15.06.2013 Views

Cantarena - Altervista

Cantarena - Altervista

Cantarena - Altervista

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

quell’albero nodoso che cerca acqua sotto le case popolari, per le scale puzzolenti, negli angoli dove<br />

si fuma di nascosto. Che cosa c’entrava quel maestro del doposcuola con una discussione che<br />

bisognava concludere per salvare l’onore?<br />

Il maestro del doposcuola non c’entra niente; non c’è mai entrato.<br />

E’ mal pagato, e neanche tutto l’anno, si sente declassato e umiliato a far quel lavoro lì, di ripiego,<br />

“un lavoro delle balle”, come brontola, mentre si scalda le mani alla stufa a kerosene, in libreria.<br />

Il maestro del doposcuola ha problemi suoi, insoddisfazioni, un’anima lunga che porta in giro senza<br />

prospettive, senza volontà: perché mai dovrebbe entrare nelle beghe dei marmocchi? E poi di<br />

qualcuno deve ben essere la colpa se tutto va a schifìo! Sa bene che c’è sempre un responsabile in<br />

alto ma, di questo passo, si arriva al padreterno e non si risolve nulla. Oggi, ieri, le grane, i casini,<br />

mica li procura il padreterno!<br />

Mica è il ministro che litiga e non vuole fare i compiti, le<br />

parole con la ‘c’, la tabellina del 2 ed il riassunto della poesia!<br />

Nemmeno il provveditore od il sindaco sono responsabili della<br />

questione d’onore tra Ernesto e gli amici dei Rossotti,<br />

questione che da tempo bolle in pentola, blll blll blll, come fa,<br />

in segno di spregio, il più piccolo del clan, scotendo<br />

decisamente le labbra con l’indice! Ed allora gli unici<br />

colpevoli punibili, gli unici su cui si può esercitare autorità,<br />

sempre sacrosanta, gli unici che si possono raddrizzare sono<br />

quelli, con i capelli arruffati, che si rotolano per terra,<br />

avvinghiati, salivanti, concentrati nello sforzo della lotta.<br />

La colpa non è sempre di chi si lascia prendere? Il servo che<br />

salvò il padrone, come racconta Brecht, non fu forse<br />

condannato per tentato omicidio? Ed avevano ragione i<br />

giudici: che senso c’è in un servo che salva il padrone? Perché<br />

mai un maestro di doposcuola dovrebbe partecipare alla vita di<br />

queste cimici da bagno penale? Non c’è motivo, infatti. Ed<br />

allora se quelli litigano, stronfiando come mantici, giusto è<br />

riequilibrare la situazione punendo il vincitore.<br />

Ernesto è stato provocato dagli scalzacani dei Rossotti, che ogni tanto , insieme, si squagliano da<br />

scuola. Si è sentito in diritto di lavare l’insulto e così, pugno dopo pugno, calcio dopo calcio, l’altro<br />

s’è trovato con un taglio sulla fronte, una cosa che lui manco la sentiva, ma che sgocciolava e<br />

sporcava le dita e la maglia blu e creava confusione tra i più piccoli, sovreccitati dal sangue e dalla<br />

lotta. Sarebbe tutto finito lì ed Ernesto, per un po’ l’avrebbero lasciato in pace. Ma s’è messo di<br />

mezzo il maestro, che non può tollerare che i marmocchi si rompano la testa senza il suo permesso<br />

proprio nel momento in cui stava cercando delle parole con il suono ‘c’ per i bambini di prima.<br />

“Domani non farti vedere, capito?”.<br />

“Capito, capito…è sempre la solita storia… Perché mai mandano a fare i maestri delle persone che<br />

non capiscono niente?”. Il pensare di Ernesto si cristallizza nelle rughe sulla fronte. China la testa<br />

come un somaro tra le stanghe. O forse perché la testa è pesante, colma di pensieri, ideazioni,<br />

trabocchetti, confusioni, maestri di doposcuola…<br />

Per questo Ernesto, pur avendo evitato la vendetta dei Rossotti, non è riuscito a scansare il digiuno a<br />

pranzo. Vero è che nell’intervallo, questa mattina, clownando un po’, umiliandosi molto, è riuscito<br />

a racimolare piccole porzioni di merende altrui ma, santiddio!, fa freddo, nevica e oggi non<br />

cucinavano i tortelli col sugo?<br />

Salata è la neve, quando si è soli. I fiocchi paiono pugni che cercano di colpirti, e tu li guardi, li<br />

osservi, ti schermi gli occhi con le mani ma loro, mannaggia a loro!, penetrano lo stesso negli occhi,<br />

riempiono il vuoto tra ciglia e ciglia, si sciolgono, colano sulle guance come se una magica sorgente<br />

zampillasse in quel momento dai fastidi del bambino.<br />

56

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!