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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

nel mio quartiere, suono ai campanelli. Se ci sono problemi da risolvere,<br />

lo faccio.<br />

Bisogna lavorare nel territorio, tutti, per poi piano piano ampliare il<br />

raggio d’azione sfruttando le possibilità della comunicazione. Sono<br />

considerato un ribelle all’ANPI provinciale, però voglio dire “apriamo<br />

le porte” ai giovani. Milano ha bisogno di coinvolgerli, spiegandogli la<br />

pericolosità del fascismo. L’ANPI deve organizzare dei corsi di formazione<br />

per le nuove generazioni.<br />

A me piace il rugby, uno sport di squadra che si gioca in 15, dove<br />

la palla si passa indietro avanzando per conquistare il territorio. Voglio<br />

stare fianco a fianco con i Partigiani, la mia famiglia, non mi piace<br />

chi sta davanti e chi sta dietro: ci passiamo la palla e conquistiamo il<br />

territorio.<br />

Ho scritto un brevissimo racconto: sta girando su internet, si intitola<br />

Lombardia, Milano. Provate a mettere il nome della vostra città,<br />

della vostra Regione e troverete sicuramente delle sintonie. Gli amici<br />

di Reggio Emilia, invece, mi permetteranno una citazione di Pierangelo<br />

Bertoli: “Con i piedi nel passato, con lo sguardo dritto, avanti nel<br />

futuro”.<br />

Renato Benedetti<br />

ANPI Treviso<br />

Il tempo è tiranno, tratterrò sinteticamente le cose che vorrei dire<br />

con la speranza di essere il più chiaro possibile, anche perché vorrei ci<br />

liberassimo da un’esposizione retorica cominciassimo a dire pane al<br />

pane e vino al vino.<br />

Ho letto con molta attenzione il documento nazionale ed è logico<br />

che osservazioni ce ne sarebbero, ma per puntualizzare non per stravolgerne<br />

il senso. Pertanto appare logico approvarlo, non fosse altro<br />

perché l’analisi evidenzia chiaramente tutto il malessere che stiamo<br />

vivendo per effetto di un governo che poco governa e molto si adopera<br />

per la difesa politico-morale e giudiziaria del suo leader, approvando<br />

leggi ad personam che sono riuscite per ora a tenerlo lontano dalla<br />

patrie galere o da altre sanzioni.<br />

Una cosa però mi ha particolarmente sorpreso nella lettura del testo:<br />

l’assoluta mancanza dell’aggettivo fascista per indicare le scelte politiche<br />

attuate dal governo nella materia legislativa riferita all’economia,<br />

al lavoro, al sociale, alla scuola, alla giustizia e alla cultura. Si parla<br />

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