Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA in tema di memoria, impedendo la riscrittura della storia. Dobbiamo batterci perché la memoria diventi sempre più un dovere dello Stato, delle istituzioni, della scuola, dell’università. Memoria non come melanconico rifugio ma attuale e vitale esigenza di impegno per l’applicazione della Costituzione della Repubblica; non come eredità di odio o vendetta ma costitutiva della vita civile e politica; fortemente coniugata al presente e al futuro, in grado di diventare strumento e fondamento di una battaglia politica moderna che vogliamo chiamare con una parola altrettanto moderna: antifascismo. Rossella Montagnani Marelli ANPI Milano Cercherò di essere brevissima perché ho ascoltato persone che hanno parlato così bene, non sono brava altrettanto e soprattutto vorrei parlassero altri giovani. Si è parlato di scuola, di preparare i giovani dal punto di vista storico e far capire cos’è l’antifascismo oggi. Volevo segnalare la proposta della Sezione ANPI di Melegnano: sfruttare la cosiddetta riforma Gelmini per istituire dei corsi ecm, vale a dire dei crediti formativi, sia per gli studenti che per gli insegnanti. Mi è sembrata una bella idea ma, non conoscendo bene il mondo della scuola, suggerisco di acquisire dei pareri sulla sua praticabilità. Nella Sezione milanese della quale sono Presidente, abbiamo fatto delle riflessioni, sempre legate al discorso dei giovani, sul documento del Congresso. Ci siamo orientati sulla decisione di condividere con altre Sezioni della zona di Milano e anche della Provincia (non tantissime, ma abbastanza per creare un coordinamento) un documento sull’apertura dell’ANPI ai giovani. Non abbiamo potuto ancora farlo per ragioni di tempo, però l’orientamento è quello di non fare distinzione sui requisiti per l’iscrizione. L’unico discrimine, ovviamente, deve essere dichiararsi sinceramente antifascisti. Possono, cioè, essere ragazzi di qualunque ambiente, compreso quello dei centri sociali. Come ha sostenuto qui solo una giovane compagna di Monza, infatti, questi ragazzi sono spesso emarginati, non bene accetti nella nostra Associazione, soprattutto a Milano. La nostra e altre tre Sezioni della Zona 8, invece, insieme ad altri organismi, associazioni, partiti, sindacati, qualche anno fa hanno costituito un Comitato antifascista e la Rete Poq (Partigiani in ogni quartiere) che ha cominciato a operare con i centri sociali. Questa iniziativa ha 211

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA dato fastidio al Comitato provinciale di Milano: sembra che la parola Partigiano sia da riservare soltanto a coloro che oggi abbiamo applaudito così tanto e che effettivamente lo sono stati. Però in altri casi, anche in questo Congresso, si è ritenuto di poter chiamare Partigiani anche quelli di oggi e quelli di domani, tutti quelli che si dimostreranno sempre antifascisti. Se ne avessi avuto il tempo, avrei voluto leggervi un passaggio di un articolo scritto da Saverio Ferrari – che è intervenuto poco fa – sul quotidiano Liberazione e che parlava proprio dell’apertura dell’ANPI anche ai giovani dei centri sociali. Grazie. 212 Arturo Giunta ANPI Enna Compagni, compagne, grazie per avermi dato la parola, grazie di accogliere al Congresso uno dei cosiddetti giovani, proveniente per di più da una realtà piccola, forse molto più piccola di certe Sezioni delle città del Nord Italia. “Rinati” ormai da sei anni, però, riusciamo a resistere, a fare attività e iniziativa politica. Credo sia un dovere discutere del ruolo dell’ANPI e della cosiddetta nuova stagione, una necessità che viene dal fatto che c’è una nuova Italia rispetto a quando l’ANPI è stata fondata, quando alla fine della guerra i Partigiani si riunirono in Associazione. Il motivo fondamentale per cui l’ANPI deve cambiare natura, sostengo sia la rottura di fatto del “compromesso” Costituzione di cui parlava Carlo Ghezzi. Questa cesura con la storia d’Italia si esplica su molti piani. Si è passati dalla partecipazione diretta di grandi masse di popolo, di sfruttati, alla vita politica nazionale, al diffusissimo germe del disinteresse. Questa indifferenza si manifesta in molte forme ma la caratteristica comune è l’incapacità dei cittadini di fare la storia, l’aver abdicato questo ruolo. Esiste il qualunquismo di Beppe Grillo, più o meno innovativo di quello di Guglielmo Giannini. Ma ce n’è un’altra forma: l’affidamento fideistico, quello che Pierluigi Bersani ha definito “scegliere chi sceglie per me”. Il segretario del Pd, che non è il mio partito, ha individuato una formula che, oltre a piacermi, descrive un aspetto importante dell’attuale vita politica. Insomma, c’è chi crede nei profeti e non nelle proprie risorse, nella propria forza. Dobbiamo contrastare questa degenerazione dello spirito costituzionale. Si è parlato dei rapporti con la politica e di quello che è avvenuto e

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in tema di memoria, impedendo la riscrittura della storia. Dobbiamo<br />

batterci perché la memoria diventi sempre più un dovere dello Stato,<br />

delle istituzioni, della scuola, dell’università. Memoria non come<br />

melanconico rifugio ma attuale e vitale esigenza di impegno per l’applicazione<br />

della Costituzione della Repubblica; non come eredità di<br />

odio o vendetta ma costitutiva della vita civile e politica; fortemente<br />

coniugata al presente e al futuro, in grado di diventare strumento e fondamento<br />

di una battaglia politica moderna che vogliamo chiamare con<br />

una parola altrettanto moderna: antifascismo.<br />

Rossella Montagnani Marelli<br />

ANPI Milano<br />

Cercherò di essere brevissima perché ho ascoltato persone che<br />

hanno parlato così bene, non sono brava altrettanto e soprattutto vorrei<br />

parlassero altri giovani. Si è parlato di scuola, di preparare i giovani dal<br />

punto di vista storico e far capire cos’è l’antifascismo oggi. Volevo<br />

segnalare la proposta della Sezione ANPI di Melegnano: sfruttare la<br />

cosiddetta riforma Gelmini per istituire dei corsi ecm, vale a dire dei<br />

crediti formativi, sia per gli studenti che per gli insegnanti. Mi è sembrata<br />

una bella idea ma, non conoscendo bene il mondo della scuola,<br />

suggerisco di acquisire dei pareri sulla sua praticabilità.<br />

Nella Sezione milanese della quale sono Presidente, abbiamo fatto<br />

delle riflessioni, sempre legate al discorso dei giovani, sul documento<br />

del <strong>Congresso</strong>. Ci siamo orientati sulla decisione di condividere con<br />

altre Sezioni della zona di Milano e anche della Provincia (non tantissime,<br />

ma abbastanza per creare un coordinamento) un documento sull’apertura<br />

dell’ANPI ai giovani. Non abbiamo potuto ancora farlo per<br />

ragioni di tempo, però l’orientamento è quello di non fare distinzione<br />

sui requisiti per l’iscrizione. L’unico discrimine, ovviamente, deve<br />

essere dichiararsi sinceramente antifascisti. Possono, cioè, essere<br />

ragazzi di qualunque ambiente, compreso quello dei centri sociali.<br />

Come ha sostenuto qui solo una giovane compagna di Monza, infatti,<br />

questi ragazzi sono spesso emarginati, non bene accetti nella nostra<br />

Associazione, soprattutto a Milano.<br />

La nostra e altre tre Sezioni della Zona 8, invece, insieme ad altri<br />

organismi, associazioni, partiti, sindacati, qualche anno fa hanno costituito<br />

un Comitato antifascista e la Rete Poq (Partigiani in ogni quartiere)<br />

che ha cominciato a operare con i centri sociali. Questa iniziativa ha<br />

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