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I preadolescenti e la scuola - Università degli Studi della Repubblica ...

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Micro indicatori<br />

1) La riuscita sco<strong>la</strong>stica<br />

Supponiamo di poter collocare tutti gli alunni di una c<strong>la</strong>sse, compreso il<br />

ragazzino che ci interessa, su di una sca<strong>la</strong> che rappresenti l'ordine meritocratico<br />

in una materia specifica: al posto numero uno metteremo il migliore (maglia<br />

rosa!) ed all'ultimo posto il peggiore (maglia gial<strong>la</strong>!); quale posto occupa nel<strong>la</strong><br />

c<strong>la</strong>ssifica il nostro ragazzino? Proviamo a fare <strong>la</strong> stessa cosa in un'altra materia:<br />

scegliamo quelle più importanti (italiano e matematica), poi una caratterizzante<br />

l'indirizzo scelto (per esempio informatica) ed infine <strong>la</strong> materia che il ragazzino<br />

dice di preferire (attenzione a cosa dice: che "gli piace", che "il professore è<br />

simpatico", che "è quel<strong>la</strong> che detesta di meno").<br />

Impariamo a considerare i risultati non in quanto tali, ma in re<strong>la</strong>zione al gruppo<br />

c<strong>la</strong>sse; <strong>la</strong> percezione soggettiva del successo e dell'insuccesso è legata a questa<br />

rappresentazione che coinvolge se stessi e gli altri ed in termini di prevenzione del<br />

disagio legato al fallimento sco<strong>la</strong>stico, ancor prima di intervenire sulle abilità<br />

inadeguate, occorre conoscere "cosa pensa " il soggetto, come si percepisce in<br />

quanto alunno in re<strong>la</strong>zione agli altri, perché occorre <strong>la</strong>vorare anche su questi<br />

aspetti intersoggettivi.<br />

2) Le difficoltà linguistiche<br />

Condividere con altri il codice linguistico, fosse anche solo quello del<strong>la</strong> lingua<br />

madre, è una conquista lunga e faticosa; possedere oggi un vocabo<strong>la</strong>rio ristretto<br />

non può che essere considerato solo uno strumento di "sopravvivenza sociale",<br />

perchè par<strong>la</strong>re e comprendere tutti i risvolti del<strong>la</strong> propria lingua è tutt’altra cosa.<br />

Distinguiamo quindi le abilità linguistiche da quelle comunicative: su questo<br />

secondo versante <strong>la</strong> competenza aumenta con l’età (Hymes, 1984) 3 e quindi più<br />

gli alunni crescono e meno faticano nello stabilire re<strong>la</strong>zioni con adulti e compagni.<br />

3 Hymes J. (1984) Vers <strong>la</strong> competence de communication. Paris, Hatier-<br />

Crédif.<br />

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