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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

104<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

ria collettiva, il significato della storia, il senso di appartenenza a un<br />

sistema comune di regole e princìpi scritti nella nostra Costituzione.<br />

Senza cultura l’Italia è destinata a ripiegarsi sempre più su se stessa,<br />

come ha evidenziato anche l’ultimo rapporto Censis che ci ha fotografato<br />

in modo impietoso, ripiegati su un orizzonte di basso profilo etico<br />

e civile. Risuona molto vera la domanda di un anziano signore di buonsenso<br />

che assisteva a uno di quei dibattiti televisivi ormai odiosi, in cui<br />

politici servili e intrattenitori urlano scompostamente: “Ma che libri<br />

hanno mai letto questi qua?”.<br />

I nostri Padri costituenti pensavano a un’Italia capace di comporre<br />

in un unico quadro uguaglianza, libertà, diritti, dignità. Vorrei soffermarmi<br />

sulla dignità, a partire da quella delle donne. Stiamo toccando il<br />

punto più basso di una crisi economica ed etica senza precedenti. Se in<br />

questo Paese non saremo capaci di ripensare un nuovo insieme di regole<br />

che spezzi l’attuale sistema di potere, credo che da questa crisi usciremo<br />

peggiori di come ci siamo entrati.<br />

Affrontiamo questo <strong>15°</strong> <strong>Congresso</strong> con grande preoccupazione e<br />

responsabilità. La responsabilità di metterci al servizio della ricostruzione<br />

morale di un nuovo fronte democratico e antifascista per il bene<br />

comune. In un momento di profonda crisi dell’etica pubblica e di svilimento<br />

della forza attrattiva della politica, è a rischio la democrazia. Per<br />

riprendere la forza morale della Costituzione bisogna anche trovare<br />

parole nuove che spezzino l’indifferenza e il conformismo. In questi<br />

ultimi mesi all’indifferenza si sono opposte voci diverse: studenti, insegnanti,<br />

lavoratori, donne, che hanno riportato in piazza il bisogno di<br />

difendere la nostra Costituzione. Avevano in comune, tutti, la forza di<br />

reclamare dignità per il lavoro, per la cultura, per le donne, per la<br />

memoria storica.<br />

Trovo molto bella e giusta una frase recente di Lidia Menapace: “Se<br />

siamo capaci di fare dei singoli episodi un racconto politico connesso,<br />

una narrazione coerente, allora vuol dire che le onde sono profonde e<br />

vengono da orizzonti lontani e da memorie appassionate”. Su quegli<br />

orizzonti oggi dobbiamo costruire anche il futuro dell’ANPI.<br />

Ho sentito riprendere da tanti il tema dell’autonomia. Oltre a quella<br />

dai partiti nelle forme tradizionali della politica, sono convinta che<br />

l’autonomia sia l’esito di un’elaborazione originale, di un modo nuovo<br />

di guardare al futuro, scaturisca anche dalle onde profonde che muovono<br />

dai giovani, dalle donne, dagli studenti che chiedono e riconoscono<br />

all’ANPI, tra l’altro, capacità di elaborare percorsi e originalità<br />

di pensiero.

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