I preadolescenti e la scuola - Università degli Studi della Repubblica ...

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insegnata. Questo contratto è costruito socialmente nelle classi, è conosciuto da insegnati ed alunni e rinegoziato giorno dopo giorno. Tutte le attività educativo- didattiche trovano la loro ragione in questo contratto, che serve anche per mettere in luce le caratteristiche del "buon alunno", attraverso la sottolineatura pubblica, fatta ad un singolo alunno ma diretta al gruppo-classe, di ciò che non deve essere fatto. ------------- E qui possiamo trovare l'acutizzarsi dei sintomi di disagio negli alunni, perché spesso il disagio dentro e fuori la scuola porta ad avere "la testa altrove", così comportamento e risultati ne risentono; se il ragazzino in difficoltà psico-sociale si trova inserito in una classe dove questa regole della "pubblicità" viene adottata molto frequentemente ed altrettanto frequentemente sempre a suo discapito è facile immaginarne le conseguenze e l'aumento del rischio individuale. -------------------------------------------------------------------------------------------------- SCHEDA 3 Difficoltà di apprendimento o difficoltà di insegnamento? Riflessioni sulla formazione degli insegnati elementari italiani. Mentre si discute animatamente sulla formazione dei futuri insegnanti, probabilmente quelli della scuola "di base", è forse il caso di indirizzare l’attenzione anche sulla formazione degli insegnanti già in servizio, senza contare che l’anno scolastico 2000-2001 vedrà l’ingresso in ruolo di moltissimi nuovi docenti, per l’effetto degli ultimi concorsi appena conclusi, non senza molte polemiche sulla loro affidabilità. Limitandoci al solo caso della scuola elementare, tutti i docenti in servizio nell'anno 2000 possono essere divisi in due grandi categorie: quelli assunti prima del 1990 e quelli entrati dopo questa data, che rappresenta la conclusione 26
dell’ultima azione formativa nazionale destinata a tutti i docenti italiani. La storia è breve; nel 1985 entrano in vigore i Nuovi Programmi della Scuola Elementare, a cui fa seguito il Piano Poliennale di Aggiornamento gestito dagli IRRSAE regionali sulla base di uno schema ministeriale; si tratta di un modello formativo di impianto disciplinare che negli anni consente a tutti i docenti un aggiornamento nelle aree previste dai programmi e cioè linguistico-espressiva, logico- matematica, socio-antropologia oltre all’educazione musicale, all’immagine e motoria. Per alcuni docenti di ogni regione (almeno questo è quanto avvenuto in Emilia Romagna) viene anche predisposto un percorso formativo di più anni all’interno di una disciplina elettiva, con l’idea di creare un nucleo di “formatori dei formatori”. Nel 1990 si chiude quasi ovunque questo intenso quinquennio, dopo aver raggiunto l’obiettivo di un aggiornamento di base per tutti gli insegnanti di ruolo. Negli stessi anni è andata a regime l’organizzazione modulare delle classi, mentre sul fronte dell’aggiornamento il contratto dei primi anni ’90 ed anche il seguente hanno ampliato le possibilità formative consentendo ai docenti la frequenza di corsi “riconosciuti” dai provveditorati ma rispetto ai quali l’unico parametro è stato di tipo quantitativo, nel senso che occorreva dimostrare un certo numero di ore di aggiornamento in due anni per poter avere forme di aumenti salariali; in questo modo è stato indebolito il controllo indiretto del collegio docenti sul piano annuale di aggiornamento, che il più delle volte risultava dall’insieme delle scelte individuali, rinunciando ad essere una proposta formativa omogenea nel circolo. Poi c’è stato il “fuoco di paglia” dell’informatica; i progetti ministeriali 1A ed 1B assegnavano fondi alle scuole per acquistare attrezzature e realizzare corsi di alfabetizzazione per gli insegnanti; girando per le scuole si vedono ancora pochi computer e in molti casi la ricopiatura dei testi per creare un file è ancora un “compito per casa”! Più recentemente la scuola è stata travolta dalle vicende legate all’attuazione dell’Autonomia (L. 59 del 15 marzo 1977, art.21), che hanno nuovamente allontanato il problema della ripresa di un aggiornamento didattico-disciplinare. 27
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