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Cantarena - Altervista

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3. Liliana Cavani, regista della Jenufa di Janacek, attualmente in cartellone al Teatro<br />

dell’Opera Carlo Felice di Genova, ha, per l’occasione, incontrato il pubblico genovese.<br />

Noi, dell’articolo giornalistico, ricopiamo di sana pianta solo le ultime righe.<br />

[…]. .<br />

RAFFAELLA GRASSI, La pietà di Liliana, in Il Secolo XIX, Genova, martedì 18 marzo 2003, p. 29.<br />

4. Sabino Acquaviva, rispondendo ad un lettore di “Oggi” mette in campo e sott’accusa – alla<br />

fine dell’articolo – anche la scuola; riportiamo la domanda del lettore per intero e solo<br />

l’ultimo passo della risposta. Il grassetto è un nostro arbitrio.<br />

Legenda: L = Lettore (Franco Botteri, Roma); A = Sabino Acquaviva.<br />

- L – A volte resto stupefatto sentendo le confessioni di un’infinità di italiani che<br />

raccontano la loro vita. Mi sembra che una volta la gente fosse più riservata. Certe cose<br />

molto private, che oggi si descrivono in video a milioni di telespettatori, un tempo si<br />

raccontavano, al massimo, a due o tre amici intimi. Perché oggi il mondo è così diverso?<br />

- A – […].<br />

È facile e forse giusto condannare chi si confessa in pubblico. Ma quali problemi<br />

provocati dalla televisione, dalla radio, dalla scuola, dalla pubblicità, dall’indifferenza<br />

degli altri, da un allucinante conformismo, stanno dietro le confessioni di chi<br />

clamorosamente e drammaticamente rifiuta così la propria solitudine? La visione<br />

mediatica del mondo, incartata nell’ideologia pubblicitaria, ci rende drammaticamente<br />

soli e servi di un conformismo dirompente. Forse bisognerebbe aiutare la gente a<br />

riscoprire se stessa e a non avere bisogno di una imbarazzante esposizione del privato<br />

per dialogare con gli altri.<br />

SABINO ACQUAVIVA, Perché tanta gente si confessa in televisione?, in Oggi, Milano, n° 12, 19 marzo 2003, p.<br />

17.<br />

5. Da un dibattito sulla riforma scolastica varata dalla Moratti, organizzato dal Secolo XIX,<br />

traiamo alcune battute che ci paiono significative.<br />

Legenda: Ri = Giornalista intervistatrice Annalisa Rimassa; Ba = Carla Barzaghi,<br />

direttrice didattica; Bo = Pino Boero, preside della facoltà di Scienze della Formazione.<br />

- Ri – […]. Ma alla fine la scuola italiana se la cava sempre, a dispetto di riformatori e<br />

controriformatori.<br />

- Bo – L’arte di arrangiarsi è dote tipicamente italiana. Le nostre scuole elementari e<br />

materne sono sempre state all’avanguardia, hanno funzionato storicamente bene proprio<br />

sul principio dell’arrangiarsi. […].<br />

[…].<br />

- Ba – […]. C’è stato un disinvestimento ventennale sull’edilizia scolastica. […].<br />

ANNALISA RIMASSA, La scuola che verrà, in Il Secolo XIX, Genova, sabato 22 marzo 2003, p. 29.<br />

62

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