Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA zioni attuali hanno difficoltà a rapportarsi e a conservare il sapere di quelle che le hanno precedute. È proprio qui che l’ANPI può agire. Tornando a riallacciare i fili spezzati tra le generazioni e ristabilendo il giusto ordine dei valori e della morale secondo quanto dettato dalla Carta Costituzionale. È anzitutto nelle scuole che c’è bisogno della nostra presenza, perché una nuova consapevolezza possa tornare a diffondersi nella società. Credo che parlandovi dei luoghi da dove provengo ho potuto anche parlarvi dell’Italia. Se ci ritroviamo oggi a festeggiare 150 anni di Unità nazionale, un motivo c’è. Penso che ci somigliamo nei pregi come nelle problematiche che siamo costretti ad affrontare. E allo stesso modo avvertiamo la necessità di stringerci in un’organizzazione che ci permetta di gettare un ponte nel futuro e solo l’ANPI ha la capacità di farlo. Auguri all’Italia e buon lavoro all’ANPI! Paola Resta ANPI Ravenna Care compagne, cari compagni, avevamo deciso di parlare di cosa vuol dire per noi essere antifascisti e spiegare perché ci siamo avvicinati all’ANPI. Abbiamo rivisto tutto il discorso, la parola “giovani” era sulla bocca di tutti, ci siamo sentiti chiamati in causa, quindi la nostra idea oggi è di portare le nostre proposte per spiegarvi l’ANPI che vogliamo. L’ANPI non dovrà mai diventare un partito: non è la sua natura, non è la sua storia e non sarà il suo futuro. Si parlerà di politica, attualità, società, cultura ma non vogliamo un partito. Alcuni di voi hanno detto che ormai è inutile sfogliare l’album di famiglia: non è così, per noi quelle storie sono importanti, ci danno il coraggio di credere che si possa costruire un’Italia migliore. Troppe volte in questo Congresso si è parlato di “rivoluzione” tra virgolette, a noi queste virgolette vanno molto strette. Oggi in Italia c’è bisogno di una rivoluzione culturale che riparta dalla scuola pubblica, dall’insegnamento dei diritti costituzionali ai più giovani. A noi piacerebbe che ogni ANPI provinciale sostenesse la cultura in tutte le sue forme; che ogni direttivo promuovesse scrittori locali, musicisti, artisti e magari riscoprisse quelle centinaia di piccoli teatri sul nostro territorio. L’ANPI è un’Associazione pluralista si è detto, bene: 205
SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA anche in tutto il Mezzogiorno è presente e tante di voi hanno detto che in quelle terre la Resistenza è resistenza alla mafia. Non ci basta. Pretendiamo che sia resistenza alla mafia in tutto il territorio nazionale. È un problema che tocca tutte le nostre regioni: l’Emilia-Romagna, la Lombardia. Vogliamo che l’ANPI promuova campagne per la legalità in tutte le Province. C’è un’espressione, giustizia sociale, che è uscita dal linguaggio dei partiti, anche quelli di sinistra. L’ANPI dovrà stimolare le coscienze della società civile e dei rappresentanti della politica per ridare a tutti dignità, affinché tutti abbiano la certezza di tornare a casa al termine della giornata di lavoro, affinché i nostri anziani possano vivere dignitosamente e non sentirsi un peso per la società, affinché i nostri giovani tornino ad avere un futuro. È di estrema attualità il ripudio della guerra in ogni sua forma perché non è mai uno strumento efficace: Kosovo, Iraq, Afghanistan lo hanno insegnato. Vorremmo che l’ANPI si schierasse apertamente per la pace. Molti sostengono sia necessario l’intervento in Libia perché Gheddafi è un dittatore, non rispetta i diritti umani: è vero, lo sappiamo. Allora dobbiamo ammettere di avere sbagliato a non schierarci prima, a non aver organizzato mobilitazioni ogni volta che Gheddafi, o qualsiasi altro dittatore, ha messo piede in Italia. Noi giovani vorremmo imparare dai nostri errori e dire che la pace è l’unica strada possibile. Sabato prossimo, a Roma, ci sarà una grande manifestazione per la pace, parteciperemo e saremo orgogliosi di portare i simboli della nostra Associazione. Concludo con la certezza che un’Italia migliore sia possibile, ma dobbiamo dimostrarci più concreti, più attivi, più coraggiosi nel portare avanti i nostri valori di antifascisti. 206 Egidio Melè ANPI Sondrio La Provincia di Sondrio è insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare per la Resistenza: 140 Partigiani e 48 civili valtellinesi Caduti, dal settembre 1943 all’aprile 1945. Abbiamo svolto i sei Congressi sezionali e quello provinciale incontrando piena sintonia sostanziale con i documenti congressuali. Ho ascoltato la relazione del presidente Raimondo Ricci, la prolusione di Gustavo Zagrebelsky, che ho trovato profonda e lucidissima, e i tanti interventi dei delegati che mi hanno preceduto. Mi pare di poter dire
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imparare dai nostri errori e dire che la pace è l’unica strada possibile.<br />
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