi.<br />

Emerge chiaro, allora, l’altro aspetto al quale dedicarsi per riempire<br />

di senso concreto la parola democrazia. Se il degrado che ci circonda<br />

è quello emerso in questi ultimi tempi, a me viene in mente che va<br />

portata avanti la battaglia contro l’umiliazione della cultura e la cancellazione<br />

dell’istruzione pubblica. Occorre battersi contro i tagli, per<br />

ribadire che cultura e istruzione sono uno dei fondamenti della vita<br />

democratica, in quanto costituiscono gli strumenti a disposizione dei<br />

giovani per far crescere le loro speranze, per conquistare la loro autonomia,<br />

per essere in grado di giudicare la realtà e decidere il loro futuro,<br />

per difendere i valori della libertà. Se mi chiedessero qual è l’attacco<br />

più pericoloso portato oggi alla democrazia nel nostro Paese, risponderei<br />

senza dubbio che esso risiede nel tentativo di sottrarre ai giovani<br />

l’autonomia di giudizio, la risorsa che consente di non sentirsi obbligati<br />

verso nessuno, bensì liberi nel pensiero e nella possibilità di immaginarsi.<br />

Il compito che abbiamo, guardando all’avvenire dell’Italia, è dire<br />

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