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Cantarena - Altervista

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guerra c’è anche un mutamento di linguaggio; forse non ci facciamo caso, ma c’è stato<br />

anche adesso, c’è anche in questo periodo, cioè ci sono – come dire? – degli schieramenti<br />

anche di ordine lessicale, per cui si comincia di nuovo in maniera più accentuata a parlare di<br />

noi e gli altri, amico e nemico, civile e barbaro; quindi sono delle coppie di termini che si<br />

usano molto più frequentemente, molto più facilmente, quindi è come se ci fosse uno<br />

schieramento sempre costante anche mentale quando c’è una situazione di guerra. E questo,<br />

di nuovo, può essere interessante perché nel libro d’artista voi potete giocare anche soltanto<br />

su queste coppie di parole per esempio, non necessariamente fare un’elaborazione di<br />

pensierini o scrivere un trattato sulla guerra e poi scomporlo e inserirlo nel libro, potete<br />

anche decidere di giocare su questi schieramenti ripetendoli per esempio, accentuandoli,<br />

dandogli un valore. A quel punto sarà chiaro, evidente, che il vostro libro sarà un libro sugli<br />

schieramenti, sarà un libro sui diversi campi di battaglia, noi/gli altri, gli amici/i nemici, i<br />

barbari/i civili. Quindi questa è un’altra possibilità, potete giocare sulle parole, come si fa<br />

nella poesia visiva. Ovviamente se devo pensare di fare riferimento a un quadro<br />

contemporaneo che rappresenti la guerra, penso a Guernica di Picasso, no? Quindi a<br />

Guernica che fu bombardata dai tedeschi il 26 aprile del ’37. Perché penso a questo quadro?<br />

Perché intanto questo quadro si propone con un taglio particolare. Non so se voi lo<br />

conoscete. Guernica di Picasso.<br />

- MF – Io non ne ho parlato direttamente, però sul libro ce l’hanno di sicuro.<br />

- EM – Ce l’avete, poi lo andate a vedere.<br />

- MF – Ma lo avrebbero anche già dovuto studiare.<br />

- EM – Questo taglio particolare (che comunque si rifà anche alla sequenza cinematografica)<br />

si rifà comunque ai mezzi di comu…, e anche l’utilizzo del bianco e nero, si rifà comunque<br />

ai mezzi di comunicazione – no? – di massa, non alla storia della pittura. E tutti i personaggi<br />

che ci sono sono dei personaggi simbolici di quello che accade in ogni schieramento, quindi<br />

quello che accade a tutti gli uomini da qualunque parte siano in una situazione di guerra,<br />

cioè quello che accade ai civili, quello che accade alle donne, c’è l’urlo, agli animali. Quindi<br />

questo è anche il punto di vista dal quale guardare la guerra, anche questa ultima; quindi<br />

direi che ci sono molte voci in ambito giornalistico e non solo, anche nell’ambito di chi ha<br />

un preciso impegno, come penso all’associazione Emergency, e ci raccontano cosa accade ai<br />

civili, cosa accade ai civili e cosa è accaduto ai civili a New York e cosa accade ai civili in<br />

Afghanistan e quindi qual è la conseguenza, qual è il carico di dolore che ogni conflitto<br />

porta con sé. Quindi questi sono un po’ i temi sui quali riflettere, no? Quanto al gioco degli<br />

scacchi, se voi poi volete relazionare più strettamente queste tematiche al gioco in sé, il<br />

gioco degli scacchi, ora per chi conosce …, riassumo un po’, per chi conosce le mosse sono<br />

cose note, però per chi non le conosce… Allora, innanzitutto quali sono i personaggi di<br />

questi due schieramenti bianchi e neri? I personaggi di questi due schieramenti sono i pedoni<br />

che occupano la prima fila, la fila davanti ai pezzi più importanti. I pedoni, che sono la<br />

fanteria – diciamo, i pedoni sono gli unici che non possono mai tornare indietro, quindi i<br />

pedoni, poi vedremo successivamente come si muovono, possono muovere di due caselle<br />

solo la prima volta, poi muovono di una e mangiano in obliquo e il pedone però non può<br />

mai tornare indietro, può cercare di vincere, cioè può cercare di raggiungere la postazione<br />

nemica, di andare a dama, cioè di trasformarsi in un altro pezzo che lui voglia, però non può<br />

mai tornare indietro; questo è di nuovo molto metaforico e significativo di quello che è –<br />

diciamo – il grosso dell’esercito, il grosso dell’esercito è mandato allo sbaraglio, il grosso<br />

dell’esercito non si può difendere. Ci sono delle posizioni più importanti all’interno<br />

dell’esercito che invece hanno il diritto anche di tornare indietro e di cercare una posizione<br />

difensiva, però quello è invece la situazione di maggiore rischio. Il re: il re rappresenta il<br />

potere assoluto, quindi il re si muove e deve costantemente essere difeso dagli altri pezzi;<br />

difficile che si muova il re in apertura; il re si mantiene sempre in una posizione difensiva, lo<br />

si muove in casi estremi, lo si muove quando è minacciato, quindi tutti gli altri personaggi<br />

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