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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

132<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

altri popoli. Da esse partono strategie mondiali di guerra. Inoltre la<br />

sovranità territoriale, politica e militare in quelle basi è ceduta non ad<br />

organismi internazionali ma a un altro Stato, seppur amico, e in condizioni<br />

non certamente di parità, senza contropartite.<br />

L’ANPI vicentina nel suo congresso non poteva non manifestare il<br />

proprio disappunto per quanto sta avvenendo e ha chiesto con apposito<br />

Ordine del giorno che “l’ANPI nazionale vigili sul rispetto dell’Art.<br />

11 della nostra Costituzione” e si faccia promotrice di iniziative<br />

“affinché venga ridiscussa la nostra partecipazione alle missioni militari<br />

all’estero e venga svolta una conferenza per rivedere la validità<br />

delle servitù militari che tolgono ai cittadini italiani il diritto d’uso del<br />

territorio e contrastano con la Costituzione».<br />

Di non secondaria importanza è l’altro punto sollevato<br />

dall’Assemblea vicentina. Abbiamo richiesto con forza che nel<br />

“<strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> il tema del lavoro sia posto nel dibattito e nelle<br />

deliberazioni come questione centrale, fondamentale, decisiva e di<br />

attualità per i lavoratori e per le nuove generazioni, come affermato<br />

nel nostro ordinamento costituzionale».<br />

L’Art. 1, fondando sul lavoro la nostra Repubblica, stabilisce che<br />

il cittadino italiano è tale non per quello che ha, per le sue proprietà,<br />

le sue rendite o per la sua cultura, ma per quello che fa. Nel Paese reale<br />

le cose non stanno affatto così. Il cittadino che la classe dirigente ci<br />

fornisce come modello è quello che vive di rendita, furbo, che si è<br />

fatto da sé, fregando gli altri e lo Stato, che non paga le tasse, che<br />

cerca scorciatoie verso il successo e l’affermazione personale al di là<br />

dei meriti. Se lavora, invece, deve essere precario e senza diritti. Si<br />

tratta di una precarietà – e pure in Veneto la stiamo sperimentando –<br />

che non riguarda solo il lavoro dipendente, ma anche i piccoli e medi<br />

imprenditori e gli artigiani ormai spiazzati dalla globalizzazione e<br />

dalla crisi economica, i commercianti sconfitti dalla grande distribuzione<br />

e dalla caduta dei consumi. Non sono esenti nemmeno alcuni<br />

settori della libera professione.<br />

Non è solo colpa della crisi: il nostro modello, la civiltà liberista<br />

che considera il mercato come “panacea di tutti i mali”, non regge più.<br />

I ragazzi in agitazione contro i tagli alla scuola, all’università, alla<br />

ricerca – che il ministro Gelmini si ostina a chiamare riforme – hanno<br />

chiaramente affermato che in questo sistema loro non hanno futuro.<br />

Vorrei dire ancora qualcosa sulla Lega, sempre prendendo spunto<br />

dal documento del <strong>Congresso</strong> provinciale: “L’ANPI Vicentina invita il<br />

<strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> a esplicitare più chiaramente nei suoi documen-

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