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Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

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13. Il Tempio come luogo di salvezza<br />

Quest’ultima prospettiva verte su di una<br />

particolare funzione accreditata al Tempio:<br />

quella terapeutica.<br />

Si è detto prima che il Tempio di Salomone<br />

custodisce nel suo centro più profondo, nel<br />

cuore pulsante di vita spirituale, nel<br />

Santissimo, l’Arca dell’Alleanza, il luogo<br />

congeniale alla Shekinah, la Presenza<br />

Divina.<br />

Per un equivoco ingenerato da identità<br />

terminologica, spesso la conoscenza<br />

superficiale del sacro induce a far<br />

confusione fra l’Arca dell’Alleanza e l’Arca di<br />

Noè, ritenendo trattarsi della medesima<br />

cosa.<br />

Ebbene, questo è il classico caso di un<br />

errore foriero di abbinamenti tutt’altro che<br />

arbitrari. Perché se l’Arca di Noè salvò<br />

l’Umanità dell’estinzione per<br />

sprofondamento nelle acque materiali,<br />

analogamente, l’Arca dell’Alleanza,<br />

Testimonianza del Patto stipulato con le<br />

Tavole della Legge ivi custodite, assicura la<br />

salvezza da un naufragio parimenti iniquo:<br />

quello che precipita l’anima umana nelle<br />

acque del caos spirituale.<br />

La funzione del Tempio, dunque è anche<br />

una funzione di salvezza e di salute, sia<br />

fisica che spirituale.<br />

In virtù di questa duplice funzione salvifica,<br />

talvolta il Tempio costituisce rifugio contro<br />

le tempeste che minacciano l’integrità<br />

spirituale degli esseri e protezione contro le<br />

insidie del Mondo Elementare, cioè quel<br />

Mondo popolato, tra le altre, anche da<br />

Entità che bramano possedere e dominare,<br />

in forma di passioni, ossessioni, incubi e<br />

paure l’anima dell’uomo.<br />

Per quanto, invece, attiene al dominio<br />

propriamente contingente e sensibile,<br />

l’esercizio della funzione salvifica del<br />

Tempio si esplica nella terapia delle<br />

infermità che affliggono il corpo fisico.<br />

Infatti l’esercizio della funzione a cui erano<br />

deputati molti templi dell’antichità, ne<br />

faceva un’espressione precorritrice dei<br />

moderni ospedali.<br />

Numerosi, segnatamente nell’area grecoromana,<br />

erano i templi innalzati in onore di<br />

Asclepius o Esculapio, omologo a Mercurio,<br />

il Dio guaritore che brandiva il Caduceo di<br />

Ermete, vale a dire la verga attorno alla<br />

quale si attorcigliano a spirale due serpenti:<br />

simbolo prescelto dalle moderne discipline<br />

<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />

farmaceutiche ad emblema dell’esercizio<br />

della professione.<br />

Non si deve però trascurare di considerare<br />

la matrice egizia del simbolo suddetto, sotto<br />

l’egida del quale si praticava l’Arte Medica<br />

di cui i sacerdoti del Faraone furono<br />

maestri.<br />

Frammenti sopravvissuti all’oblìo, di questa<br />

antichissima Scienza Medica, li ritroviamo<br />

sparsi negli innumerevoli Santuari<br />

disseminati a tutte le latitudini della Terra e<br />

che, sul versante cristiano, sono<br />

prevalentemente dedicati alla Vergine.<br />

14.Conclusioni<br />

Concludo queste brevi note e,<br />

nell’accingermi a farlo, non azzardo certo la<br />

pretesa di aver esaurito il tema.<br />

In virtù della sua indefinibile vastità, esso è<br />

suscettibile degli ampi e fecondi sviluppi,<br />

per i quali nell’esposizione fatta ci si è<br />

limitati a fornire solo gli impulsi iniziali.<br />

Un lavoro interiore proficuo presuppone che<br />

le tematiche spirituali intorno alle quali si<br />

medita, non vengano relegate in trattazioni<br />

chiuse, sistematiche e definitivamente<br />

compiute, ma lascino aperti spiragli alla<br />

luce che lasciano trasparire oltre le soglie<br />

della coscienza ordinaria.<br />

La ricerca interiore deve essere sempre<br />

protesa ad aprire varchi su territori non<br />

ancora esplorati con gli strumenti della<br />

conoscenza razionale, ad inoltrarsi in<br />

regioni familiari all’uomo antico, ma sulle<br />

quali è calata la più fitta oscurità<br />

all’indomani della perdita della vista<br />

spirituale.<br />

Compito dell’iniziato non è solo quello di<br />

descrivere i paesaggi di queste regioni nelle<br />

quali egli può accedere, grazie alle facoltà<br />

interiori sviluppate, bensì quello di<br />

ridestare i sensi interni dell’uomo divenuto<br />

spiritualmente cieco, onde possa averne<br />

una percezione chiara e permanente oltre i<br />

contorni incerti e le immagini sbiadite dei<br />

sogni dell’uomo dormiente, in attesa del<br />

Risveglio.<br />

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