Contenti per la rielezione di Lo Bello ma le forzature restano e ...

Sergio Bonafede, solo oggi, nel 2008, sei stato eletto per
la prima volta consigliere comunale, ma sei in politica da
un bel pezzo...
E‟ vero giovanissimo ero nella fila della Democrazia cristiana,
partito in cui mi onoro di aver militato, a 16 anni già facevo
il corso di formazione politica nel movimento giovanile.
Erano gli anni d’oro dello Scudo crociato
E‟ vero, c‟erano i grandi leader ma anche emergenti come
Aldo Gilistro, Enzo Di Raimondo e tanti altri, personaggi di
cui mi onoro di essere stato amico umano prima che politico.
Cosa rimpiangi di più della vecchia Democrazia cristiana?
Il fatto che sia finita, che ora tutto sia diverso, nella Dc
c‟erano scontri, diatribe, correnti, ma si faceva tutto alla luce
del sole, al momento opportuno c‟era la giusta sintesi e gli
accordi raggiunti erano rispettati. Oggi si fanno accordi non
nelle sedi istituzionali, ma in altre sedi e poi si comunica
tutto ai consiglieri, anche se non tutti sono disponibili a dire
signorsì. Nella Dc poi si pensava di più alle fasce deboli,
agli indigenti.
Hai avuto un grosso successo personale alle ultime amministrative.
Sono tanti i siracusani che si fidano di te,
che puntano su di te
In effetti questi 585 voti vengono da un duro lavoro, svolto
giorno per giorno, da 10 anni a questa parte. La stragrande
maggioranza di questi elettori sono miei amici da 10 anni,
amici che mi sono rimasti vicini nonostante non avesse il
potere per dare loro risposte. Mi sono stati vicini perché
hanno visto la mia lealtà, il mio impegno al servizio dei siracusani,
e non a caso è stato questo il mio slogan alle ultime
elezioni.
Tu come intendi ricambiarli i 585 fedelissimi?
Guarda, mi piace ripetermi. Intendo ricambiarli con la mia
lealtà e il mio impegno e chi mi conosce sa che queste per
me non sono solo parole.
Le prime impressioni entrando nel Palazzo quali sono?
Intanto la soddisfazione per essere stato eletto, per essere
stato delegato a rappresentare i miei concittadini, ma capisco
anche bene che negli anni a venire ci aspetta un duro
lavoro per cui dovremo rimboccarci le maniche. Tutti, non
solo noi consiglieri, ma anche sindaco e Giunta.
Ti sei reso conto che siedi sugli scranni di quel consiglio
comunale dove hanno dissertato Lo Bello e Corallo,
Nicita e Foti, Di Giovanni e Santi Luigi Agnello, Salvatore
Formica e Raffaele Gentile?
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Domenica 28 settembre 2008
I volti nuovi della politica siracusana
Bonafede: Non sono uno “jes-men”
Indigenti e disagiati la mia priorità
Parliamo di personaggi che a
Siracusa nel bene e nel male
hanno fatto la storia. Vorrei
ricordare con l‟occasione anche
un siracusano di indiscusso
prestigio come l‟onorevole
Gaetano Lo Magro, già assessore
regionale e vicepresidente
della Regione nonché un
personaggio che ritengo politicamente
il più preparato e di
cui mi onoro di essere amico e
cioè l‟onorevole Fausto Spagna.
Molti di questi personaggi
erano e chiaramente sono di
alto livello politico. Oggi l‟impegno è quello di far bene visto
che eguagliarli sarebbe difficile.
Fai una tua scheda personale
Ho 51 anni, sono sposato con tre figli, Ernesto, Antonio e
Nicole. Antonio è universitario in Giurisprudenza con notevoli
risultati, vuole seguire le orme del padre e quindi presto
potremmo vederlo candidato in politica, oggi intanto è candidato
al consiglio di facoltà, insomma si fa le ossa. Ernesto
si è diplomato geometra e Nicole è studentessa al Quintiliano
ma anche ballerina con notevoli risultati a livello nazionale
e regionale.
Una bella famiglia, complimenti. In cosa credi, ma sul
serio
Credo ciecamente in Dio, e non solo perché sono cattolico
praticante. Potrei raccontare tante cose sulla mia fede, ma
non è il caso, ognuno di noi ha il suo credo. In sintesi credo
ciecamente nel Signore e nei valori della famiglia.
Sei ambizioso o sei uno che si accontenta?
Sono ambizioso, ma non sono uno sconsiderato.
Su cosa punti nella tua avventura al Vermexio?
Voglio dare il mio modesto contributo per migliorare la qualità
della vita nella mia città.
Una cosa che farai di sicuro?
Mi impegnerò per far star meglio chi sta male, chi ha bisogno
di aiuto. E non lo dico tanto per dire.
Con CamCommercio e Asi più consistenti
non avremmo perso la sede provinciale Bds
Anche Luigi Abete è,
allo stesso tempo, presidente
della Banca Nazionale
del Lavoro e
della Associazione degli
industriali romani. A
dimostrazione che gli
azionisti di maggioranza
di quella banca sono gli
industriali del Lazio
Ivan Lo Bello è il presidente
del Banco di Sicilia,
in rappresentanza
della quota di minoranza
che non è di proprietà
di UniCredit, e degli industriali siciliani. A
significare, anche qui, che tale quota oltre
che alla Regione Siciliana appartiene a chi?
Parliamoci chiaro, escludendo i gruppi nazionali
che operano nel siracusano, a Milazzo,
a Gela e a Ragusa e a Termine Imerese,
qual è l'origine della proprietà della maggior
parte delle restanti ditte cosi dette industriali
che operano nella nostra regione? Chi sono
quindi quelli che pagano la maggior parte
dei diritti camerali delle nove CamComm
siciliane? Non c'è dubbio che tra Camere di
commercio, associazioni di rappresentanza
delle categorie del lavoro e singoli imprenditori
c'è un rapporto finanziario interessato.
Parlo della Sicilia, come della Calabria, della
Campania o del Meridione in genere.
Qual è, mi chiedo, in queste regioni, nelle
realtà industriali, l'incidenza della finanza di
origine non legale? A questa domanda dovrebbero
rispondere il presidente Lo Bello e
tutti i suoi sostenitori locali, regionali e nazionali.
Perchè non vorrei che a non pagare
il pizzo fossero proprio le imprese che lo
riscuotono! Sarà questo un argomento che
verrà quanto prima discusso all'Hotel Roma
Grande: Quei viaggi inutili
da parte delle forze della maggioranza che
dovranno gestire nei prossimi cinque anni le
istituzioni territoriali della nostra provincia,
Camera di Commercio compresa? Sono
questi infatti i nodi che fanno tale la politica,
perchè ti fanno o meno controllare politica-
Caro direttore, in riferimento all‟articolo apparso su “I Fatti”
del 13/09/2008 mi permetta di dire come una discussione da
bar sui massimi sistemi, in questo caso sul ruolo delle camere
di commercio, si sia trasformata in un attacco personale
nei confronti del presidente Lo Bello, tra l‟altro da me non
citato. Nell‟ incontro casuale avuto con lei insieme ad altri
tra cui anche un autorevole componente del Consiglio generale
(molto critico sulla Camera di Commercio), mi limitavo
ad osservare che oggi le camere di commercio non hanno
motivo di esistere o comunque il loro ruolo va profondamente
rivisto nella sostanza. Il mondo è cambiato.
L‟introduzione di alcune normative che hanno semplificato
il settore, il ruolo della Regione e degli enti locali, ha di fatto
scavalcato le camere di commercio, che adesso sembrano
quasi enti archeologici privi di qualsiasi iniziativa.
Detto ciò resto sempre critico ed affermo le cose dette in riferimento
all‟organizzazione e partecipazione a mostre e fiere,
che sembrano solo viaggi della speranza per chi partecipa
e viaggi di piacere per chi accompagna. Piuttosto sarebbe ora
che le associazioni di categoria si dessero una mossa e prendessero
posizione sul nuovo ruolo che la Camera di Commercio
dovrebbe avere, invece di pensare ad occupare posti
solo per trarne benefici personali.
Paolo Grande
Nessun attacco personale, solo elencazione di fatti documentati. (sb)
mente il territorio. Diversamente tu cincischi
con i Revisori dei Conti del Comune
e ti lasci sfuggire i momenti salienti del
fenomeno che vuoi gestire. La Camera di
Commercio non è l'ultimo ente territoriale
del sistema economico e produttivo pro-
vinciale da affidare perciò a 35 dipendenti,
quasi tutti dirigenti, interessati principalmente
a stipendi e indennità varie e a 33 amministratori
a vita - sempre gli stessi da decine
di anni tanto da apparirne dipendenti -
in rappresentanza delle categorie iscritte, la
cui cura principale è deliberare l'aggiornamento
dell'importo del gettone di presenza.
Considerare i presidenti della CCIAA degli
ultimo decennio al pari degli Innorta e anche
dei Rizza e dei Nicotra, per i risultati ottenuti,
ritengo che sarebbe un fatto di assoluta
incomparabilità. E sfido chiunque a dire il
contrario, principalmente gli attuali sostenitori
di Lo Bello che in quelle presidenze furono
coinvolti. Se l'ASI e la Camera di
Commercio avessero avuto negli ultimi anni
la stessa consistenza politica che ebbero negli
anni ottanta, non avremmo perso di certo
la sede provinciale del Banco di Sicilia a
favore della vicina Ragusa. Ma ripetere queste
cose è diventato oramai un fatto inutile e
banale. Eppure intelligenze nascoste questa
provincia ne ha. Forse sono state sfortunate
dal punto di vista elettorale, perchè non hanno
avuto la capacità di sorridere sempre, di
abbracciare tutti e dire: " non ti preoccupare,
ci penso io". Ebbene queste intelligenze devono
venire allo scoperto, assumendosi la
responsabilità di gestire "il potere" direttamente
e in prima persona, assieme a gente
come l'on.Vinciullo che vuole e sa lavorare
umilmente. Un Hotel Roma aperto alla discussione
e alla partecipazione pubblica,
come ai tempi del sen. Verzotto, potrebbe
salvare Siracusa dall'invecchiamento e a farle
raggiungere nuovi obiettivi. A questo
punto, ad esempio, Bellucci potrebbe
"smetterla" di fare il "notaio" e cominciare a
far parlare di se.
Pepè Genovese