Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA poi andiamo avanti con la ricerca storica, anche critica, continuando la collaborazione con gli Istituti Storici della Resistenza. Ci serve un’ANPI che cresca, siamo più di quanto crediamo. Occorre parlare alle persone che si sentono sole, abbandonate e cercano le ragioni di un nuovo antifascismo. Chi oggi ci governa e si frega le mani, si crede eterno ma non lo è. Gli antifascisti lo sanno e lavorano e lottano oggi per preparare la realtà di domani. Abbiamo festeggiato tutti insieme, qualche giorno fa, il Tricolore. Ma la nostra festa è il 25 aprile, la Festa della Liberazione. E nessuno ce la potrà toccare. Viva l’ANPI, viva la Resistenza. Marcello Basso ANPI Venezia Compagni e compagne, c’è motivo di essere preoccupati per la nostra Italia perché – come detto efficacemente da Zagrebelsky – prevale un sistema di corruzione delle coscienze e avvilimento della democrazia. Un sistema che ha invaso la vita pubblica e l’ha squalificata agli occhi dei cittadini. Raccogliamo i frutti del berlusconismo. In vent’anni Mussolini ha fascistizzato l’Italia; in vent’anni Berlusconi ha fatto valere un’egemonia sotto-culturale nella quale prevalgono veline, tronisti, iene, grandi fratelli, vip e aspiranti tali, come efficacemente ha scritto Massimiliano Panarari in un recente libro. L’egemonia culturale della sinistra ha subito un grave colpo. Penso sia necessario partire dalla comprensione di questo dato per risalire la china. In questa risalita l’ANPI deve assolutamente esserci, nella consapevolezza che i cittadini chiedono diritti e non favori, legalità e non connivenze, chiedono lo Stato di diritto e l’uguaglianza di fronte alla legge, il rispetto delle istituzioni e della dignità delle persone. L’ANPI deve contribuire a salvare la politica, nella consapevolezza che solo la politica può essere portatrice di un progetto, di un’idea del nostro futuro e in grado di gettare un ponte fra le difficoltà dell’oggi e le speranze di domani. Si è detto l’Associazione è cresciuta, è presente su tutto il territorio nazionale, c’è una straordinaria attenzione nei suoi confronti, è utile alla democrazia del Paese, può crescere ancora in quantità e qualità. E ancora, che sta celebrando il suo Congresso sulla base di un documento adeguato alla fase di evoluzione che sta vivendo, che va assolutamente favorita e non frenata. Certamente vanno create le condizioni 209

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA migliori perché tutto giunga a compimento. Con un’avvertenza, badate, non secondaria: attenzione a non snaturare l’ANPI, a non farla diventare un’altra cosa. E per non correre questo rischio penso sia necessario tenere alto l’impegno su due fronti: la Costituzione e la Memoria. La Costituzione innanzitutto. Partiamo dalla consapevolezza che non si tratta di un residuato bellico, è ancora viva, moderna, inviolabile quanto i princìpi generali che afferma. Vogliamo che essa non appartenga solo al patrimonio della sinistra ma a tutti gli italiani. La Carta ci ricorda che tutti gli uomini sono uguali: da qui deve crescere sul serio il nostro impegno contro il razzismo, che di fatto rappresenta un nuovo fascismo. L’ANPI veneziana è orgogliosa di aver organizzato, l’anno scorso, la grande manifestazione nazionale di Mirano contro il razzismo. Ma siamo qui anche per ricordare che esiste il problema Lega, che non va trascurato e che forse questo Congresso non ha sufficientemente considerato. La Lega nasce una ventina di anni fa al grido di “Roma ladrona”. Però non si è fatta scrupolo di servirsi di Roma per rafforzare il suo peso e governare l’Italia con l’obiettivo di disunirla. Vuole il federalismo, che di fatto è un guscio vuoto, una bandiera da sventolare, una sorta di pretesto. Di fatto la sua è una spinta verso chiusure egoistiche e corporative, lavora per il nazionalismo delle piccole patrie, lo stesso che ha portato alla disgregazione della Jugoslavia. Non commettiamo l’errore di sottovalutare il fenomeno leghista. Le manifestazioni per il 150° hanno, comunque, palesato l’imbarazzo di quanti predicano la secessione. Dobbiamo insistere per sconfiggere alla radice ogni tentazione di illusorio rifugio nella indifferenza. Deve farlo l’ANPI perché nella nostra Associazione c’è l’Italia, e non è poca cosa. Quell’Italia che si esprime nella cultura, nella scienza, nell’arte, nella musica, nella poesia di un intero popolo. La Costituzione ci spinge anche a stare dalla parte di quell’onda umana che in Africa sta travolgendo il mondo arabo. Per denunciare le condizioni di vita, chiedendo pane e lavoro, ma non solo, anche per reclamare la fine delle dittature. Abbiamo il dovere morale di sostenere quei movimenti. Cresciuti a una scuola sulla base della quale il conflitto avveniva tra capitale e lavoro, oggi siamo in presenza dell’inedito conflitto tra il Nord e il Sud del mondo. Un Sud povero, disperato; un Nord ricco e opulento. Per non snaturarsi, infine, l’ANPI deve continuare il suo impegno 210

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migliori perché tutto giunga a compimento. Con un’avvertenza, badate,<br />

non secondaria: attenzione a non snaturare l’ANPI, a non farla<br />

diventare un’altra cosa. E per non correre questo rischio penso sia<br />

necessario tenere alto l’impegno su due fronti: la Costituzione e la<br />

Memoria.<br />

La Costituzione innanzitutto. Partiamo dalla consapevolezza che<br />

non si tratta di un residuato bellico, è ancora viva, moderna, inviolabile<br />

quanto i princìpi generali che afferma. Vogliamo che essa non appartenga<br />

solo al patrimonio della sinistra ma a tutti gli italiani. La Carta ci<br />

ricorda che tutti gli uomini sono uguali: da qui deve crescere sul serio<br />

il nostro impegno contro il razzismo, che di fatto rappresenta un nuovo<br />

fascismo.<br />

L’ANPI veneziana è orgogliosa di aver organizzato, l’anno scorso,<br />

la grande manifestazione nazionale di Mirano contro il razzismo. Ma<br />

siamo qui anche per ricordare che esiste il problema Lega, che non va<br />

trascurato e che forse questo <strong>Congresso</strong> non ha sufficientemente considerato.<br />

La Lega nasce una ventina di anni fa al grido di “Roma ladrona”.<br />

Però non si è fatta scrupolo di servirsi di Roma per rafforzare il suo<br />

peso e governare l’Italia con l’obiettivo di disunirla. Vuole il federalismo,<br />

che di fatto è un guscio vuoto, una bandiera da sventolare, una<br />

sorta di pretesto. Di fatto la sua è una spinta verso chiusure egoistiche<br />

e corporative, lavora per il nazionalismo delle piccole patrie, lo stesso<br />

che ha portato alla disgregazione della Jugoslavia. Non commettiamo<br />

l’errore di sottovalutare il fenomeno leghista.<br />

Le manifestazioni per il 150° hanno, comunque, palesato l’imbarazzo<br />

di quanti predicano la secessione. Dobbiamo insistere per sconfiggere<br />

alla radice ogni tentazione di illusorio rifugio nella indifferenza.<br />

Deve farlo l’ANPI perché nella nostra Associazione c’è l’Italia, e<br />

non è poca cosa. Quell’Italia che si esprime nella cultura, nella scienza,<br />

nell’arte, nella musica, nella poesia di un intero popolo.<br />

La Costituzione ci spinge anche a stare dalla parte di quell’onda<br />

umana che in Africa sta travolgendo il mondo arabo. Per denunciare le<br />

condizioni di vita, chiedendo pane e lavoro, ma non solo, anche per<br />

reclamare la fine delle dittature. Abbiamo il dovere morale di sostenere<br />

quei movimenti. Cresciuti a una scuola sulla base della quale il conflitto<br />

avveniva tra capitale e lavoro, oggi siamo in presenza dell’inedito<br />

conflitto tra il Nord e il Sud del mondo. Un Sud povero, disperato;<br />

un Nord ricco e opulento.<br />

Per non snaturarsi, infine, l’ANPI deve continuare il suo impegno<br />

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