Scarica l'edizione di Ottobre - Biblioteca di via Senato
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ottobre 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 9<br />
De Bono, il quale mi assicurò che né il Presidente, né lui<br />
avevano or<strong>di</strong>nato la perquisizione e il sequestro, e che il<br />
Presidente ne era rimasto seccatissimo. Fai uso <strong>di</strong>screto<br />
<strong>di</strong> questa notizia».<br />
Il primo numero de La Conquista dello Statoesce il 10<br />
luglio 1924. Con questo giornale Malaparte vuole riformare<br />
il partito ed elenca i 9 punti attraverso cui si vuole attuare<br />
la riforma che deve essere integrale: Mussolini, che<br />
ha suggerito il titolo della testata, ne <strong>di</strong>scute e infine approva<br />
le linee fondamentali. Nel terzo numero, del 30 luglio,<br />
un lungo articolo è de<strong>di</strong>cato a Gobetti e alla sua rivista.<br />
Il titolo dell’articolo è Tempi e contrattempi <strong>di</strong> Rivoluzione<br />
Liberale. Il primo paragrafo, intitolato Mussolini e la<br />
rivoluzione rivoluzionaria <strong>di</strong> Gobetti, riporta un immaginario<br />
<strong>di</strong>alogo tra Suckert e il Duce.<br />
«Si narra che il nostro Direttore, il quale si ostina a<br />
rimaner buon amico <strong>di</strong> Piero Gobetti (nonostante il contrario<br />
avviso del prefetto Palmieri, ormai, con somma<br />
gioia dei fascisti e degli antifascisti torinesi, allontanato<br />
per sempre da Torino), si recasse un giorno dall’on. Mussolini,<br />
e che fra loro si svolgesse il seguente <strong>di</strong>alogo:<br />
– Eccellenza, Piero Gobetti vuol fare la rivoluzione.<br />
– Lasciamogliela fare.<br />
– Ma la vuole liberale, liberalissima.<br />
– Daremo <strong>di</strong>sposizioni ai prefetti perché riesca liberalissima.<br />
– Eccellenza, e se Gobetti non avesse il coraggio <strong>di</strong><br />
fare le cose sul serio?<br />
– Ve l’obbligheremo.<br />
– E se non potesse agire per mancanza d’armi?<br />
– Faremmo armare lui e tutti i suoi fieri seguaci dalle<br />
autorità militari.<br />
– E se esigesse, per decidersi ad agire, il permesso <strong>di</strong><br />
V.E.?<br />
– Gli daremo il permesso per iscritto.<br />
– E se Gobetti avesse paura che la sua rivoluzione<br />
potesse essere avversata da Amendola e da Albertini,<br />
che sono liberali antirivoluzionari?<br />
– Faremmo avvertire il senatore Albertini dal ministro<br />
Casati, e l’on. Amendola da Prezzolini, che non<br />
stiano a far arrabbiare Gobetti, che è tanto simpatico<br />
e così ferocemente antifascista.<br />
– E se Gobetti facesse sul serio?<br />
– Perbacco! allora lo faremmo commendatore!».<br />
Più sotto, nel capitoletto Mussolini e gli appoggi finanziari<br />
a Gobetti, si legge: «Si narra che tre mesi or sono il<br />
nostro Direttore si sia recato dall’on. Mussolini e gli abbia<br />
Cartolina <strong>di</strong> Gobetti a Malaparte, senza data (1924)<br />
fatte presenti le <strong>di</strong>fficoltà finanziarie che impe<strong>di</strong>vano a<br />
Piero Gobetti, il simpatico <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Rivoluzione liberale,<br />
<strong>di</strong> dare uno sviluppo maggiore al suo noto settimanale e<br />
alle sue iniziative e<strong>di</strong>toriali improntate, come tutti sanno,<br />
al più feroce e ostinato antifascismo. Dopo aver esposta<br />
all’on. Mussolini l’utilità della campagna intrapresa dal<br />
gruppo <strong>di</strong> scrittori <strong>di</strong> Rivoluzione Liberale, e l’opportunità<br />
<strong>di</strong> non lasciar perire, per mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong>, l’opposizione<br />
<strong>di</strong> Piero Gobetti (si sa che le opposizioni, se non ci fossero,<br />
bisognerebbe crearle), il nostro Direttore ha concluso<br />
proponendo all’on. Mussolini <strong>di</strong> far finanziare Gobetti da<br />
qualche industriale torinese. A quanto si <strong>di</strong>ce, infatti, l’on.<br />
Mussolini avrebbe fatto sapere al comm. Gualino, ricchissimo<br />
industriale e banchiere torinese, che se egli avesse<br />
aiutato largamente Piero Gobetti avrebbe compiuto<br />
un atto gra<strong>di</strong>tissimo al governo fascista».<br />
Il 1925 vede la pubblicazione <strong>di</strong> Italia barbara nelle<br />
E<strong>di</strong>zioni Gobetti. Nell’agosto Malaparte gli scrive: «Caro<br />
Gobetti, ti ho lasciato in pace fino ad oggi. Ora ti rompo<br />
l’alto sonno nella testa. Comincia subito la composizione<br />
dell’Italia barbara, perché deve essere in vetrina alla