Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

SEDUTA DI
APERTURA
SECONDA
SEDUTA
TERZA
SEDUTA
QUARTA
SEDUTA
QUINTA
SEDUTA
SESTA
SEDUTA
Ho sentito l’intervento del rappresentante della Comunità israelitica
sulla Shoah: sei milioni di ebrei sterminati. Aggiungo anche i tre
milioni e trecentomila sovietici morti nei lager nazisti, i “sottouomini
slavi”. E gli omosessuali, gli zingari e tanti altri. In un numero della
rivista Giano del compianto Prof. Luigi Cortesi si parlava di Olocausti,
al plurale. Lo voglio ricordare anche a me stesso, per dovere verso i 25
milioni di morti e i 50 milioni di feriti e invalidi dell’Unione Sovietica.
L’Europa può essere un antidoto ai nuovi fascismi, ma l’Europa
della Resistenza non è nata ancora. La Resistenza l’hanno fatta gli italiani,
ma anche milioni di jugoslavi, greci, francesi, norvegesi e tanti
altri. Abbiamo ancora un grande ruolo da svolgere.
Una notazione, che mi sta veramente a cuore: Antonio Pizzinato,
amico e compagno di lunga data, ha citato Genova e il luglio ’60 dicendo
che avvenne “senza l’ANPI”. No, compagni, mi permetto di correggere,
sicuramente “con l’ANPI”, poiché fu immediatamente costituito
il Comitato Federativo della Resistenza, sulla falsariga del CLN.
Quella della memoria è una battaglia che non riusciremo a vincere da
soli, se non saremo in grado di intessere un rapporto con tutto l’associazionismo
democratico e progressista del nostro Paese.
Infine, sul coordinamento regionale ritengo si debba restare alla lettera
dello Statuto. Guai se un tale coordinamento potrà essere inteso
come un’istanza gerarchica superiore: ripeteremmo gli errori dei partiti,
soffocando la passione e il volontariato dei compagni che operano
nei Comitati provinciali.
Ernesto Nassi
ANPI Roma
Compagni, credo che questo Congresso – ho ascoltato tutti gli interventi
dalla prima seduta, tranne oggi che ero impegnato nei lavori della
Commissione Regolamento e Statuto – vada considerato storico, perché
vede per la prima volta nell’ANPI antifascisti e Partigiani insieme.
Proprio oggi questo è un segnale fondamentale, specialmente per i
giovani che siedono al fianco dei “ragazzi” della Resistenza che con la
loro presenza ci ricordano quello che è stato il fascismo, il nazismo, la
guerra e la lotta Partigiana. E tutti i nostri Caduti che hanno perso la
vita affinché noi oggi fossimo un Paese quantomeno democratico,
quantomeno libero.
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