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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

L’Occidente, abituato a considerarli Paesi arabi moderati, sembra essere<br />

stato preso alla sprovvista, intento a proteggere i suoi vantaggi economici<br />

e con l’alibi del controllo dell’emigrazione. Improvvisamente<br />

l’Europa scopre che gli arabi, considerati incapaci di autogovernarsi<br />

democraticamente, sono invece capaci di ribellarsi, gridando in difesa<br />

dei diritti e della libertà e non in nome di Allah, come si vorrebbe far<br />

credere. Ma attenzione: da sempre con la diminuzione delle risorse alimentari<br />

e con l’aumento delle difficoltà politiche e sociali, ci sono stati<br />

flussi migratori inarrestabili (vedi quando agli inizi del ’900 tanti europei<br />

emigrarono in America).<br />

E miopi sono stati coloro che non hanno preso, né prendono seriamente<br />

in considerazione questo problema che da anni va preannunciandosi<br />

con sbarchi nel nostro Paese, più o meno costanti, di popolazioni<br />

africane e non. Ciò significa la necessità che proposte e progetti<br />

della sinistra devono tener conto della nascita di una nuova società che<br />

sia capace di tenere insieme popoli di culture, religioni, etnie diverse.<br />

Non è un problema solo di solidarietà. Non possiamo liquidarlo così.<br />

La Libia merita un discorso a parte. Gheddafi è un rais corrotto,<br />

populista e sanguinario. Eppure Italia, Francia e Regno Unito gli hanno<br />

venduto armi. Il nostro capo del governo gli ha baciato le mani come si<br />

usa tra mafiosi. Credo che oggi si debbano usare tutte le forme possibili<br />

di mediazione prima di un intervento bellico, da prendere in considerazione<br />

solo come ultima risorsa. Non possiamo, in ogni caso, rimanere<br />

indifferenti come quando si verificò il genocidio in Ruanda e<br />

l’ONU non intervenne. Le Nazioni Unite hanno la responsabilità di<br />

proteggere le popolazioni minacciate. Anche se non sappiamo ancora<br />

come evolveranno le rivolte, l’ANPI si faccia promotrice di un’iniziativa<br />

che collochi al centro della discussione la democrazia nel<br />

Mediterraneo, per la quale i popoli nordafricani si stanno battendo.<br />

Rispetto a questi due temi, gli attacchi durissimi alle istituzioni e la<br />

pace nel Mediterraneo, credo che il documento nazionale dia risposte<br />

esaurienti nei suoi riferimenti alla Costituzione e nella difesa e ricerca<br />

della pace, sempre. In generale, mi sembra un buon documento che<br />

necessita però di essere alleggerito, reso più snello e in qualche punto<br />

aggiornato. Non c’è, ad esempio, un paragrafo sulle donne, non si parla<br />

di accoglienza dei rifugiati politici, né della mafia. Le discussioni svolte<br />

nei vari Congressi permetteranno di perfezionarlo.<br />

Il <strong>Congresso</strong> di Chianciano, 5 anni fa, ha aperto ai nati dopo la guerra<br />

e ai giovani. I partigiani hanno deciso che l’ANPI doveva vivere e<br />

guardare lontano. Molti di noi si troveranno nella condizione di essere<br />

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