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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

Ecco allora il compito, il mandato che ci affida la nostra coscienza:<br />

tramandare valori, ricordi, testimonianza, memoria. E tante volte mi<br />

sono compiaciuto con Raimondo Ricci che ha intrapreso nell’ANPI la<br />

lucida iniziativa per l’apertura ai giovani. Dovevamo essere noi, infatti,<br />

ad andare loro incontro. Altrimenti non si sarebbero mai avvicinati,<br />

perché la maggior parte di loro non sa, non conosce le vicende dolorose<br />

che hanno portato alla nascita dell’Italia in cui stanno vivendo. Non<br />

le conoscono, perché nessuno gliele ha più insegnate.<br />

Ricordo quando prendemmo l’iniziativa e facemmo pressioni,<br />

insieme ad Antonio Pizzinato e a Luciano Guerzoni, perché fosse finalmente<br />

istituita una Giornata della Memoria, il 27 gennaio, ricorrenza<br />

della liberazione di Aushwitz-Birkenau. Oggi si celebra in tutta Italia.<br />

Questo è l’esempio che lasciamo noi, parlamentari del passato, di ben<br />

altre legislature: quando fare politica voleva dire mettersi al servizio<br />

del Paese. Oggi, invece, equivale a servire sé stessi.<br />

Diego Novelli ci ha commosso tutti evidenziando quanto la nostra<br />

società di oggi è diversa da come ce la eravamo immaginata 65 anni fa.<br />

Parlavamo di unità, parlavamo del futuro, parlavamo di ricostruzione.<br />

Si ragionava su quello che era accaduto a Cefalonia, sul significato<br />

della morte di quei 10.000 uomini; su ciò che era avvenuto a Mignano<br />

Montelungo; sui militari coraggiosi che avevano sentito il dovere di<br />

ricostituire l’Esercito Italiano; sul massacro delle Fosse Ardeatine,<br />

celebrato quest’anno insieme al Pontefice, Benedetto XVI, che viene<br />

dalla stessa nazione, purtroppo madre di figli così terribili dai quali<br />

dovemmo liberarci, insieme al fascismo di casa nostra. Oggi qualcuno<br />

afferma che la Festa della Liberazione, il 25 aprile, andrebbe soppresso<br />

perché non rappresenta più nulla. Nell’aula del Senato e fuori dall’incarico<br />

parlamentare, ho sempre ribattuto a questi argomenti, con<br />

fermezza e decisione, che il 25 aprile non si tocca. Perché rappresenta<br />

la liberazione della nostra Patria, rappresenta l’unità della Resistenza.<br />

E a chi mi chiedeva a quale tendenza, a quale fazione fossi appartenuto<br />

durante quella lotta, ho sempre risposto che io ero stato, semplicemente,<br />

uno di quegli italiani che avevano come unico obiettivo di<br />

abbattere il fascismo e cacciare il nemico occupante. Il Paese lo abbiamo<br />

ricostruito, tutti insieme, dal punto di vista materiale e morale, rimboccandoci<br />

le maniche. L’Italia ha compiuto il cammino verso un futuro<br />

di giustizia e democrazia e, nonostante tutto, oggi procede nel suo<br />

percorso verso il progresso.<br />

Noi novantenni, oggi, possiamo ancora essere utili in questo nuovo<br />

cammino? Sì, per raccontare gli episodi vissuti da protagonisti e testi-<br />

20

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