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46 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2009 Casati, Giuseppe. Collezione delle iscrizioni lapidarie poste nei cimiteri di Milano dalla loro origine all’anno 1845 col nome dei signori architetti che delinearono i principali monumenti compilata a cura dell’impiegato municipale Giuseppe Casati dedicata al nob. sig. Vitaliano Crivelli. …Volume I [-VI]. Milano, Tamburini, 1845 – 1852. (mm 252x170); 224; 517; 322; 353; 398; 216 p. Con le trascrizioni delle iscrizioni lapidarie dei cimiteri milanesi soppressi di Porta Tosa, Porta Orientale, Porta Comasina, Porta Vercellina, Porta Ticinese e Porta Romana. Esemplare parzialmente a fogli chiusi in legatura in mezza tela con angoli firmata De Stefanis, Milano. Titolo, filetti e fregi in oro al dorso. Si conservano le brossure originali stampate. Nella dedica al nobile Vitaliano Crivelli, l’Autore narra del suo intento di trascrivere tutte le epigrafi dei cimiteri di Milano al fine di perpetuare la memoria dei cari estinti: “voglioso divenni di fare una perfetta e scrupolosa raccolta di quelle epigrafi e raccomandarla alle stampe, onde così più lungamente tra- UN LIBRO RITROVATO Ad perpetuam memoriam Le iscrizioni lapidarie dei cimiteri soppressi di Milano di Chiara Bonfatti Si muore una sola volta, ma per tanto tempo (Molière, Le dépit amoureux) mandare ai posteri la rimembranza de’ nostri, datando la mia fatica dal 1788, epoca dell’aprimento de’ Cimiteri per Milano e portarla al 1845 col divisamento di continuarla da poi”. La triennale operazione di trascrizione del Casati lo vide occupato tra sei cimiteri milanesi che furono soppressi alcuni decenni dopo, in seguito alle trasformazioni urbanistiche e industriali della città e grazie anche all’apertura del Cimitero Monumentale e del Cimitero Maggiore. La rara edizione gode di notevole interesse storico e tra le iscrizioni lapidarie si possono ritrovare le epigrafi di uomini illustri di grande fama, così come quelle di personaggi minori, ma altrettanto degni di nota. Il Casati trascrisse dunque tutte le iscrizioni lapidarie al suo tempo esistite e, per le epigrafi che più non esistevano, si rifece ad atti parziali che rilevò negli archivi, tra cui quello del Municipio. Il cimitero di Porta Tosa, detto anche cimitero di Porta Vittoria, fu aperto il 29 ottobre 1826 per la chiusura di quello di Porta Romana e fu poi soppresso il 30 giugno 1896. In esso trovarono sepoltura: Giuseppe Levati, pittore neoclassico e professore dell’Accademia di Belle Arti di Parigi, il tipografo Angiolo Bonfanti e l’orefice, nonché protettore delle Belle Arti, Ranieri Girotti; di fronte all’entrata del cimitero si trovava il più bel monu- Brossura editoriale originale del primo volume della raccolta

ottobre 2009 – la Biblioteca di via Senato Milano 47 mento di tutti i campi santi di Milano, eretto nel 1836 alla memoria del Girotti e disegnato da Giuseppe Castelli. Il cimitero di Porta Orientale o di San Gregorio, aperto nel 1787, fu soppresso il 31 agosto 1883; nel contesto delle trasformazioni urbanistiche e industriali, un viadotto ferroviario squarciò il lato settentrionale dell’ormai decadente Lazzaretto e tutta la zona di San Gregorio venne destinata ad abitati residenziali dal piano regolatore comunale. Prima della soppressione, nel cimitero dimorarono: i tipografi Aloisio Galeazzi, Giuseppe e Luigi Veladini e Omobono Manini; il nobile Giacomo Sannazzari della Rippa, ricco mercante e filantropo milanese; il direttore d’orchestra Luigi de Baillou; i pittori Giuseppe e Andrea Appiani, Sigismondo Nappi e Giovanni Migliara, Angelo Monticelli e Giovanni Cagnola; il drammaturgo Luigi Scevola; il tenore Diomiro Tramezzani; il compositore Ambrogio Minoia; la cantante Clotilde Colombelle; il libraio Giovanni Pietro Giegler; l’ingegnere e architetto Nicola Pirovano; il giornalista della Milano napoleonica Francesco Pezzi; l’incisore Giuseppe Longhi; il matematico Antonio Caccianino; la poetessa Adele Curti; gli scrittori Carlo Tedaldi Fores, Gaetano Franchetti, Carlo Porta e Vincenzo Monti. I resti di Vincenzo Monti e Carlo Porta andarono poi dispersi e nella cripta della Chiesa di San Gregorio Magno è custodita la loro lapide funebre, destino questo che Tre iscrizioni lapidarie tra le quali compare l’epigrafe dello scrittore milanese Carlo Porta (1775-1821), vol. II, Porta Orientale, p. 146 toccò anche ad altri personaggi illustri in seguito alla soppressione dei cimiteri. Il cimitero di Porta Comasina detto della Mojazza si trovava fuori Porta Garibaldi e fu soppresso il 22 ottobre 1895. Custodiva le salme di Cesare Beccaria e Giuseppe Parini, dei pittori Martino Knoller, Fedele Albertolli e Vincenzo Raggio, degli scultori Giuseppe Franchi e Giambattista Perabò, del geologo e naturalista Scipione Breislak, dell’economista e politico Melchiorre Gioia (ora al Cimitero Monumentale), del matematico e astronomo Barnaba Oriani, dell’architetto Gaetano Faroni e dell’architetto e decoratore Giocondo Albertolli, dell’incisore Carlo Della Rocca, del letterato nonché bibliotecario Robustiano Gironi, del medaglista e incisore di monete Luigi Manfredini e di Gaetano Cattaneo, direttore del R. Gabinetto di medaglie e monete di Brera. Il cimitero di Porta Ticinese detto il “Gentilino”, aperto nel 1787, venne chiuso il 22 ottobre 1895. Si trattava del più bello dei cimiteri esistenti a quel tempo a Milano per la forma e la cura che se ne aveva. In esso ebbero sepoltura l’incisore Giovanni Bigatti e lo scenografo Baldassare Cavallotti. Il cimitero di Porta Romana o Foppone di San Rocco, consacrato nel 1786, venne chiuso nel 1826, poi riaperto, e chiuso definitivamente nel 1870; nel 1875 si svolsero lavori di bonifica dell’area e i corpi dei defunti vennero in parte trasferiti al cimitero di Musocco. Illustri sepolture furono quelle del chirurgo Angelo Riboli e del professore di chirurgia Giovanni Battista Monteggia di Loveno, che giace ora al Monumentale. Il cimitero di Porta Vercellina, detto anche di San Giovannino alla Paglia o di Porta Magenta, fu soppresso il 30 novembre 1895 con l’apertura dei due grandi cimiteri milanesi. Sulla piazza Aquileia, a testimoniare la sua esistenza, si può scorgere un piccolo tabernacoloossario con la significativa iscrizione: “Quel che sarete voi, noi siamo adesso. Chi si scorda di noi, scorda se stesso”.

46 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – ottobre 2009<br />

Casati, Giuseppe. Collezione<br />

delle iscrizioni lapidarie poste<br />

nei cimiteri <strong>di</strong> Milano dalla<br />

loro origine all’anno 1845 col<br />

nome dei signori architetti che<br />

delinearono i principali monumenti<br />

compilata a cura dell’impiegato<br />

municipale Giuseppe<br />

Casati de<strong>di</strong>cata al nob. sig. Vitaliano<br />

Crivelli. …Volume I [-VI].<br />

Milano, Tamburini, 1845 – 1852.<br />

(mm 252x170); 224; 517; 322;<br />

353; 398; 216 p. Con le trascrizioni<br />

delle iscrizioni lapidarie dei cimiteri<br />

milanesi soppressi <strong>di</strong> Porta Tosa,<br />

Porta Orientale, Porta Comasina,<br />

Porta Vercellina, Porta Ticinese e<br />

Porta Romana. Esemplare parzialmente<br />

a fogli chiusi in legatura in<br />

mezza tela con angoli firmata De<br />

Stefanis, Milano. Titolo, filetti e<br />

fregi in oro al dorso. Si conservano<br />

le brossure originali stampate.<br />

Nella de<strong>di</strong>ca al nobile Vitaliano<br />

Crivelli, l’Autore<br />

narra del suo intento <strong>di</strong><br />

trascrivere tutte le epigrafi dei cimiteri<br />

<strong>di</strong> Milano al fine <strong>di</strong> perpetuare<br />

la memoria dei cari estinti:<br />

“voglioso <strong>di</strong>venni <strong>di</strong> fare una perfetta<br />

e scrupolosa raccolta <strong>di</strong> quelle<br />

epigrafi e raccomandarla alle stampe,<br />

onde così più lungamente tra-<br />

UN LIBRO RITROVATO<br />

<br />

Ad perpetuam memoriam<br />

Le iscrizioni lapidarie dei cimiteri soppressi <strong>di</strong> Milano<br />

<strong>di</strong> Chiara Bonfatti<br />

Si muore una sola volta,<br />

ma per tanto tempo<br />

(Molière, Le dépit amoureux)<br />

mandare ai posteri la rimembranza<br />

de’ nostri, datando la mia fatica dal<br />

1788, epoca dell’aprimento de’ Cimiteri<br />

per Milano e portarla al<br />

1845 col <strong>di</strong>visamento <strong>di</strong> continuarla<br />

da poi”.<br />

La triennale operazione <strong>di</strong><br />

trascrizione del Casati lo vide occupato<br />

tra sei cimiteri milanesi che<br />

furono soppressi alcuni decenni<br />

dopo, in seguito alle trasformazioni<br />

urbanistiche e industriali della città<br />

e grazie anche all’apertura del Cimitero<br />

Monumentale e del Cimitero<br />

Maggiore.<br />

La rara e<strong>di</strong>zione gode <strong>di</strong> notevole<br />

interesse storico e tra le<br />

iscrizioni lapidarie si possono ritrovare<br />

le epigrafi <strong>di</strong> uomini illustri <strong>di</strong><br />

grande fama, così come quelle <strong>di</strong><br />

personaggi minori, ma altrettanto<br />

degni <strong>di</strong> nota.<br />

Il Casati trascrisse dunque<br />

tutte le iscrizioni lapidarie al suo<br />

tempo esistite e, per le epigrafi che<br />

più non esistevano, si rifece ad atti<br />

parziali che rilevò negli archivi, tra<br />

cui quello del Municipio.<br />

<br />

Il cimitero <strong>di</strong> Porta Tosa, detto<br />

anche cimitero <strong>di</strong> Porta Vittoria,<br />

fu aperto il 29 ottobre 1826 per la<br />

chiusura <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Porta Romana<br />

e fu poi soppresso il 30 giugno<br />

1896. In esso trovarono sepoltura:<br />

Giuseppe Levati, pittore neoclassico<br />

e professore dell’Accademia <strong>di</strong><br />

Belle Arti <strong>di</strong> Parigi, il tipografo Angiolo<br />

Bonfanti e l’orefice, nonché<br />

protettore delle Belle Arti, Ranieri<br />

Girotti; <strong>di</strong> fronte all’entrata del cimitero<br />

si trovava il più bel monu-<br />

Brossura e<strong>di</strong>toriale originale del<br />

primo volume della raccolta

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