Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA Una casa non “per” i giovani, ma “dei” giovani. Per tradurre il linguaggio della Resistenza in quello dell’attualità. Per rendere l’ANPI – questa è l’esperienza che sperimentiamo nella nostra provincia – forza viva e presente dove c’è una lotta importante per il lavoro, per la scuola, per la dignità delle persone e delle donne, contro il fascismo, per la giustizia. Lì deve essere l’ANPI, lì misureremo la nostra capacità di chiamare a raccolta l’insieme delle generazioni, compresa quella mia e di tantissimi compagni del sindacato che ho ritrovato al Congresso. Si tratta di una sfida in cui l’ANPI può avere un grande compito politico, non soltanto per combattere il degrado del sistema, ma anche per svegliare le forze dell’opposizione e della sinistra, che hanno un grande bisogno di noi. L’Associazione come casa di tutti, casa dell’antifascismo: con due elementi, però, autonomia e unità. In questo Congresso verrà il momento di discutere e misurarsi sulla questione della pace, ma non solo. Invito tutti ad abbandonare posizioni pregiudiziali, a ricercare il dialogo, per uscire dall’Assemblea con una posizione più unitaria possibile. Nella nostra piccola esperienza di lavoro ci stiamo misurando con il tentativo di “fare rete” con le varie ANPI locali. Pochi giorni fa abbiamo dovuto affrontare una manifestazione nazionale di Casa Pound che ricordava la vecchia marcia su Bolzano, con i compagni di quella città, nel silenzio quasi assoluto dei partiti della sinistra. L’ANPI di Bolzano si è mobilitata, così pure il comitato degli studenti, tra i quali quelli di lingua tedesca. Noi di Trento abbiamo dato una mano e contribuito a tenere alta la dignità cittadina contro simili sfilate. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di reagire, dicendo “Basta!” a questi rigurgiti di neofascismo e, per quanto ci riguarda, anche di neonazismo. Qualcuno sostiene che se organizziamo delle contromanifestazioni attribuiamo loro troppo valore e importanza. Non è così: se restiamo a guardare ce li ritroviamo nelle scuole e nelle piazze. Quindi occorre una rete fra le varie ANPI e una con tutte le associazioni democratiche, soprattutto sul tema della pace, tenendo conto di alcune questioni. La nostra stella polare deve essere che l’Italia ripudia la guerra senza se e senza ma. Nella nostra Provincia abbiamo proposto un emendamento per il ritiro delle truppe in Afghanistan. Al contempo, non sarei onesto con me stesso se non ponessi degli interrogativi sulla lotta di popolazioni che corrono il rischio di subire violenze inaudite. La mia coscienza dice che non posso voltare la testa dall’altra 117

SEDUTA DI APERTURA 118 SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA parte rispetto a quello che sta succedendo in Libia, senza tentare di dare una risposta. Non ho ricette, ma la resistenza ora la stanno facendo loro e credo abbiano bisogno di solidarietà. Propongo che l’ANPI possa configurarsi come ponte di pace, dalla sponda europea a quella nordafricana, sui valori della libertà e della democrazia. Silvano Sarti ANPI Firenze Il Comitato di Liberazione Nazionale decise la costituzione della nostra Associazione una settimana prima di liberare Roma. A 65 anni di distanza siamo ancora qui, stasera, senza avere mai avuto la necessità di cambiare il nome che le avevamo dato. Una ragione ci sarà! La ragione sta nel fatto che l’ANPI rappresenta valori di uno spessore tale che se fossero stati attuati nel modo in cui li abbiamo conquistati a me non sarebbe andato bene. Oggi ho 86 anni, ma ragazzi come me e Massimo Rendina, sono sottoterra da 65 anni perché noi oggi si fosse uomini e donne liberi. Abbiamo fatto un percorso, una strada, in cui tutte le volte che si è resa necessaria la difesa della democrazia e della libertà in questo Paese, l’ANPI è intervenuta ed è stata determinante nell’impedire colpi pericolosi, perché forze eversive in Italia non sono mai mancate. E la voglia di togliere libertà e democrazia c’è ancora, e l’eversione si impegna in questo in modo pericolosissimo. Riassumo le mie impressioni sul Congresso in alcuni punti. • Ho apprezzato gli interventi di tutte le compagne e i compagni perché, senza parlare tanto di se stessi, sono venuti a raccontarci chi eravamo e chi siamo oggi. Le decisioni che abbiamo preso nel 2006 hanno fornito una risposta alla consapevolezza – noi Partigiani siamo abbastanza intelligenti! – che non ci saremo per sempre. Abbiamo però deciso che – per sempre – dovrà esserci l’ANPI. Con gli antifascisti e i democratici che porteranno avanti i nostri valori con le loro gambe… Perché le mie e quelle di Rendina sono stanche. • Mi hanno colpito le parole di Pizzinato, quando ha raccontato cosa intendono far diventare la città di Milano. Non ce la faranno mai. A proposito di Ignazio La Russa: ecco un articolo della Repubblica di quattro giorni fa – guardate com’è “bellino” nella fotografia – che

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Una casa non “per” i giovani, ma “dei” giovani. Per tradurre il linguaggio<br />

della Resistenza in quello dell’attualità. Per rendere l’ANPI –<br />

questa è l’esperienza che sperimentiamo nella nostra provincia – forza<br />

viva e presente dove c’è una lotta importante per il lavoro, per la scuola,<br />

per la dignità delle persone e delle donne, contro il fascismo, per la<br />

giustizia. Lì deve essere l’ANPI, lì misureremo la nostra capacità di<br />

chiamare a raccolta l’insieme delle generazioni, compresa quella mia e<br />

di tantissimi compagni del sindacato che ho ritrovato al <strong>Congresso</strong>. Si<br />

tratta di una sfida in cui l’ANPI può avere un grande compito politico,<br />

non soltanto per combattere il degrado del sistema, ma anche per svegliare<br />

le forze dell’opposizione e della sinistra, che hanno un grande<br />

bisogno di noi.<br />

L’Associazione come casa di tutti, casa dell’antifascismo: con due<br />

elementi, però, autonomia e unità. In questo <strong>Congresso</strong> verrà il<br />

momento di discutere e misurarsi sulla questione della pace, ma non<br />

solo. Invito tutti ad abbandonare posizioni pregiudiziali, a ricercare il<br />

dialogo, per uscire dall’Assemblea con una posizione più unitaria possibile.<br />

Nella nostra piccola esperienza di lavoro ci stiamo misurando con<br />

il tentativo di “fare rete” con le varie ANPI locali. Pochi giorni fa<br />

abbiamo dovuto affrontare una manifestazione nazionale di Casa<br />

Pound che ricordava la vecchia marcia su Bolzano, con i compagni di<br />

quella città, nel silenzio quasi assoluto dei partiti della sinistra.<br />

L’ANPI di Bolzano si è mobilitata, così pure il comitato degli studenti,<br />

tra i quali quelli di lingua tedesca. Noi di Trento abbiamo dato<br />

una mano e contribuito a tenere alta la dignità cittadina contro simili<br />

sfilate. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di reagire, dicendo<br />

“Basta!” a questi rigurgiti di neofascismo e, per quanto ci riguarda,<br />

anche di neonazismo.<br />

Qualcuno sostiene che se organizziamo delle contromanifestazioni<br />

attribuiamo loro troppo valore e importanza. Non è così: se restiamo a<br />

guardare ce li ritroviamo nelle scuole e nelle piazze.<br />

Quindi occorre una rete fra le varie ANPI e una con tutte le associazioni<br />

democratiche, soprattutto sul tema della pace, tenendo conto di<br />

alcune questioni. La nostra stella polare deve essere che l’Italia ripudia<br />

la guerra senza se e senza ma. Nella nostra Provincia abbiamo proposto<br />

un emendamento per il ritiro delle truppe in Afghanistan. Al contempo,<br />

non sarei onesto con me stesso se non ponessi degli interrogativi<br />

sulla lotta di popolazioni che corrono il rischio di subire violenze<br />

inaudite. La mia coscienza dice che non posso voltare la testa dall’altra<br />

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