Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Resistenza, la Costituzione all’attenzione, all’ordine del giorno, della nostra società, per accompagnarla ancora nella sua ulteriore crescita. Costruendo un meccanismo che tenga insieme la ricca complessità di pensiero e la varietà di apporti e contributi presenti nell’ANPI, dobbiamo farci quasi educatori e rivolgerci a tutti quei settori della società citati nel documento nazionale. Parlo anche delle fasce più giovani, dei ventenni: deve entrare nelle nostre corde il fatto che per edificare una società bisogna partire dalle generazioni che vanno a scuola. Ma come ci rivolgiamo ad esse, quando persino i loro nonni sono nati dopo la guerra e, invece, il nostro pensiero di riferimento risale ancora più indietro nel tempo? È per questo che ho parlato di progetto educativo. Dobbiamo studiare formule che permettano di far recepire il messaggio e il valore che proviene dall’antifascismo, dalla Resistenza e dalla Costituzione. Purtroppo, è la mia esperienza, non è più sufficiente portare il Partigiano nelle scuole. Non me ne vogliate, è necessario, guai se non lo facessimo! Però non basta, le commemorazioni servono a poco. Bisogna rendere il nostro messaggio in grado di essere recepito dai bambini. Non il patrimonio ideale passato di un eroe lontano nel tempo, ma il messaggio sempre attuale di una persona normale che, in un momento difficile, ha compiuto la scelta più difficile. Trasformare in termini di semplicità, normalità, appunto, quello che è stato il frutto di dure e dolorose scelte interiori. Tutto il resto viene dopo: parlare del lavoro senza essere sindacato, eccetera, eccetera. Mi devo fermare perché non ho più tempo a disposizione. L’importante, ripeto, è trasformare le battaglie ideali in progetto concreto. Facciamo entrare le nuove generazioni nell’ANPI affinché possano dire: “Io ci sono e faccio questo”, “Io propongo questo, ma poi lo porto avanti”. Grazie. Alessandra Maltoni ANPI Bologna In questa splendida città, culla del Risorgimento, tra le città simbolo dell’insurrezione operaia della lotta di Liberazione, siamo qui a ricordare la Resistenza, la pagina più gloriosa del riscatto, della rinascita del popolo italiano. Tuttavia la società italiana si pone spesso con un atteggiamento indifferente se non addirittura ostile verso quella vicenda. Quel passato sembra quasi infastidire alcune coscienze perché 161

SEDUTA DI APERTURA 162 SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA rievoca, col suo carico di dolore, le tante contraddizioni di un’Italia che fu, ed è ancora, troppo ambigua e non degna dei suoi figli migliori. Gli eroi, però, con la potenza del loro esempio, ci hanno proiettato, e continuano a farlo, verso un futuro di speranza e di alti ideali. L’ANPI è lì a ricordare a tutti gli italiani – anche a quelli di scarsa memoria – che la nostra Costituzione è stata scritta da tanti uomini e tante donne fucilati, torturati, impiccati, caduti davanti agli innumerevoli cippi di cui sono disseminate le nostre città e i nostri paesi. Il suo articolo più bello è lo splendido Art. 3, che racchiude in sé tutta l’umanità della Carta: quello che nel secondo comma esalta l’uguaglianza giuridica trasformandola in un dovere assoluto dello Stato e dei suoi poteri. Da quell’articolo è nato il Servizio Sanitario Nazionale, lo stato sociale, il diritto allo studio e la nostra scuola pubblica, tra le più apprezzate al mondo. Sono tutti concetti semplici eppure, con la straordinaria forza innovatrice, cambiarono il volto del nostro Paese, verso una direzione di giustizia e solidarietà scelta dal popolo italiano rinato dalla Resistenza. Qualcuno però, soprattutto tra i politici e i legislatori, oggi finge di dimenticare, di non capire. Un esempio: la riforma dell’università e la cosiddetta legge Gelmini. Gli atenei e i loro rettori, troppo spesso compiacenti, stanno riscrivendo tutti gli statuti aprendo definitivamente i consigli d’amministrazione ai privati, alle banche, alle fondazioni, ai potentati economici. I privati decideranno le sorti della nostra ricerca, della nostra didattica; diventeranno i grandi finanziatori di carriere e strategie e padroni assoluti delle scelte prese dal sistema universitario pubblico italiano. Hanno snaturato l’autonomia e il ruolo del mondo accademico e questo è contro la Costituzione. Come se non bastasse si tagliano le borse di studio, si licenziano in massa i precari, si tolgono i soldi non solo all’università ma a ogni livello e grado della scuola pubblica. Tutto questo, però, dicendo di amare la Costituzione e i suoi articoli. C’è poi il mondo del lavoro, con gli operai costretti a salire sui tetti a urlare la loro disperazione, con quel collegato che tra mille emendamenti e mille ripensamenti impone una logica di scambio tra tutele giurisdizionali e un più conciliante arbitrato. La nostra Costituzione va difesa. Da tempo avevo un’idea, una di quelle che pensi sempre che qualcuno prima o poi la realizzerà. Poi, di fronte al crescente degrado, ho raggiunto la consapevolezza che qualcosa andava fatto subito e, grazie all’insostituibile ed efficace aiuto dell’ANPI di Bologna, ho pensato di aprire una Sezione nell’ateneo

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Resistenza, la Costituzione all’attenzione, all’ordine del giorno, della<br />

nostra società, per accompagnarla ancora nella sua ulteriore crescita.<br />

Costruendo un meccanismo che tenga insieme la ricca complessità di<br />

pensiero e la varietà di apporti e contributi presenti nell’ANPI, dobbiamo<br />

farci quasi educatori e rivolgerci a tutti quei settori della società<br />

citati nel documento nazionale.<br />

Parlo anche delle fasce più giovani, dei ventenni: deve entrare nelle<br />

nostre corde il fatto che per edificare una società bisogna partire dalle<br />

generazioni che vanno a scuola. Ma come ci rivolgiamo ad esse, quando<br />

persino i loro nonni sono nati dopo la guerra e, invece, il nostro pensiero<br />

di riferimento risale ancora più indietro nel tempo?<br />

È per questo che ho parlato di progetto educativo. Dobbiamo studiare<br />

formule che permettano di far recepire il messaggio e il valore<br />

che proviene dall’antifascismo, dalla Resistenza e dalla Costituzione.<br />

Purtroppo, è la mia esperienza, non è più sufficiente portare il<br />

Partigiano nelle scuole. Non me ne vogliate, è necessario, guai se non<br />

lo facessimo! Però non basta, le commemorazioni servono a poco.<br />

Bisogna rendere il nostro messaggio in grado di essere recepito dai<br />

bambini. Non il patrimonio ideale passato di un eroe lontano nel tempo,<br />

ma il messaggio sempre attuale di una persona normale che, in un<br />

momento difficile, ha compiuto la scelta più difficile. Trasformare in<br />

termini di semplicità, normalità, appunto, quello che è stato il frutto di<br />

dure e dolorose scelte interiori.<br />

Tutto il resto viene dopo: parlare del lavoro senza essere sindacato,<br />

eccetera, eccetera. Mi devo fermare perché non ho più tempo a disposizione.<br />

L’importante, ripeto, è trasformare le battaglie ideali in progetto<br />

concreto. Facciamo entrare le nuove generazioni nell’ANPI affinché<br />

possano dire: “Io ci sono e faccio questo”, “Io propongo questo, ma poi<br />

lo porto avanti”.<br />

Grazie.<br />

Alessandra Maltoni<br />

ANPI Bologna<br />

In questa splendida città, culla del Risorgimento, tra le città simbolo<br />

dell’insurrezione operaia della lotta di Liberazione, siamo qui a<br />

ricordare la Resistenza, la pagina più gloriosa del riscatto, della rinascita<br />

del popolo italiano. Tuttavia la società italiana si pone spesso con<br />

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vicenda. Quel passato sembra quasi infastidire alcune coscienze perché<br />

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