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luglio/agosto - Publidea 95

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€ 0.52 - copia omaggio<br />

per il territorio dal 1991<br />

<strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> duemiladodici numero 7 periodico mensile anno XVIII


Per gli amanti<br />

dello sport le<br />

O l i m p i a d i<br />

sono da considerare<br />

l’evento per eccellenza.<br />

Al di là del valore<br />

storico e<br />

tradizionale, con le<br />

origini che si perdono addirittura nell’antica<br />

Grecia, la lunga kermesse che si svolge ogni<br />

quattro anni è un qualcosa che va oltre le<br />

gare e le performance atletiche. I giochi<br />

olimpici sono incontro di culture, confronto<br />

fra popoli, scoperta di nuove tendenze, talvolta<br />

specchio e riflesso di avvenimenti ed<br />

eventi che si svolgono nel mondo. E a conferma<br />

di ciò basta ripercorrere molte delle<br />

Olimpiadi dell’era moderna per trovare tematiche<br />

quali le lotte razziali, la guerra<br />

fredda tra i due blocchi orientale ed occidentale,<br />

l’emancipazione di africani e cinesi. Se<br />

è vero che oggi la società moderna ha fatto<br />

passi da gigante ed è in grado di dare vasta<br />

eco ad ogni tipo di evento, si deve però ammettere<br />

che le Olimpiadi da sempre sono<br />

considerate il più grande spettacolo del<br />

mondo. Un avvenimento in grado per qualche<br />

settimana di coinvolgere a diverso livello<br />

davvero tutti: atleti tecnici e dirigenti<br />

per la partecipazione; tifosi per il sostegno<br />

ai propri beniamini; sportivi ed appassionati<br />

per seguire quella che, specie per alcune discipline<br />

definite minori, è la competizione<br />

mondiale più importante; e tutti gli altri perché<br />

nelle settimane in cui si svolgono i giochi<br />

è praticamente impossibile, a livello di<br />

media e di pubblica attenzione, ignorare ed<br />

estraniarsi da risultati ed imprese che monopolizzano<br />

schermo e giornali. Anche noi,<br />

quindi, non potevamo esimerci dal prestare<br />

attenzione a Londra 2012. Ma lo abbiamo<br />

fatto tenendo naturalmente fede alla nostra<br />

linea editoriale che valorizza il territorio e<br />

l’elemento locale. Abbiamo voluto così raccontare<br />

trent’anni di giochi attraverso la testimonianza<br />

di alcuni protagonisti del nostro<br />

litorale che hanno preso parte alle Olimpiadi<br />

svolte dal 1980 ai giorni nostri.<br />

A tutti, dunque….buone vacanze olimpiche<br />

ed un arrivederci a settembre!<br />

Caterina Dini<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

1<br />

w w w . p u b l i d e a 9 5 . c o m<br />

Mensile di attualità e cultura- Anno XVIII<br />

Numero 7 - Luglio 2012<br />

copia omaggio<br />

Reg. Trib. di Roma n° 550 del 12/12/94<br />

Editore<br />

<strong>Publidea</strong> <strong>95</strong> s.r.l.<br />

via Carlo Maria Rosini, 83/a - 00119 Ostia Antica<br />

www.publidea<strong>95</strong>.com<br />

redazione@publidea<strong>95</strong>.com<br />

Direttore responsabile<br />

Caterina Dini<br />

Direzione e redazione<br />

Tel. 06.5652465 (ore 9.00/13.00)<br />

Fax 06.56352860<br />

Cell. 335.1404496<br />

Grafica e impaginazione<br />

Sergio Stati<br />

Fotografia<br />

Carola Chiarlitti, Francesco Graziani,<br />

Giulia Martella<br />

Hanno collaborato ai testi<br />

Lucia Battaglia, Carola Chiarlitti, Donatella<br />

Franchini, Augusto Gallo, Claudia Gambellini,<br />

Silvia Grassi, Giulia Martella, Manuela Berrettoni,<br />

Cecilia Bianchi<br />

STAMPA: Gescom S.p.a. - Strada Teverina Km. 7<br />

Loc. Acquarossa - 01100 Viterbo<br />

Questo periodico è associato alla<br />

Unione StampaPeriodica Italiana<br />

L’editore garantisce la riservatezza dei dati con possibilità<br />

di rettifica ai sensi dell’art.7 del DL 196/2003.<br />

Il materiale inviato, di cui non viene garantita la pubblicazione,<br />

diventa di esclusiva proprietà del giornale che si riserva<br />

di effettuare tutti gli opportuni tagli redazionali.<br />

La collaborazione è da ritenersi gratuita salvo diversi accordi.<br />

e


D O S S I E R<br />

2<br />

Dalle Olimpiadi antiche a quelle moderne. Nati in Grecia, i giochi inizialmente erano in chiave locale e nazionale<br />

e venivano svolti prima in una giornata e successivamente in cinque. Poi la spinta del barone de Coubertin<br />

e, nel 1896, ad Atene, un’edizione con la partecipazione di 13 paesi. Da allora ogni quattro anni, fatta<br />

eccezione per i periodi dei due conflitti mondiali, il mondo si riunisce nel segno dello sport. Anche se da tempo<br />

le vicende dell’olimpiade sono influenzate inevitabilmente da quelle del mondo<br />

Un po’<br />

di storia<br />

testo// Lucia Battaglia<br />

Le Olimpiadi. Erano così<br />

chiamate nell’antica Grecia<br />

le feste e le gare panelleniche<br />

(giochi nazionali<br />

greci), indette ogni quattro anni<br />

presso il santuario di Olimpia in<br />

onore di Zeus. Secondo la tradizione<br />

antica incominciarono nel<br />

776 a.C. e furono abolite nel 393<br />

d.C. da Teodosio. Delle Olimpiadi<br />

si conserva la lista dei vincitori<br />

fino al 217 d.C. Inizialmente<br />

si svolgevano nell’arco di<br />

un giorno e comprendevano una<br />

sola gara, la corsa a piedi, successivamente<br />

furono ampliate e<br />

riorganizzate assumendo una durata<br />

e delle regole che rimasero<br />

invariate per tutta l’antichità. Le<br />

prime Olimpiadi riguardavano<br />

solo il Peloponneso, erano, cioè,<br />

di carattere regionale, solo più<br />

tardi assunsero dimensioni nazionali.<br />

Durante lo svolgimento<br />

dei giochi era in vigore una tregua<br />

sacra. Gli atleti che partecipavano<br />

ai Giochi dovevano dimostrare<br />

agli ellenodici (i giudici<br />

di gara) di essere cittadini greci,<br />

di non essersi resi colpevoli di<br />

nessun delitto, inoltre dovevano<br />

giurare di gareggiare rispettando<br />

le regole. I giochi duravano cin-<br />

que giorni: il primo era dedicato<br />

a riti religiosi, a sacrifici agli dei<br />

ed al giuramento degli atleti e<br />

dei giudici; nel secondo giorno<br />

gareggiavano i fanciulli nella<br />

corsa, nella lotta e nel pugilato;<br />

nel terzo giorno gareggiavano gli<br />

adulti nella corsa, nella lotta, nel<br />

pugilato e nel pancrazio (pugilato<br />

e lotta insieme); nel quarto<br />

giorno si svolgevano le corse dei<br />

cavalli e dei carri con la prova<br />

spettacolare delle quadrighe che<br />

dovevano percorrere tredici chilometri,<br />

seguivano poi il pentathlon<br />

ed infine l’oplitodromo, la<br />

corsa di atleti che indossavano<br />

l’armatura oplitica, cioè elmo,<br />

corazza pesante e schinieri in<br />

bronzo, una spada corta di ferro<br />

e una lancia, uno scudo bronzeo<br />

rotondo, fornito di un passante<br />

centrale e di una impugnatura<br />

lungo il bordo. Nel quinto giorno<br />

si proclamavano i vincitori che,<br />

come premio, ricevevano una<br />

corona di foglie di ulivo selva-<br />

Duilio Litorale<br />

tico. Il 6 aprile 1896 furono<br />

aperti ad Atene i giochi olimpici<br />

con la partecipazione di 13 paesi,<br />

mancava l’Italia insieme ad altri.<br />

La ripresa dei Giochi dopo secoli<br />

si ebbe grazie alle pressioni del<br />

barone francese Pierre de Coubertin,<br />

appassionato di sport e<br />

profondamente convinto della<br />

sua importanza educativa. I<br />

primi sport ammessi furono:<br />

atletica leggera, atletica pesante,<br />

ciclismo, ginnastica, nuoto,<br />

scherma, tennis, tiro a cui si aggiunsero<br />

successivamente numerosi<br />

altri sport con la partecipazione<br />

sempre più numerosa<br />

delle donne. Si riprese la tradizione<br />

di farli con periodicità quadriennale<br />

e sempre in una città<br />

diversa. Si ebbero solo due interruzioni<br />

durante la I e la II<br />

guerra mondiale. La vera rinascita<br />

delle Olimpiadi si ebbe nel<br />

1908 a Londra dove era stato costruito<br />

uno stadio per centomila<br />

spettatori e dove gareggiarono<br />

più di duemila atleti tra cui 36<br />

donne. Nel 1924 incominciarono<br />

le Olimpiadi per gli sport invernali<br />

che attualmente comprendono<br />

gare di sci, pattinaggio e<br />

hockey sul ghiaccio, bob, slittino,<br />

curling, snowboard. Tristemente<br />

famose sono le Olimpiadi<br />

del 1968 a Città di Messico con<br />

manifestazioni studentesche duramente<br />

represse; quelle del<br />

1972 a Monaco di Baviera funestate<br />

da un’azione di terroristi<br />

arabi contro gli israeliani, finita<br />

con una strage; quelle del 1976 a<br />

Montreal, boicottate da parte dei<br />

paesi africani per protesta contro<br />

la politica di apartheid del Sudafrica.<br />

Nel 1980 a Mosca gli americani<br />

ed alcuni paesi a loro strettamente<br />

legati hanno disertato i<br />

Giochi, provocando, per ritorsione,<br />

l’assenza dai successivi<br />

di Los Angeles del 1984 dei<br />

paesi del blocco sovietico. Anni<br />

difficili in cui la politica ha inquinato<br />

i Giochi. Le Olimpiadi<br />

del 2012 si svolgeranno a Londra.<br />

Roma, a causa della profonda<br />

crisi economica che sta vivendo<br />

l’Italia, ha rifiutato di<br />

essere la futura sede dei Giochi<br />

per il 2020.<br />

LUGLIO2012


La capitale inglese ospita l’evento sportivo mondiale per eccellenza. Dal 27<br />

<strong>luglio</strong> al 12 <strong>agosto</strong> quasi undicimila atleti si contenderanno luci della ribalta<br />

e medaglie. A seguire, e fino al 9 settembre, poi, si svolgeranno i giochi paralimpici,<br />

riservati ai diversamente abili. Gli impianti ed il logo dell’edizione<br />

numero trenta dell’olimpiade. E, con impeccabile humor inglese,<br />

anche un curioso aneddoto…<br />

testo// Claudia Gambellini<br />

IXXX Giochi Olimpici, conosciuti<br />

come le Olimpiadi<br />

di Londra, si aprono ufficialmente<br />

il 27 <strong>luglio</strong> per terminare<br />

il 12 <strong>agosto</strong>. Sempre a Londra<br />

avranno luogo i XIV Giochi Paralimpici,<br />

che inizieranno il 20<br />

<strong>agosto</strong> e termineranno il 9 settembre.<br />

Sono 184 le nazioni<br />

qualificate alla partecipazione<br />

del grande evento, con una stima<br />

di circa 10.500 atleti. La capitale<br />

britannica diverrà così la prima<br />

città ad aver ospitato per tre<br />

volte un’olimpiade estiva, dopo<br />

quelle del 1908 e del 1948. Nove<br />

città (L’Avana, Istanbul, Lipsia,<br />

Mosca, Londra, Madrid, New<br />

York, Parigi e Rio de Janeiro) si<br />

erano candidate per essere sedi<br />

della XXX Olimpiade. Il Comitato<br />

Internazionale Olimpico le<br />

ha poi ridotte a cinque ed il 6<br />

<strong>luglio</strong> 2005, presso il Raffles<br />

City Convention Centre di Singapore,<br />

i membri del Cio si sono<br />

riuniti nel 117º Congresso per le<br />

votazioni. Alla fine Londra è<br />

stata scelta con 54 voti, sconfig-<br />

gendo Parigi di 4 voti. I Giochi<br />

Olimpici e Paraolimpici del<br />

2012 utilizzeranno una miscela<br />

di nuove sedi, strutture già esistenti<br />

e storiche e strutture temporanee,<br />

alcune delle quali in<br />

luoghi molto noti come Hyde<br />

Park e Horse Guards Parade.<br />

Tra le numerose opere di riqualificazione<br />

dell’area di Stratford,<br />

con la creazione di un<br />

vero e proprio parco, di palazzetti<br />

sportivi e stadi, e di altre infrastrutture,<br />

spicca la<br />

AncelorMittal Orbit, un’imponente<br />

torre rossa di acciaio. La<br />

torre svetta con i suoi 115 metri<br />

ed ospiterà due punti di osservazione.<br />

Con la sua discussa struttura,<br />

raffigurante i cinque cerchi<br />

olimpici, caratterizzerà lo skyline<br />

di Londra ed entrerà a far<br />

parte della liste delle strutture<br />

più alte del Regno Unito. IL<br />

Logo Olimpico è una rappresentazione<br />

del numero 2012, con la<br />

bandiera olimpica inserita nello<br />

0 e la scritta “London“ che appare<br />

nel primo 2 di “2012“. Il<br />

logo è stato creato da Wolff<br />

Olins, nota artista contemporanea<br />

la sua realizzazione è costata<br />

ben 600 mila euro. Ed infine un<br />

pò di ….. “humor inglese”. Il<br />

batterista Keith Moon, morto nel<br />

1978, è stato invitato dal comitato<br />

per i giochi olimpici all’inaugurazione<br />

delle Olimpiadi<br />

di Londra 2012. Questo curioso<br />

aneddoto al confine tra il comico<br />

e il macabro è stato confermato<br />

ufficialmente dal cantante Roger<br />

Daltery, che militava con Moon<br />

nei The Who. “Può accadere<br />

solo in Gran Bretagna –ha detto<br />

Roger. Ci è arrivata un’email<br />

Londra 2012<br />

Benvenuti a Londra 2012!<br />

che chiedeva se Keith Moon potesse<br />

presenziare alla cerimonia<br />

di apertura….”. Daltrey rivela<br />

anche che il manager della band<br />

ha risposto al Comitato Olimpico,<br />

senza perdere occasione di<br />

sfoderare il classico humor anglosassone.<br />

“Il nostro manager<br />

gli ha risposto, dicendo che in<br />

realtà Keith adesso risiede al<br />

crematorio di Gloders Green,<br />

dove è rimasto per gli ultimi 34<br />

anni. Ma forse con un tavolo rotondo,<br />

qualche candela e qualche<br />

bicchiere si sarebbe potuto<br />

riuscire a evocarlo attraverso<br />

una seduta spiritica….”<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

3<br />

D


D O S S I E R<br />

4<br />

Ai prossimi giochi parteciperanno parecchi atleti che hanno svolto parte della loro preparazione<br />

nel nostro territorio. Dai portacolori delle Fiamme Gialle agli azzurri delle arti marziali,<br />

allenatisi al Palafijlkam. Fino a nuotatori e pallanuotisti che si sono ritrovati presso il Polo natatorio,<br />

spesso in compagnia di altre nazioni<br />

Viaggio a Londra<br />

passando per Ostia<br />

testo// Giulia Martella e Greta D’Angiolella<br />

Il cuore sportivo di Ostia pulserà<br />

forte nel corso delle<br />

Olimpiadi di Londra. Molti<br />

tra gli atleti e le atlete della rappresentativa<br />

italiana, infatti, nei<br />

mesi scorsi sono stati ospiti delle<br />

strutture del nostro litorale in<br />

preparazione dei giochi inglesi.<br />

E’ il caso, per esempio, di alcuni<br />

portacolori delle Fiamme Gialle.<br />

Per l’atletica leggera, Fabrizio<br />

Donato, classe 1976, primatista<br />

italiano di salto triplo, ha frequentato<br />

il centro sportivo gialloverde<br />

a Castelporziano. “Dopo<br />

tre partecipazioni olimpiche<br />

(Sydney, Atene e Pechino) ed una<br />

lunga carriera, vorrei coronare<br />

il mio percorso agonistico con<br />

un risultato positivo alle prossime<br />

Olimpiadi… una medaglia<br />

… magari d’oro!”. Giulia Quintavalle<br />

ed Edwige Jeanne Gwend<br />

sono invece due judoka e si sono<br />

preparate presso Palafijlkam. La<br />

prima, oro a Pechino 2008, gareggerà<br />

nei -57 kg. La seconda,<br />

campionessa europea under 23,<br />

si cimenterà invece nei -63 kg.<br />

Inaugurato ad Aprile del 1990,<br />

con la sua area di 15.800 mq ed<br />

una capienza di circa 1.500 spet-<br />

Duilio Litorale<br />

tatori, il Palafijlkam<br />

nasce con<br />

la finalità di preparazionesportiva<br />

di alto<br />

livello. Il Centro<br />

Olimpico ha ospitato<br />

per un discreto<br />

numero di<br />

anni un College<br />

che univa alle esigenze<br />

della preparazione<br />

atletica<br />

quelle della formazionescolastica<br />

dei suoi<br />

giovani atleti. Il Centro ha ospitato<br />

inoltre gli atleti prescelti per<br />

il Progetto Atene (2000/2004) diretto<br />

da Vittoriano Romanacci.<br />

Oggi la maggior parte degli allenamenti,<br />

in preparazione alle<br />

competizioni internazionali più<br />

prestigiose, vengono svolti nel<br />

Centro Olimpico di Ostia. Gli<br />

atleti qualificati per le Olimpiadi<br />

di Londra 2012, oltre alle summenzionate<br />

atlete delle Fiamme<br />

Gialle, sono Roberto Meloni,<br />

Elena Moretti, Elio Verde, Francesco<br />

Faraldo, Antonio Ciano e<br />

Rosalba Forciniti per il Judo e<br />

Daigoro Timoncini per la Lotta.<br />

Oltre al Palfijlkam, ad Ostia c’è<br />

un altro centro sportivo di eccellenza,<br />

che ormai ha valenza per<br />

così dire olimpica. E’ il Polo natatorio,<br />

realizzato in occasione<br />

della 13^ edizione dei Mondiali<br />

di Nuoto, Pallanuoto, Tuffi,<br />

Nuoto Sincronizzato e Nuoto in<br />

Acque Libere di Roma 2009, che<br />

hanno riportato nella capitale<br />

l’elite del movimento natatorio<br />

mondiale. In questi ultimi due<br />

mesi è stato quartier generale<br />

degli atleti qualificati per le<br />

Olimpiadi. Per il nuoto ci si sono<br />

allenati un po’ tutti: da Filippo<br />

Magnini, Federica Pellegrini e<br />

Luca Dotto, fino ad Alice Mizzau,<br />

Alice Nesti, Diletta Carli,<br />

Martina De Memme, Erica Buratto<br />

ed Erika Ferraioli. La pallanuoto<br />

ha visto sia il Settebello<br />

che il Setterosa, con i tecnici<br />

Campagna e Conti a rifinire la<br />

preparazione anche con test<br />

amichevoli importanti, con squadre<br />

di rango quali Russia, Stati<br />

Uniti e Cina. Per tutti loro, così,<br />

le acque delle piscine di Ostia<br />

hanno rappresentato il rettilineo<br />

finale verso Londra 2012.<br />

LUGLIO2012


Un sogno a cinque cerchi<br />

testo// Giulia Martella<br />

Orietta Grossi, una vita di<br />

dedizione al basket e di<br />

grandi soddisfazioni.<br />

Nata a Roma e vissuta ad Ostia<br />

fino all’età di venti anni, ha iniziato<br />

la sua carriera di cestista<br />

nelle Stelle Marine. Poi, nel<br />

1974, il trasferimento nella squadra<br />

romana di serie A (la Tazza<br />

d’oro, diventata poi Algida) dove<br />

è rimasta fino al 1979. Successivamente<br />

il passaggio alla Fiat<br />

Torino con la vittoria dello scudetto<br />

e della Coppa dei Campioni.<br />

Ed ancora Chieti in serie<br />

B; Stelle Marine Ostia in A2 e<br />

Bari dal 1988 al 1994, con la<br />

promozione dalla A2 alla A1 e la<br />

vittoria della Coppa Ronchetti<br />

nel 1992. Nel 1980, però a 28<br />

anni, fresca vincitrice dello scudetto<br />

con al Fiat Torino, la prestigiosa<br />

partecipazione con la<br />

squadra azzurra femminile alle<br />

Olimpiadi di Mosca. L’allenamento<br />

fatto per partecipare ai<br />

giochi olimpici inizia da bambini<br />

… e dura una vita. “Ho lavorato<br />

tantissimo, sul mio corpo e sulla<br />

mia mente; mi sono allenata per<br />

una vita … con costanza ed abnegazione”,<br />

queste sono le parole<br />

della nostra Orietta. Forza<br />

fisica, dedizione, fiducia e volontà.<br />

Tutti concetti che per lei<br />

sono stati e sono tuttora all’ordine<br />

del giorno. Orietta Grossi<br />

racconta, commossa, il suo ricordo<br />

delle olimpiadi e di tutte le<br />

persone che le sono state vicine<br />

in quel periodo così glorioso,<br />

nonché enormemente faticoso.<br />

Ogni atleta ha un allenatore di riferimento,<br />

una persona speciale,<br />

un rituale, una “piccola magia”<br />

che lo aiuti a mantenere alta la<br />

concentrazione, che serve nei<br />

momenti in cui cala la tensione e<br />

c’è bisogno di ritrovarsi, di una<br />

spinta ulteriore. Bisogna allenare<br />

anche la psiche per non cedere<br />

alle pressioni inevitabili per l’impegno<br />

richiesto in quel particolare<br />

contesto. Nonostante<br />

l’enorme fatica, Orietta ha un ricordo<br />

meraviglioso di quegli<br />

anni. “Ho ricordi straordinari,<br />

tutti quegli atleti e quelle atlete<br />

visti solo alla televisione o sui<br />

giornali erano lì con me e mangiavamo<br />

tutti insieme!” È come<br />

un sogno che diventa realtà;<br />

molti atleti sognano di partecipare<br />

ai Giochi Olimpici, pochi ci<br />

riescono. Sorrisi, persone e luoghi.<br />

Racconta di un villaggio<br />

olimpico come il posto più incredibile<br />

che si possa immaginare. E<br />

la cerimonia d’apertura? Fantastica!<br />

“Purtroppo tutto era ridimensionato<br />

dall’assordante<br />

mancanza degli USA, dovuta al<br />

boicottaggio per l’invasione<br />

russa dell’Afganistan”. E poi i<br />

fatidici momenti, il tempo di giocare,<br />

di mettersi alla prova, di riunire<br />

la squadra, farsi forza,<br />

utilizzare corpo ed anima e mettercela<br />

tutta. Alla richiesta di<br />

come andarono le sue gare,<br />

Orietta risponde decisa. “All’epoca<br />

la formula di partecipazione<br />

era diversa dall’attuale.<br />

Due mesi prima a Varna (Bulga-<br />

ria) partecipammo alle qualificazioni<br />

olimpiche ed era presente<br />

tutto il mondo cestistico femminile,<br />

compresi gli Stati Uniti. Si<br />

qualificavano 5 squadre e noi arrivammo<br />

quarte! Era la prima<br />

volta che la nazionale femminile<br />

italiana accedeva alle Olimpiadi.<br />

A Mosca, poi, arrivammo seste,<br />

ma l’impresa era già aver partecipato!”<br />

Un’esperienza simile<br />

cambierebbe la vita di tutti. Ritornava<br />

in Italia una donna<br />

nuova, con un bagaglio diverso,<br />

Mosca 1980<br />

Dalle Stelle Marine Ostia a scudetti e coppe in grandi club del basket italiano. Orietta<br />

Grossi è stata una gloria cestistica del nostro litorale. Ma una delle emozioni maggiori<br />

della sua carriera è stata la partecipazione alle Olimpiadi di Mosca con la nazionale italiana<br />

femminile nel 1980, per la prima volta nella storia qualificata ai giochi e poi giunta sesta<br />

una luce negli occhi più intensa.<br />

“A casa è tornata una ragazza<br />

molto più ricca di esperienze ed<br />

un’atleta più consapevole dei<br />

propri mezzi”. Orietta è fiera di<br />

aver partecipato alle Olimpiadi.<br />

E seguire i giochi, le imprese di<br />

assi come Bolt, la nostra Pellegrini,<br />

ma anche i piccoli, grandi<br />

campioni africani è cosa che ancora<br />

oggi la emoziona. Spera per<br />

le Olimpiadi del 2012 che tutto<br />

sia pulito, che ci siano lealtà ed<br />

onestà, ed è convinta che Londra<br />

ci darà delle emozioni fortissime.<br />

Orietta Grossi si sente profondamente<br />

italiana e si commuove<br />

sempre quando ascolta l’inno di<br />

Mameli. “Vestire la maglia azzurra<br />

–conclude- è stato un<br />

onore immenso e non è retorica,<br />

ma un sentimento autentico.<br />

Anche perché, oltre a questo, la<br />

mia carriera e la mia vita non<br />

hanno subito contraccolpi clamorosi,<br />

e questa esperienza è rimasta<br />

sempre un mio tesoro<br />

profondamente personale”.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

5<br />

D


D O S S I E R<br />

6<br />

La doppietta di<br />

DanieLe MasaLa<br />

L’atleta simbolo del pentathlon moderno azzurro conquistò due ori nei giochi americani del 1984. L’azzurro,<br />

che ad Ostia veniva a rilassarsi al mare e che ancor oggi è facile incontrarlo nel corsi di manifestazioni sportive.<br />

Primeggiò sia nella gara individuale che in quella a squadre. Un’esperienza, quella olimpica, davvero<br />

unica, a cominciare dall’esordio di Montreal 76<br />

testo// Silvia Rossetto<br />

Da ragazzo Ostia, naturalmente<br />

destinazione<br />

spiaggia, era la sua meta<br />

preferita per i momenti di relax.<br />

Ed ancora oggi, quando può, ci<br />

torna volentieri. Anche se non più<br />

per un tuffo, ma per presenziare<br />

ad eventi in qualche modo legati<br />

allo sport, come le premiazioni<br />

annuali della Podistica Ostia di<br />

Pino Pavia o il Mundialido organizzato<br />

da Eugenio Marchina.<br />

Daniele Masala, in Italia…è il<br />

pentathlon moderno, l’uomo simbolo<br />

di questa disciplina. Una<br />

lunga e folgorante carriera culminata<br />

con ben tre medaglie<br />

olimpiche: l’oro individuale ed a<br />

squadre (con Cristofari e Massullo)<br />

nel 1984 a Los Angeles e<br />

l’argento a squadre (con Massullo<br />

e Toraldo) a Seoul 1988.<br />

“Per un pentatleta –esordisce<br />

Masala- la possibilità di partecipare<br />

a un’Olimpiade è come realizzare<br />

il sogno della propria<br />

vita. Per chi non usufruisce di<br />

una platea settimanale come<br />

molti sport offrono, l’Olimpiade<br />

è un’occasione più che unica che<br />

rara. Si può facilmente capire,<br />

quindi, il dramma di quegli atleti<br />

se per cause agonistiche o indipendenti<br />

dalla loro volontà (vedi<br />

boicottaggi politici) non colgono<br />

quella che potrebbe essere<br />

l’unica possibilità data nella loro<br />

vita.<br />

La competizione olimpica è sem-<br />

pre difficile. Non esiste uomo al<br />

mondo che si porta la vittoria da<br />

casa. Anzi, direi che più si è favoriti<br />

e più è difficile gareggiare.<br />

Meglio sarebbe se ci si presentasse<br />

come outsider e con la consapevolezza<br />

che ogni risultato è<br />

positivo. La pressione psicologica<br />

arriva a livelli altissimi che<br />

non tutti sanno affrontare e superare”.<br />

Nello sport che impegna<br />

gli atelti in cinque discipline<br />

(nuoto, corsa, tiro a segno, equitazione<br />

e scherma) Daniele Masala<br />

a Los Angeles 1984 fu<br />

mattatore, salendo per due volte<br />

sul gradino più alto del podio. E<br />

l’esperienza di quei due ori gli è<br />

naturalmente rimasta scolpita<br />

nella memoria. “Quando si riesce<br />

a realizzare il sogno di partecipare<br />

ai giochi olimpici –dice- si<br />

ricorda tutto o quasi, anche se<br />

sono passati quasi 3 decenni.<br />

Quello che mi piace ricordare di<br />

quell’Olimpiade, però, è proprio<br />

il clima fiducioso in cui vivevamo.<br />

Sapevamo che la squadra<br />

era molto competitiva e che io<br />

ero in condizioni fantastiche. Noi<br />

atleti, i nostri allenatori, i dirigenti<br />

eravamo un tutt’uno, in un<br />

misto di rispetto dei ruoli e di<br />

amicizia. Veramente un’esperienza<br />

che sia sotto il profilo<br />

umano che professionale, non ha<br />

avuto inceppamenti”. Daniele<br />

Masala, atleta militare, aveva dovuto<br />

rinunciare a Mosca 1980 per<br />

il boicottaggio dei paesi occidentali,<br />

ed ha partecipato da com-<br />

Duilio Litorale<br />

missario tecnico della nazionale<br />

di pentathlon moderno alle Olimpiadi<br />

di Barcellona 1992 portando<br />

gli azzurri all’argento nella<br />

prova a squadre. Ma il suo confronto<br />

tra l’olimpiade americana<br />

con le altre edizioni dei giochi si<br />

ferma in particolare alla sua<br />

prima esperienza olimpica.<br />

“Sembra banale dirlo, ma ogni<br />

Olimpiade è una storia a parte.<br />

Los Angeles era la mia seconda<br />

partecipazione ed è stata la coronazione<br />

di tanto lavoro e sudore.<br />

Avevo preso parte a<br />

Montreal 1976 arrivando quarto.<br />

I giochi canadesi hanno rappre-<br />

Los Angeles 1984<br />

sentato la prima volta in cui mi<br />

sono affacciato al mondo olimpico<br />

e ne sono stato folgorato”.<br />

Dal passato…al futuro. E così<br />

l’olimpionico Daniele Masala,<br />

dopo aver ricordato Los Angeles<br />

1984, parla anche di Londra<br />

2012. “Il pentathlon è uno sport<br />

molto complesso in cui fare pronostici<br />

non conviene. Posso dire<br />

che i nostri ragazzi sono molto<br />

ben allenati e che nutrono aspirazioni<br />

da podio ed è giusto che<br />

sia così. Non si può andare a una<br />

guerra senza essere armati, e<br />

loro lo sono. Spero veramente almeno<br />

in un buon risultato”.<br />

LUGLIO2012


Il “furto” a Vincenzo Nardiello nella semifinale dei superwelter in favore dell’idolo<br />

di casa Park Si Hun è passato alla storia dello sport mondiale. Eppure<br />

il pugile di Ostia, diventato poi campione europeo e mondiale tra i professionisti,<br />

conserva ancora nel cuore quella partecipazione olimpica che, al di<br />

là del risultato, è unica nel suo genere<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

La proclamazione del verdetto<br />

e subito dopo lui, in<br />

ginocchio, a battere i<br />

pugni rabbiosamente sul tappeto.<br />

E poi, sceso dal ring, le urla<br />

“ladri, siete dei ladri!” con tutto<br />

lo staff, in testa addirittura il<br />

capo missione azzurro Mario Pescante,<br />

a cercare di calmarlo. Le<br />

immagini di Vincenzo Nardiello<br />

dopo lo scandaloso verdetto con<br />

il coreano Park Si Hun alle<br />

Olimpiadi di Seul 1988 sono<br />

scolpite nella storia non soltanto<br />

dei giochi ma dello sport mondiale.<br />

Un verdetto di 3-2 casalingo<br />

ed ingiusto (due giudici<br />

assegnarono la vittoria all’azzurro,<br />

uno al coreano ed altri due<br />

il pari, ma con preferenza per<br />

l’atleta di casa) ribadito poi nella<br />

finale dei superwelter, vinta nella<br />

stessa controversa maniera da<br />

Park Si Hun sull’americano Roj<br />

Jones. “I coreani –precisa Nardiello-<br />

hanno un po’ questo tipo<br />

di filosofia quando organizzano<br />

e gareggiano in casa. Del resto<br />

loro per i successi sportivi ottenevano<br />

importanti riconoscimenti<br />

e vitalizi. E molti degli<br />

atleti erano anche di grado di<br />

parentela vicino agli organizzatori<br />

ed allo staff. Del resto basti<br />

tenere presente quanto poi accaduto<br />

ai mondiali di calcio del<br />

2002. Ricordo che molti giornalisti,<br />

alla vigilia della partita<br />

degli azzurri con la Corea, mi telefonarono<br />

per chiedere un pronostico<br />

ed una mia valutazione.<br />

Ed io risposi deciso che avrebbero<br />

fatto di tutto per mettere il<br />

confronto dalla loro parte. E tutti<br />

sapete come andò a finire, con<br />

l’arbitraggio dei Moreno”.<br />

Dopo le Olimpiadi di Seul e ben<br />

84 combattimenti tra i dilettanti,<br />

Nardiello a fine 88 passò professionista,<br />

iniziando una brillante<br />

carriera. Trentanove match con<br />

trentatrè successi (19 prima del<br />

limite) e sei sconfitte. E, nel suo<br />

palmares, il titolo europeo e<br />

quello mondiale dei<br />

supermedi. “Nonostante<br />

quanto accadutomi<br />

–continua<br />

l’olimpionico di<br />

Seul, nato Stoccarda<br />

nel 1966 ma<br />

trasferitosi poi da<br />

bambino con la famiglia<br />

ad Ostial’esperienza<br />

dei giochi rimane<br />

unica. Per tutti quei giorni sei in<br />

un villaggio che è un insieme di<br />

culture e colori. Vedi persone ed<br />

atleti di tutte le nazioni, con le<br />

loro abitudini, i loro cibi, le loro<br />

tradizioni. Ricordo come fosse<br />

oggi un’atleta della Mongolia<br />

che gareggiava nelle arti marziali<br />

e che era alta due metri e<br />

dieci!” Un ricordo che fa capire<br />

perché le Olimpiadi sono diverse<br />

dalle altre competizioni sportive.<br />

Un concetto che Nardiello ribadisce<br />

in modo chiaro ed inequivocabile.<br />

“I giochi si svolgono<br />

ogni quattro anni –spiega l’ex<br />

Seul 1988<br />

Un BeL ricOrDO<br />

nonostante la rabbia<br />

pugile- e mettono a confronto i<br />

più grandi nomi di tutto il<br />

mondo. Ed il titolo che si<br />

vince…è per sempre. Non a caso<br />

campione olimpico si è per tutta<br />

la vita. Io e gli altri che abbiamo<br />

conquistato titoli iridati, invece,<br />

veniamo definiti ex campioni del<br />

mondo, proprio perché la corona<br />

che hai avuto è poi passata ad<br />

altri altri”. Una considerazione<br />

che forse, nel cuore di Nardiello,<br />

aumenta la rabbia ed il rimpianto<br />

per quanto accaduto a Seul. Evidentemente,<br />

però, l’Olimpiade,<br />

anche per la sola partecipazione…..è<br />

per sempre.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

7<br />

D


D O S S I E R<br />

8<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Nel 1992 a Barcellona<br />

l’Italia non ha portato a<br />

casa molte medaglie, ma<br />

le vittorie conseguite sono state<br />

di grande qualità. Come non ricordare<br />

gli ori conquistati nella<br />

scherma, nel ciclismo, nella pallanuoto<br />

e nella canoa. O il bellissimo<br />

bronzo nella marcia<br />

guadagnato da De Benedictis.<br />

Peccato che tra i grandi atleti saliti<br />

sul podio manchino i rappresentanti<br />

del nostro territorio. Non<br />

però nella sostanza, poichè già da<br />

allora la partecipazione a questo<br />

e ad altri importanti impegni<br />

sportivi internazionali si è svolta<br />

sotto l’egida attenta di un personaggio<br />

che molto ha dato allo<br />

sport in generale e al nostro territorio<br />

in particolare. Nel ricordo di<br />

quelle prove non può essere passato<br />

sotto silenzio, infatti, colui<br />

che con il suo impegno continuo,<br />

con la passione e con la fede incrollabile<br />

nella funzione dello<br />

sport ha guidato per anni la<br />

FIDAL (Federazione Italiana<br />

Atletica Leggera), il generale<br />

della Guardia di Finanza Gianni<br />

Gola, presidente per anni anche<br />

del Gruppo Sportivo delle<br />

Fiamme Gialle che tanto lustro<br />

ha portato e porta allo sport na-<br />

Le Olimpiadi del<br />

MeDiterraneO<br />

Venti anni fa i giochi si svolsero in Spagna. A guidare la nazionale<br />

di atletica leggera l’allora presidente federale, il generale della<br />

Guardia di Finanza Gianni Gola. Ormai cittadino adottivo di Ostia<br />

e per quasi 40 anni importante punto riferimento del Gruppo<br />

Sportivo Fiamme Gialle e dello Sport Mondiale Militare, Gola ricorda<br />

le sensazioni uniche ed il profondo significato dell’evento<br />

olimpico. Ma anche i bronzi di De Bendictis nella marcia e di<br />

Rossi-Dreossi nella canoa<br />

zionale. Gianni Gola è cittadino<br />

adottivo di Ostia ed in veste di<br />

presidente della Fidal, dal 1989 al<br />

2004, ha accompagnato la squadra<br />

olimpica azzurra non solo a<br />

Barcellona ma anche ad Atlanta,<br />

a Sidney, ad Atene. Ma la sua<br />

partecipazione ai giochi olimpici<br />

risale già al 1972 con le Fiamme<br />

Gialle, ed è continuata, in veste<br />

di Presidente dello Sport Mondiale<br />

Militare, alle Olimpiadi di<br />

Pechino e a quelle invernali del<br />

2010. Dei giochi di venti anni fa,<br />

Gola ricorda la bella prova dei<br />

suoi atleti delle Fiamme Gialle<br />

nella canoa, con il bronzo nella<br />

gara K2 500 metri di Antonio<br />

Rossi e di Bruno Dreossi che<br />

“pensavano di aver toccato il<br />

cielo con un dito con quella medaglia<br />

e non sapevano che era<br />

solo l’inizio di una vera epopea<br />

che si sarebbe poi ripetuta da<br />

Atlanta in poi nelle successive<br />

edizioni!”. Sempre a Barcellona<br />

fu importante per l’atletica, la<br />

già citata medaglia nella 20 chilometri<br />

di marcia di Giovanni De<br />

Benedictis. “Barcellona è stata<br />

l’olimpiade del Mediterraneo- ricorda<br />

il generale Gianni Gola- ed<br />

è stato come ritrovarsi a casa<br />

senza stare a casa. Quei colori,<br />

quei sapori quei suoni, erano i<br />

colori, i sapori ed i suoni della<br />

nostra anima; è stato realmente<br />

Duilio Litorale<br />

un ritrovarsi nella<br />

culla della nostra<br />

civiltà. Tutti sappiamo<br />

che per Barcellona<br />

quella dei<br />

giochi olimpici è stata un’occasione<br />

unica per crescere e svilupparsi.<br />

Da allora una piccola città<br />

provinciale è divenuta un modello<br />

di sviluppo a cui tutti guardano<br />

con ammirazione.<br />

Basterebbe questo a far comprendere<br />

l’immenso valore ideale<br />

e di promozione rappresentato<br />

dalle olimpiadi”.<br />

Dunque, secondo lei è qualcosa<br />

in più di un evento sportivo.<br />

“Ogni atleta che partecipa a<br />

un’edizione delle Olimpiadi sa<br />

cosa può dare in termini di emozione-<br />

afferma Gianni Gola- ma<br />

ciò non è che una piccola parte<br />

del suo vero e profondo significato.<br />

L’Olimpiade per un popolo<br />

che vi partecipa tramite i suoi<br />

atleti è storia che ci lasciamo alle<br />

spalle. Non si tratta di una festa,<br />

sia pure importante e capace di<br />

cementare il senso di appartenenza<br />

di un popolo, come può essere<br />

ad esempio un europeo di<br />

calcio. Nulla da ridire su questi<br />

eventi, bellissimi e seguitissimi.<br />

Ma le Olimpiadi sono un enorme<br />

punto di riferimento, anche mediatico.<br />

A Pechino la cerimonia<br />

di apertura è stata seguita da 3<br />

Barcellona 1992<br />

miliardi e 650 milioni di persone.<br />

Londra si avvia a superare questo<br />

numero. Qui non si tratta di<br />

potere economico, perché nessun<br />

altro evento al mondo può competere<br />

con queste dimensioni.<br />

Del resto basta pensare al valore<br />

che esse avevano per i Greci, un<br />

misto di religione e civiltà. Ogni<br />

quattro anni, per 1378 anni consecutivi<br />

tutti i popoli ellenici fermavano<br />

le loro attività, facevano<br />

tregua alle loro guerre per competere<br />

nei giochi di Olimpia. Se<br />

l’usanza è stata interrotta non è<br />

stato certo perché se ne sia esaurita<br />

la carica, ma perché un<br />

editto dell’imperatore Teodosio<br />

ne ha decretato la “paganità”,<br />

ponendovi fine”.<br />

Proprio per ritrovare quel legame<br />

tra le nazioni le Olimpiadi sono<br />

state riproposte in età contemporanea.<br />

Esse esprimono al massimo<br />

grado il senso vero dello<br />

sport che non solo ha la funzione<br />

di educare, far crescere migliorare<br />

la salute e il sentimento di<br />

socialità degli individui, di gettare<br />

un ponte tra i popoli ma ci induce<br />

a riscoprire nei nostri tempi<br />

valori sempre verdi.<br />

LUGLIO2012


Alle prima delle sue quattro Olimpiadi, la judoka Ylenia Scapin conquistò subito<br />

il bronzo. Era una giovanissima che da Bolzano si trasferì ad Ostia e diventò<br />

una sorta di mascotte della spedizione azzurra. Vivendo un bellissimo sogno fatto<br />

anche di cose quali l’incontro con il Dream Team e la finale dei 200 metri piani<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

Lo sport come la vita è un continuo<br />

cadere e rialzarsi in piedi e<br />

ci insegna che la gloria ha un<br />

prezzo salato che sa di lavoro,<br />

sacrificio e rinuncia. La storia<br />

della judoka Ylenia Scapin ce lo<br />

conferma. I suoi numeri parlano<br />

chiaro: questa campionessa, che<br />

nel periodo dell’agonismo era residente<br />

ad Ostia, militando nelle<br />

Fiamme Gialle ed avendo come<br />

quartier generale degli allenamenti<br />

il Palafijlkam, ha all’attivo<br />

ben quattro olimpiadi (Atlanta<br />

nel 1996, Sidney nel 2000, Atene<br />

nel 2004 e Pechino nel 2008) e<br />

nei suoi sedici anni di sfavillante<br />

carriera sportiva ha guadagnato<br />

con sudore e fatica tre medaglie<br />

di bronzo mondiali, otto europee<br />

e una trentina di ulteriori riconoscimenti<br />

tra coppe del mondo e<br />

campionati militari. Tante vittorie,<br />

tanta euforia e voglia di rimettersi<br />

subito in gioco, di<br />

intraprendere la prossima sfida;<br />

ognuna di queste esperienze un<br />

viaggio, una storia, una lotta,<br />

l’incontro di altre donne che sul<br />

tatami come lei devono aver<br />

combattuto col fuoco nel petto e<br />

negli occhi. Sono arrivate anche<br />

le sconfitte, non è mancata la<br />

sofferenza, un intervento preolimpionico<br />

al menisco che ha<br />

compromesso le gare ateniesi,<br />

ma Ylenia si è sempre rimessa in<br />

pista fino a coronare il suo entusiasmante<br />

percorso con il dono<br />

di un figlio, il piccolo Giacomo,<br />

e una professione come tecnico<br />

che tuttora svolge con passione a<br />

Pomezia, che le ha permesso di<br />

rimanere all’interno di quello<br />

che è il suo mondo, il judo, e le<br />

ha consentito di viverlo a 360<br />

gradi, arricchendola come persona<br />

e come atleta. “Il judo ha<br />

rappresentato le mie amicizie, la<br />

mia casa, i miei affetti e Giacomo<br />

ne è l’espressione più completa<br />

- ci dice la nostra Ylenia<br />

che continua raccontandoci il<br />

suo esordio olimpico nel 1996. A<br />

quel tempo ero davvero una giovanissima<br />

atleta, 21 anni da<br />

poco trasferita a Roma da una<br />

città completamente diversa<br />

come quella di Bolzano, nella<br />

quale sono nata. In quell’occasione<br />

ero la più piccola della<br />

squadra e forse le poche aspettative<br />

nei miei confronti mi fecero<br />

vivere la gara con la giusta<br />

serenità. La conquista della medaglia<br />

di bronzo fu un evento incredibile.<br />

Per me fu subito festa e<br />

poi, con il passare del tempo e<br />

con l’aumentare della consapevolezza<br />

di quello che avevo fatto,<br />

responsabilità. Atlanta fu<br />

un’Olimpiade esagerata sotto<br />

tutti i punti di vista: del caldo,<br />

dell’organizzazione, del villaggio<br />

olimpico, tutto era una sorpresa<br />

continua. Nei giorni<br />

precedenti la competizione, tra<br />

un allenamento e l’altro non facevamo<br />

che cercare di incontrare<br />

i grandi campioni di allora.<br />

Ricordo di aver avuto la fortuna<br />

di vedere il “Dream Team” e di<br />

aver vissuto in diretta, davanti<br />

ad una delle centinaia di televisioni<br />

disseminate in tutto il villaggio,<br />

la finale dei 200 metri<br />

con la vittoria di Johnson! Che<br />

brividi!”. Una quinta Olimpiade<br />

è ormai alle porte e le chiediamo<br />

cosa ne pensa: “Sarà l‘ennesimo<br />

grande spettacolo dello sport. La<br />

vivrò in prima linea...ma dagli<br />

spalti. Io e il mio piccolo Giacomo<br />

saremo a Londra a vedere<br />

il suo papà e mio compagno di<br />

vita e di Judo. Per quanto riguarda<br />

la nostra disciplina non<br />

voglio e non posso fare pronostici:<br />

troppe componenti variabili,<br />

troppe incognite. Ho capito<br />

a mie spese che l’Olimpiade è<br />

una gara a sé, non sempre vince<br />

il più accreditato, il più forte, ma<br />

colui o colei che in quel giorno è<br />

Atlanta 1996<br />

Diario di una combattente<br />

più in forma e determinato. Sicuramente<br />

una medaglia ci sarà,<br />

forse anche più d’una e lo auguro<br />

a tutti i nostri ragazzi che si<br />

sono qualificati. Conosco bene<br />

la vita ed i sacrifici che affrontano<br />

per arrivare a questo appuntamento<br />

e quindi è giusto e<br />

doveroso tifare per loro.” Impegno<br />

cui sicuramente gli italiani<br />

non mancheranno. Un evento di<br />

grande calibro come le Olimpiadi<br />

attira le masse sugli spalti<br />

e davanti alla tv, attira anche coloro<br />

che lo sport non lo praticano,<br />

che solitamente lo<br />

considerano solo come un buon<br />

amico con cui passare una domenica<br />

pomeriggio. Sarà perché<br />

si tratta di un evento che abbattendo<br />

qualsiasi barriera politica,<br />

geografica o culturale aggrega “i<br />

più grandi campioni e i loro più<br />

grandi sogni” come la stessa<br />

Ylenia ci dice. O sarà perché<br />

questo binomio vita-sport ci avvicina<br />

alle ambizioni e alle aspirazioni<br />

degli atleti, questi loro<br />

sogni ce li fa condividere e ci lascia<br />

là col fiato sospeso nell’attimo<br />

tra la fine di una sfida e un<br />

urlo di gioia.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

9<br />

D


D O S S I E R<br />

10<br />

Un martello d’argento<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Nicola Vizzoni, classe<br />

1973, è un lanciatore di<br />

martello. E’ stato medaglia<br />

d’argento alle Olimpiadi di<br />

Sydney del 2000 e agli Europei<br />

di Barcellona del 2010. Vanta 24<br />

titoli nazionali (12 assoluti e 12<br />

invernali). Dal 1992 fa parte del<br />

gruppo sportivo delle Fiamme<br />

Gialle e dal 2003 è capitano della<br />

squadra italiana di atletica leggera<br />

non solo per il numero di<br />

maglie azzurre, (la 45ª presenza<br />

è stata il 15 <strong>agosto</strong> 2009 ai mondiali<br />

di Berlino) ma anche perché<br />

primatista assoluto di<br />

partecipazioni ai Campionati del<br />

mondo di atletica leggera, con<br />

otto presenze ininterrotte dal<br />

1997 al 2011. la sua carriera è in<br />

qualche modo legata ad Ostia. E<br />

non soltanto per la militanza<br />

nelle Fiamme Gialle, che con il<br />

loro gruppo sportivo hanno sede<br />

a Castelporziano. Uno dei tecnici<br />

di Nicola Vizzoni, infatti, è stato<br />

il compianto Giorgio Guarnelli,<br />

guida di tanti ragazzi presso lo<br />

stadio Stella Polare-Pasquale<br />

Giannattasio. Tanto che quando<br />

la moglie di Giorgio, Annalisa<br />

Zapelloni, ha ideato il Memorial<br />

dedicato al marito, Nicola non si<br />

è fatto pregare due volte. Ed ha<br />

partecipato con piacere a quello<br />

che è in pratica un vero e proprio<br />

gala dei lanci, ricordando che<br />

proprio Giorgio Guarnelli gli<br />

aveva predetto un’affermazione<br />

olimpica. Dopo un periodo di<br />

lontananza dalle gare, nel 2009,<br />

ormai trentaseienne, ha rilanciato<br />

la sua lunga carriera tornando a<br />

buoni risultati a livello internazionale,<br />

come le vittorie in<br />

Coppa Europa, Giochi del<br />

Mediterraneo e Coppa dei Campioni<br />

per club di atletica leggera.<br />

Nel 2010, ai campionati Europei<br />

di Barcellona, ha conquistato la<br />

medaglia d’argento con la misura<br />

di 79,12 metri. Il 5 giugno<br />

2011, in Coppa Italia, a Firenze<br />

è riuscito a tornare, per la quinta<br />

volta in carriera, oltre la barriera<br />

degli 80 metri, issandosi così al<br />

secondo posto nelle graduatorie<br />

mondiali dell’anno. “Per me tornare<br />

oltre gli 80 metri è stato un<br />

bellissimo risultato -afferma Vizzoni-<br />

che mi fa vivere con infinita<br />

emozione e grande speranza<br />

il ritorno alle Olimpiadi, a Londra”.<br />

Come ricorda la mitica Olimpiade<br />

del 2000, in cui ha vinto<br />

l’argento?<br />

“Dopo 12 anni, da quella medaglia<br />

olimpica, ne mantengo ancora<br />

un ricordo assai vivo -<br />

afferma l’atleta. Il sogno di ogni<br />

ragazzo che pratichi sport è proprio<br />

quello di partecipare alle<br />

Olimpiadi, per questo, anche se<br />

ne ho all’attivo ben quattro, è<br />

stata proprio la prima partecipazione<br />

a darmi la massima<br />

emozione. Emozione che comunque<br />

si ripete ogni volta alla vista<br />

di quel braciere che arde 24 ore<br />

su 24, facendoti sentire parte di<br />

un grande avventura”.<br />

Quali sono i momenti più esaltanti<br />

di questa esperienza?<br />

“Salire sul podio è certamente il<br />

massimo cui un atleta può aspirare,<br />

ma anche la semplice par-<br />

Sydney 2000<br />

In terra d’Australia Nicola Vizzoni bagnò il suo esordio olimpico salendo sul secondo gradino del podio. Una<br />

gara che, per il lanciatore delle Fiamme Gialle cresciuto sotto la guida tecnica del lidense Giorgio Guarnelli, fu<br />

il coronamento di un sogno. Così come, in genere, la partecipazione olimpica, che consente per qualche giorno<br />

ad ogni atleta di essere parte integrante dello sport mondiale<br />

Duilio Litorale<br />

tecipazione, in quel meraviglioso<br />

contesto, è un momento di gloria.<br />

Lo spirito che si crea è<br />

quello di solidarietà verso tutti i<br />

compagni e ciò dà anche la giusta<br />

dimensione alla competitività”..<br />

Lei che ha partecipato a quattro<br />

Olimpiadi ha un ricordo in<br />

particolare che prevale sugli<br />

altri?<br />

“La cosa che più ti resta dentro<br />

è l’atmosfera che si respira. Le<br />

Olimpiadi sono come un sogno<br />

in cui ti senti immerso; colpisce<br />

soprattutto il fatto di incontrare<br />

e scambiarsi il saluto con i più<br />

grandi atleti del mondo, con naturalezza<br />

e spontaneità. Sono<br />

personaggi di cui hai sentito<br />

parlare e che hai visto solo in televisione<br />

o nelle foto sui giornali,<br />

che ti trattano alla pari<br />

facendoti sentire parte integrante<br />

dello sport mondiale. E’<br />

qualcosa che non si può descrivere<br />

con le parole, ma bisogna<br />

averla provata. Per questo mi<br />

sento molto felice di tornare ai<br />

giochi per la quarta volta, specie<br />

dopo un periodo difficile che mi<br />

ha tenuto lontano dalle gare”.<br />

LUGLIO2012


Due presenze olimpiche per la pallanuotista Martina Miceli, partita da Ostia e<br />

protagonista per quasi venti anni nelle piscine italiane, d’Europa e del mondo.<br />

E nei giochi svoltisi in Grecia la medaglia d’oro con il Setterosa. Un qualcosa<br />

di unico ed irripetibile, con la responsabilità di rappresentare il proprio paese,<br />

l’atmosfera esaltante del villaggio olimpico, la tensione delle partite e la soddisfazione<br />

finale per il successo<br />

L’importanza di partecipare,<br />

La giOia Di Vincere<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Martina Miceli è<br />

un’ospite fissa dei nostri<br />

dossier sportivi,<br />

per la sua grande professionalità<br />

e per il gran numero di riconoscimenti,<br />

medaglie e premi che<br />

costellano la sua carriera. Basta<br />

dare uno sguardo alle medaglie<br />

conseguite con la squadra nazionale<br />

di pallanuoto, per comprendere<br />

il livello di questa atleta,<br />

cittadina di Ostia ma anche gloria<br />

dello sport italiano, che alle<br />

olimpiadi di Atene del 2004 ha<br />

portato a casa una bellissima<br />

medaglia d’oro nella pallanuoto<br />

femminile. Per anni, accanto ad<br />

una carriera folgorante come<br />

giocatrice ha svolto anche l’incarico<br />

di allenatrice per varie<br />

squadre. Con la sola Orizzonte<br />

Catania ha conseguito in totale<br />

nove scudetti e tre coppe dei<br />

campioni. “Sono sicuramente le<br />

Olimpiadi il traguardo più esaltante<br />

per una sportiva- dichiara<br />

Martina che ai giochi olimpici ha<br />

partecipato due volte, nel 2004 e<br />

nel 2008. Il solo partecipare ti<br />

riempie di una inesprimibile felicità.<br />

L’ingresso ai giochi, la cerimonia<br />

di apertura e poi le<br />

partite sono momenti irripetibili.<br />

Quando partecipi alla cerimonia<br />

d’inizio ti senti veramente al<br />

centro del mondo e nello stesso<br />

tempo avverti la responsabilità e<br />

l’onore di rappresentare il tuo<br />

paese. Ogni momento che si vive<br />

al villaggio olimpico è carico di<br />

un’atmosfera esaltante. Lì puoi<br />

incontrare atleti del momento o<br />

glorie del passato che sono diventati<br />

dei miti e la cosa speciale<br />

è che te li trovi vicino nei gesti<br />

quotidiani. Può capitarti di sederti<br />

a tavola accanto a Pelè o<br />

passeggiare nei viali con i più<br />

grandi atleti di tutte le specialità.<br />

Anche i gesti più banali allora<br />

diventano emozione”.<br />

Come ci si sente quando si<br />

gioca una finale olimpica?<br />

“Ogni finale, come ogni partita,<br />

ti prende e ti coinvolge completamente<br />

e sei tutto teso a vincere.<br />

Se mai è dopo, quando sali sul<br />

podio, che ti senti piena d’orgoglio<br />

e avverti anche il senso<br />

della grande responsabilità che<br />

hai portato sulle spalle”.<br />

Qual è il ricordo più bello che<br />

ti resta dalla medaglia d’oro di<br />

Atene 2004?<br />

Atene 2004<br />

“Non è un fatto in particolare,<br />

ma tutto il periodo vissuto con i<br />

compagni di squadra, la visita<br />

del Presidente Ciampi, i festeggiamenti<br />

al nostro rientro in Italia.<br />

Tutto mi è rimasto nel<br />

cuore ed è anche per questo che<br />

mi reputo fortunata, perché sia<br />

pure in veste di allenatrice posso<br />

continuare a praticare il mio<br />

sport sempre con lo stesso entusiasmo”.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

11<br />

D


D O S S I E R<br />

12<br />

Olimpiadi…<br />

in sella e a cavallo<br />

Michele Sementilli è<br />

analista biochimico<br />

clinico ed horse tutor,<br />

oltre che infermiere veterinario<br />

diplomato presso l’istituto Bonaparte<br />

di Parigi: Profondo amante<br />

del mondo del cavallo sportivo,<br />

dall’ippica all’equitazione passando<br />

per il Reining, questo ragazzo<br />

di Ostia ha vissuto<br />

l’entusiasmante e coinvolgente<br />

esperienza delle Olimpiadi di Pechino<br />

2008 come analista del<br />

metabolismo dei cavalli per il<br />

concorso completo di equitazione<br />

per la nazionale azzurra.<br />

Che cosa ricorda dell’olimpiade<br />

a livello sportivo e di risultato?<br />

“Ricordo la trepida preparazione<br />

a partire da Settembre<br />

2007 quando conquistammo il<br />

bronzo a squadre ai campionati<br />

europei ed iniziammo lo studio<br />

del clima per portare i nostri<br />

atleti (cavalli che non parlano) a<br />

poter sopportare il clima caldo<br />

umido tipico del periodo estivo<br />

in Asia, oltre che lo stress psicologico<br />

potenzialmente provocato<br />

loro in occasione di tifoni (un cavallo<br />

della Francia calciando in<br />

box per il rumore provocato dal<br />

tifone non poté partecipare essendosi<br />

contuso un nodello). Per<br />

quanto riguarda il risultato era-<br />

vamo quinti a squadre dopo Germania<br />

ed Inghilterra, Australia e<br />

Svezia dopo i primi due giorni di<br />

addestramento. Dopo la prova di<br />

Cross Country eravamo diventati<br />

terzi e lo siamo rimasti fino<br />

all’ultimo percorso della finale<br />

quando, il nostro ultimo binomio<br />

ha fatto errore su quattro salti riportandoci<br />

in quinta posizione<br />

facendo sfumare il sogno di una<br />

medaglia olimpica”.<br />

Ci racconti qualche aneddoto<br />

… ad esempio ha portato qualche<br />

oggetto in Italia da lì?<br />

“Dal Merchandise del villaggio<br />

Olimpico ho portato gadget per<br />

mio figlio (occhiali di Pechino<br />

2008 che si arrotolano) e per<br />

mia moglie, anche lei cavaliere<br />

professionista (una teiera a<br />

forma dello stadio a nido Pechino)”.<br />

Come ricorda quell’esperienza?<br />

“Con un senso di profonda responsabilità<br />

derivante dal trasportare<br />

i cavalli in aereo ed<br />

dallo, studiare temperatura,<br />

Duilio Litorale<br />

testo// Giulia Martella<br />

pressione ed umidità dell’aria<br />

per poter allenare i nostri atleti<br />

al meglio. Le gare si svolgevano<br />

ad Hong Kong in uno degli ippodromi<br />

più grandi del mondo.<br />

Basti pensare che il tondino di<br />

presentazione dei cavalli vantava<br />

5.000 posti a sedere, considerando<br />

che ogni mercoledì la<br />

città di Hong Kong si ferma per<br />

le corse dei purosangue. Per arrivare<br />

allo stadio fummo scortati<br />

dalla polizia locale che aveva<br />

studiato un tragitto apposito,<br />

isolandolo al traffico della città<br />

per rendere più confortevole il<br />

viaggio dei nostri atleti”.<br />

Che atmosfera si respirava in<br />

quel luogo?<br />

“Voglia di vincere”.<br />

Come ricorda il villaggio olimpico?<br />

“Multietnico, e tutti quanti parlavano<br />

la stessa lingua: passione<br />

e sport”.<br />

Cosa ha significato partecipare<br />

alle Olimpiadi nella sua vita e<br />

nella sua carriera?<br />

“Ho imparato a rimanere concentrato<br />

anche quando il clima<br />

non ti aiuta. Ho imparato che<br />

solo con il massimo sacrificio si<br />

possono ottenere risultati e a<br />

volte nemmeno quelli. Per la mia<br />

carriera non è cambiato molto se<br />

non il fatto di poter apprezzare<br />

Pechino 2008<br />

Negli ultimi giochi svoltisi in Cina, Michele Sementilli è stato analista<br />

del metabolismo dei cavalli per la nazionale italiana. Un ruolo delicato<br />

e di responsabilità in una competizione impegnativa ed affascinante. Il<br />

rimpianto per il bronzo sfumato ma la soddisfazione per una partecipazione<br />

ad un evento che puo’ essere considerato davvero unico<br />

quel tipo di esperienza”.<br />

Com’è stato il ritorno in Italia?<br />

“Non avendo vinto alcuna medaglia<br />

il muso lungo era assicurato,<br />

ma nella vita è così, non si<br />

è mai soli a gareggiare e un<br />

buono staff deve essere insieme<br />

sia nella vittoria sia nella sconfitta”.<br />

Com’è stata l’esperienza nel<br />

paese?<br />

“Era la prima olimpiade in Cina<br />

ed i cinesi non volevano assolutamente<br />

dare l’impressione di essere<br />

un paese meno performante<br />

del loro PIL. La povertà era comunque<br />

dietro l’angolo, bastava<br />

allontanarsi dai luoghi riservati<br />

agli atleti o da quelli consigliati<br />

agli ospiti che era evidente un<br />

paese che ha tradizioni e rispetto<br />

del prossimo e della persona diverse<br />

da quello che fino ad oggi<br />

consideriamo nel nostro bel<br />

paese”.<br />

Quali sono le sue impressioni<br />

sui giochi 2012?<br />

“Saranno le olimpiadi dei paesi<br />

emergenti, sperando che il vecchio<br />

continente rimanga determinato<br />

a proseguire la sua lunga<br />

storia di successi sportivi. Spero<br />

solo che gli interessi dello show<br />

non rovinino la purezza dello<br />

sport”.<br />

LUGLIO2012


Dopo Atene e Pechino, Gabrio Zandonà, velista di Ostia, sarà in gara anche alle Olimpiadi<br />

di Londra. Una carriera iniziata da bambino… con una gita in barca e ricca di successi<br />

a livello italiano, europeo e mondiale. I giochi inglesi, per lui, saranno caratterizzati da una<br />

grande voglia di riscatto, viste le sfortunate esperienze precedenti<br />

non c’è due<br />

testo// Claudia Gambellini<br />

senza tre<br />

D<br />

Questa è la storia di una grande<br />

personalità del nostro territorio.<br />

Nato ad Ostia in una famiglia<br />

di sportivi, padre calciatore e<br />

madre ballerina, Gabrio Zandonà fin<br />

da piccolissimo pratica diverse attività<br />

sportive. Ma determinante, per Gabrio,<br />

è una gita in barca assieme ad un<br />

amico. Quella per lui fu la prima<br />

volta…la prima volta che approcciò al<br />

mare in maniera differente, in modo<br />

profondo, anche se ancora non sapeva<br />

quanto questa gita avrebbe cambiato<br />

la sua vita, per sempre. Fu un vero e<br />

proprio colpo di fulmine. Così nell’estate<br />

successiva, quella del 1984, partecipò al<br />

suo primo corso di vela. Passano gli<br />

anni, e quel bambino diventa un<br />

grande sportivo e la vela la sua<br />

passione. Ogni giorno ed ogni<br />

anno di più. “Fin da piccolo<br />

–racconta Gabrio- ottenni<br />

grandissime soddisfazioni<br />

raggiungendo splendidi risultati<br />

sull’optmist, grazie agli<br />

insegnamenti del mio allenatore<br />

Mario Siano. Vinsi prima<br />

il Campionato Italiano, poi<br />

quello Europeo ed infine il<br />

Mondiale a squadre. Successivamente<br />

abbracciai la vela<br />

senza limiti di età, vincendo<br />

ancora tanti Campionati Italiani,<br />

Europei e Mondiali, sia<br />

sulle derive che sulle barche<br />

a chiglia”. Tuttavia come<br />

ogni grande sportivo che si rispetti,<br />

Zandonà non ha ottenuto<br />

solo grandi gioie ma ha dovuto registrare<br />

anche grandi delusioni, che nella vita di ciascuno<br />

spesso rappresentano il trampolino di<br />

lancio per raggiungere nuovi successi o, in<br />

termini sportivi, “nuovi podii”. E due sono<br />

quelle che considera un po’ le sue “ferite”.<br />

“Nel 2004 partecipai alle Olimpiadi di<br />

Atene, come Campione del Mondo in carica<br />

ma arrivai 10° e nel 2008 a quelle di Pechino,<br />

perdendo la possibilità della medaglia<br />

alla decima prova”. C’è una grande<br />

voglia di riscatto in questo campione. Gabrio<br />

Zandonà parteciperà a Londra 2012 e quella<br />

inglese, per lui, sarà quindi la sua terza<br />

Olimpiade. Come al solito, Gabrio intende<br />

affrontare questa sfida alla meglio e si sta allenando<br />

da giugno con impegno e rigore direttamente<br />

in loco per conoscere e prendere<br />

confidenza con il campo di regata. Alla domanda<br />

di quanto sia difficile la vita di un<br />

campione e come si riesca a coniugare il rigore,<br />

gli allenamenti e la disciplina con l’essere<br />

ancora giovani, Gabrio risponde così:<br />

“La vela è uno sport atipico, non sempre il<br />

sudore viene premiato, il vento è molto difficile<br />

da prevedere. Fortunatamente la passione<br />

e l’amore che mi legano alla barca a<br />

vela e le emozioni fortissime che questa mi<br />

regala annullano la fatica. L’amore è ciò<br />

che mi permette di impegnarmi negli allenamenti<br />

con determinazione e volontà per raggiungere<br />

importanti traguardi”. La<br />

determinazione di Gabrio è ciò che ci colpisce,<br />

è un esempio, un buon esempio per tutti<br />

i giovani. Non bisogna smettere mai di lottare<br />

per ciò che si ama. Buona fortuna per la<br />

tua Olimpiade, Gabrio! Duilio Litorale e<br />

tutto il XIII Municipio sono con te!<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

13


R E C E N S I O N I<br />

14<br />

Enrico Brignano<br />

Tutto suo padre<br />

Rizzoli<br />

di// Lucia Battaglia<br />

Iricordi hanno il loro fascino,<br />

perché col tempo le situazioni<br />

difficili e dolorose perdono<br />

di consistenza, mentre<br />

restano impresse quelle piacevoli.<br />

Il libro di Brignano potrebbe<br />

essere definito come il resoconto<br />

dei ricordi di un passato in cui avvengono<br />

episodi, si verificano<br />

delle situazioni in cui ciascuno di<br />

noi può riconoscersi e ritrovarsi.<br />

L’autore parla dei suoi genitori,<br />

dei suoi nonni che hanno avuto<br />

una vita movimentata, spesso difficile;<br />

egli esprime un profondo<br />

affetto per queste persone che<br />

hanno lasciato in lui tracce indelebili,<br />

soprattutto il padre come si<br />

evince dal titolo del libro. L’ironia,<br />

la comicità che sono connaturate<br />

all’autore, sono sempre<br />

presenti in una narrazione che alterna<br />

aneddoti spiritosi ed esilaranti<br />

con attente riflessioni,<br />

considerazioni sulla realtà del<br />

paese in cui è cresciuto, Dragona<br />

dove tutto era abusivo. « In tutte<br />

le case- scrive Brignano- c’era un<br />

cartello che diceva che “i lavori<br />

sono bloccati perché abusivi”.<br />

Chi non lo possedeva….veniva<br />

considerato un possibile sospetto».<br />

La narrazione scorre<br />

fluida, gli aneddoti e le battute<br />

umoristiche si susseguono, rendendo<br />

intrigante e piacevole la<br />

lettura. Non si tratta, però, di un<br />

libro leggero o superficiale; una<br />

lettura approfondita fa scoprire<br />

emozioni e sentimenti profondi<br />

per la famiglia o rispetto per le<br />

tradizioni e anche l’amore per gli<br />

animali: la morte del cane Argo<br />

che il padre aveva salvato da un<br />

bidone della spazzatura, provoca<br />

un dolore profondo in tutta la famiglia<br />

che piange disperatamente<br />

la perdita di un amico fedele. Ci<br />

Duilio Litorale<br />

sono episodi che suscitano tenerezza<br />

e strappano un sorriso: Enrico<br />

per un certo periodo vive a<br />

Tunisi presso i nonni paterni in<br />

un periodo particolarmente difficile<br />

per loro, ma nonna Maria<br />

non si perdeva di coraggio ed<br />

aveva escogitato un sistema per<br />

risolvere i problemi quotidiani<br />

“con un po’ di fantasia e con una<br />

buona dose di ottimismo”: tagliava<br />

due grosse fette di pane e<br />

in mezzo ne metteva una “tagliata<br />

fina fina” condita con olio<br />

e sale che fungeva da prosciutto,<br />

se metteva sulla fettina un po’ di<br />

zucchero subito questa si trasformava<br />

in cioccolata. Era un modo<br />

intelligente e spiritoso di esorcizzare<br />

la fame e le privazioni di<br />

quel periodo. Il padre fruttivendolo<br />

era sempre affamato, pretesto<br />

per la creazione di altri<br />

aneddoti esilaranti. I ricordi si ri-<br />

feriscono anche alla storia personale<br />

dell’autore che parla delle<br />

difficoltà e delle soddisfazioni<br />

che ha vissuto in 25 anni di carriera<br />

artistica fino alla fondazione<br />

di Artès, il suo fiore all’occhiello.<br />

Una narrazione ricca di episodi,<br />

di ricordi di una quotidianità di<br />

persone semplici ed oneste che<br />

hanno affrontato con dignità e<br />

coraggio le avversità della vita,<br />

ma anche una dichiarazione di affetto<br />

per il sito dove l’autore è<br />

nato e cresciuto: «Qui sono cresciuto<br />

e mi sono formato.. A questo<br />

posto sono legati i miei affetti<br />

e i miei ricordi d’infanzia. E nella<br />

mia infanzia abusiva i miei genitori<br />

mi hanno cresciuto coi loro<br />

valori. Quelli, non abusivi».<br />

La nostra casa editrice ha fornito<br />

alcune foto.<br />

LUGLIO2012


Alessandro Montedoro<br />

La cucina creativa<br />

di// Carola chiarlitti<br />

Ippocrate, tradizionalmente<br />

considerato il padre della<br />

medicina occidentale ha<br />

detto: “Lasciate che il cibo sia<br />

la vostra medicina e che la vostra<br />

medicina sia il cibo.” Non<br />

c’è dubbio che la visione di un<br />

uomo sia irrimediabilmente<br />

condizionata dalla storia,<br />

ignara del sopraggiungere del<br />

progresso, ma è pur vero che<br />

dietro quella stessa visione<br />

possono tal volta essere celate<br />

verità universali, inattaccabili<br />

dal flusso mordace del tempo.<br />

Alessandro Montedoro, come<br />

lui stesso ci tiene a precisare,<br />

non è un medico e non è un filosofo,<br />

ma è uno chef executive<br />

e ha riportato alla luce a<br />

suo modo una verità che ha i<br />

sapori e gli odori di culture vi-<br />

cine e lontane, che fa parte del<br />

vissuto di uomini di ieri come<br />

quelli di oggi e che molti di noi<br />

sopraffatti dall’idolo insapore<br />

e inodore della tecnologia tendiamo<br />

a dimenticare: il cibo è<br />

salute. Ed è partendo da questo<br />

presupposto che Alessandro ci<br />

accompagna in questo viaggio<br />

alla scoperta della nutraceutica<br />

ovvero “lo studio degli alimenti<br />

che hanno un effetto benefico<br />

sulla salute umana” e lo<br />

fa senza intenti sciamanici o<br />

esoterici, bensì con onestà e<br />

competenza. Una competenza<br />

che gli deriva da anni di esperienze<br />

culinarie internazionali<br />

che lo hanno messo in contatto<br />

con pratiche che ai nostri occhi<br />

hanno l’aspetto del mistico ma<br />

che in realtà sono semplice-<br />

mente frutto di costume, tradizione<br />

e saggezza popolare. È<br />

quest’osmosi culturale ed una<br />

vocazione innata verso i fornelli<br />

che hanno spinto Alessandro<br />

ad aprirsi alla ricerca e alla<br />

sperimentazione, assumendo<br />

quest’approccio originalissimo<br />

verso la cucina che lui stesso<br />

definisce “portare la medicina<br />

a tavola”. Il consiglio dello<br />

chef non è optare per un sistema<br />

alternativo alla medicina<br />

ufficiale, ma è evitare di rifugiarsi<br />

seduta stante nel farmaco<br />

al primo accenno di<br />

patologie lievi che, compatibilmente<br />

con lo stato di salute di<br />

Presentando<br />

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presso Libreria Meucci<br />

ciascuno, potrebbero essere alleviate<br />

se non addirittura risolte<br />

tramite<br />

l’alimentazione. Ad una<br />

semplice e attenta analisi<br />

delle proprietà curative<br />

degli alimenti che più o meno<br />

frequentemente incontriamo<br />

nei nostri piatti (a partire dalla<br />

cicoria, passando per il ginseng,<br />

per arrivare all’uovo di<br />

struzzo) segue un ricettario accattivante,<br />

di abbinamenti sfiziosi<br />

pensati appositamente per<br />

aiutarci ad affrontare i piccoli,<br />

fastidiosi malesseri quotidiani,<br />

dall’ipertensione all’ansia, alla<br />

gastrite, all’influenza. Il tutto<br />

attraverso una sinfonia calibrata<br />

di colori e sapori. Un<br />

trionfo per gli occhi e per il palato.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

15<br />

R


R E C E N S I O N I<br />

16<br />

Clara Sanchez<br />

La voce invisibile del vento<br />

Garzanti<br />

La voce invisibile del<br />

vento che viene dal<br />

mare è l’unica presenza<br />

per Julia che<br />

si trova immersa nel<br />

buio in una solitudine sconcertante.<br />

L’autrice del Profumo delle<br />

foglie di limone stupisce ancora<br />

una volta il lettore con questa<br />

nuova narrazione in cui si intrecciano<br />

tanti motivi diversi. Una<br />

storia intrigante dagli aspetti inquietanti,<br />

così intessuta di mistero,<br />

di magia e di un<br />

simbolismo che tutto permea facendo<br />

riflettere sulla vita e sul valore<br />

dei sentimenti. Numerosi<br />

sono i personaggi che si muovono<br />

tra la realtà ed il sogno, in<br />

un’ambiguità puramente simbolica.<br />

Julia, la protagonista, si reca<br />

insieme al marito Felix ed al figlio<br />

Tito a Las Marinas, una lo-<br />

calità balneare spagnola, per trascorrere<br />

un periodo di vacanza in<br />

una casa sulla spiaggia. La sera<br />

Julia esce per andare a comperare<br />

il latte per il figlio e all’improvviso<br />

si trova in macchina senza<br />

documenti, senza soldi. Incomincia<br />

a vagare nella notte senza riuscire<br />

più a trovare la casa dove<br />

aveva lasciato la sua famiglia.<br />

Una storia narrata a due voci da<br />

Julia e da Felix che rappresentano<br />

due mondi diversi: la realtà<br />

Felix, il sogno Julia che rivive in<br />

una narcolessia prolungata la sua<br />

esistenza costellata di momenti<br />

felici, ma macchiata da una colpa<br />

che non aveva mai avuto il coraggio<br />

di confessare al marito.<br />

Felix vive ore di angoscia, perché<br />

non ha più notizie della moglie;<br />

solo più tardi sarà informato dalla<br />

polizia dell’incidente che Julia ha<br />

Duilio Litorale<br />

avuto con la macchina, saprà che<br />

si trova in un ospedale immersa<br />

in un sonno profondo. Seguono<br />

giorni di ansia nella speranza che<br />

la moglie si svegli e riprenda la<br />

sua vita normale; cosa che accadrà<br />

dopo diversi giorni; nel frattempo<br />

Felix viene a sapere della<br />

relazione della moglie con Marcus<br />

per cui teme doppiamente di<br />

perderla. Julia nel sogno vaga disperatamente<br />

per tutta la notte<br />

finché arriva in un locale notturno<br />

dove conosce Marcus, un<br />

uomo affascinante per il quale<br />

prova subito una forte attrazione<br />

che altro non era che una superficiale<br />

infatuazione per un essere<br />

spregevole che lei ucciderà. Una<br />

morte dal valore simbolico: sta a<br />

significare il rafforzamento della<br />

sua unione con Felix e l’eliminazione<br />

di tutti gli ostacoli. L’amore<br />

vero, quello che «rende esausti<br />

perché fa provare al soggetto<br />

emozioni molto intenseȏ quello<br />

che prova per Felix e per la sua<br />

famiglia. A questa conclusione<br />

Julia arriva solo dopo un lungo<br />

percorso che deve compiere da<br />

sola per ritrovare se stessa e per<br />

capire quali sono i suoi bisogni e<br />

i suoi desideri. Una narrazione<br />

fluida, interrotta da dialoghi, resa<br />

agile da una punteggiatura frequente,<br />

affascinante da descrizioni<br />

brevi, ma suggestive:«Per<br />

strada la luna si rifletteva sui cofani<br />

delle macchine. C’era un’intensa<br />

luna piena, che inondava la<br />

notte di un grande pallore».<br />

LUGLIO2012


Raffaela Congiu<br />

Petali d’inchiostro<br />

<strong>Publidea</strong><strong>95</strong><br />

“Se tieni le mani unite a coppa, a<br />

contenere variopinti petali di<br />

fiori, per poi dischiuderle su di<br />

un foglio bianco; i petali cadranno<br />

lentamente, ed uno alla<br />

volta si poserà delicatamente a<br />

raccontarci le emozioni di una<br />

vita”.<br />

Le poesie di Raffaela<br />

Congiu sono come<br />

petali colorati; le<br />

devi leggere con attenzione,<br />

non devi<br />

perderne nessuna sfumatura, e<br />

vedrai che lentamente si poseranno,<br />

affascinandoti e regalandoti<br />

ricchezza, confidenza, ed un<br />

cammino su un terreno amico.<br />

Non a caso, che per la veste grafica,<br />

si siano scelte delle sfumature<br />

di colore a tratteggiare le<br />

varie fasi della vita; una vita segnata<br />

da momenti di angoscia,<br />

d’incomprensione e d’incertezze,<br />

superati con un vigore che<br />

solo l’amore può dare…e Raffaela<br />

è una sorgente d’amore!.<br />

La sua sensibilità, il suo amore<br />

per la natura si percepiscono,<br />

anche, dai suoi scatti fotografi<br />

che colgono sempre i particolari<br />

più espressivi.<br />

La raccolta di poesie è volutamente<br />

suddivisa in capitoli, preceduti<br />

da un’immagine:<br />

Io sono<br />

“….Io sono qualcosa di meno<br />

nel mondo dei più senza fine”:<br />

l’infanzia, l’adolescenza;<br />

Polline e miele<br />

“…Solo per amore ho vinto la<br />

disperazione di essere madre<br />

prima di essere figlia”:<br />

la maternità, l’amore indiscusso<br />

per i figli.<br />

Non ti stancare…vita<br />

“…Non ti spaventare di due<br />

gambe pesanti…di ferraglia ingombrante”:<br />

i momenti più tragici superati<br />

con la vigoria, che solo l’amore<br />

per la vita ti può dare.<br />

Rettangoli di memoria<br />

“…E mi racconti la vita vissuta<br />

sulla corteccia della tua esperienza”:<br />

frammenti di vita, per saziare la<br />

Presentando<br />

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presso Libreria Meucci<br />

fame del passato.<br />

Più che una semplice raccolta di<br />

poesie, questo libro, è un contenitore<br />

di emozioni che a<br />

volte ci sorprendono o ci<br />

sconvolgono, ma che ritroviamo,<br />

quasi sempre, nel quotidiano<br />

vivere.<br />

Parte del ricavato dalla vendita<br />

del libro, su espressa richiesta<br />

dell’autrice, sarà devoluto in beneficenza<br />

all’Ass. ANT e all’Ass.<br />

Gocce nel Mare.<br />

Raffaela Congiu nasce in Sardegna e passa<br />

la sua infanzia sull'isola. Vive ad Ostia dall'adolescenza,<br />

dove si sposa giovanissima e<br />

diventa madre di due figli. Nel 2004 un incidente<br />

la costringe sulla sedia a rotelle. Il<br />

suo carattere solare e la sua forza non la fermano<br />

e si reinventa la “seconda vita”.<br />

Si diletta in varie discipline sportive: nel<br />

2007 e nel 2009 partecipa e vince il Campionato<br />

Italiano e diverse gare di Hand<br />

bike. Impegnata nel sociale, contro le barriere<br />

archittetoniche e in molteplici associazioni.<br />

Questa è la sua prima raccolta di poesie. Da<br />

anni vive ad Ostia Antica.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

17<br />

F.D.<br />

R


A R T E<br />

Arte secondo D.E.G.A.S.<br />

Non è avventura consueta quella nella quale<br />

s’imbarca la Galleria d’Arte D.E.G.A.S.<br />

assieme ad APPRODO ALLA LETTURA ad<br />

Ostia Lido: dedicarsi alla promozione dell’esperienza<br />

artistica, supportare artisti conosciuti<br />

ed emergenti, concedendo loro una<br />

ribalta, programmare mostre ed eventi non è<br />

oggi impegno di poco conto… Fra le operazioni<br />

culturali di questa estate, si segnala l’edizione<br />

del premio intitolato a Massimo Di<br />

Somma, inaugurata sul Pontile di Ostia lo<br />

scorso 11 giugno. Dal 14 al 31 <strong>luglio</strong> 2012 sarà<br />

possibile visitare la mostra collettiva degli artisti<br />

presso la D.E.G.A.S. in Via della Stazione<br />

del Lido 32. Fra le opere esposte nella galleria,<br />

una giuria di esperti selezionerà le 10 finaliste,<br />

proclamando le 3 vincitrici dei premi in denaro<br />

in palio. Abbiamo raccolto, e vi offriamo di seguito,<br />

le impressioni di due componenti della<br />

giuria, riconfermate per questa edizione, la storica<br />

dell’arte dott.ssa Marilù Lanzafame e la<br />

psicologa dell’arte dott.ssa Maria Grazia Di<br />

Gaetano. Scrive la Lanzafame: “É per me un<br />

onore partecipare a questa operazione culturale,<br />

e mi metterò in gioco, sicura di provare<br />

nuove emozioni e ritrovarne di perdute. La diffusione<br />

sul territorio dei valori del bello è<br />

azione temeraria, che tocca la nostra umanità e<br />

merita il nostro impegno, perché l’esposizione<br />

delle opere generate dal furor dell’artista, dal<br />

suo meditare sul mondo e sul sogno, esprimono<br />

la voglia di rappresentare e rappresentarsi attraverso<br />

tangibili concrezioni che sono nascite<br />

divine provocanti il nostro tremante stupore,<br />

che ci rallegrano e confortano. Al di fuori, resta<br />

un terreno arido e sterile. Accolgo l’impegno<br />

certa di replicare l’esperienza emozionante<br />

Programma Mostre 2012 Galleria D.E.G.A.S.<br />

dal 16/06/12 al 29/06/12 - MOSTRA D’ESTATE ( COLLETTIVA)<br />

14/07/12 31/07/12 – PREMIO DI SOMMA<br />

01/08/12 31/08/12-“FERIE”<br />

15/09/12 29/09/12 – MOSTRA GIOVANI FIRME( COLLETTIVA)<br />

06/10/12 20/10/12 - PERSONALE DI “ SCAPPATICCI ”<br />

27/10/12 10/11/12 – MOSTRA D’AUTUNNO ( COLLETTIVA )<br />

17/11/12 01/12/12 – PERSONALE DI “ FICARA ”<br />

07/12/12 06/01/2013 - MOSTRA DI NATALE (COLLETTIVA )<br />

Dipingere Esporre Generare Arte Servizi<br />

Il Premio d’Arte Massimo Di Somma: un appuntamento culturale da non mancare<br />

della scorsa edizione”. Riportando le proprie<br />

sensazioni di fronte alle realizzazioni artistiche,<br />

così si esprime la psicologa dell’arte dott.ssa<br />

Maria Grazia Di Gaetano: “Ho avuto il piacere<br />

ed il privilegio di conoscere, da circa un anno,<br />

Cristina ed Antonino, figlia e padre, galleristi<br />

della galleria D.E.G.A.S. di Ostia. La loro attenzione<br />

verso l’arte ma sopratutto la loro inesauribile<br />

passione mi hanno subito incuriosita...<br />

e, dopo aver conosciuto la galleria, coinvolta<br />

come componente della giuria nella proclamazione<br />

dei finalisti e vincitori del Premio Massimo<br />

Di Somma 2011, esperienza che, con<br />

piacere potrò ripetere quest’anno. Entrando<br />

nella galleria, mi sono sentita avvolta dal respiro<br />

di essa e la sensazione è stata di calore,<br />

quasi un richiamo, un qualcosa insito nell’ambiente,<br />

chiamiamolo Fattore “A”, come ARTE,<br />

che mi ha catturato e mi ha fatto entrare in una<br />

dimensione di comunicazione diretta, come se<br />

un’essenza di profumo scaturisse da ogni tela e<br />

volesse comunicare il suo stato. Giravo tra le<br />

tele ed Antonino e Cristina mi sembrava si fossero<br />

fatti quasi incorporei, tanto desideravano<br />

rispettare il magico momento dell’incontro. E<br />

così è stato. Il contatto tra il mio “sporgermi<br />

psichico” e l’esibirsi naturale delle tele mi ha<br />

accompagnato fin dentro il loro puntino più<br />

piccolo. Le ho conosciute tutte. Ne ho cercato<br />

l’anima, l’essenza, il perché il definitivo assoluto;<br />

le ho amate, le ho apprezzate e mi sono<br />

stupita di particolari incantamenti che qualcuno<br />

ha lasciato dentro di me. Le ho sentite parlare,<br />

esprimersi come in un linguaggio ancora impossibile<br />

da dire. Le tele erano lì con la delicatezza<br />

di chi non vuole invadere e la forza di chi<br />

deve trovare la forma per il proprio contenuto.<br />

I colori e le forme mi hanno spinta e coinvolta.<br />

La selezione è stata faticosa, posso dire veramente<br />

che la distanza tra i primi e gli altri era<br />

accorciata dalla sensazione di “capire” che per<br />

me, psicologa, spesso mi faceva sembrare irrilevanti<br />

altri fattori. Posso dire che la traccia più<br />

profonda, quella che poi è rimasta durante e<br />

dopo, è stata quella dell’emozione, in cui, per<br />

loro intrinseca natura, tutti gli esseri umani<br />

sanno stare sullo sfondo di quella dolce malinconia<br />

che solo l’ARTE può regalarci”.... Non<br />

mancate!<br />

Dottoresse: Marilù Lanzafame<br />

e Maria Grazia Di Gaetano<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

19<br />

A


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le valigie già stracolme di costumi,<br />

creme solari, occhiali da sole, motore acceso..<br />

tutti in macchina! Pronti a partire! No,<br />

c’è qualcosa che non va... avete dimenticato<br />

di ricaricare l’aria condizionata?!? E non potete<br />

affrontare il viaggio con tali temperature?!?<br />

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LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

21


22<br />

Venerdì 25 maggio 2012,<br />

alle ore 21:00, presso il<br />

locale “Corallo Beach”<br />

sul Lungomare Amerigo Vespucci,<br />

si è tenuto il consueto<br />

Gran Ballo di Fine Anno, giunto<br />

orami alla terza edizione ed organizzato<br />

dall’Istituto Internazionale<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Durante la serata si sono alternati<br />

sul palco personaggi di eccezione<br />

come Michela Coppa, nota<br />

presentatrice di programmi televisivi<br />

di successo come Passaparola<br />

e La Corrida, che ha<br />

condotto l’intero evento, e gli artisti<br />

dell’Associazione “Materia<br />

Viva Performance”, “creature<br />

magiche” che si sono esibite in<br />

acrobazie con le sfere di vetro,<br />

danze con ventagli di fuoco,<br />

bolle galleggianti, affascinando<br />

gli ospiti presenti. In un’atmosfera<br />

magica disegnata dalle luci,<br />

sull’acqua della piscina, ha fatto<br />

il suo ingresso la sfera, una<br />

Giovani Reporter<br />

a cura del Prof. Mario Sordi<br />

giovanni Paolo ii in festa<br />

Il Gran Ballo di Fine Anno per aiutare i bambini del Paraguay<br />

“dance ball” trasparente, simile<br />

ad una bolla di sapone. All’interno<br />

della dance ball la danzatrice<br />

ha incantato il pubblico con<br />

la leggerezza delle sue evoluzioni.<br />

Lo scopo principale della festa é<br />

quello di aggregare quante più<br />

persone possibili tra alunni in<br />

cordo ed ex-alunni, amici dell’Istituto,<br />

genitori e sponsor e associazioni,<br />

per creare una serata<br />

all’insegna del divertimento, del<br />

ballo, della convivialità, del talento<br />

e dell’arte.<br />

Ma non finisce qui, perché come<br />

ogni anno gli alunni hanno avuto<br />

la possibilità di partecipare al<br />

“Gioco delle coppie”, un simpatico<br />

intrattenimento basato su diverse<br />

prove, scelte dallo<br />

direzione e dal corpo docente, da<br />

far affrontare ai partecipanti; la<br />

coppia che meglio riuscirà nell’impresa<br />

riceverà il titolo di Re<br />

e di Reginetta dell’anno. Quest’anno<br />

la coppia formata da<br />

Marta Laganà, del Liceo Classico<br />

e da Gianmarco Sansabini<br />

dell’I.T.C. ha vinto ed è stata<br />

premiata con corona, fiori, orologi<br />

e magliette di note marche e<br />

addirittura una gita barca a vela.<br />

Inoltre con grande entusiasmo e<br />

sotto consiglio degli studenti, da<br />

quest’anno è stata aggiunta una<br />

nuova sfida: lo “School Got Talent<br />

Show”, dove i partecipanti si<br />

sono fronteggiati esibendosi in<br />

prove di canto, ballo, recitazione<br />

Duilio Litorale<br />

creando grande piacere e divertimento<br />

sia tra gli stessi partecipanti<br />

che tra gli spettatori.<br />

Ovviamente dopo le varie attività,<br />

tutti sono scesi in pista per<br />

ballare e divertirsi fino a tarda<br />

notte.<br />

Infine, ma non per questo meno<br />

importante, è d’obbligo ricordare<br />

che l’intero incasso della serata,<br />

come ormai accade da tre anni, è<br />

stato devoluto all’associazione<br />

FUNIMA International, che<br />

opera nelle Ande Argentine e in<br />

Paraguay per aiutare le popolazione<br />

che vivono isolate dal contesto<br />

sociale e dal processo<br />

produttivo per colpa dell’ostilità<br />

del territorio in cui vivono.<br />

Berettoni Emanuele<br />

VA Linguistico<br />

LUGLIO2012


Il Liceo Coreutico diventa “internazionale”<br />

Dal 30 giugno al 13 <strong>luglio</strong><br />

stage internaziOnaLe Di Danza<br />

In collaborazione con l’Accademia Coreografica russa di Perm<br />

Internazionale Giovanni<br />

Paolo II presenta la prima edi-<br />

L’istituto<br />

zione dello “STAGE INTER-<br />

NAZIONALE DI DANZA”, che si terrà<br />

dal 30 giugno al 13 <strong>luglio</strong> 2012, in collaborazione<br />

con l’Accademia Coreografica<br />

di Perm, all’interno delle sue<br />

splendide ed ampie sale dedicate alle attività<br />

del Liceo musicale ad indirizzo Coreutico.<br />

Il Liceo coreutico, in convenzione con<br />

l’Accademia Nazionale di Danza per il<br />

Ministero dell’Istruzione, Università e<br />

Ricerca, Alta Formazione Artistica e Musicale,<br />

è L’UNICO sul territorio della XIII<br />

circoscrizione di Roma.<br />

L’iniziativa nasce dalla volontà del Preside<br />

dell’Istituto, il Prof. Massimo Di<br />

Paolo, di offrire ai ragazzi appassionati di<br />

Danza del territorio ed a tutti gli allievi<br />

che già frequentano il corso di<br />

studio, ovvero il Liceo coreutico,<br />

un’importante opportunità<br />

di crescita nell’ambito delle discipline<br />

coreutiche. A conclusione<br />

dello stage, nella<br />

splendida cornice del teatro romano<br />

di Ostia Antica, durante<br />

la serata di Gala del Premio<br />

Roma, famoso e prestigioso<br />

premio letterario, del quale<br />

l’Istituto è sponsor e sede ufficiale,<br />

ci sarà un’esibizione dei<br />

partecipanti allo stage.<br />

L’Accademia Coreografica di<br />

Perm, offrirà ai ragazzi migliori<br />

di ogni corso/disciplina,<br />

un’importante borsa di studio<br />

di un mese che darà la<br />

possibilità di studiare presso<br />

l’Accademia in Russia. I<br />

docenti dello stage saranno:<br />

Nadiejda Steblezova, Tatiana<br />

Rezaeva, Odoardo Bordoni,<br />

Enrico Tedde e Simona Lisi, questi ultimi<br />

due si concentreranno su seminari di<br />

danza contemporanea. Le discipline saranno:<br />

Tecnica della Danza Classica per<br />

principianti, intermedio e avanzato; Tecnica<br />

punte con lezioni mirate allo studio<br />

dei virtuosismi e della tecnica femminile;<br />

tecnica maschile con lezioni mirate allo<br />

studio dei virtuosismi e della tecnica maschile;<br />

Repertorio attraverso lo studio<br />

dei frammenti dei più famosi balletti classici;<br />

Passo a due con studio della tecnica<br />

delle prese; Fisiodanza con allineamento<br />

posturale; ampliamento dell’escursione<br />

articolare in modo particolare le articolazione<br />

coxofemorale; sviluppo della tecnica<br />

dei giri e tecnica del salto, tecnica<br />

della respirazione.<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

23


26<br />

I nostri<br />

professionisti<br />

Si sta definitivamente consolidando<br />

l’orientamento della Corte di Cassazione<br />

in merito al diritto del coniuge<br />

tradito di ottenere in sede civile il risarcimento<br />

del danno per la condotta civilmente<br />

illecita posta in essere dal coniuge fedifrago<br />

costituendo la stessa violazione di diritti costituzionalmente<br />

garantiti quando lesiva dell’onore<br />

e della dignità di chi la subisce in<br />

particolar modo quando il tradimento viene<br />

consumato in modo manifesto, con violazioni<br />

intense da parte del coniuge.. La violazione<br />

dei doveri che derivano dal matrimonio<br />

(indicati nell’art 143 c.c.) costituiscono infatti<br />

illeciti civili e se la loro violazione comporta<br />

la lesione di diritti costituzionalmente<br />

protetti (salute, dignità, onore) quindi, anche<br />

civilmente risarcibili .<br />

Il Giudice della separazione , nel valutare<br />

l’infedeltà come motivo di addebito nel fallimento<br />

del matrimonio compie una valutazione<br />

volta ad accertare se il tradimento sia<br />

stato causa o conseguenza della crisi coniugale<br />

dando rilievo ai fini della pronuncia alla<br />

prima delle ipotesi. Le conseguenze giuridiche<br />

per il coniuge a carico del quale viene<br />

presa tale pronuncia sono: l’esclusione del<br />

diritto al mantenimento, nonché la perdita<br />

della qualità di erede riservatario e di erede<br />

legittimo.<br />

Nel caso specifico riferito alla sentenza del<br />

2011 il marito non aveva mai cercato di nascondere<br />

la relazione extraconiugale ma<br />

l’aveva vissuta pubblicamente , condotta irriguardosa<br />

e lesiva della dignità ed immagine<br />

della moglie realizzando appieno i<br />

presupposti per consentire alla moglie tradita<br />

di chiedere il risarcimento dei danni costituendo<br />

detto adulterio “violazione dell’obbligo<br />

di fedeltà, avvenuto con modalità<br />

particolarmente frustranti, stante la notorietà<br />

della relazione intrattenuta con donna<br />

Duilio Litorale<br />

sposata” ed è proprio per l’umiliazione inferta<br />

da questo “ tradimento plateale” che<br />

la moglie si è determinata a chiedere il risarcimento<br />

per tutte le sofferenze (anche morali,<br />

di salute) che tale condotta le aveva<br />

provocato. La moglie tradita – in questo caso<br />

- per concludere velocemente la vicenda, sottoscriveva<br />

con il marito un accordo di separazione<br />

consensuale (rinunciando quindi alla<br />

richiesta di addebito) . Il fatto che non fosse<br />

stato richiesto l’addebito della separazione<br />

non è stata ritenuta dalla Cassazione circostanza<br />

ostativa al diritto di ottenere dal coniuge<br />

infedele il risarcimento dei danni<br />

subiti a causa della condotta adulterina lesiva<br />

di diritti assoluti e costituzionalmente<br />

protetti (salute,immagine,riservatezza, relazioni<br />

sociali,dignità del coniuge). Precisa la<br />

Cassazione:“Ove nel giudizio di separazione<br />

non sia stato domandato l’addebito o si sia<br />

rinunciato alla pronuncia di addebito, il giudicato<br />

si forma coprendo il dedotto e il deducibile<br />

unicamente in relazione al<br />

“petitum” azionato e non sussiste pertanto<br />

alcuna preclusione all’esperimento dell’azione<br />

di risarcimento per violazione dei<br />

doveri nascenti dal matrimonio,così come<br />

nessuna preclusione si forma in caso di separazione<br />

consensuale“.<br />

La sentenza della Corte di Cassazione civile<br />

del 01.06.2012 n° 8862 precisa che anche<br />

nel caso di ottenuto addebito della separazione<br />

l’altro coniuge potrà agire per il risarcimento<br />

dei danni derivante dalla violazione<br />

di obblighi nascenti dal matrimonio, costituendo<br />

la stessa condotta illecito civile in<br />

quanto comportamento (doloso o colposo)<br />

che, incidendo su beni essenziali della vita,<br />

produce un danno ingiusto, con conseguente<br />

risarcimento, secondo lo schema generale<br />

della responsabilità civile.<br />

Non sempre pero’ il tradimento del coniuge<br />

Duilio Litorale<br />

Elisabetta Gualandri<br />

Avvocato<br />

Ottenere il risarcimento dei danni<br />

dal coniuge “traditore”<br />

cassazione civile , sez. i, sentenza 15.09.2011 n° 18853<br />

cassazione civile , sez. i, sentenza 01.06.2012 n° 8862<br />

puo’ essere fonte di danno risarcibile in sede<br />

civile di fronte alla magistratura ordinaria.<br />

La mera violazione dei doveri matrimoniali<br />

e finanche la pronuncia di addebito<br />

non possono di per sé ed automaticamente<br />

integrare una responsabilità risarcitoria<br />

ex art.2059 in quanto per ottenere il risarcimento<br />

dei danni occorrerà dimostrare che:<br />

l’infedeltà sia la causa unica e determinante<br />

di una lesione alla salute del coniuge<br />

o che i comportamenti infedeli abbiano<br />

travalicato i limiti dell’offesa (di per sé insita<br />

nella violazione ) e si siano concretizzati<br />

in atti specificamente lesivi della<br />

dignità della persona, come precisa la Corte<br />

di Cassazione:. “I doveri che derivano ai coniugi<br />

dal matrimonio hanno natura giuridica<br />

e la loro violazione non trova necessariamente<br />

sanzione unicamente nelle misure tipiche<br />

previste dal diritto di famiglia quale<br />

l’addebito della separazione, discendendo<br />

dalla natura giuridica degli obblighi suddetti;<br />

che la relativa violazione ove cagioni<br />

la lesione di diritti costituzionalmente protetti,<br />

possa integrare gli estremi dell’illecito<br />

civile e dare luogo al risarcimento dei danni<br />

non patrimoniali ai sensi dell’art.2059 c.c.<br />

senza che la mancanza di pronuncia di addebito<br />

in sede di separazione sia preclusiva<br />

dell’azione di risarcimento relativa a detti<br />

danni”.<br />

Avv. Elisabetta Gualandri<br />

Via delle Gondole n.13<br />

00121 Ostia Lido ROMA<br />

TEL 0656339711- 065694688<br />

Si riceve per appuntamento dal lun al<br />

giov dalle 10 alle 17 (orario continuato)<br />

ed il venerdì dalle 9 alle 14<br />

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rateale fino a 48 mesi<br />

LUGLIO2012


Bellezza<br />

Salute<br />

Sasan Nazarieh<br />

Fisioterapista<br />

Maria Stallone<br />

Alborghetti<br />

Psicoterapeuta<br />

Debora Giannini<br />

Endocrinologa<br />

Giovanni Massimo<br />

Orchi<br />

Odontostomatologo<br />

Daniele Spirito<br />

Chirurgo plastico<br />

Riccardo Sansoni<br />

Farmacista<br />

Gianfranco Panarello<br />

Oculista<br />

(segue dal numero precedente)<br />

ATTIVITà SPONTANEA<br />

A CATENA IMITATIVA<br />

(suggerimenti per Assessori<br />

all’urbanistica, allo sport e…<br />

genitori)<br />

Creiamo e chiediamo aree protette<br />

non solo per i cani, ma anche<br />

per il bambini, con livelli di<br />

qualità e sicurezza per lo meno<br />

pari a quelle dedicate agli amici<br />

a quattro zampe, con attrezzature<br />

poco costose, cercando di<br />

proteggere un ambiente all’aria<br />

aperta stimolante, che favorisca<br />

la sperimentazione spontanea di<br />

nuove situazioni motorie e che<br />

induca i bambini a giocare insieme,<br />

allontanandosi sufficientemente<br />

dal genitore che li<br />

accompagna,<br />

Ancor meglio sarebbe se fosse<br />

possibile avere un operatore<br />

qualificato nel campo dell’educazione<br />

motoria per un controllo<br />

a distanza ed eventualmente<br />

per suggerire in modo<br />

discreto nuovi giochi o nuove<br />

esperienze che i bambini conducano<br />

in autonomia.<br />

I bambini più grandi che fanno<br />

cose più difficili indurrebbero<br />

certamente nei più piccoli il tentativo<br />

di imitarli. Si innesca così<br />

la catena imitativa come in tutte<br />

le specie animali: i cuccioli imitano<br />

i più grandi. Ma il cucciolo<br />

dell’uomo occidentale molto<br />

spesso non ha nulla da imitare<br />

per salire nella catena evolutiva<br />

di efficienza del movimento.<br />

Anzi spesso è circondato da<br />

esempi negativi.<br />

Ho sempre in mente il figlio di<br />

9-10 anni del custode dell’impianto<br />

sportivo dove si allenava<br />

una grande squadra di pallavolo,<br />

che senza alcun allenatore<br />

aveva imparato molti gesti tecnici<br />

ed esercizi atletici.<br />

Dobbiamo ricostruire la catena<br />

imitativa. Osservare le gare in<br />

televisione o dal vivo non è sufficiente<br />

perché i gesti che vengono<br />

osservati sono già quelli<br />

troppo complessi della competizione<br />

ed inoltre l’effetto imitativo<br />

funziona solo quando può<br />

essere sperimentato in parallelo:<br />

osservo, provo, riosservo e riprovo.<br />

EVOLUZIONE O INVOLUZIONE<br />

DEI GIOCHI<br />

NEI PARCHI PUBBLICI?<br />

Si assiste di anno in anno alla<br />

progressiva sostituzione dei<br />

giochi per bambini nei parchi<br />

pubblici con giochi a sempre<br />

più basso livello di difficoltà:<br />

scivoli e altalene più bassi, altalene<br />

oscillanti con le molle<br />

che rendono pressoché insignificante<br />

l’azione dei bambini e<br />

così via. Il livello motorio della<br />

popolazione regredisce e allora<br />

la soluzione è quella di contribuire<br />

ad abbassarlo ancora di<br />

più. Ritengo che questa scelta<br />

sia legata al “gioco” delle responsabilità.<br />

Se un bambino<br />

Sasan Nazarieh<br />

Terapista, specialista<br />

della riabilitazione<br />

Sei ghepardo o gazzella?<br />

Bambini nei parchi giochi<br />

cade da uno scivolo o da una altalena,<br />

la colpa potrebbe essere<br />

attribuita agli amministratori<br />

che hanno effettuato la scelta e<br />

alla ditta che li ha prodotti. Scegliendo<br />

di ridurne la difficoltà,<br />

i potenziali soggetti responsabili<br />

possono dimostrare di aver<br />

ridotto i rischi e di essersi allineati<br />

al livello di difficoltà dei<br />

giochi ormai presenti nella<br />

maggior parte delle città italiane.<br />

Questo è anche un efficace<br />

strumento di pressione per<br />

indurre chi non avesse ancora<br />

rinnovato le attrezzature ad adeguarsi<br />

il più rapidamente possibile.<br />

E’ un gioco di responsabilità<br />

e di business e quantomeno<br />

di non conoscenza del problema<br />

motorio. Che fine hanno fatto i<br />

giochi come ruba bandiera, fulmine,<br />

nascondino, la settimana,<br />

palla prigioniera?<br />

Studio: Via Polinesia, 7<br />

00121 Ostia Lido - Roma<br />

Tel. 06.5600749<br />

cell. 393.9186651<br />

Duilio Litorale ha editato<br />

per il CSM la rivista<br />

“Il Detto Matto”,<br />

sostenendo così l’associazione,<br />

ritenendo<br />

che gli operatori svolgano<br />

un’attività altamente<br />

meritoria per il<br />

territorio<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

29


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

30<br />

Prevenire e curare<br />

i disturbi del Perineo<br />

con gli esercizi psicofisici<br />

emozionali Bioenergetici<br />

La vita di relazioni sociali,<br />

di coppia e familiari<br />

può essere alterata<br />

per disturbi del perineo che<br />

nelle donne possono provocare<br />

incontinenza urinaria, vaginismo,<br />

dolorosi rapporti sessuali,<br />

disturbi intestinali, ernia inguinale<br />

e stress della zona lombosacrale,<br />

fino a produrre<br />

depressione o mancanza di interesse<br />

per se stessa e gli altri.<br />

Le fasi di mutamento biopsichico<br />

della pubertà, fertilità,<br />

gravidanza, puerperio e menopausa<br />

costituiscono le fondamenta<br />

dell’armonia della<br />

personalità, queste sono le<br />

tappe in cui le difficoltà anatomofunzionali<br />

del perineo possono<br />

compromettere<br />

l’equilibrio psicofisico femminile.<br />

Un’oculata prevenzione e cura del problema,<br />

statisticamente, si è rivelata efficace<br />

con gli esercizi psicofisici della Bioenergetica<br />

riguardanti la globalità della persona,<br />

per dare forza alla muscolatura del pavimento<br />

pelvico, conoscenza delle sensazioni,<br />

flessibilità e robustezza della colonna<br />

vertebrale, delle gambe e dei piedi fino alle<br />

dita. La formulazione dialettica tra mentecorpo-processi<br />

energetici porta verso<br />

l’unità organica in cui la salute fisica-mentale-emozionale<br />

e sessuale viene considerata<br />

nella sua interezza.<br />

La Bioenergetica si occupa dei livelli energetici<br />

del sentire e del pensare dando vitalità<br />

al corpo e alla mente liberandoli dai blocchi<br />

psichici e muscolari, nonché dalle relative rigidità<br />

quali espressioni di conflitti irrisolti.<br />

La necessità di alleggerire le tensioni che impediscono<br />

il flusso energetico e della circolazione<br />

sanguigna si pone l’obiettivo di far<br />

riacquistare pieno benessere organico ed<br />

emotivo con capacità di contenimento del perineo<br />

che è un muscolo del bacino in cui il<br />

Movimento psicofisico del bacino e della zona sacrolombare<br />

Cavalletto Bioenergetico<br />

suo stretto inferiore è chiuso in basso da un<br />

diaframma muscolo-membranoso, attraversato<br />

posteriormente dall’ultima porzione dell’intestino,<br />

anteriormente dalle vie<br />

genitourinarie. Il perineo per trovarsi in<br />

piena salute a ogni età richiede un intervento<br />

psicofisico-muscolo-emozionale che riguardi<br />

la totalità del Sé corporeo. Per queste ragioni<br />

è stata messa in luce la connessione organica<br />

tra colonna vertebrale, occhi, bocca, cuore e<br />

genitali perché il movimento del bacino parte<br />

dalla flessibilità lombo-sacrale, dalla forza<br />

Duilio Litorale<br />

A colloquio con...<br />

Dott.ssa Maria Stallone Alborghetti<br />

Psicoterapeuta, supervisore<br />

e terapeuta didatta in analisi<br />

Bioenergetica presso la Siab.<br />

Psicologa analista di formazione<br />

junghiana e training autogeno.<br />

degli avampiedi e delle gambe. La contrazione<br />

del respiro, ginocchia, caviglie<br />

e dita dei piedi limitano la zona pelvica<br />

riducendo il flusso della circolazione<br />

sanguigna. Le stasi di energia annidate<br />

tra il tronco e le gambe a loro volta indeboliscono<br />

gli arti inferiori producendo<br />

patologie alle ginocchia, caviglie e dita<br />

dei piedi. La constatazione dell’interdipendenza<br />

tra l’alto e il basso e le origini<br />

dei blocchi della corrente continua ha<br />

fatto mettere a punto gli esercizi psicofisici<br />

che partono dal volto per proseguire<br />

attraverso tutti i segmenti corporei fino<br />

alle estremità. Gli esercizi di Bioenergetica<br />

si possono eseguire in gruppo, in<br />

coppia e in sedute individuali, l’approccio<br />

psicofisico è valido poiché<br />

prende in considerazione la totalità dell’essere.<br />

Partendo dalla sintomatologia<br />

del perineo, lavorando sull’inconscio e<br />

coinvolgendo tutto il corpo si elimina il<br />

disturbo, si riduce il malessere generale, si<br />

migliora il contatto con le proprie emozioni,<br />

si conferisce autostima e armonia interiore e<br />

in tutto ciò che è intorno a se.<br />

Dott. Maria Stallone Alborghetti<br />

V.le dei Promontori 50, 00122 Ostia Lido<br />

- Roma,<br />

Tel. 06.8600922 / 338.543.8008<br />

www.bioenergeticaonline.it.<br />

LUGLIO2012


testo// Carola Chiarlitti<br />

I peli superflui, l’acne<br />

e la caduta di capelli<br />

un problema ormonale?<br />

Diamo il benvenuto alla nostra<br />

nuova specialista che ci accompagnerà<br />

su queste pagine con interessanti<br />

argomenti.<br />

Dott.ssa Giannini, nella donna,<br />

l’eccesso di peli è sempre un<br />

problema ormonale?<br />

E’ necessario distinguere tra peluria<br />

eccessiva in zone dove normalmente<br />

sono presenti e<br />

comparsa di peli in zone normalmente<br />

glabre, perché una peluria<br />

un pochino più folta, può anche<br />

essere un fatto genetico/costituzionale,<br />

come il colore degli<br />

occhi o dei capelli.<br />

Quando invece i peli, normalmente<br />

presenti, hanno una consistenza<br />

più dura e sono molto<br />

scuri/neri, oppure compaiono in<br />

zone della cute solitamente prive<br />

ed esposte, si parla di ipertricosi<br />

o irsutismo ed è necessario individuare<br />

le cause.<br />

Che differenza c’è tra ipertricosi<br />

e irsutismo?<br />

L’ipertricosi è l’incremento di<br />

peli in aree della cute dove già<br />

esistenti; l’irsutismo è la comparsa<br />

di peli in zone glabre.<br />

Entrambi le condizioni sono sostenute<br />

da iperandrogenismo.<br />

Che cos’è l’iperandrogenismo?<br />

Le donne hanno una dominanza<br />

di produzione di ormoni femminili<br />

rispetto a quelli maschili.<br />

Quando questo equilibrio si altera,<br />

a vantaggio di quelli maschili,<br />

si parla di<br />

iperandrogenismo, che può essere<br />

ovarico, surrenalico e periferico,<br />

a seconda del distretto<br />

corporeo coinvolto.<br />

Quali sono le possibili cause?<br />

Le cause dell’iperandrogenismo<br />

ovarico più comuni sono l’insulinoresistenza<br />

e l’ipotiroidismo.<br />

Infatti le ovaie<br />

hanno recettori<br />

sia per l’insulina,<br />

sia per gli<br />

ormoni tiroidei,<br />

pertanto ogni<br />

stimolo anomalo<br />

su tali cellule<br />

può<br />

condizionare la<br />

sintesi ormonale,(steroidogenesi)<br />

più in<br />

senso maschile<br />

che in quello<br />

femminile.<br />

L’iperandrogenismosurrenalico<br />

è invece<br />

dovuto, generalmente, ad un’alterazione<br />

degli enzimi (proteine),<br />

che presiedono alla sintesi<br />

degli androgeni. Raramente<br />

ovaie e surreni possono avere<br />

tumori androgenosecernenti. Tali<br />

forme sono causa di comparsa di<br />

peli molto significativa e rapida,<br />

accompagnata ad altri segni e<br />

sintomi.<br />

Si parla invece di iperandrogenismo<br />

periferico, quando la produzione<br />

ormonale è normale, ma la<br />

trasformazione ormonale a livello<br />

cutaneo, o del cuoio capelluto,<br />

è esaltata.<br />

Cosa ci dice dell’effetto degli<br />

androgeni sul cuoio capelluto?<br />

Nel cuoio capelluto avviene esattamente<br />

l’opposto di quello che<br />

avviene per i peli. Il bulbo del<br />

capello risponde allo stimolo ormonale<br />

maschile, assottigliando<br />

il capello fino a farlo cadere. In<br />

tal caso si parla di alopecia androgenetica.<br />

Quali altri problemi può causare<br />

l’iperandrogenismo a livello<br />

cutaneo?<br />

A questo proposito la ghiandola<br />

sebacea è, come il bulbo pilifero,<br />

regolata dagli androgeni, quindi<br />

un eccessivo stimolo, comporta<br />

un incremento della produzione<br />

di sebo, che non riesce ad essere<br />

drenato, con la conseguente<br />

comparsa di acne.<br />

Quali indagini devono fare le<br />

donne con irsutismo e/o alopecia<br />

androgenetica?<br />

Le indagini di primo livello sono<br />

i dosaggi ormonali sia sul sangue<br />

che sulle urine delle 24 ore, volti<br />

ad individuare le cause e le eventuali<br />

alterazioni di differenti assi<br />

ormonali (ipofisi-ovaio, ipofisisurrene).Quelli<br />

maggiormente<br />

prodotti dall’ ovaio sono il testosterone<br />

e il delta4 androstenedione,<br />

mentre dalla ghiandola<br />

surrenale DHEA e DHEA-S,<br />

Cortisolo.Per quest’ ultimo è importante<br />

valutare anche l’ eliminazione<br />

urinaria nella giornata.<br />

Se non c’ è un incremento di produzione,<br />

quindi il valore di questi<br />

ormoni è normale, per<br />

escludere la forma periferica, si<br />

dosa il DHT e il 3alfaAndrostanediolglucoronide.<br />

A colloquio con...<br />

Dott.ssa Debora Giannini<br />

Specialista in Endocrinologia e<br />

Malattie del Ricambio Medico<br />

Endocrinologo e Diabetologo<br />

presso la Asl RmD<br />

E’ inoltre utile fare una curva glicemica<br />

e insulinemica e il dosaggio<br />

degli ormoni tiroidei e<br />

della prolattina, nonché un’ ecografia<br />

pelvica per vedere come<br />

stanno le ovaie.<br />

Se invece l’ alterazione è a carico<br />

degli ormoni prevalentemente<br />

prodotti dalla ghiandola surrenale,<br />

se si tratta di un incremento<br />

molto significativo, è inutile fare<br />

un ecografia, mentre l’ esame<br />

strumentale d’ elezione per questa<br />

ghiandola è la risonanza magnetica<br />

(più specifica ma non<br />

invasiva in quanto non utilizza<br />

raggi X)<br />

Quali sono le possibili terapie?<br />

E’ perfettamente inutile ricorrere<br />

a terapie locali, come la luce pulsata,<br />

trattamenti topici del cuoio<br />

capelluto o peeling, se non si è<br />

proceduto ad uno screening ormonale<br />

per individuare le cause<br />

del problema. Le terapie mediche<br />

saranno diverse e specifiche<br />

a seconda di quanto emergerà.<br />

Nelle rare situazioni più gravi la<br />

terapia è chirurgica, per quelle<br />

legate ad alterazioni funzionali<br />

ormonali, solo dopo aver trattato<br />

anche dall’ “interno”, con farmaci<br />

specifici, è corretto sottoporsi<br />

alle terapie dermatologiche<br />

con efficacia e soddisfazione.<br />

Dott.ssa Debora Giannini<br />

Specialista in Endocrinologia<br />

V. Ernesto Boezi 66 A<br />

00124 - Roma<br />

Cell. 335.5342927<br />

debora.giannini@tiscali.it<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

31<br />

B


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

32<br />

Salve gentili amici di Duilio. E’ arrivata<br />

l’estate, si avvicina il momento delle<br />

ferie o per chi, fortunato è già andato<br />

in pensione, questo è il momento di pensare<br />

alle vacanze. Parlare pertanto di odontoiatria<br />

protesica chirurgica in questo momento in<br />

cui i nostri pensieri sono rivolti altrove è<br />

arduo. Però a titolo conoscitivo, per informazioni<br />

medico scientifiche, vorrei ricordarvi,<br />

sia a coloro i quali già sono<br />

a conoscenza del nostro protocollo terapeutico<br />

protesico chirurgico sia a chi non lo conosce<br />

ancora, il nostro metodo per riavere in<br />

sole 8 ore tutta l’arcata dentale superiore o<br />

inferiore, fissa su impianti endossei ed in<br />

modo indolore. Dopo alcuni incontri in cui<br />

studiamo il caso e le relative indagini diagnostiche<br />

(Rx, es. sangue, e quant’altro necessita<br />

a seconda delle problematiche del<br />

paziente) in cui doverosamente e dettagliatamente,<br />

in modo comprensibile (non in termini<br />

“ medici”) informiamo sia l’interessato<br />

che, volendo, anche membri della sua famiglia<br />

sulla metodica dell’intervento, si prende<br />

appuntamento per “il grande giorno”. L’incontro<br />

è fissato per le 8 del mattino presso il<br />

nostro centro. Dopo aver sbrigato le pratiche<br />

burocratiche che la legge ci impone, effettuiamo<br />

controlli generali (visite, es. elettrocardiografico,<br />

esami ematici semplici come<br />

ad esempio la glicemia), il nostro anestesista<br />

somministra alcune gocce di ansiolitico al<br />

paziente, che successivamente viene vestito e<br />

preparato per l’atto operatorio. Sempre l’anestetista<br />

effettua al paziente la sedazione cosciente<br />

e si inizia. Se presenti, vengono<br />

estratti i denti malati, se necessario “ ripulito<br />

l’osso da eventuali infezioni ( granulomi,<br />

cisti, ascessi, ecc..), si pongono gli impianti<br />

in titanio e …. L’intervento chirurgico è finito.<br />

Il tutto dura circa un’ora; mancano ancora<br />

15/20 minuti in cui, insieme al tecnico,<br />

prendiamo alcuni riferimenti per poter con-<br />

fezionare il manufatto protesico ed il paziente<br />

è libero di tornare a casa, o, se preferisce,<br />

fermarsi presso la nostra struttura, dove<br />

avrà a disposizione una cameretta in cui riposare<br />

tranquillamente, e l’appuntamento è<br />

per il tardo pomeriggio, in cui, con pochi minuti<br />

si fissa l’arcata dentale sugli impianti<br />

messi la mattina, e ci siamo. In poche ore abbiamo<br />

riabilitato l’intera arcata dentale. Il lavoro<br />

è finito; ci si rivede eventualmente,<br />

secondo le necessità del paziente, per alcune<br />

sedute di controllo nei mesi successivi e<br />

nient’altro. I denti protesici sono già pronti<br />

per l’uso. Certo, una certa attenzione alla<br />

scelta degli alimenti, alla loro consistenza bisogna<br />

farla nei primi mesi; rispettando il lavoro<br />

svolto evitando di strappare con gli<br />

incisivi il prosciutto crudo, evitiamo le bruschette<br />

e di schiacciare noci con i denti per i<br />

primi mesi, però possiamo mangiare tutto il<br />

resto, non serve alimentarsi con purea, minestrina<br />

o passati di verdura o omogeneizzati.<br />

Si mangia riso, polpettoni, pesce, tutto<br />

ciò che è di facile masticazione in questo<br />

Duilio Litorale<br />

A colloquio con...<br />

Gruppo Dental Sinergy<br />

Dott. Giovanni Massimo Orchi<br />

Medico chirurgo<br />

Specialista in odontostomatologia<br />

tOrOntO BriDge: cHe sPettacOLO!<br />

In 8 ore tutta l’arcata dentale<br />

primo periodo, poi…. A impianti integrati<br />

possiamo usarli come usavamo i denti<br />

quando si avevano 20 anni!!! Come al solito<br />

vedo che mi sono dilungato, ma l’amore per<br />

questa specialità medica, la passione che<br />

metto in questo protocollo che considero una<br />

nostra creatura, i risultati incoraggianti che<br />

ci vengono da centinaia e centinaia di pazienti<br />

operati mi portano spesso a non rendermi<br />

conto di esagerare. Concludo dandovi<br />

appuntamento a settembre e augurandovi<br />

buone vacanze in salute.<br />

Dott. Giovanni Massimo Orchi<br />

Studio dentistico associato<br />

Via delle Baleniere, 78<br />

Ostia Lido<br />

Tel 06.5610234<br />

gmoh@hotmail.com<br />

LUGLIO2012


Gluteoplastica<br />

finalmente il lato B<br />

in primo piano<br />

Un benvenuto ad uno specialista<br />

in Chirurgia plastica del nostro<br />

territorio. E’ disponibile a rispondere<br />

a quesiti posti dai nostri<br />

lettori.<br />

La nostra epoca ha scatenato<br />

una rivoluzione<br />

senza precedenti nella socializzazione<br />

e nell’individualità<br />

del femminile, attraverso una<br />

diffusione generale del principio<br />

di libertà di decisione su se stesse<br />

e una nuova economia dei poteri<br />

femminili. Se la prima donna era<br />

storicamente svalutata, la seconda<br />

esaltata, in accordo con il<br />

filosofo Lipovetsky possiamo<br />

sottolineare questa terza categoria<br />

chiamata “donna indeterminata”<br />

con un essere<br />

completamente libero sui propri<br />

poteri decisionali che la coinvolgono<br />

a 360 gradi.<br />

Di tutta la Chirurgia Estetica, in<br />

tutti questi anni abbiamo trascurato<br />

il lato b. Certo oggi scolpiamo<br />

i fianchi, il dorso,<br />

reintegriamo il grasso, ma un intervento<br />

vero, sul gluteo, un intervento<br />

che rilancia una regione<br />

che da sempre è attrattiva nascosta<br />

è senz’altro l’ “aumento del<br />

gluteo con protesi”.<br />

Nella consapevolezza che “è meglio<br />

una donna bassa con un sedere<br />

alto che una donna alta con<br />

sedere basso” (Gervaso), mi<br />

sono entusiasmato di questa chirurgia<br />

che porto avanti ormai da<br />

tempo.<br />

Le protesi glutee sono state per<br />

anni poco usate e con poche pretese<br />

di riuscita.<br />

L’impianto lo si inseriva sotto il<br />

muscolo gluteo con un risultato<br />

soddisfacente a paziente vestito,<br />

meno soddisfacente con vestiti<br />

succinti. Inserendola invece<br />

sopra il muscolo grande gluteo,<br />

si otteneva un risultato solo con<br />

piccole protesi (le grandi infatti<br />

sovente si dislocavano).<br />

L’idea meravigliosa di inserire le<br />

protesi all’interno del muscolo<br />

grande gluteo la si deve contemporaneamente<br />

ai messicani, ma<br />

lo sviluppo nel dettaglio è appannaggio<br />

dei brasiliani, con<br />

Raul Gonzales di Riberao Preto<br />

con la casistica maggiore.<br />

Il risultato è fantastico con un<br />

gluteo ben tornito, ridefinito e<br />

soprattutto bello a vedersi. Il paziente<br />

finalmente si siede sopra<br />

le protesi senza disagio. La cicatrice<br />

interglutea è pressocché invisibile.<br />

Vediamo i particolari di questo<br />

intervento oggi con una richiesta<br />

in salita:<br />

Nome procedura: Gluteoplastica<br />

di aumento/gluteoprotesi<br />

Quando è consigliata : Tutte le<br />

volte si abbia un posteriore poco<br />

sviluppato e laddove inserimenti<br />

A colloquio con...<br />

Prof. Daniele Spirito<br />

Docente presso la Scuola<br />

di Specializzazione in Chirurgia<br />

Plastica Università di Milano<br />

Specialista in Chirurgia Plastica<br />

di grasso non determinano un risultato<br />

soddisfacente.<br />

Risultati: Ottimi e duraturi nel<br />

tempo. La paziente dimentica di<br />

avere l’impianto nel gluteo.<br />

Preparazione pre-operatoria:<br />

di routine. Anestesia epidurale<br />

con catetere a permanenza per<br />

24-36 ore per l’analgesia postoperatoria.<br />

Possibilità di anestesia<br />

generale.<br />

Intervento: Unica incisione<br />

nella linea mediana, lunga circa<br />

7 cm praticamente invisibile. Si<br />

scolla il sottocutaneo fino alla fascia<br />

glutea e poi una incisione di<br />

circa 2,5 cm per trovarsi all’interno<br />

del muscolo grande gluteo.<br />

Una strumentazione specifica divide<br />

il muscolo “a sandwich”<br />

creando una tasca adatta per l’alloggiamento<br />

di un impianto. Sutura<br />

muscolare, sottocutanea e<br />

cutanea. Il drenaggio in aspirazione<br />

è senz’altro obbligatorio.<br />

Trattamento post-operatorio:<br />

drenaggio rimosso in 24-36 ore,<br />

guaina specifica per un mese.<br />

Non sono previste medicazioni<br />

particolari, né compressioni. Il<br />

paziente ha la possibilità di sedersi<br />

e di dormire supino.<br />

Possibili rischi e complicanze:<br />

appannaggio della chirurgia in<br />

generale, infezioni, sieromi,<br />

ematomi, estrusione dell’impianto.<br />

Dislocazioni della protesi,<br />

rottura della stessa. Rischi<br />

comunque reversibili ed inferiori<br />

a quelli delle protesi di mammella.<br />

Non sarà possibile essere sottoposto<br />

a terapia intramuscolare.<br />

Se ciò dovesse accadere, la protesi,<br />

essendo costruita in silicone<br />

coesivo, non subirà danneggiamenti<br />

gravi.<br />

Prof. Daniele Spirito<br />

Via delle Baleniere, 107<br />

00121 Roma Ostia<br />

Tel: 06.5613414<br />

d.spirito@chirurgiaplastica.it<br />

www.chirurgiaplastica.it<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

33<br />

B


L A B E L L E Z Z A D E L L A S A L U T E<br />

34<br />

Consigli generali per<br />

una alimentazione sana<br />

Agrandi linee è possibile<br />

elencare le normi basilari<br />

di una corretta disciplina<br />

alimentare in grado di<br />

mantenere l’equilibrio chimico<br />

dell’organismo e di tutti i parametri<br />

vitali essenziali per uno<br />

stato di buona salute.<br />

E’ da tenere presente che che la<br />

maggior parte dei prodotti vegetali<br />

provengono da terreni impoveriti,<br />

da colture intensive<br />

portate avanti con potenti fitofarmaci<br />

diserbanti, fertilizzanti e<br />

pesticidi. In Italia il consumo<br />

annuo di pesticidi è di 1.700.000<br />

quintali, cioè 3 kg pro capite.<br />

Gli animali dai quali derivano i<br />

prodotti di mercato diventano<br />

ancor più pericolosi se provenienti<br />

da allevamenti in batteria<br />

dove sono trattati con ormoni<br />

sintetici (generalmente estrogeni<br />

per favorirne la crescita), con antibiotici<br />

(per prevenire le malattie<br />

del bestiame e limitare le<br />

possibilità di contagio), psicofarmaci<br />

(per diminuire lo stress derivante<br />

dal vivere uno accanto<br />

all’altro in ambienti angusti).<br />

I cibi preparati dall’industria alimentare<br />

contengono spesso additivi<br />

e conservanti che oltre ad<br />

avere un grosso pericolo di cancerogenicità<br />

influiscono negativamente<br />

sul sistema<br />

immunitario.<br />

L’inquinamento, lo stress e<br />

l’abuso di farmaci (antibiotici,<br />

pillola anticoncezionale, corticosteroidi,<br />

anestetici locali o generali<br />

in seguito ad interventi<br />

chirurgici, ormoni in genere)<br />

chiudono il quadro della situazione.<br />

Di seguito alcuni punti su cui riflettere<br />

per vivere meglio attraverso<br />

una sana alimentazione.<br />

Non mangiare quando non si ha<br />

fame o se la fame invece di es-<br />

sere sincera, dipende più da situazioni<br />

psicologiche o nervose<br />

Usare, per quanto possibile prodotti<br />

naturali, di stagione e freschi.<br />

Leggere sempre le etichette di<br />

composizione ed ove possibile<br />

rivolgersi sempre verso alimenti<br />

poco manipolati dall’industria<br />

alimetare<br />

Masticare bene ed a lungo facendo<br />

piccoli bocconi. Le amilasi<br />

presenti nella saliva<br />

permettono che la digestione dei<br />

glucidi inizi nel cavo orale<br />

Alzarsi da tavola con ancora un<br />

po’ di appetito, sazi ma non<br />

gonfi.<br />

La sera mangiare almeno 3 ore<br />

prima di andare a letto<br />

L’ideale sarebbe iniziare la giornata<br />

con una colazione ricca per<br />

proseguirla con un buon pasto ed<br />

una cena leggera.<br />

Prestare una certa attenzione alle<br />

calorie introdotte per prevenire<br />

l’obesità.<br />

Usare poco sale (marino grezzo)<br />

a fine cottura in modo da renderlo<br />

più efficace e ridurne la<br />

quantità.<br />

Usare come dolcificante solo<br />

miele grezzo o zucchero di canna<br />

integrale.<br />

L’apporto di grassi (olio di prima<br />

spremitura torchiato a freddo)<br />

Duilio Litorale<br />

non dovrebbe superare il 20-30%<br />

della totalità delle calorie ingerite.<br />

Consumare solo frutta di stagione<br />

a stomaco vuoto eliminando<br />

quella di importazione,<br />

trasportata acerba da altre località<br />

e spesso conservata in frigoriferi<br />

o per mezzo di sostanze<br />

chimiche.<br />

Mangiare , ove possibile, le verdure<br />

fresche crude sempre prima<br />

dei pasti da sole.<br />

Disertare i dessert (il dolce a fine<br />

pasto è sinonimo di sicura fermentazione).<br />

Le regole per una alimentazione<br />

sana devono necessariamente<br />

passare anche da una loro corretta<br />

combinazione. Questo deriva<br />

dal fatto che gli alimenti<br />

ingeriti necessitano, in funzione<br />

della loro struttura biochimica, di<br />

attività enzimatiche e di pH differenti.<br />

Gli enzimi preposti alla<br />

digestione delle proteine necessitano<br />

di un pH alcalino per lavorare<br />

al meglio, al contrario<br />

quelli deputati alla digestione dei<br />

carboidrati necessitano di un pH<br />

acido. In altre parole se entrambe<br />

le classi di alimenti fossero presenti<br />

contemporaneamente ed in<br />

percentuali rilevanti gli uni o gli<br />

altri potrebbero determinare gonfiore,<br />

fermentazione intestinale,<br />

A colloquio con...<br />

Dott. Riccardo Sansoni<br />

Farmacista con specializzazione in<br />

scienza e tecnologia farmaceutiche<br />

omeopatiche.<br />

flautolenza, acidità, diarrea o<br />

stipsi.<br />

Una particolare attenzione va<br />

posta nei confronti dello zucchero<br />

bianco raffinato oggi sempre<br />

più spesso considerato cibo<br />

spazzatura in quanto non fornisce<br />

elementi nutrizionali importanti<br />

come vitamine, minerali ed<br />

oligoelementi.<br />

L’apporto massimo consigliato<br />

per un bambino di sei anni (e generalmente<br />

anche per un adulto)<br />

secondo moderni parametri nutrizionali,<br />

dovrebbe essere di 20<br />

grammi al giorno comprendendo<br />

bevande, succhi, merendine e gelati.<br />

Nella nostra società si assumono<br />

mediamente 150 grammi<br />

al giorno.<br />

Oggi purtroppo ci siamo dimenticati<br />

completamente che dal<br />

cibo dovrebbe provenire il materiale<br />

biologico per uno stato di<br />

salute del nostro organismo, che<br />

necessita “solo” di carboidrati,<br />

proteine, minerali ed oligoelementi<br />

per assolvere al meglio le<br />

sue funzioni, dovremmo imparare<br />

a consumare sempre meno<br />

tutto ciò che di voluttuario siamo<br />

abituati ad acquistare prestando<br />

un occhio molto più critico nei<br />

confronti del nostro carrello<br />

della spesa, forse quasi il 50% di<br />

questo potremmo lasciarlo sugli<br />

scaffali!<br />

Dr Riccardo Sansoni<br />

Gli articoli precedentemente<br />

pubblicati sono consultabili sul<br />

sito:<br />

www.farmaciaaxamadonnetta.it<br />

e-mail: farmacia.axamadonnetta@<br />

farmacia360.com<br />

LUGLIO2012


Il Dott. Panarello risponde<br />

ad una lettera<br />

pervenuta in redazione<br />

Sono Anna L. di 52 e<br />

da diverso tempo, a<br />

causa di un’infiammazione<br />

alle palpebre<br />

che non ho ben<br />

curato, mi trovo in<br />

una situazione molto<br />

spiacevole le mie ciglia<br />

sono curve verso<br />

l’ interno, provocandomi<br />

lacrimazione,<br />

forte fastidio e disturbi<br />

con la luce intensa.<br />

Esiste una soluzione al mio problema?<br />

Le blefariti, come tutti i<br />

processi infiammatori cronici,<br />

possono provocare<br />

fenomeni di modesta reazione e<br />

deformazione del tessuto interessato,<br />

favorite anche dallo sfregamento<br />

da parte del paziente per il<br />

prurito.<br />

Nel nostro caso una blefarite trascurata<br />

ha causato un lieve grado<br />

di ectropion, cioè un incurvamento<br />

del bordo libero delle palpebre<br />

verso la superficie oculare.<br />

Se a tutto questo si accompagna<br />

A colloquio con...<br />

Dott. Gianfranco<br />

Panarello Muscolino<br />

Specialista in clinica Oculistica<br />

e Chirurgia Oculare<br />

una trichiasi cioè la tendenza<br />

delle ciglia a crescere incurvate<br />

verso l’interno, si instaura facilmente<br />

una congiuntivite e soprattutto<br />

una irritazione corneale per<br />

la continua, anche se limitata, disepitelizzazione.<br />

La soluzione consiste nella utilizzazione,<br />

sotto controllo dello<br />

specialista oculista, di farmaci antibiotici<br />

e cortisonici locali e di<br />

soluzioni detergenti antisettiche<br />

per risolvere le blefariti, nonchÈ<br />

di pomate riepitelizzanti e di sistituti<br />

lacrimali per il danno corneale.<br />

Le ciglia ricurve vanno<br />

asportate una per una mediante<br />

bruciatura del bulbo pilifero, detta<br />

anche elettrolisi, nei casi in cui<br />

coesiste anche un ectropion, cioè<br />

come detto precedentemente in-<br />

testo// Giulia Martella<br />

Le Blefariti:<br />

che strana parola!<br />

curvamento del bordo libero<br />

palpebrale verso la superficie<br />

oculare, è necessario<br />

ricorrere ad un intervento<br />

di chirurgia plastica per<br />

riposizionare il bordo palpebrale<br />

correttamente; eliminando<br />

così la causa meccanica,<br />

da sfregamento. che<br />

causa una cherato-congiuntivite<br />

a carattere cronico.<br />

Lido Laser<br />

Via Isole del Capoverde,<br />

308<br />

Ostia Lido - Roma<br />

Tel. 06.56339860<br />

Cell. 335.5214614<br />

LUGLIO2012 Duilio Litorale<br />

35<br />

B


36<br />

Testi di// Silvia Rossetto<br />

Ostia città di Cultura,<br />

non solo di<br />

lettini e ombrelloni,<br />

traffico<br />

estivo e cronaca<br />

nera. Questo è l’obiettivo che da<br />

41 anni si prefigge il patron del<br />

“Premio Internazionale città di<br />

Ostia”, Tonino Colloca, presidente<br />

dell’Associazione culturale<br />

Anco Marzio: “Tutti mi chiedono<br />

da anni chi me lo fa fare, nessuno<br />

credeva nelle potenzialità di un<br />

premio culturale qui a Ostia.<br />

Beh”- continua l’anziano ma inarrestabile<br />

professore – “siete voi<br />

tutti che partecipate così numerosi<br />

ogni anno a darmi la voglia di<br />

continuare”. Il premio è nato per<br />

valorizzare le eccellenze negli<br />

ambiti della poesia, dell’arte,<br />

della letteratura, del cinema, del<br />

teatro e di tutto ciò che, in una parola,<br />

“fa cultura” a 360 gradi sia a<br />

livello locale che internazionale:<br />

“Abbiamo voluto premiare la meritocrazia,<br />

al di là del nome più o<br />

meno conosciuto, al di là delle<br />

mode”- ha dichiarato Colloca<br />

nelle conferenze stampa che<br />

hanno preceduto la premiazione –<br />

“perché ci sono persone che vivono<br />

nel silenzio ma che contribuiscono<br />

a tenere alta la cultura,<br />

e non soltanto nel nostro territorio”.<br />

Teatro della serata di gala del<br />

30 giugno scorso è stata la sala 11<br />

del Cineland, che ha registrato il<br />

tutto esaurito e la presenza delle<br />

telecamere della RAI oltre a<br />

quelle di Canale 10. A conferma<br />

dell’ampio respiro di questo<br />

evento, le premiazioni delle varie<br />

sezioni hanno visto sfilare sul<br />

palco non solo operatori culturali<br />

di Ostia e dintorni ma, come<br />

anche in passato, ospiti di spessore<br />

nazionale e internazionale.<br />

La madrina della serata, Alda<br />

Premio internazionale<br />

città di Ostia<br />

D’Eusanio, alla prima apparizione<br />

pubblica dopo un brutto incidente,<br />

ha sottolineato con ironia<br />

che “vedendo un pienone così per<br />

un premio di cultura, ho pensato<br />

di essere davvero finita nell’altro<br />

mondo”. In effetti, la serata è stata<br />

un successo sia sotto il profilo<br />

dell’affluenza che della qualità<br />

dei premiati, anche se non sono<br />

mancati momenti di polemica e<br />

contestazione soprattutto durante<br />

la premiazione di Graziano Cecchini<br />

per la sezione “arte contemporanea”.<br />

In molti non hanno<br />

capito né gradito il suo provocatorio<br />

gesto, anni fa, di colorare di<br />

rosso la Fontana di Trevi: tuttavia<br />

il dissenso è parte integrante della<br />

cultura ed è il benvenuto anche in<br />

questa manifestazione, come ha<br />

giustamente evidenziato una dei<br />

premiati per la sezione “letteratura”,<br />

Rossella Drudi, autrice di<br />

romanzi thriller e sceneggiatrice.<br />

Folto il gruppo dei riconoscimenti<br />

per il settore “cinema”: premiato<br />

il regista Claudio Fragasso,<br />

che ha riportato in grande spolvero<br />

un genere illustre in passato<br />

ma oggi spesso sottovalutato del<br />

cinema italiano, ossia il cinema<br />

poliziesco e d’azione, oltre alle attrici<br />

Manuela Morabito – pupilla<br />

di Pupi Avati - e Barbara Lay.<br />

Per il teatro, sono salite sul<br />

palco due realtà dal forte radicamento<br />

e impegno nel territorio: il<br />

Fara Nume, che insegna teatro ai<br />

giovani attraverso laboratori gratuiti,<br />

e lo Stabile di Ostia Antica,<br />

che sta restituendo alla luce e al<br />

pubblico il vernacolo romano di<br />

Checco Durante.<br />

Il premio per la letteratura, oltre<br />

alla già citata Rossella Drudi, è<br />

stato assegnato al giornalista Michele<br />

Cucuzza per il suo libro sul<br />

“male curabile”, e a Mirko Polisano<br />

che, con i suoi reportage in<br />

Duilio Litorale<br />

Afghanistan, ha avvicinato alla<br />

nostra sensibilità le “Storie Lontane”<br />

di popoli emarginati.<br />

Per la sezione “musica” ha ricevuto<br />

il premio Claudia Dominici,<br />

un “tutt’uno con la sua<br />

arpa”, come ha fatto notare il preside<br />

Francesco Facciolo al termine<br />

della sua suggestiva<br />

esecuzione. Per la Giustizia, è<br />

stato premiato Massimo Moriconi,<br />

presidente del tribunale di<br />

Ostia, e per l’Industria Leonardo<br />

Del Grosso, imprenditore del settore<br />

grafico che investe anche al<br />

Sud Italia.<br />

Grande emozione, per Colloca<br />

e per il pubblico, al momento<br />

della premiazione alla carriera<br />

del poeta, scrittore ed editore<br />

Beppe Costa, che ha recitato un<br />

suo brano sullo sfondo di un filmato<br />

in bianco e nero altamente<br />

evocativo.<br />

Ogni anno, il premio si rinnova<br />

e presenta qualche aspetto di novità;<br />

in questa filosofia rientra<br />

anche la premiazione delle scuole<br />

locali (i Licei Scientifici Democrito<br />

e Labriola, l’Istituto tecnico<br />

commerciale Toscanelli) e delle<br />

associazioni del nostro Municipio<br />

che operano nello sport e nel<br />

sociale (Old Stars Ostia, Associazione<br />

Podistica Ostia, Ostia Antica<br />

Athletae e l’Associazione<br />

culturale ricreativa dei sordi di<br />

Acilia): “Vogliamo incentivare i<br />

giovani, che sono il nostro futuro”-<br />

conferma Monica Picca,<br />

Presidente della Commissione<br />

Cultura del XIII° Municipio – “e<br />

quindi è bene premiare quelle realtà<br />

che li riguardano da vicino e<br />

li aiutano a crescere anche socialmente<br />

proponendo iniziative<br />

di solidarietà, integrazione, instillando<br />

giusti valori”.<br />

LUGLIO2012

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