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I preadolescenti e la scuola - Università degli Studi della Repubblica ...

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Mentre sarebbe interessante sapere quanti <strong>degli</strong> insegnanti che 10 anni fa<br />

parteciparono al Piano Poliennale di Aggiornamento siano ancora in sevizio<br />

(ricordiamo l’ondata di pensionamenti di qualche anno fa!), altrettanto utile<br />

sarebbe conoscere che tipo di formazione disciplinare abbiano ricevuto gli<br />

insegnanti entrati in ruolo negli ultimi dieci anni; il rischio è quello di centrare<br />

tutta l’attenzione e le risorse finanziarie disponibili sul<strong>la</strong> progettazione e<br />

realizzazione dei percorsi formativi per i “futuri” insegnanti, dimenticando chi già<br />

opera nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, spesso senza un bagaglio professionale adeguato per il<br />

compito che deve svolgere.<br />

Due potrebbero essere gli argomenti su cui organizzare questo progetto.<br />

In primo luogo occorre richiedere a gran voce un intervento formativo mirato al<strong>la</strong><br />

riqualificazione dei docenti in servizio attraverso l’approfondimento delle<br />

didattiche disciplinari; in secondo luogo l’aspetto formativo disciplinare deve<br />

essere collegato con gli aspetti organizzativi che danno vita a contesti più o meno<br />

favorevoli all’apprendimento, perché appare con sempre maggiore evidenza<br />

quanto ormai le caratteristiche di un “buon insegnante” comprendano anche <strong>la</strong><br />

capacità di resistere al<strong>la</strong> pressione organizzativa esterna, facendo proposte che<br />

abbiano come obiettivo finale il benessere <strong>degli</strong> alunni ed il loro apprendimento.<br />

Marco Rossi-Doria, nel suo <strong>la</strong>voro intito<strong>la</strong>to Di mestiere io faccio il maestro, fa<br />

l’esempio del<strong>la</strong> realizzazione di un orario sco<strong>la</strong>stico, che può essere fatto per i<br />

docenti ( e quindi essere “di cattedra”) oppure per i bisogni dei ragazzi (e quindi<br />

“di insegnamento”); nel<strong>la</strong> riflessione dell’autore sulle condizioni educative di<br />

alcune scuole, ma anche di fronte a molti adempimenti diventati ormai dei “riti<br />

istituzionali” (il primo collegio docenti, <strong>la</strong> presentazione del<strong>la</strong> programmazione<br />

annuale..) <strong>la</strong> domanda “Dove sono gli alunni in tutto questo?” rimane spesso<br />

senza risposa.<br />

Per esempio è il concetto stesso di programmazione settimanale (solitamente due<br />

ore) che deve essere modificato; teoricamente <strong>la</strong> programmazione potrebbe<br />

riguardare solo le scelte didattiche e <strong>la</strong> loro organizzazione, ma questo non è più<br />

sufficiente, perché un modulo funziona nel modo migliore quando gli insegnanti<br />

sono in grado di stabilire alcune priorità fra gli obiettivi del<strong>la</strong> programmazione,<br />

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