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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

dall’Unità – per me significa enunciare un programma di azione, di<br />

intervento e finalmente di contributo alla realizzazione in prospettiva,<br />

nei tempi della storia, del nuovo Risorgimento, di cui questo Paese e la<br />

stessa Europa hanno bisogno.<br />

Abbiamo analizzato poco nel dibattito un concetto: quello della<br />

Resistenza come secondo Risorgimento. Di qui il dovere, quasi morale,<br />

dell’approccio critico, se è vero che fare memoria significa fare storia.<br />

Il secondo Risorgimento, che molti vorrebbero negare, è invece il<br />

fondamento da cui ripartire per il nuovo Risorgimento, di cui la difesa<br />

della Costituzione e la ricomposizione del Paese appaiono i tratti decisivi,<br />

politicamente e storicamente giustificati.<br />

Vengo da Benevento, una delle tante Province del meridione dove<br />

l’ANPI non esisteva. Oggi che ha cominciato a esistere, perché le<br />

nostre assemblee sono state così partecipate? Perché sono intervenuti<br />

giovani, militanti di partiti democratici e tanti che non si riconoscono<br />

in nessun partito. È una grande questione riecheggiata qui. Certo, non<br />

siamo un partito, ma non basta neanche il richiamo alla coscienza critica.<br />

Intendo affermare – anche se tutto è da costruire partendo dalla<br />

qualità e dalla consistenza evidente dell'immenso lavoro finora svolto<br />

– che l'ANPI è chiamato a essere soggetto politico e strumento di iniziativa,<br />

presenza, coinvolgimento e interlocuzione non estemporanea<br />

con le istituzioni, i soggetti sociali, le associazioni e con ampi settori<br />

sociali, culturali, politici della nostra società.<br />

Per svolgere questa funzione non sono ammissibili arroganza o presunzione,<br />

bensì una disponibilità che deriva dalla convinzione forte che<br />

siamo in una nuova stagione della storia, dove il nostro ruolo può costituirsi<br />

come “utilità” complessiva. Spero si comprenda che non si tratta<br />

di proclamazione ambiziosa fine a sé stessa. Le potenzialità richiamate<br />

sono legate alla storia e all’analisi del presente. In particolare, con<br />

riferimento alla condizione generale delle nostre realtà meridionali.<br />

Benevento è stato troppo a lungo un luogo del trasformismo politico,<br />

di cui la versione mastelliana è solo l'esempio più recente e noto. La<br />

nostra città è stata una enclave del papa prima dell’Unità, l’ultima a<br />

liberarsi dopo sette secoli dal dominio pontificio per iniziativa dei<br />

patrioti. Poi, dopo la Seconda guerra mondiale, ha sopportato una forte<br />

presenza monarchico-fascista, come molte realtà del Mezzogiorno.<br />

Oggi vogliamo e dobbiamo contribuire alle trasformazioni radicali che<br />

si impongono. E qui, da Benevento, il tema dell’Europa giunga non<br />

come enunciazione generica. L’antifascismo, la democrazia conquistata<br />

con la lotta nelle regioni europee – riscoperti con la forza della sto-<br />

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