Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA che sui valori che vogliamo difendere e diffondere e sugli obbiettivi da raggiungere siamo tutti d’accordo. Così sul giudizio negativo verso l’attuale governo e il Presidente del Consiglio. Concordiamo anche sul fatto che l’ANPI non è un partito, ma che la sua politica la vuole e la deve poter sviluppare senza tentennamenti. Il problema, dunque, è saper incidere sulla realtà politica e sociale del Paese per arrestare la deriva populista e antidemocratica del centrodestra. Se è così, allora si tratta prevalentemente di un problema di natura organizzativa. Senza organizzazione le idee rimangono tali. Va detto, per onestà, che non tutti i mali del Paese sono imputabili al centrodestra, poiché molte gravi questioni preesistevano a Berlusconi: mafia, corruzione, clientelismo ed evasione fiscale. Mali che con i governi di centrodestra si sono aggravati, alimentati dalla deriva populista, dal conflitto di interessi, dall’emergere del razzismo e dalla messa in discussione dell’Unità del Paese. In sostanza, da tutto quello che abbiamo definito “emergenza democratica”. Frutto delle politiche berlusconiane e leghiste. Per prima cosa l’ANPI, ed è stato detto da molti, deve essere coscienza critica e morale, deve cioè saper stimolare i partiti democratici e antifascisti a contrastare più efficacemente queste derive e queste politiche. Più di quanto non abbiano saputo fare dall’opposizione ma anche quando sono stati maggioranza. Per esempio i partiti dovrebbero aiutarci a diffondere fra i giovani e nelle scuole la cultura civica, l’amore per la democrazia e per la nostra bella Costituzione. Per fare ciò, infatti, non possono bastare le pur numerose iniziative che le varie ANPI locali intraprendono nei confronti di qualche scolaresca qua e là. La democrazia, la libertà, la legalità, la bellezza dello stare insieme nel rispetto delle regole non possono essere lasciate alla buona volontà dei singoli, devono essere oggetto di conoscenza e di riflessione continua. Dovrebbero avere accoglienza certa e continuativa nei programmi scolastici. Se l’ANPI riuscisse a far questo avrebbe raggiunto l’obiettivo principale del suo essere Associazione di Partigiani combattenti, patrioti e antifascisti. Vedrebbe garantita anche la sua esistenza per il futuro perché darebbe a tanti, più di oggi, la possibilità di conoscere e apprezzare il sacrificio dei nostri Partigiani e la grandezza dei nostri Padri costituenti. Sarebbe garantita l’adesione più numerosa di quanti, per ragioni anagrafiche, la Resistenza non l’hanno vissuta. In una simile situazione avrebbero poco spazio le mafie, l’evasione fiscale, la corruzione. E a nessun governante sarebbe più concesso di dire che con questa Costituzione non si può governare il Paese. 207

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Buon pomeriggio, compagne e compagni. Anch’io ringrazio per essere qui e penso sia la migliore dimostrazione di come, dallo scorso Congresso, l’ANPI sia riuscita effettivamente a iniziare questo processo di apertura, pur faticoso e rischioso. Mi viene da dire che nell’ANPI non si entra come giovani o in quanto delusi dai partiti perché c’è un vuoto di politica. Si entra soprattutto e principalmente come antifascisti. Cosa significa antifascismo? Perché sei entrato nell’ANPI? Perché ti senti antifascista? Le risposte possono essere diverse ma non possono esimerci dall’avviare una riflessione. L’antifascismo è anche passione delle lotte, delle idee nobili, l’allegria di trovarsi insieme, i momenti di solennità. A proposito delle giovani generazioni, credo che più che ai ventitrentenni sia importante rivolgerci ai ragazzini che oggi frequentano le scuole elementari e medie. Sono loro che dovranno continuare a costruire nel solco della Resistenza. Per quanto riguarda il lavoro con le scuole, è stato detto benissimo stamattina dal compagno di Parma, non basta mandare il Partigiano a raccontare. Serve veramente un lavoro pedagogico ampio, con gli insegnanti, con i genitori. Perché si ricordi la Resistenza ma anche quello che c’era prima, si ricordi cos’è stato il fascismo, la sua barbarie, le squadracce e le torture, le aggressioni coloniali, la miseria di quel sistema. E si ricordi, grazie al cielo, quello che è venuto dopo. Si ricordi che non è bastata la Costituzione perché tutto venisse concesso, ci sono volute le lotte degli Anni 50 e 60, del luglio 1960. Vengo da Bologna, una città che ha vissuto nel dopoguerra i peggiori episodi dello stragismo fascista e i tentativi di insabbiamento da parte anche dello Stato e delle istituzioni. Per questo ricordiamoci che l’autorità morale dell’ANPI sta anche nel saper continuare a lottare e a conquistare le cose quando vengono negate, da qualunque potere. Facciamo moltissima attenzione al revisionismo storico e a tutte le forme di neofascismo, molto più pervasive di quanto immaginiamo. In due modi. Uno è raccontare le storie, le biografie dei Partigiani e delle Partigiane: uomini e donne da indicare come “esemplari” alle persone che sostengono che le idee sono tutte uguali, come se quelli che hanno combattuto per la libertà e un mondo migliore non fossero esistiti. E 208 Abram Solomon Tezare ANPI Modena

SEDUTA DI<br />

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raggiungere siamo tutti d’accordo. Così sul giudizio negativo verso<br />

l’attuale governo e il Presidente del Consiglio. Concordiamo anche sul<br />

fatto che l’ANPI non è un partito, ma che la sua politica la vuole e la<br />

deve poter sviluppare senza tentennamenti. Il problema, dunque, è<br />

saper incidere sulla realtà politica e sociale del Paese per arrestare la<br />

deriva populista e antidemocratica del centrodestra. Se è così, allora si<br />

tratta prevalentemente di un problema di natura organizzativa. Senza<br />

organizzazione le idee rimangono tali.<br />

Va detto, per onestà, che non tutti i mali del Paese sono imputabili<br />

al centrodestra, poiché molte gravi questioni preesistevano a<br />

Berlusconi: mafia, corruzione, clientelismo ed evasione fiscale. Mali<br />

che con i governi di centrodestra si sono aggravati, alimentati dalla<br />

deriva populista, dal conflitto di interessi, dall’emergere del razzismo e<br />

dalla messa in discussione dell’Unità del Paese. In sostanza, da tutto<br />

quello che abbiamo definito “emergenza democratica”. Frutto delle<br />

politiche berlusconiane e leghiste.<br />

Per prima cosa l’ANPI, ed è stato detto da molti, deve essere<br />

coscienza critica e morale, deve cioè saper stimolare i partiti democratici<br />

e antifascisti a contrastare più efficacemente queste derive e queste<br />

politiche. Più di quanto non abbiano saputo fare dall’opposizione ma<br />

anche quando sono stati maggioranza. Per esempio i partiti dovrebbero<br />

aiutarci a diffondere fra i giovani e nelle scuole la cultura civica, l’amore<br />

per la democrazia e per la nostra bella Costituzione. Per fare ciò,<br />

infatti, non possono bastare le pur numerose iniziative che le varie<br />

ANPI locali intraprendono nei confronti di qualche scolaresca qua e là.<br />

La democrazia, la libertà, la legalità, la bellezza dello stare insieme nel<br />

rispetto delle regole non possono essere lasciate alla buona volontà dei<br />

singoli, devono essere oggetto di conoscenza e di riflessione continua.<br />

Dovrebbero avere accoglienza certa e continuativa nei programmi scolastici.<br />

Se l’ANPI riuscisse a far questo avrebbe raggiunto l’obiettivo<br />

principale del suo essere Associazione di Partigiani combattenti, patrioti<br />

e antifascisti. Vedrebbe garantita anche la sua esistenza per il futuro<br />

perché darebbe a tanti, più di oggi, la possibilità di conoscere e apprezzare<br />

il sacrificio dei nostri Partigiani e la grandezza dei nostri Padri<br />

costituenti. Sarebbe garantita l’adesione più numerosa di quanti, per<br />

ragioni anagrafiche, la Resistenza non l’hanno vissuta.<br />

In una simile situazione avrebbero poco spazio le mafie, l’evasione<br />

fiscale, la corruzione. E a nessun governante sarebbe più concesso di<br />

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