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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

nella Grundgesetz tedesca e sicuramente pure nella Costituzione giapponese,<br />

non so come si dice in quella lingua. Però i Padri e le poche<br />

Madri costituenti sono riusciti a fare qualcosa di più perché hanno detto<br />

che noi ripudiamo di usare lo strumento bellico nelle controversie internazionali,<br />

anche se avessimo ragione. Cioè, non siamo autorizzati a<br />

usare la forza nemmeno per far trionfare la ragione. Solo la guerra difensiva<br />

in caso fossimo invasi è permessa, altrimenti mai.<br />

Questo si combina con l’Art. 1 della Carta delle Nazioni Unite dove<br />

la guerra viene definita un crimine. Non da un collegio di tenere fanciulle<br />

o da una cerchia di filosofi utopisti. Quella Costituzione lì è firmata<br />

da cinque “uomini di ferro” che ne hanno fatte, dette e viste di<br />

tutti i colori. Si chiamavano Truman, Churchill, De Gaulle, Stalin e<br />

Mao. Pensate un po’ se potevano essere delle persone “tenerine”! No,<br />

sicuramente no, però hanno scritto: la guerra è un crimine. E siccome<br />

erano degli statisti sapevano che un crimine deve essere represso. Con<br />

che cosa? Con una polizia internazionale che andava costituita per anticipare<br />

la possibilità di controversie internazionali ingovernabili e<br />

preoccupanti, con proprie forme di addestramento, diverse da quelle di<br />

un esercito perché finalizzate ad azioni preventive. E, insieme ad essa,<br />

con la scrittura di codici, l’istituzione di tribunali. Quando cominciò la<br />

guerra fredda – solo immaginata, diciamo così, nemmeno dichiarata<br />

come tale – andò in pezzi questo disegno di una polizia, un codice, dei<br />

tribunali.<br />

E allora ogni volta che si è in presenza di una crisi internazionale<br />

importante bisogna accontentarsi della NATO, bisogna accontentarsi di<br />

questo e di quello. È ora di dire basta. L’unica cosa che va fatta è creare<br />

gli strumenti di repressione del crimine bellico che sono già previsti<br />

dalla Carta delle Nazioni Unite. Questo dobbiamo fare.<br />

Perché? Perché se non ora, quando?<br />

Ivano Tajetti<br />

ANPI Milano<br />

Buongiorno, provengo dalla Sezione ANPI Barona, in un piccolo<br />

quartiere milanese. Nel mio territorio ci sono 32 lapidi in memoria di<br />

46 Caduti e io ho l’onore di rappresentarli. E, parlando di emozioni,<br />

voglio ricordare il nome di Giovanni Pesce, il Comandante “Visone”.<br />

A me manca molto, soprattutto nella particolare situazione di Milano di<br />

cui sento il dovere di parlare. Ragionerò soprattutto della mia città, per-<br />

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