Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

SEDUTA DI
APERTURA
SECONDA
SEDUTA
TERZA
SEDUTA
QUARTA
SEDUTA
QUINTA
SEDUTA
SESTA
SEDUTA
vi. La loro schiavitù, del resto, si riflette nel disagio sociale generale:
nel momento in cui si ha la paura costante di perdere il lavoro, di non
avere soldi, di essere ricacciati fuori è chiaro che si accetta qualsiasi
compromesso pur di restare qui e avere quel pur minimo agio impensabile
nei Paesi d’origine. Questa disponibilità alla schiavitù si trasforma
in un arma contro tutti i lavoratori da parte di chi gestisce le aziende.
Dobbiamo arrivare anche a queste fasce di più deboli per fare in
modo che si ribellino a simili forme di sfruttamento e sostenerle. C’è
l’esempio di Rosarno, ce ne sono tanti altri.
Credo che l’ANPI nel documento nazionale dovrebbe porre l’accento
sul tema dell’ambiente perché le risorse, l’acqua, saranno il
petrolio del futuro e in avvenire detteranno tutti gli equilibri, anche
della ricchezza e della povertà. Dobbiamo essere consapevoli di cosa
significhi avere a disposizione energie riciclabili e impegnarci a sostenere
la ricerca per fornire ai giovani e agli studiosi gli strumenti adeguati.
Al contrario, in Italia, finora, la ricerca è stata completamente
annientata.
L’ultimo punto fondamentale è che l’ANPI dia un segnale assolutamente
inequivocabile di opposizione all’iniziativa di guerra presa dai
governi e dagli alleati. Ho sentito troppo poche voci in questo senso al
Congresso e questo mi fa pensare che probabilmente non ci sia tanta
condivisione su questo tema. Il rischio è di avallare questa azione di
guerra. Come ho sentito fare anche da persone di sinistra, con motivazioni
completamente fuori dal mondo come quella che se gli americani
sono venuti ad aiutare i Partigiani, noi dobbiamo andare a sostenere
gli insorti libici.
Grazie.
Elvio Ruffino
ANPI Udine
Scusandomi per lo schematismo, parlerò per punti in modo da
risparmiare tempo, sperando sia chiaro il filo di ragionamento unitario.
Primo punto: la valutazione del momento. L’emergenza democratica
del nostro Paese rischia di precipitare ancora oltre la già drammatica
situazione attuale. La sopravvivenza del governo al voto del 14
dicembre, la squallida campagna acquisti dei parlamentari resa possibile
dal sistema elettorale che non impone loro di sottoporsi al giudizio
dei cittadini – dovendo raccogliere le preferenze o vincere in un colle-
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