Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
Monica Emmanuelli<br />
ANPI Pordenone<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
Un saluto alle Partigiane e ai Partigiani, a tutti gli antifascisti.<br />
Da molto ormai si parla positivamente dell’ANPI, della sua posizione<br />
forte e precisa, come nuova risorsa politica e non partitica del<br />
Paese; si elogia l’entrata dei giovani nell’Associazione; si esalta la giusta<br />
e condivisibile limpidezza morale dei princìpi che da sempre la<br />
orientano. Ma c’è ancora molto da fare, perché i cambiamenti hanno<br />
bisogno di tempo per essere accettati e di forza per superare gli ostacoli.<br />
Molti ragazzi si sono iscritti alla nostra Associazione, molte donne<br />
hanno iniziato a collaborare con maggiore continuità, ma spesso il<br />
legame con il passato resiste anche ai buoni propositi. Con lo Statuto<br />
del 2006, l’apertura a tutti gli antifascisti ha sinceramente rinnovato,<br />
rivitalizzato e avvicinato l’ANPI anche a nuove problematiche, con<br />
soluzioni inedite. In questo momento la transizione è molto forte e contemporaneamente<br />
delicata, perché si tratta di un reale passaggio fra<br />
generazioni. Proprio per questo è necessario rafforzare i contatti, creando<br />
anche una sorta di scuola interna all’ANPI, in cui vengano tramandati<br />
non solo i valori a cui tutti siamo legati e che ci hanno portato ad<br />
operare la scelta di aderire all’Associazione, ma anche non sottovalutata<br />
la gestione amministrativa e statutaria. Ricordo che l’ANPI ha un<br />
suo Statuto di cui ancora non ho sentito parlare con il giusto rilievo.<br />
Questi sono gli elementi cardine per la sua sempre maggiore affermazione<br />
nella società e comprendono non solo la valutazione intelligente<br />
delle risorse economiche, ma anche le interazioni con il mondo<br />
della politica e dell’associazionismo. È utile, per non dire fondamentale,<br />
essere preparati anche dal punto di vista storico, puntando sulla<br />
ricerca, sulla diffusione di pubblicazioni, collaborando con gli Istituti<br />
di storia della Resistenza, di cui anch’io faccio parte, continuando a<br />
promuovere la conoscenza della lotta di Liberazione e della Carta<br />
Costituzionale, trovando le strategie e le tecniche più allettanti per<br />
generare interesse anche in coloro che ritengono la nostra storia degna<br />
solo di essere archiviata o, peggio ancora, strumentalizzata in funzione<br />
di propaganda partitica.<br />
La conoscenza storica, basata su fondamenti e princìpi scientifici, è<br />
il mezzo che, per eccellenza, ci permette di difenderci in maniera incisiva<br />
e credibile da ogni attacco contro la Resistenza. Non dobbiamo<br />
dimenticare che difendere la lotta partigiana significa preservare, pro-<br />
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