Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
evento fondatore della democrazia nostra e degli altri Paesi europei, ma<br />
devono diventare anche un legame culturale e politico per tutte le forze<br />
che dichiarano di riconoscersi nei valori permanenti della Resistenza e<br />
della guerra di Liberazione.<br />
Ma per mantenere questo legame, queste forze devono attenersi al<br />
rigore morale nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali. Nessuno<br />
più di noi uomini della guerra partigiana, sente la necessità di partiti<br />
moderni e bene organizzati. Essi però rimarranno i veri pilastri della<br />
nostra democrazia solo se sapranno essere portatori di consenso e di<br />
partecipazione popolare. L’articolo 49 della Costituzione recita: “Tutti<br />
i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere<br />
con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. La<br />
Costituzione indica, quindi, i partiti come strumenti indispensabili per<br />
superare definitivamente la secolare separazione fra Stato e classi<br />
popolari, come centri di promozione partecipativa, non li legittima<br />
come occupanti delle istituzioni.<br />
Invocare il rigore morale non è cedere a tentazioni moralistiche. La<br />
questione morale è la vera questione politica, quella della fedeltà delle<br />
istituzioni alla loro ragione storica, ai momenti che le hanno legittimate,<br />
a partire dall’antifascismo, dalla guerra partigiana di Liberazione e<br />
dalla riconquista delle libertà politiche. Il rigore morale deve rimanere<br />
sempre la stella polare per le forze democratiche. Solo così esse potranno<br />
riconquistare la fiducia dei cittadini che oggi, e questo è estremamente<br />
pericoloso per la democrazia, incominciano a considerarle non<br />
diverse dalle forze di destra.<br />
Dopo diciassette anni di Berlusconi e di berlusconismo, pochi Paesi<br />
al mondo affrontano l’attuale crisi economica in un impoverimento<br />
etico e istituzionale come quello che stiamo vivendo noi. Assistiamo a<br />
segni di decadimento sociale, si aggrava la corruzione, aumenta il disprezzo<br />
per l’uguaglianza, la libertà viene intesa come possibilità di<br />
consolidare i propri privilegi e non come strumento per assicurare diritti<br />
uguali per tutti, la laicità dello Stato è sottoposta a tensioni continue.<br />
Purtroppo, quando i legami sociali si allentano, insorgono idee secessioniste,<br />
pulsioni razziste e xenofobe, volgarità, arroganza e violenza<br />
nei rapporti fra individui e gruppi.<br />
Ci ritroviamo con un’Italia spaccata, ingabbiata in un sistema<br />
mediatico che tende a plagiare i cittadini invece di informarli correttamente.<br />
Un’Italia che, prigioniera di una visione narcisistica di se stessa,<br />
è tentata, invece di aprirsi al mondo, di chiudersi a riccio nei suoi<br />
egoismi. Un’Italia che giustamente si commuove e si indigna per l’ab-<br />
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