Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Il momento di crisi sociale, culturale, politica, obbliga chiunque di noi abbia a cuore la democrazia a cercare di costruire una nuova idea di Paese, di Europa e di mondo. Se è vero che – come diceva Zagrebelsky – la terza generazione si avvale della Costituzione e in qualche modo, però, la corrompe, abbiamo sicuramente bisogno dell’ANPI per trasformarla in una narrazione collettiva futura. Credo che in cambio dovete chiedere a noi giovani non solo le energie ma anche l’onestà, la fedeltà agli ideali e proposte, nuove nelle idee come negli atteggiamenti. Speriamo di essere in grado di fornirle. Mi sono chiesta perché nel 2006, a sedici anni, sia rimasta così affascinata dall’ANPI. Credo di aver capito che i racconti della resistenza siano stati per me come un grande romanzo che ha superato il tempo e lo spazio in cui è stato scritto per riempirmi e toccarmi nell’intimo della coscienza, consentendomi di percepirla per la prima volta. Ringrazio sinceramente i Partigiani che ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere. Per l’orecchio, il pensiero e i consigli che mi hanno concesso con pazienza. Sono convinta abbiano cambiato la mia esistenza e che la illumineranno in futuro. Flavio Lotti Coordinatore Associazione “Tavola della pace” Di fronte alla guerra in atto ci si chiede: cosa dobbiamo fare? Mobilitarci per mettere fine a tutte queste guerre e violenze. Chiedere il cessate il fuoco. Difendere i diritti umani. Lottare contro tutti i dittatori e i loro regimi. Dire “no” al cinismo e all’indifferenza. Battersi contro il commercio delle armi. Esprimere la nostra solidarietà con chi sta lottando per la libertà, la giustizia e la democrazia. Offrire protezione, accoglienza e asilo ai profughi e agli sfollati. E, non ultimo, impegnarci ancora più decisamente per costruire una politica di pace e giustizia. Ci domandiamo: da dove possiamo cominciare? Cominciamo dalle nostre città, dai nostri paesi, dalle nostre scuole. Cominciamo rimettendo la pace e il mondo al centro della nostra agenda di lavoro. Il cammino non è facile, lo sappiamo, ma la strada è quella giusta. Come è giusto quello che state facendo per rinnovare il vostro impegno e la vostra organizzazione. Grazie per l’investimento che fate sui giovani, per i giovani e con i giovani. Grazie per il vostro costante e prezioso contributo di pace. 165
SEDUTA DI APERTURA 166 SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Continuiamo a camminare insieme per difendere e attuare la nostra Costituzione. Costruiamo in ogni città un comitato per la pace per riflettere, mobilitarsi contro la guerra e organizzare insieme la prossima marcia “Perugia-Assisi”, per la pace e la fratellanza tra i popoli. Facciamo in modo che tanti giovani possano ritrovarsi e progettare una vita, un Paese e un mondo migliore. Con questo spirito vi rinnovo i migliori auguri di buon lavoro. Filippo Giuffrida ANPI Belgio In questi giorni abbiamo ascoltato molte voci dell’ANPI. L’assennatezza della relazione del Presidente, la veemenza sempre giovanile dei Comandanti Rendina e Sarti, la pacata maturità degli studenti medi e dei ragazzi. Ora vorrei parlarvi di noi. Noi che abbiamo lasciato l'Italia negli Anni 30, perché non potevamo più convivere con i Fascisti, che abbiamo perso la cittadinanza italiana perché “indegni” e poi abbiamo fatto la Resistenza in Francia o in Belgio. Noi che abbiamo lasciato l'Italia negli Anni 50, per andare a scavare nelle miniere quel carbone che è stato il motore della ripresa del nostro Paese. Noi che abbiamo lasciato l'Italia negli Anni 60, per andare a lavorare nelle industrie siderurgiche o alla catena di montaggio in posti dove parlano lingue dure, come quelle che parlavano i cattivi di quando eravamo piccoli. Noi che abbiamo lasciato l’Italia negli Anni 90, e che continuiamo a partire perché con le nostre lauree, con i nostri master, non riusciamo a mantenere una famiglia e a pagare il mutuo per la casa. E allora espatriamo, come fecero i nostri padri e i nostri nonni. Lontani da questa terra che festeggia i suoi 150 anni. Ma non lontani dalla Patria. Mai lontani dall’Italia. Vorrei raccontarvi quanto siamo arrabbiati e stanchi di sentirci chiedere: “Come è possibile? Un popolo che ha inventato il diritto, ha avuto il Risorgimento, si è battuto contro tutti per creare una nazione, arabi, spagnoli, francesi, tedeschi, austriaci, come fa a essere in balìa di quell’uomo, di quel governo? Siamo stufi di doverci quasi vergognare di essere italiani.
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Grafica e impaginazione Duògrafi s
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