Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
al confine con la Campania. È stato troppo spesso identificato solo<br />
come il luogo dove il fascismo ha fondato la città di Littoria, l’attuale<br />
Latina, e dove ha fatto sfoggio della sua idea di architettura. Oppure<br />
come la terra in cui sono state fatte arrivare numerose famiglie del nord<br />
Italia, in particolare venete, per farle sfuggire a una condizione di<br />
povertà, dando loro la possibilità di costruire una nuova vita bonificando<br />
e coltivando la pianura pontina. A tal proposito sarebbe anche interessante<br />
sapere cosa ne pensano gli esponenti della Lega Nord.<br />
Forse la migliore descrizione è stata data da Pier Paolo Pasolini<br />
nella sua bella, cruda e veritiera poesia Terra di lavoro, dove descriveva<br />
uomini e donne il cui unico dovere nella vita era curarsi della propria<br />
terra, perché a essa erano legati. La nostra è una Provincia prettamente<br />
contadina, con la saggezza popolare di chi la terra l’ha sempre<br />
dovuta lavorare, oltre che abitare, e con non poche difficoltà, in un continuo<br />
stato di miseria. Nonostante ciò, è stata proprio questa condizione<br />
a dare sostanza al senso di collettività che ha permesso alla popolazione<br />
di adeguarsi ai tempi senza mai perdersi. E così, anche se non<br />
abbiamo vissuto l’esperienza resistenziale con la formazione di gruppi<br />
Partigiani guerreggianti sul nostro territorio, quando dopo l’8 settembre<br />
ci siamo ritrovati occupati dai nazisti le persone hanno saputo stringersi<br />
in un comune senso di appartenenza e resistenza passiva. Anche<br />
quando le città erano distrutte dai bombardamenti e la liberazione da<br />
parte degli Alleati si trasformava in un incubo, a causa delle truppe<br />
maghrebine che saccheggiavano e violentavano, c’è stata la capacità di<br />
essere ospitali, aiutarsi gli uni con gli altri, anche dando rifugio a personalità<br />
importanti come Alberto Moravia. Per non parlare dei concittadini<br />
che per vicende di vita si sono ritrovati nei campi di concentramento<br />
e di lavoro tedeschi o soldati nella campagna di Russia. O di chi<br />
la resistenza attiva l’ha fatta, nelle formazioni Partigiane, ma lontano<br />
da casa, anche qui a Torino.<br />
Oggi la “terra di lavoro” vive, come il resto del Paese, una crisi profonda<br />
che ne mina non soltanto la base economica, ma anzitutto quella<br />
morale e valoriale. La crisi che si avverte a livello planetario, da noi<br />
è endemica da molto prima dello scoppio della bolla speculativa statunitense.<br />
L’economia tradizionale è stata spazzata via dall’arrivismo<br />
speculativo e mafioso. Troppo spesso la politica risulta inerte o inefficiente.<br />
E ancora di più si dimostra collusa in ampie zone grigie con la<br />
criminalità organizzata.<br />
La Memoria è inesistente e l’unica dimensione che le persone<br />
riescono a vivere, con affanno, è quella presente. Tanto che le genera-<br />
204