Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
Lidia Menapace<br />
ANPI Roma<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
Cari compagni, carissime compagne, buon pomeriggio a tutti e a<br />
tutte. Ho pronunciato una frase utilizzando due volte il linguaggio<br />
inclusivo. Non aspettatevi niente di meglio da me. Lo dirò sempre fino<br />
alla noia, sono una che rompe. Il dato materiale indica che le donne<br />
sono la maggioranza della popolazione. Ogni tanto ci viene riconosciuta<br />
una rappresentanza del 30%, prima inderogabilmente garantita a<br />
parole, poi, nei fatti, tranquillamente non rispettata. Questo significa<br />
semplicemente che molti uomini che si dichiarano in buona fede democratici,<br />
progressisti o, magari, socialisti o, addirittura, comunisti, non<br />
sono assolutamente credibili.<br />
Avevo intenzione di affrontare alcune questioni, sicuramente non<br />
avrò la possibilità di svilupparne nessuna, quindi procedo in maniera<br />
sommaria. Comincio con la questione giovanile, che potrei raccontarvi<br />
in questo modo. Siccome ho cominciato a fare la staffetta nel ’43 ho<br />
ben il diritto di avere il fiatone e quindi che passi il testimone è ovvio.<br />
È una questione di necessità storica. Ma è solo una questione anagrafica?<br />
Non se ne parla nemmeno. Se devo passare il testimone a un under<br />
35, prima voglio sapere almeno se corre nella mia stessa corsia.<br />
Altrimenti, se poi se ne va da un’altra parte? Quindi, anche passare il<br />
testimone o effettuare un ricambio generazionale è un’operazione strettamente<br />
politica. Non è puro rispetto dell’anagrafe, né opera di beneficenza.<br />
È comunque il frutto di un conflitto, che deve essere dichiarato<br />
e gestito. Possiamo stabilire le regole perché non degeneri, diventando<br />
violento, egoista, sopraffattore. Però un conflitto è, sicuramente.<br />
C’è un altro punto di cui volevo parlare e che a me preme molto.<br />
Vorrei che facessimo giungere un messaggio al Presidente della<br />
Repubblica, Giorgio Napolitano. Un messaggio anche affettuoso, nel<br />
senso che lo conosciamo bene, gli vogliamo bene e siamo contenti che<br />
sia autorevole. Però è assolutamente indispensabile che in questo<br />
momento stia rigorosamente nell’ambito delle sue prerogative. Non gli<br />
spetta dire cosa sono le Nazioni Unite, se una missione è giusta o sbagliata,<br />
se deve essere diretta dalla Nato oppure no. Perché è importante<br />
richiamarlo? Perché altrimenti lui stabilisce – anche non volendolo –<br />
dei pericolosissimi precedenti. Chi diventerà Presidente dopo di lui,<br />
anche a proposito di aspetti che non rientrano nella sua sfera di competenza,<br />
potrà sempre affermare: “Anche Napolitano, che voi stimate<br />
tanto, ha detto questo è giusto, questo è sbagliato”. Quindi è giusto<br />
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