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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

112<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

Massimo Rendina – se posso permettermi – visto che il suo discorso è<br />

stato apprezzato e ripreso con grande forza dai giovani.<br />

Penso che all’ANPI spetti oggi un grande ruolo, ma non quello di<br />

raccogliere chi, a torto o a ragione, abbandona un partito politico, un<br />

sindacato, o uno schieramento. Anche perché i partiti politici sono oggi<br />

più che mai necessari. Devono affrontare, però, con coraggio il loro<br />

ruolo e scegliere la loro parte. Di partiti che “vanno bene a tutti” ce n’è<br />

stato uno, ho anni a sufficienza per ricordarmelo. Poi però c’erano i<br />

proletari che dovevano accontentarsi di fare guerre non nostre per dieci<br />

soldi di più, esattamente come adesso, per qualche migliaio di euro. E<br />

c’erano i padroni ai quali era riservato rispetto, aiuto, appoggio. In caso<br />

di crisi si tagliavano i salari, ma gli introiti dei padroni non bisognava<br />

toccarli. Anzi, semmai, dovevano crescere. Oggi è la stessa cosa.<br />

Credo sia da rivisitare e rivedere la Resistenza, anche per metterla<br />

in salvo dal revisionismo infame al quale, purtroppo, hanno ceduto<br />

anche elementi non di destra. Ma occorre rileggere e ristudiare anche il<br />

fascismo: allora ci renderemmo conto che la proposta di Marchionne è<br />

la stessa delle corporazioni fasciste; che l’attacco alla Magistratura è lo<br />

stesso che portò ai giudici in camicia nera del Tribunale Speciale in<br />

difesa dello Stato; così come la carta dei lavoratori portò a inserire lo<br />

sciopero tra i reati perseguibili d’ufficio. Sono questioni da riprendere<br />

perché il rischio non è soltanto di un generico attacco alla democrazia<br />

in crisi. Ci dobbiamo aspettare, magari in forme diverse e mascherate,<br />

un reale attacco del neofascismo che avanza. Il grande e importante<br />

ruolo dell’ANPI non credo sia quello di sostituirsi ad altri ma affrontare<br />

con forza tutti gli aspetti del presente.<br />

L’ANPI nasce dalla Resistenza e dai Partigiani. La prima cosa che<br />

i Partigiani dicevano era: “Questa sarà l’ultima guerra, non ce ne saranno<br />

più”. L’opposizione a qualsiasi guerra non di difesa – e non mi risulta<br />

che l’Esercito Italiano sia impegnato in conflitti a protezione dei<br />

nostri confini – è il primo dovere dell’ANPI.<br />

Quando parliamo di difesa della dignità dobbiamo avere presente<br />

che la prima dignità da difendere è la libertà. È il diritto dei lavoratori<br />

a una paga equa, a non essere licenziati per ogni capriccio e volontà del<br />

padrone, a non essere sottoposti a qualsiasi angheria o ricatto. Questa è<br />

la prima dignità. Quella di un giovane è studiare e poi trovare lavoro.<br />

Non di tre mesi in tre mesi, un lavoro stabile, la garanzia di potersi<br />

costruire un futuro e una vita diversa. Senza dover essere considerato<br />

un ragazzo fino a 40 anni perché è ancora precario e vive a casa dei<br />

genitori.

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