Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
testimoni dei testimoni. Qualcuno sostiene che non sarà più la stessa<br />
Associazione. Critiche verranno, anzi sono già arrivate. È vero, forse<br />
non sarà più la stessa ANPI. Ma i suoi princìpi, i suoi valori non moriranno<br />
mai: democrazia, libertà, uguaglianza, laicità. Perché i Partigiani<br />
hanno una cultura che viene da lontano, dal Rinascimento, dalla<br />
Rivoluzione francese, dal Risorgimento, attraverso la Prima guerra<br />
mondiale e la dittatura fino alla Resistenza e alla Costituzione.<br />
Oggi c’è un nuovo fascismo strisciante, che non propina olio di ricino,<br />
ma uccide l’informazione e la scuola, dileggia le istituzioni e la<br />
magistratura, paralizza il Parlamento. L’ANPI deve diffondere la<br />
memoria, difendere la Costituzione e far sì che venga attuata, contribuire<br />
a creare consapevolezza civile e senso di responsabilità, essere<br />
coscienza critica dei partiti antifascisti e democratici. Ognuno deve fare<br />
la sua parte, perché l’obiettivo di tutto un popolo deve essere una Patria<br />
con un governo democratico.<br />
Nel documento si ribadisce che l’ANPI non è un partito e che si<br />
aderisce non per schieramento partitico, bensì per la sua storia, la sua<br />
memoria, i valori e i princìpi. Ebbene, troppe volte si sono riversati<br />
nella nostra Associazione i “mal di pancia” e le frustrazioni tipiche di<br />
un partito. Devono rimanere confinate al loro interno, se non si vuole<br />
far morire l’ANPI. Sulla nostra autonomia non si transige: dobbiamo<br />
unire e non dividere, contribuendo ad amalgamare tutte le forze democratiche<br />
e antifasciste. Insomma, I partiti devono fare i partiti, l’ANPI<br />
è l’ANPI.<br />
218<br />
Francesco Cattaneo<br />
ANPI Lodi<br />
Quarant’anni fa, ai tempi della nostra scuola elementare e media, ci<br />
spiegavano la storia antica. In quella storia risaltava un episodio che,<br />
come spesso avviene, può essere utile ricordare ancora oggi. È la storia<br />
di Mitridate, re del Ponto. Come tutti i satrapi e i tiranni di quel<br />
tempo, e non solo, Mitridate temeva in sommo grado le congiure di<br />
palazzo, e soprattutto di essere avvelenato; per questo si era proposto<br />
di abituarsi al veleno assumendo, giorno dopo giorno, piccole quantità<br />
di arsenico. È quel fenomeno che va sotto il nome di “mitridatizzazione”:<br />
ci si avvelena piano piano da soli per non farsi avvelenare dagli altri.<br />
Ecco, a me sembra che l’area a cui facciamo riferimento, quella<br />
della sinistra, in senso lato, segua un po’ l’esempio di Mitridate: assumiamo,<br />
a piccole dosi, il veleno dell’avversario, convinti così di scam-