Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA Giorgio Fin ANPI Vicenza TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Chi avesse l’occasione di passare per Vicenza – città decorata con due Medaglie d’Oro, la prima per l’insurrezione contro gli austriaci nel 1848, la seconda per la Resistenza contro il nazifascismo – vada sul piazzale di Monte Berico da cui si domina la bellissima città del Palladio, oppure percorra la strada che la attraversa sul lato nord, a ridosso della periferia, e potrà osservare il sorgere di un enorme, nuovo quartiere nel luogo che fu dell’Aeroporto Dal Molin: è la nuova base americana. Oggi, con il conflitto in Libia e i rivolgimenti in corso negli stati arabi, si capisce bene che l’interesse militare ed economico statunitense è passato dai Paesi dell’Est europeo a quelli dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Per questo stanno smobilitando le basi in Germania, trasferendo tutto l’armamentario in Italia: a Vicenza. Dove, fin dal dopoguerra, esiste già un’altra grande base americana, la Ederle. Inoltre alla periferia sud-est, nella zona Longare, sui Colli Berici, vi sono altri siti recintati e presidiati dai soldati americani. Ospitano innumerevoli bunker che alloggiano armamenti sofisticati, missili e quant’altro. Qualcuno parla addirittura di testate nucleari. Vicenza è letteralmente circondata, se non occupata, da basi militari americane. Attenzione, non basi ONU o NATO: basi americane nelle quali nessuno può mettere il naso, nemmeno la polizia, poiché sono in pratica territorio in mano straniera. Ciò è avvenuto e continua ad avvenire in barba a tutte le regole urbanistiche e di rispetto ambientale, storico e artistico. Nonostante la contrarietà della maggioranza dei vicentini, cui è stato impedito persino il referendum consultivo. Nonostante la contrarietà di Enti e associazioni, oltre che di grandissimo numero di cittadini italiani. Nonostante l’opposizione di molte forze politiche. Nonostante le forti prese di posizione dell’ANPI vicentina e di quella del Veneto, supportate dall’ANPI Nazionale. Siamo di fronte a una palese violazione dell’Art. 11 della Costituzione che, nella seconda parte, prevede la possibilità che l’Italia consenta “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Queste basi, infatti, non servono per la pace e la giustizia, sono strumenti palesemente offensivi verso 131

SEDUTA DI APERTURA 132 SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA altri popoli. Da esse partono strategie mondiali di guerra. Inoltre la sovranità territoriale, politica e militare in quelle basi è ceduta non ad organismi internazionali ma a un altro Stato, seppur amico, e in condizioni non certamente di parità, senza contropartite. L’ANPI vicentina nel suo congresso non poteva non manifestare il proprio disappunto per quanto sta avvenendo e ha chiesto con apposito Ordine del giorno che “l’ANPI nazionale vigili sul rispetto dell’Art. 11 della nostra Costituzione” e si faccia promotrice di iniziative “affinché venga ridiscussa la nostra partecipazione alle missioni militari all’estero e venga svolta una conferenza per rivedere la validità delle servitù militari che tolgono ai cittadini italiani il diritto d’uso del territorio e contrastano con la Costituzione». Di non secondaria importanza è l’altro punto sollevato dall’Assemblea vicentina. Abbiamo richiesto con forza che nel “Congresso Nazionale il tema del lavoro sia posto nel dibattito e nelle deliberazioni come questione centrale, fondamentale, decisiva e di attualità per i lavoratori e per le nuove generazioni, come affermato nel nostro ordinamento costituzionale». L’Art. 1, fondando sul lavoro la nostra Repubblica, stabilisce che il cittadino italiano è tale non per quello che ha, per le sue proprietà, le sue rendite o per la sua cultura, ma per quello che fa. Nel Paese reale le cose non stanno affatto così. Il cittadino che la classe dirigente ci fornisce come modello è quello che vive di rendita, furbo, che si è fatto da sé, fregando gli altri e lo Stato, che non paga le tasse, che cerca scorciatoie verso il successo e l’affermazione personale al di là dei meriti. Se lavora, invece, deve essere precario e senza diritti. Si tratta di una precarietà – e pure in Veneto la stiamo sperimentando – che non riguarda solo il lavoro dipendente, ma anche i piccoli e medi imprenditori e gli artigiani ormai spiazzati dalla globalizzazione e dalla crisi economica, i commercianti sconfitti dalla grande distribuzione e dalla caduta dei consumi. Non sono esenti nemmeno alcuni settori della libera professione. Non è solo colpa della crisi: il nostro modello, la civiltà liberista che considera il mercato come “panacea di tutti i mali”, non regge più. I ragazzi in agitazione contro i tagli alla scuola, all’università, alla ricerca – che il ministro Gelmini si ostina a chiamare riforme – hanno chiaramente affermato che in questo sistema loro non hanno futuro. Vorrei dire ancora qualcosa sulla Lega, sempre prendendo spunto dal documento del Congresso provinciale: “L’ANPI Vicentina invita il Congresso Nazionale a esplicitare più chiaramente nei suoi documen-

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Giorgio Fin<br />

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Chi avesse l’occasione di passare per Vicenza – città decorata con<br />

due Medaglie d’Oro, la prima per l’insurrezione contro gli austriaci<br />

nel 1848, la seconda per la Resistenza contro il nazifascismo – vada<br />

sul piazzale di Monte Berico da cui si domina la bellissima città del<br />

Palladio, oppure percorra la strada che la attraversa sul lato nord, a<br />

ridosso della periferia, e potrà osservare il sorgere di un enorme,<br />

nuovo quartiere nel luogo che fu dell’Aeroporto Dal Molin: è la nuova<br />

base americana.<br />

Oggi, con il conflitto in Libia e i rivolgimenti in corso negli stati<br />

arabi, si capisce bene che l’interesse militare ed economico statunitense<br />

è passato dai Paesi dell’Est europeo a quelli dell’Africa settentrionale<br />

e del Medio Oriente. Per questo stanno smobilitando le basi in<br />

Germania, trasferendo tutto l’armamentario in Italia: a Vicenza. Dove,<br />

fin dal dopoguerra, esiste già un’altra grande base americana, la<br />

Ederle. Inoltre alla periferia sud-est, nella zona Longare, sui Colli<br />

Berici, vi sono altri siti recintati e presidiati dai soldati americani.<br />

Ospitano innumerevoli bunker che alloggiano armamenti sofisticati,<br />

missili e quant’altro. Qualcuno parla addirittura di testate nucleari.<br />

Vicenza è letteralmente circondata, se non occupata, da basi militari<br />

americane. Attenzione, non basi ONU o NATO: basi americane<br />

nelle quali nessuno può mettere il naso, nemmeno la polizia, poiché<br />

sono in pratica territorio in mano straniera. Ciò è avvenuto e continua<br />

ad avvenire in barba a tutte le regole urbanistiche e di rispetto ambientale,<br />

storico e artistico. Nonostante la contrarietà della maggioranza<br />

dei vicentini, cui è stato impedito persino il referendum consultivo.<br />

Nonostante la contrarietà di Enti e associazioni, oltre che di grandissimo<br />

numero di cittadini italiani. Nonostante l’opposizione di molte<br />

forze politiche. Nonostante le forti prese di posizione dell’ANPI<br />

vicentina e di quella del Veneto, supportate dall’ANPI <strong>Nazionale</strong>.<br />

Siamo di fronte a una palese violazione dell’Art. 11 della<br />

Costituzione che, nella seconda parte, prevede la possibilità che<br />

l’Italia consenta “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni<br />

di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e<br />

la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni<br />

internazionali rivolte a tale scopo”. Queste basi, infatti, non servono<br />

per la pace e la giustizia, sono strumenti palesemente offensivi verso<br />

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