Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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15.06.2013 Views

SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA L’ANPI ha il dovere di essere presente nella costruzione delle “nuove” forze della “nuova” resistenza antifascista. Quella che non potrà mai incontrarsi con la destra italiana, tutta collusa col fascismo. Compresa quella parte che ha fatto la Resistenza con noi. E per “noi” intendo i comunisti, poiché non ho partecipato alla lotta di Liberazione: ero troppo piccola e non mi ci hanno voluto). Dobbiamo impegnarci con tutte le forze che si dichiarano antifasciste e contro lo sfruttamento, la negazione della dignità, l’oppressione degli ultimi e dei penultimi con il ricatto della miseria. È il nostro compito perché tutto ciò è fascismo o alleato stretto del fascismo, che noi dobbiamo combattere insieme alle nuove forze antifasciste. Ma li avete visti i ragazzini in piazza a gridare col pugno alzato e a cantare “Bella ciao”? Ne incontro tanti nei centri sociali e ci parlo, magari dopo un concerto. La loro musica non la comprendo bene, però vado lo stesso. Quando discutiamo di combattere il fascismo, loro alzano il pugno, intonano “Bella ciao” e mi dicono: “Allora, compagna, chiamaci”. Voglio esser chiamata “compagna” da questi ragazzi, anche se sono diversi da me. È naturale, ma compagni sono. Paola Pozzoli ANPI Carate-Brianza (MB) Come è noto negli ultimi anni la nostra Associazione registra un costante aumento del numero degli iscritti, in particolare di giovani antifascisti sotto i trenta anni. Questo flusso di nuovi “volontari per la democrazia” approda nell’ANPI grazie alla possibilità, dopo le modifiche statutarie del 2006, di aprire le porte anche a chi la Resistenza non l’ha vissuta, per continuare a far vivere la memoria della lotta di Liberazione, per la difesa della democrazia messa a rischio dalla graduale scomparsa dei protagonisti partigiani e dal revisionismo storico. Un revisionismo così audace e violento che mette in discussione spazi e movimenti democratici del nostro Paese e la stessa Costituzione repubblicana. Ecco perché, dunque, la presenza di tante migliaia di giovani che si iscrivono all’ANPI può far ben sperare nella crescita culturale e politica delle nuove generazioni e della società tutta. In questo 15° Congresso Nazionale ci dobbiamo interrogare sul motivo di questo avvicinamento. Cosa vedono nella nostra Associazione e, soprattutto, cosa chiedono. Sono sotto gli occhi di tutti la radicale trasformazione dei ruoli e dell’organizzazione della maggior parte dei partiti politici, il ripensa- 113

SEDUTA DI APERTURA 114 SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA mento o addirittura l’abbandono delle ideologie. Tutto ciò ha creato un profondo vuoto rispetto al bisogno sociale di appartenenza e di identificazione. I partiti, procedendo spediti verso una esasperata personalizzazione e una professionalizzazione dell’agire e dell’interpretare la politica, hanno reso difficile un’adesione popolare che si manifesta solitamente con una identificazione e partecipazione a tutto tondo. Alle nuove generazioni, che si affacciano in questo caotico mondo iperfrazionato, le prospettive e i contenitori atti all’identificazione sociale, utili alla crescita collettiva, democratica e civile, si assottigliano pericolosamente. Uno degli aspetti che caratterizza maggiormente la situazione giovanile è infatti costituito dall’esposizione ai cambiamenti culturali e sociali degli ultimi decenni, portatori di valori antisociali. Tuttavia, i giovani non sono “semplici vasi da riempire”, ma veri e propri “fuochi da accendere”: per questo i valori della Costituzione devono essere insegnati a scuola, che va difesa strenuamente dagli attacchi di chi vuole umiliarla e smembrarla. Uno dei compiti dell’ANPI dovrà essere suscitare interesse per la Costituzione, per i suoi valori non negoziabili. Affinché divengano patrimonio condiviso di nonni e nipoti, genitori e figli, per fornire alla società tutta strumenti concreti e utili nella quotidianità dei rapporti sociali. L’ANPI, in tal senso, dovrebbe dialogare maggiormente con i ragazzi, coinvolgerli. Dovrebbe stimolare il confronto con tutti i giovani, e sottolineo tutti, anche quelli spesso criticati per le loro modalità d’azione. E ancora, con i giovani assenti, spettatori passivi, rassegnati e indifferenti. Dialogare significa ascoltare e coinvolgere, significa aprirsi a nuove forme di comunicazione e partecipazione, assegnare ruoli e anche responsabilità negli organismi dirigenti delle Sezioni e dei Comitati provinciali. Le modifiche statutarie del 2006 hanno aperto la nuova stagione dell’ANPI. Molti giovani come me sono stati insigniti di cariche direttive. Tuttavia, a mio avviso, siamo ancora lontani da una reale e incondizionata integrazione, permettetemi di usare questo termine. Nelle varie riunioni della nostra Associazione, a tutti i livelli (di sezione, provinciale o regionale), la parola “giovani” è probabilmente la più proferita dopo il termine “democrazia”. Tanti propositi di coinvolgimento delle nuove generazioni ma, spesso, nella realtà dei fatti, cocciute chiusure e critiche a dismisura. Soprattutto nei confronti dei giovani militanti antifascisti che condividono appieno i valori resistenziali ma chiedono ad alta voce coerenza: coerenza tra parole e fatti, sia da parte delle istituzioni, sia da parte dell’ANPI.

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SECONDA<br />

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L’ANPI ha il dovere di essere presente nella costruzione delle<br />

“nuove” forze della “nuova” resistenza antifascista. Quella che non<br />

potrà mai incontrarsi con la destra italiana, tutta collusa col fascismo.<br />

Compresa quella parte che ha fatto la Resistenza con noi. E per “noi”<br />

intendo i comunisti, poiché non ho partecipato alla lotta di Liberazione:<br />

ero troppo piccola e non mi ci hanno voluto).<br />

Dobbiamo impegnarci con tutte le forze che si dichiarano antifasciste<br />

e contro lo sfruttamento, la negazione della dignità, l’oppressione<br />

degli ultimi e dei penultimi con il ricatto della miseria. È il nostro compito<br />

perché tutto ciò è fascismo o alleato stretto del fascismo, che noi<br />

dobbiamo combattere insieme alle nuove forze antifasciste. Ma li avete<br />

visti i ragazzini in piazza a gridare col pugno alzato e a cantare “Bella<br />

ciao”? Ne incontro tanti nei centri sociali e ci parlo, magari dopo un<br />

concerto. La loro musica non la comprendo bene, però vado lo stesso.<br />

Quando discutiamo di combattere il fascismo, loro alzano il pugno,<br />

intonano “Bella ciao” e mi dicono: “Allora, compagna, chiamaci”.<br />

Voglio esser chiamata “compagna” da questi ragazzi, anche se sono<br />

diversi da me. È naturale, ma compagni sono.<br />

Paola Pozzoli<br />

ANPI Carate-Brianza (MB)<br />

Come è noto negli ultimi anni la nostra Associazione registra un<br />

costante aumento del numero degli iscritti, in particolare di giovani<br />

antifascisti sotto i trenta anni. Questo flusso di nuovi “volontari per la<br />

democrazia” approda nell’ANPI grazie alla possibilità, dopo le modifiche<br />

statutarie del 2006, di aprire le porte anche a chi la Resistenza non<br />

l’ha vissuta, per continuare a far vivere la memoria della lotta di<br />

Liberazione, per la difesa della democrazia messa a rischio dalla graduale<br />

scomparsa dei protagonisti partigiani e dal revisionismo storico.<br />

Un revisionismo così audace e violento che mette in discussione spazi<br />

e movimenti democratici del nostro Paese e la stessa Costituzione<br />

repubblicana. Ecco perché, dunque, la presenza di tante migliaia di giovani<br />

che si iscrivono all’ANPI può far ben sperare nella crescita culturale<br />

e politica delle nuove generazioni e della società tutta.<br />

In questo <strong>15°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> ci dobbiamo interrogare sul<br />

motivo di questo avvicinamento. Cosa vedono nella nostra<br />

Associazione e, soprattutto, cosa chiedono.<br />

Sono sotto gli occhi di tutti la radicale trasformazione dei ruoli e<br />

dell’organizzazione della maggior parte dei partiti politici, il ripensa-<br />

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