Contenti per la rielezione di Lo Bello ma le forzature restano e ...

Una recente relazione tecnica redatta dal
Prof. Sciacca, biologo e noto esperto di inquinamento
ambientale, ha sancito che
l‟abnorme concentrazione di polveri sottili
(PM10) nell’atmosfera della nostra città viene
provocata dal trasporto delle sabbie sahariane
dai venti di scirocco che, notoriamente,
producono campi di alta pressione ed il conseguente
ristagno aereo di umidità ricca di
particelle in sospensione. Tali particelle, per
effetto di forze gravitazionali, discendono
lentamente sulla città e, soprattutto, sulle vetture.
Viene da credere che la moderna tecnologia
costruttiva dei veicoli catturi le polveri
sahariane, le rielabori durante i cicli di combustione
dei carburanti e le reimmetta
nell’atmosfera mediante gli impianti di scarico
degli automezzi che, a loro volta, utilizzano
derivati del petrolio ricchi di sostanze aromatiche
e nocive. Questa, in sostanza, la motivazione
dei ciclici blocchi della circolazione
veicolare imposti dai nostri Sindaci di turno:
ergo, maledetto Sahara! Che se lo tengano gli
Africani, i Berberi e tutti coloro che ne hanno
abitudine alla convivenza, bardati e coperti
fino agli occhi per non respirare le sabbie silicee.
A tal proposito, ci permettiamo di ricordare
la forte incidenza di malattie oncologiche
che infestano le nostre zone ma, stranamente,
risulta assente la Silicosi. E‟ evidente
che qualcosa non quadra nel panorama descritto
dai nostri amministratori pubblici.
Facciamo,allora, un passo indietro: una domenica
mattina il Sindaco viene prelevato
a casa dalla vettura di servizio del Comune.
Orrore…!!! E‟ sparito il colore blu
dell‟auto e pure del lampeggiatore, lasciando
spazio all‟ampio e fitto beige delle sabbie
sahariane: viene proclamato lo stato di
allerta e conclamato quello di calamità
naturale, visto che la domenica i lavaggisti
riposano e che, in ogni caso, sarebbe stato
arduo far passare in amministrazione
l‟ulteriore fattura di pulizia dell‟auto. Allora
tutti a piedi, senza invidie, blocco totale
della circolazione veicolare fino a nuove
disposizioni. Torniamo per un attimo seri,
anche se i pochi neuroni rimasti nei nostri
cervelli risultano davvero indignati: nessuno
ha mai attraversato la zona industriale di
2
Domenica 28 settembre 2008
Noi, soffocati dalle emissioni industriali
ci allarmiamo per le polveri sottili (PM10)..
Nella cartina il deserto del Sahara. Nel riquadro i fumi del Petrolchimico
Siracusa all‟alba o al tramonto, magari durante
giornate particolarmente nuvolose?
Ebbene, in tali particolari circostanze, i
“ c a m i n i ” i n d u s t r i ali r i l as ci ano
nell‟atmosfera grandiosi volumi di fumi,
ceneri e scorie non filtrati, poiché il loro colore
si confonde perfettamente con quello
del cielo e nessuno può accorgersi visivamente
dell‟immenso attentato alla salute
pubblica, altro che sabbie del deserto! Ma
come ben si sa, guai a puntare il dito contro
l‟egemonia industriale; abilmente sfruttata
per creare concentrazioni di potere; nessun
amministratore pubblico vorrà mai scagliarsi
contro i proprietari o gestori del Petrolchimico
siracusano che, a loro volta, si guardano
bene dall‟investire nel rimodernamento
degli impianti per renderli più sicuri ed ecologici.
Costerebbe così tanto “civilizzare” i
cicli di lavorazione dei prodotti, renderli più
efficaci senza danneggiare ambiente e salute?
Ma la solita abitudine del “do ut des” (ti
do la possibilità di essere più forte, a condizione
che tu non mi avvilisca con imposizioni
costose), crea una sorta di cupola omertosa
a discapito del benessere pubblico. Qualcosa,
però, bisogna fare per tacitare gli allarmi
e pertanto si pensa bene di attribuire tutte
le responsabilità ai veicoli ed alle sabbie del
Sahara, istituzionalizzando le inibizioni della
circolazione e foderando gli occhi col
prosciutto (pure rancido).
Abbattere le polveri? Amministratori senza vergogna
Quartieri fuori dal comune. È il nome del Comitato promosso
dall‟Avv. Salvo Salerno che, dopo reiterati appelli,
richieste, segnalazioni alla città ed al mondo della politica
s‟è visto costretto ad un Atto di Interpello ufficiale a: Sindaco,
Assessore Centro storico, Presidente Consiglio comunale,
Gruppi consiliari, Consiglio Circoscrizione Ortigia,
Dirgente Settore Mobilità e Trasporti, Comando Polizia municipale.
Per l’UNESCO, a: Direttore Centro Patrimonio
mondiale, Commissione nazionale italiana, Uff. Lista Patrimonio
mondiale del Ministero Beni culturali; ed ancora a:
Ministro Ambiente, Soprintendenza ai BB.CC.AA., Deputati
nazionali e regionali, Comitato Parchi “Santi Agnello”, Forum
cittadino, Comitato Ortigia, Italia Nostra, Lega Ambiente,
Agire Solidale, Cittadinanzattiva, Codacons, Associazione
it. Familiari e Vittime della strada, altri Enti associativi,
singole Personalità cittadine. Per dire cosa? Sollecitare
agli amministratori pubblici il mantenimento degli impegni
contratti con l‟UNESCO. Ed invece Fabio Granata e
Titti Bufardeci (con Nicola Bono) si sono continuamente
accreditati il merito (in parte vero) di aver procurato
l‟inserimento di Siracusa e del Val di Noto nella World Heritage
List senza mai preoccuparsi concretamente (tranne
l‟instancabile vanteria giornaliera) di dar seguito agli impegni
assunti (con indirizzo del Consiglio comunale, Delibera
di Giunta, Ordinanza XII Settore). Fra gli altri: regolamenta-
Nuovo ospedale,
aeroporto , sviluppo
turistico e
consorzio universitario.
Questi i
temi principali
che impegnano la
politica siracusana.
Tutti i santi
giorni, gli eletti
agli Enti locali,
regionali e nazionali
rilasciano
bellicose dichiarazioni
a stampa
e TV , facendosi
promotori di questa
o quell‟ opera
pubblica. Le premesse e le promesse sono
tanto convincenti che uno si aspetterebbe la
realizzazione, non diciamo entro un anno o
due, ma almeno nel volgere di un lustro e invece….zero.
Da decenni viene data per imminente
l‟apertura dei cantieri per la costruzione
del nuovo ospedale; dettaglio trascura-
zione del traffico veicolare (e PUT), realizzazione ZTL 24
ore su 24 in centro storico, adeguamento di Protezione civile
(emergenze sismiche e pubblico soccorso). Negli ultimi
4 anni la realtà è d‟infinite riunioni per dire tutto e il
contrario di tutto, con manicheismi propagandistici (per la
stampa) per colmare l‟inefficienza dilettantistica del Sindaco
Bufardeci, del suo Assessore al ramo Visentin, oggi
Sindaco in continuità (leggasi contiguità), di dirigenti comunali
(XII settore, Vigili urbani). Mai, e sottolineo mai,
sono stati mantenuti questi impegni se non con soluzioni
provvisorie. Il Sindaco pro tempore in particolare, ha disatteso
reiteratamente gli obblighi presi con il Comitato
residenti o con altre categorie: a tutti diceva SI! Salvo poi
stallare su ogni cosa. Almeno 20 esperimenti di ZTL che
dimostravano ogni volta come i vari dirigenti non si parlavano
fra di loro, presentavano bozze che contraddicevano
le precedenti, con l‟esecuzione di lavori eterni: surreali
quelli di Via Minerva, vergognosi quelli di Corso Umberto
(da codice penale la ripavimentazione) o Piazza Marconi
ed i Villini (dopo quasi 5 anni ancora incompleti), che hanno
gravemente danneggiato il commercio. O quelli sbagliati
e rifatti (fontana di Largo XXV Luglio, paletti di via
Maestranza). Se guardiamo all‟abbattimento delle polveri
sottili, solo amministratori senza vergogna possono intimare
ai cittadini l‟osservanza delle leggi quando il parco
Opere? Solo annunci
La cultura del non fare
bile solo il finanziamento (denaro pubblico
o privato) che appare e scompare come un
miraggio. L‟aeroporto? Risolto il problema
dello sviluppo turistico via mare, con centinaia
di posti barca al porto grande, presto
saremo deliziati dal rombo degli aerei che
saranno presi d‟assalto da migliaia di siracusani
e da turisti provenienti da tutte le
parti del mondo. L‟opera, dicono, è da considerare
cosa fatta se si tiene conto che uno
dei maggiori fautori è diventato Vicepresidente
della Regione Siciliana ed Assessore
al Turismo. C‟è da giurare, quindi,
che il finanziamento è l‟ultimo dei pensieri
e che la realizzazione, al più tardi, avverrà
entro questa legislatura. Speriamo. Il polo
universitario, diciamolo pure, costituisce il
fiore all‟occhiello della politica nostrana.
Non sappiamo che fine fanno i giovani che
qui conseguono prestigiose lauree, ma la
diatriba tra i nostri onorevoli riguarda
principalmente i posti di comando del relativo
consorzio; chi lo ha guidato sin qui
pare deciso a durare a lungo, magari con
la benedizione di altolocate posizioni governative
e nessuno che azzardi l‟idea di
insediare al vertice personalità di ben altro
spessore culturale. Più terra terra, ora, oc-
auto dei Vigili urbani è talmente obsoleto da essere al di
fuori dei parametri di tutela ambientale; né più né meno del
camion della ditta di rimozione, i cui fumi di scarico sono
talmente densi da offuscare la vista ed il respiro. Un infame
rimpiattino che non è mai andato alla radice del problema:
occorrono almeno 10 bus navetta in Ortigia e l‟aggiunta di
altrettanti per il trasporto urbano, parcheggi veri e serviti,
un serio piano di controllo sul territorio, Vigili urbani formati
e non mandati allo sbaraglio, disattenti su episodi gravissimi
e reiterati: come cani senza museruola, motociclisti
privi del casco ma velocissimi sulle strade, moto rumorosissime
al pari di certi locali notturni; piazza Archimede invasa
da auto di polizia, prefettura, carabinieri, altri comuni,
Capitaneria, Pompieri, etc.. che anziché dare l‟esempio fanno
sfoggio di potere con la scusa di importati riunioni dal
Prefetto, arrogandosi privilegi profondamente offensivi per
il cittadino. Adesso c‟è finalmente l‟iniziativa di Salerno,
redatta come dovrebbe fare un‟amministrazione seria, degna
di nota perché scevra da polemiche e propositiva. Vediamo
come va a finire. Ma con una classe politica di tale
nanesco livello è indispensabile la vigilanza e la partecipazione
del cittadino. Altrimenti la città, alla prima verifica
seria degli ispettori UNESCO (fin qui molto buoni a far finta
di nulla) rischia di uscire dalla World Heritage List. Che
sarebbe l‟ennesima catastrofe fra le numerose altre.
Nuccio Gemma
cupiamoci del quartiere S. Lucia che entro
un anno, al massimo, si arricchirà di un‟altra
strada nuova di zecca: quella in costruzione
sul tracciato dell‟ex cintura ferroviaria, dai
Cappuccini a via Piave. Più di una volta abbiamo
motivato la preferenza per altra soluzione
(verde attrezzato con pista ciclabile),
più vantaggiosa per i residenti desiderosi,
anche, di potere accedere al mare attraverso
opportuni varchi pedonali. Invece si è optato,
ostinatamente, per l‟ennesima striscia di
cemento e asfalto, foriera dei mille pericoli
legati alla circolazione dei veicoli e di un
più consistente aumento delle emissioni di
scarico. Ci conforta, comunque, il brainstorm
dell’intera classe politica locale, impegnata
a risolvere il più importante dei
problemi: a chi o a cosa intestare questa
nuova via cittadina. Noi suggeriamo di denominarla
“Via del NULLA” in omaggio ai
risultati conseguiti, a Siracusa, negli ultimi
dieci anni ed alla imperante cultura “del fare”
tanto strombazzata dal potere politico
dominante.
Sebastiano Di Maria