I preadolescenti e la scuola - Università degli Studi della Repubblica ...
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quando per esempio l’introduzione del Sistema Metrico Decimale (obiettivo di<br />
c<strong>la</strong>sse 3°, area logico-matematica) non avviene mentre nelle altre ore si passa ad<br />
un approccio più formale al<strong>la</strong> riflessione linguistica (analisi grammaticale, c<strong>la</strong>sse<br />
3°, area linguistico-espressiva), sovraccaricando gli alunni di nuovi concetti e<br />
nozioni. E’ sicuramente vero che esistono molti moduli che già funzionano<br />
egregiamente in questo modo, ma <strong>la</strong> riflessione deve essere fatta a monte e<br />
riguarda proprio <strong>la</strong> formazione dei docenti: questa capacità didattica-organizzativa<br />
che molti team utilizzano quotidianamente è stata oggetto di una formazione<br />
mirata o è stata <strong>la</strong>sciata all’intuito, al<strong>la</strong> riflessione dei singoli? Questo problema<br />
del<strong>la</strong> mancata formazione si intreccia in maniera insolubile con il problema del<strong>la</strong><br />
valutazione dei docenti: è possibile utilizzare come indicatori di efficacia delle<br />
c<strong>la</strong>ssi, e quindi anche del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, elementi che non sono stati oggetto di<br />
formazione specifica sempre e per tutti? Poiché nel passato non sono stati chiari i<br />
pre-requisiti necessari per poter accedere al<strong>la</strong> professione di insegnante, poiché in<br />
margine ad accordi di categoria i docenti hanno potuto seguire corsi di<br />
aggiornamento sul<strong>la</strong> base dei loro interessi personali e senza che <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />
richiedesse sistematicamente un ritorno didattico di questa crescita professionale,<br />
ora, di fronte ad un team che funziona poco o male, come si può distinguere fra<br />
mancate conoscenze, mancato impegno o scarsa motivazione?<br />
Drammaticamente tutto il discorso fatto fino ad ora ha una rilevanza diretta<br />
sull’attività di c<strong>la</strong>sse; insegnanti in primo luogo e dirigenti sco<strong>la</strong>stici sanno, anche<br />
se comprensibilmente faticano ad ammetterlo, che gli alunni imparano di più e<br />
meglio in funzione del<strong>la</strong> qualità dell’insegnamento impartito o , per dir<strong>la</strong> in altre<br />
parole, gli insegnati migliori hanno alunni migliori. Un docente abile, capace e<br />
preparato posto in una condizione difficile, con alunni che hanno bisogni<br />
educativi molti differenziati, ha le risorse per reinventare quotidianamente il<br />
proprio “mestiere”, per fare in modo che il processo di apprendimento non si<br />
arresti ma trovi nel singolo e nel gruppo il proprio flusso; nelle medesime<br />
condizioni un docente “senza mestiere” può incidere pesantemente trascinando <strong>la</strong><br />
situazione verso il basso.<br />
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