Cantarena - Altervista

vera, ma in una realtà nella quale attraverso delle regole si possano simulare delle attività
umane che invece ci sono normalmente nella realtà vera, quindi questa è la simulazione
dell’attività della guerra. Il gioco degli scacchi nasce (sembra che nasca) in Cina, o –
perlomeno – nell’antica Cina c’era un gioco che si chiamava il gioco dell’elefante e nel libro
della saggezza cinese c’è questo concetto che può essere anche uno dei temi sui quali
riflettere: essere re, ministro o gentiluomo è il sogno di una notte, un regno di mille anni è
una partita a scacchi, quindi questo è già uno dei concetti sui quali vi invito a riflettere,
l’altro è proprio nell’origine invece più conosciuta del gioco degli scacchi, nel V sec. a C, in
India, quando va al trono un giovane sovrano (ora ve la racconto molto sinteticamente
questa leggenda), va al trono un giovane sovrano che rapidamente comincia ad assumere le
caratteristiche del tiranno e allora ovviamente tutti i saggi e i sacerdoti che abitavano intorno
alla corte si pongono il problema di come insegnare a questo giovane che è in un altro modo
che si governa; allora, a un certo momento, un sacerdote bramino inventa un gioco che è il
gioco degli scacchi, è un gioco nel quale il re deve la sua incolumità, la sua salvezza, e poi
in qualche modo organizzare il proprio regno (un regno di mille anni è una partita a scacchi
– no? – dicevano i cinesi) soltanto col contributo di tutti i sudditi e quindi insegna il gioco
degli scacchi a questo sovrano che capisce benissimo qual è il messaggio che attraverso il
gioco gli viene proposto e quindi tra l’altro scommettono (come dire il bramino si fa
promettere un’immensa ricchezza. Quindi il bramino diventa ricco e il sovrano diventa un
buon sovrano attraverso questo gioco. Il gioco poi passa in Persia, in Grecia, in Medio
Oriente, anzi a noi lo portano gli arabi; quindi noi conosciamo gli scacchi grazie agli arabi.
- RP – Anche gli scacchi quindi sono stati portati dagli arabi; più di quanto non si pensi.
- EM – La nostra cultura è comunque intrecciata a quella degli arabi molto di più di quello
che noi vogliamo evidentemente considerando come vanno le cose. Quindi la guerra. Io
forse, se fossi in voi, qualche appunto lo prenderei – eh – perché poi dovete elaborare questi
concetti, quindi …
- RP – Allora, procuratevi il foglio, non è una cosa misteriosa, impossibile da possedere, da
avere; vi procurate una penna e un foglio.
- RR – [Parlottano].
- RP – Non facciamo commenti inutili.
- RR – [Continuano a chiacchierare].
- EM – [Tenta di riprendere la parola].
- RP – Avete capito adesso che dovete tacere? Sì o no?
- RR – Sììì.
- RP – E allora basta.
- EM – Intanto bisognerebbe riuscire a dare una definizione di guerra – no? – una definizione
di guerra.
- RR – [Parlano per conto proprio].
- RP – Ragazzi per favore, eh!
- RR – [Diminuisce il volume delle chiacchiere].
- RP – Ci siamo? Dovete poi lavorare voi, quindi dovete stare zitti se no poi che cosa fate?
Cosa scrivete? Fate solo delle figuracce? Coraggio.
- EM – Allora io provo a darvi alcuni suggerimenti. Allora la guerra – in genere – nella storia
dell’uomo è un conflitto armato fra gruppi. Questo conflitto si verifica in genere
nell’acquisizione di territorio per la difesa di territori, per la supremazia di una classe
politica su un’altra e per la supremazia (questo andando avanti nella storia dell’uomo,
andando avanti nella civiltà) per la supremazia rispetto ai mezzi di produzione; quindi vale a
dire che inizialmente un po’ come gli animali (perché c’è un’analogia tra il comportamento
umano e il comportamento animale in alcuni aspetti, no?) inizialmente, un po’ come gli
animali, gli uomini scatenano le guerre esclusivamente per il possesso e la difesa dei
territori, poi, mano a mano che la società diventa una società più complessa, è chiaro che
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