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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

Luigi Marino<br />

ANPI Napoli<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

Chiedo scusa del ritardo ma ero impegnato nei lavori della<br />

Commissione Elettorale.<br />

Stiamo assistendo a una crisi dello Stato: anche ieri è risuonata<br />

nella nostra discussione l’espressione “scontro tra le istituzioni”. No,<br />

amici e compagni, si tratta di un vero e proprio attacco unilaterale alle<br />

istituzioni repubblicane: al Presidente della Repubblica, al Parlamento,<br />

ai partiti, al sindacato, alla Magistratura e al Consiglio Superiore, alla<br />

Corte Costituzionale.<br />

Viviamo anche una crisi dei valori, ma non voglio soffermarmi a<br />

lungo sugli squallidi avvenimenti del presente. Soltanto, ricordo a me<br />

stesso che dopo la P2 si è organizzata la P3 e la P4, come scrive anche<br />

Tina Anselmi. Una profonda crisi di valori e una crisi economico-sociale<br />

sulla quale non c’è altro da aggiungere.<br />

Nel corso del dibattito si è detto anche di usare meno retorica. Di<br />

tutti i Partigiani che ho incontrato ho sempre ammirato la sobrietà, la<br />

modestia e l’umiltà. Oggi però si insulta la memoria cambiando persino<br />

la toponomastica, i nomi delle strade; si insulta quando Dell’Utri<br />

dice che bisogna riscrivere i libri scolastici di storia; si insulta quando<br />

si sostiene che bisogna “demitizzare” la Resistenza; si insulta coi libri<br />

di Giampaolo Pansa, ai quali non si è data adeguata risposta, perché<br />

quegli episodi tragici sono derivati dalle efferatezze dei repubblichini<br />

di Salò; si insulta con il tentativo di mettere sullo stesso piano le vittime<br />

e i carnefici. Abbiamo tanta memoria da far rivivere, senza<br />

retorica.<br />

Il comandante Francia lo sa, il nostro compagno Manzi sa bene che<br />

si è lottato per anni per poter dare una medaglietta – non un risarcimento<br />

– agli “schiavi di Hitler”, ai detenuti nei lager nazisti. Per non<br />

parlare poi della vicenda “armadio della vergogna”: molta documentazione<br />

non è ancora acquisibile per i caveat dei ministeri della Difesa,<br />

degli Interni e degli Esteri. In relazione a questo, basta citare il fatto che<br />

la Jugoslavia chiese l’estradizione di 1.300 criminali fascisti italiani,<br />

mai concessa perché erano cambiate le alleanze internazionali<br />

dell’Italia.<br />

Più che revisionismo, possiamo affermare che ci troviamo di fronte<br />

a un “sovversivismo storiografico”, come lo ha definito Gaetano<br />

Arfè, grande storico italiano, Partigiano in Valtellina e che considero<br />

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