Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA nella sostanza, che l’inveramento, la concretizzazione, la materializzazione del nostro antifascismo sia essere in prima fila nella battaglia per la legalità e contro la criminalità organizzata. Il secondo elemento evidente del rinnovamento – senza piaggeria o paternalismo, non parlo da vecchio preside di scuola – sono stati alcuni interventi di ragazze e ragazzi che dimostrano non solo passione e attaccamento ma anche capacità di analisi, riflessione e attenzione critica. Sono cose che colpiscono e lasciano veramente soddisfatti: non hanno atteggiamenti da piccoli pionieri, da piccoli Partigiani ma da persone con la loro propria autonomia e originalità. Il problema è quali sono le conseguenze delle novità di questo Congresso sul piano della struttura dell’ANPI. Possono essere riproposti, grosso modo, con piccoli aggiustamenti, gli stessi assetti organizzativi? Il Comitato Nazionale può ancora essere composto da solo 27 persone in un’Associazione che conta ormai ben oltre centomila iscritti? Con questi numeri si fatica a realizzare la sintesi di cui abbiamo bisogno tra l’esperienza, la tradizione, la gloria dei compagni più anziani e gli elementi di irrompente novità che ricordavo. Possiamo continuare ad avere un Congresso ogni cinque anni, come da Statuto? Rispetto gli statuti, ma si possono modificare, come abbiamo peraltro già fatto. In una fase così intensa di trasformazione nazionale e internazionale, possiamo permetterci dei tempi di reazione dell’Associazione così lunghi? Cinque anni per arrivare a fare il punto, ad aggiornare la propria linea, a rinnovare il gruppo dirigente? Credo, insomma, ci sia una contraddizione evidente tra l’assetto organizzativo e i fatti nuovi, gli elementi di sviluppo, di grande innovazione e positività. Chiedo a tutti, ciascuno per la sua parte, ciascuno per la sua responsabilità, di essere generoso e lungimirante. Lo chiedo agli anziani e lo chiedo ai giovani, per realizzare una sintesi feconda, per cogliere il passaggio importante che l’Associazione sta vivendo. Ci sono tutte le condizioni per espandersi ancora, per acquisire altri iscritti, arrivano continue e spontanee richieste. Servono regolamenti e strutture che accompagnino e favoriscano questo intenso e tumultuoso sviluppo, che non siano elemento di freno, ostacolo o difficoltà. Se faremo passi avanti in questa direzione saremo non soltanto contenti del dibattito ma soddisfatti di giuste e lungimiranti decisioni. Grazie. 153
SEDUTA DI APERTURA 154 SECONDA SEDUTA Bruno Solaroli ANPI Imola (BO) TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Compagni e compagne, convengo con i contenuti fondamentali e la ricchezza della nostra impostazione e discussione congressuale. In particolar modo con il passaggio del documento congressuale in cui si afferma che “l’ANPI è l’autorità morale che rappresenta e interpreta i valori di libertà, di democrazia, di eguaglianza, di dignità tipici, propri dell’antifascismo e della Resistenza e sanciti dalla Costituzione repubblicana”. Il compito che dobbiamo affrontare è urgente, alto, difficile. Quindi il problema non è tanto discutere del merito, perché mi pare che ci sia larga condivisione, quanto – come faceva notare il delegato che mi ha preceduto – il modo e la maniera di attuare questi grandi obiettivi, fornire risposte, mettere in campo un grande disegno. Occorre fare attenzione – è stato ripetuto più volte – a non proporci come sostitutivi di altri soggetti politici e sociali. Mi pare, infatti, di cogliere una tendenza, di fronte all’oggettiva difficoltà della situazione dei partiti e di altri soggetti sociali fondamentali, a cercare nell’ANPI una sponda alternativa. Non è il nostro ruolo, né d’altra parte siamo in grado di svolgerlo. Però dobbiamo essere in campo, far sentire la nostra voce, partecipare, stimolare per promuovere un movimento il più vasto possibile, per costruire – come diceva Carlo Smuraglia – un sentire comune non solo fra noi ma nel Paese. Voglio esprimere una preoccupazione che, per qualche tratto, ho sentito manifestarsi nel dibattito. Una riguarda l’autonomia dell’ANPI: è giusta, ma attenzione a non confonderla con l’isolamento, la chiusura, l’inclinazione a considerarsi l’unico soggetto in grado e in dovere di dare risposte ai gravi problemi del Paese. Da soli non bastiamo, non ce la facciamo. Serve un movimento ampio per la difesa e l’attuazione della Costituzione, adeguato alle sfide da affrontare. Se la nostra base programmatica è la Carta fondamentale, essa è patrimonio della nazione, di tutti. E noi dobbiamo allargare il quadro delle forze da impegnare. Il declino economico e sociale del Paese è tale da imporre l’arduo e difficile obiettivo di una svolta, con la creazione e l’avvio di un nuovo modello di sviluppo, di un nuovo modello sociale. In una condizione nella quale aumentano i bisogni e si riducono le risorse disponibili, il discorso è ulteriormente complicato dal degrado etico e morale. E non c’è solo il comportamento vergognoso e insopportabile del presidente del Consiglio. C’è uno scadimento complessivo della vita politica e
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Grafica e impaginazione Duògrafi s
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