Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro
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oggetto, infatti, le Idee, sia quelle<br />
matematiche, che le Idee-valori.<br />
La via di accesso all’intelligibile è rinvenuta<br />
da Platone nella “anamnesi” o<br />
“reminescenza”: conoscere è quindi<br />
ricordare, ossia riconoscere nelle cose le<br />
forme che già abbiamo visto, conosciuto e<br />
che sono pertanto presenti nella nostra<br />
anima. Ecco, di nuovo, la presenza delle<br />
dottrine orfico – pitagoriche, della<br />
reincarnazione delle anime.<br />
Platone dimostra la sua teoria per mezzo di<br />
un esperimento: pone uno schiavo,<br />
completamente ignorante di geometria,<br />
dinanzi ad un problema e mostra come<br />
questi riesca a risolverlo senza conoscenza<br />
diretta dei teoremi necessari, riuscendo a<br />
ricavare da sé i passi necessari alla<br />
risoluzione.<br />
Altra dimostrazione è fornita dalla esistenza<br />
in noi delle nozioni matematiche come idee<br />
perfette non riscontrabili nello stesso grado<br />
di perfezione nella realtà sensibile.<br />
L’anima è pertanto immortale (non muore<br />
con la morte del corpo) e le idee innate in<br />
essa, ecco per quale ragione l’atto del<br />
conoscere si identifica in quello del<br />
ricordare.<br />
Non dobbiamo ciononostante dimenticare,<br />
come abbiamo precedentemente anticipato,<br />
che esistono diversi gradi della conoscenza.<br />
Sebbene la conoscenza che ha per oggetto<br />
il mondo sovra - sensibile sia la più<br />
autentica, permangono nelle possibilità<br />
dell’uomo altri gradi della stessa.<br />
Il mondo sensibile, come abbiamo già<br />
accennato, conduce alla opinione, che è un<br />
misto di conoscenza ed ignoranza.<br />
L’opinione non è dunque totalmente la<br />
verità; essa si divide in immaginazione e<br />
credenza.<br />
La conoscenza delle Idee – Valori, che<br />
compete più strettamente alla filosofia è<br />
possibile attraverso la dialettica, che è un<br />
procedimento attraverso il quale l’Intelletto<br />
scorre tra le idee, determinando il rapporto<br />
che vi è tra di esse, creando una sorta di<br />
“mappatura” del reale.<br />
Questo scorrere dell’Intelletto può avvenire<br />
in due direzioni: dalla molteplicità degli enti<br />
sensibili all’idea del Bene, e viceversa.<br />
L’Idea del Bene, in Platone, è anche<br />
principio di intelligibilità della realtà: non<br />
possiamo prescindere da tale Idea per<br />
comprendere e spiegare le realtà sia del<br />
mondo sensibile, che di quello intelligibile.<br />
In realtà, l’Idea del Bene è così al di là<br />
dell’essere da sfuggire alla definizione:<br />
<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />
l’uomo può coglierla soltanto per mezzo di<br />
similitudini e metafore.<br />
Per comprendere ora come la teoria della<br />
conoscenza di Aristotele si distacchi da<br />
quella platonica, abbiamo bisogno di<br />
approfondire la diversa concezione<br />
dell’anima.<br />
Per entrambi l’anima è il soggetto della<br />
conoscenza, ma differenti sono le modalità<br />
attraverso le quali essa conosce.<br />
Secondo Aristotele la conoscenza si ha, a<br />
partire da, e nel rapporto tra soggetto<br />
conoscente (che è possibilità – potenza di<br />
conoscere) ed oggetto (potenza ad essere<br />
conosciuto); non ci sono nozioni note<br />
all’anima prima di questa relazione, come<br />
avviene invece nella concezione platonica.<br />
La memoria ha la funzione di rievocare il<br />
ricordo a partire da un rapporto conoscitivo<br />
concreto già avutosi, ciò porta ad una<br />
concezione dell’anima come tabula rasa, un<br />
foglio bianco senza nessuna traccia<br />
anteriore alle azioni conoscitive stesse.<br />
In Aristotele vi è anche la possibilità di<br />
conoscenza dei concetti universali, ad opera<br />
dell’Intelletto. Quest’ultimo, a partire da<br />
oggetti concreti dati, riesce attraverso un<br />
processo di astrazione a cogliere la forma,<br />
l’essenza intelligibile delle cose.<br />
Tuttavia, l’intelligibile è contenuto dal dato<br />
sensibile solo a livello potenziale, e perché<br />
vi sia una conoscenza attuale, diretta,<br />
l’anima individuale deve mettersi in<br />
comunicazione con quello che viene<br />
chiamato “Intelletto Attivo od Attuale”,<br />
dove i concetti universali esistono in atto.<br />
L’Intelletto individuale è considerato<br />
morente insieme al singolo, quello attuale,<br />
invece, imperituro.<br />
Il Bene e la Felicità<br />
La complessità della riflessione sul Bene da<br />
parte dei nostri due risiede nel fatto che<br />
essa investe molteplici ambiti: riguarda la<br />
essenza e la struttura della realtà,<br />
coinvolgendo al contempo la sfera<br />
dell’uomo e della sua etica.<br />
Nella Repubblica, Platone ci dice che l’intera<br />
realtà è finalizzata al Bene, mentre nel<br />
dialogo “Filebo” si chiede cosa sia il Bene<br />
per l’uomo: le due indagini camminano<br />
parallele nell’indagine platonica.<br />
La risposta platonica circa la vita buona per<br />
l’uomo, risiede in quella che lui chiama ”la<br />
vita mista”, di piacere ed intelligenza.<br />
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