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Scarica l'edizione di Ottobre - Biblioteca di via Senato

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44 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano – ottobre 2009<br />

Chi lo visita spesso rimane impressionato dal<br />

pungente odore della plastilina, ma ciò che ancor più<br />

tocca il visitatore è la visione <strong>di</strong> un luogo in cui tutto è al<br />

suo posto e si fatica poco ad immaginare Eugenio o<br />

Eros circondati dai loro appren<strong>di</strong>sti e ricercati dai loro<br />

committenti.<br />

Eugenio parte all’avventura della vita artistica poco<br />

più che adolescente, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fficili, e giunge<br />

a toccare il firmamento dei gran<strong>di</strong> con l’opera Madre.<br />

Più tar<strong>di</strong> sarà Eros a raggiungere ulteriori alti traguar<strong>di</strong><br />

artistici.<br />

Degli artisti si tende a conservare quello che loro<br />

hanno fatto per il loro mestiere, ma qui nello stu<strong>di</strong>o c’è<br />

anche tutto quello che era intorno a loro, che era parte<br />

della loro vita, al <strong>di</strong> là delle loro sculture: se apri le ante<br />

<strong>di</strong> un arma<strong>di</strong>o, puoi trovare cose <strong>di</strong> cui non sospetti l’esistenza.<br />

La memoria del tempo è anche questa, la memoria<br />

più semplice e meno aulica. La ra<strong>di</strong>o, le agende, i<br />

piccoli quaderni neri degli appunti, le fotografie, un rametto<br />

<strong>di</strong> ulivo, le raccolta <strong>di</strong> cartoline e perfino i vecchi<br />

sci. E poi i libri, tanti, belli, pieni <strong>di</strong> annotazioni e foglietti.<br />

Il gusto della vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è un’appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> casa (abitavano nella<br />

palazzina a<strong>di</strong>acente, costruita proprio da Eugenio all’inizio<br />

del Novecento) e la integra, ed è testimonianza<br />

dei tanti aneddoti giunti sino a noi come quando la sera<br />

uscendo dalla Scala con gli amici uno <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>ceva<br />

«Andem a Paris ?» – «Andem a Paris». E andavano <strong>di</strong>rettamente<br />

alla Stazione, prendevano un treno per Parigi<br />

e tornavano quando avevano finito tutti i sol<strong>di</strong>.<br />

L’adesione agli ideali socialisti sottrarrà a Eugenio<br />

EUGENIO PELLINI:<br />

DA VARESE A MILANO,<br />

ATTRAVERSO PARIGI<br />

E LE BIENNALI VENEZIANE<br />

Nato nel 1864 a Marchirolo, in<br />

provincia <strong>di</strong> Varese, si<br />

trasferisce a Milano presso il<br />

fratello Oreste e inizia l’appren<strong>di</strong>stato<br />

nella bottega del marmista Biganzoli,<br />

dove lavora il marmo e la pietra.<br />

Partecipa al clima attivo della<br />

Scapigliatura e fa sue le idee<br />

socialiste, sperimentando<br />

personalmente fatica, miseria e<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> vita.<br />

Nel 1884, è allievo <strong>di</strong> Ambrogio<br />

Borghi a Brera nel corso <strong>di</strong> scultura. A<br />

fine anno riceve la medaglia <strong>di</strong><br />

bronzo, l’anno successivo viene<br />

premiato con la medaglia d’argento.<br />

Nel 1891 gli viene assegnato il<br />

premio triennale Oggioni, che prevede<br />

la specializzazione all’Accademia <strong>di</strong><br />

Roma.<br />

Inizia, allora, un lungo <strong>via</strong>ggio<br />

attraverso l’Italia, cui fa seguito un<br />

soggiorno a Parigi, del quale è rimasta<br />

testimonianza in alcuni album <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>segni e taccuini con annotazioni <strong>di</strong><br />

<strong>via</strong>ggio e <strong>di</strong>segni da opere del passato<br />

(uno dei quali è in mostra presso la<br />

<strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>).<br />

A questi anni risale l’incontro<br />

con l’opera <strong>di</strong> Medardo Rosso e<br />

Auguste Ro<strong>di</strong>n, che risulterà<br />

fondamentale per lo sviluppo del suo<br />

linguaggio.<br />

Nel 1897 l’assegnazione del<br />

premio Tantar<strong>di</strong>ni per la scultura<br />

Madre lo consacra artisticamente in<br />

maniera definitiva. Quest’opera sarà<br />

premiata anche all’Esposizione<br />

Universale <strong>di</strong> Parigi del 1900, e ancora<br />

a Barcellona nel 1907, oltre a essere<br />

stata esposta a Firenze nel 1911.

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