Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
122<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
unitario. Oggi, al contrario, essa è attraversata da preoccupanti divisioni.<br />
A fronte di queste sfide tutti debbono fare la propria parte: le istituzioni<br />
internazionali e nazionali, le forze politiche, sindacali, economiche<br />
e culturali. Anche l’ANPI, che con questo <strong>Congresso</strong> riconferma la<br />
propria grande e insostituibile funzione e assume compiti nuovi nel<br />
riproporre i valori della Resistenza e della Costituzione a tutto il popolo<br />
italiano. In una società che facilmente smarrisce la propria memoria<br />
e tende in modo preoccupante all’esclusione dei più deboli e dei diversi.<br />
Troppi vorrebbero dimenticare la storia del nostro Paese, troppi tentano<br />
di riscriverla, distorcerla, falsificarla. Senza coscienza del proprio<br />
passato si mette a repentaglio il futuro, rischiando di ricadere nei drammi<br />
dai quali faticosamente si era usciti.<br />
Dobbiamo riproporre la centralità del lavoro e delle idealità per le<br />
quali donne e uomini coraggiosi si sono battuti nella grande vicenda<br />
che è stata la Resistenza, nel nostro Paese e nel nostro continente.<br />
L’ANPI, con il suo straordinario prestigio morale, continua ad avere<br />
una funzione insostituibile nella società italiana. In tale quadro sono<br />
valide le vostre proposte tese a consolidare attorno all’Associazione un<br />
ampio schieramento di forze sindacali, sociali, culturali e popolari per<br />
divenire il luogo di incontro di tutti i democratici e gli antifascisti.<br />
Deve procedere con coraggio e determinazione anche il rinnovamento<br />
e il consolidamento dell’ANPI: puntando a raggiungere e superare l’obiettivo<br />
dei 200.000 iscritti, raccogliendo soprattutto le potenzialità del<br />
Mezzogiorno.<br />
Lo scorso Primo Maggio abbiamo organizzato una grande manifestazione<br />
a Portella della Ginestra, realizzando l’incontro tra le forze<br />
dell’antifascismo, quelle impegnate contro la mafia e quelle del lavoro.<br />
Il primo articolo della nostra Costituzione pone a fondamento della<br />
Repubblica democratica il lavoro. Ma se è privato del riconoscimento<br />
della sua dignità e dei suoi diritti, non si tratta del lavoro del quale parla<br />
la nostra Carta. È un’altra cosa: lo sappia Marchionne, e non solo lui.<br />
Il Governo in carica ignora la centralità del lavoro e la sua funzione<br />
sociale. Viviamo giorni preoccupanti per la mancanza di relazioni<br />
organiche, serie e proficue tra le parti sociali maggiormente rappresentative.<br />
Vi sono, purtroppo, ministri che vogliono cambiare il Primo articolo<br />
della Costituzione e ministri che vogliono stravolgere lo Statuto<br />
dei Lavoratori. Vi sono imprenditori che propongono di scambiare le<br />
opportunità di lavoro con i diritti costituzionali. Vi sono iniziative delle<br />
destre che puntano a svuotare la partecipazione, a limitare gli spazi di