Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro
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personalità e del conseguente approccio alla<br />
filosofia, all’oggetto della loro speculazione.<br />
Fondamentalmente, Platone ed Aristotele si<br />
pongono il medesimo problema dei filosofi<br />
presocratici, ossia quale sia l’origine di tutte<br />
le cose , e di Socrate, che si chiedeva “che<br />
cosa” sia l’uomo, salvo affrontarlo in<br />
maniera più complessa ed esaustiva.<br />
Assumono dunque i due principali problemi<br />
della filosofia che li precede, ed il merito di<br />
entrambi, nonché la profonda innovazione<br />
che si ha col loro pensiero, è quello di averli<br />
intimamente ed armoniosamente connessi<br />
tra di loro.<br />
Non è concepibile nella loro costruzione<br />
separare il problema dell’essenza da quello<br />
antropologico.<br />
Vi sono alcune categorie del pensiero loro<br />
anteriore di cui i nostri si servono; qui ci<br />
concentriamo su quello principale: si tratta<br />
del principio di identità e non<br />
contraddizione formulato da Parmenide che<br />
servirà loro per parlare dell’Essere Vero,<br />
della realtà originaria.<br />
Qual è l’origine di tutte le cose?<br />
Idealismo platonico ed immanentismo<br />
aristotelico<br />
Abbiamo enunciato nella nota ottava il<br />
principio di identità e non contraddizione e<br />
le sue conseguenze.<br />
Platone muove verso la ricerca di una realtà<br />
sostanziale ad autonoma, che possa essere<br />
causa di tutta la varietà della nostra<br />
esperienza.<br />
Questa realtà deve possedere le<br />
caratteristiche deducibili dal principio<br />
precedentemente enunciato: deve essere<br />
realtà stabile ed immutabile, solo così potrà<br />
essere oggetto di scienza, cioè di<br />
conoscenza valida. Le realtà che presentano<br />
questa caratteristiche secondo Platone,<br />
sono degli enti che lui denomina Idee.<br />
Questo termine potrebbe trarci in inganno,<br />
lasciandoci ritenere che si tratti di contenuti<br />
mentali:<br />
le Idee, invece, non esistono in una mente,<br />
od in altro qualsiasi contenitore, esistono<br />
“in sé” e “per sé”, entità perfettamente<br />
autonome e trascendenti rispetto alle cose.<br />
In realtà, sarebbe più appropriato<br />
denominarle “forme”o modelli, coincidenti<br />
con concetti universali, rilevabili<br />
dall’Intelletto, che si pongono al di fuori<br />
della temporalità e della contingenza, in<br />
una realtà trascendente.<br />
<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />
Ad esempio si consideri l’idea di grandezza:<br />
benché gli oggetti dei quali consideriamo<br />
questa proprietà non siano affatto<br />
permanenti, l’idea resta sempre valida, e<br />
constatabile attraverso sempre nuovi<br />
oggetti.<br />
Esiste una idea per ogni concetto di questo<br />
genere.<br />
Ne segue che deve esserci un rapporto tra<br />
queste realtà immutabili e gli oggetti<br />
percepiti dalla nostra sensibilità, entrambe<br />
le realtà sono percepibili dalle diverse<br />
facoltà conoscitive dell’uomo, e ciò che<br />
stiamo ricercando è l’origine di tutte le cose<br />
che percepiamo.<br />
Quest’origine, è ritrovabile presso le Idee.<br />
Esse sono secondo Platone causa delle<br />
cose, poiché queste ultime e tutti gli esseri<br />
individuali sono (ossia possiedono un certo<br />
grado di realtà) in quanto imitano o<br />
partecipano delle Idee. Per ogni cosa può<br />
esserci un differente grado di<br />
partecipazione ad una data idea (che<br />
corrisponde al grado di realtà della cosa<br />
stessa), e la concorrenza di più e diverse<br />
idee determina le caratteristiche delle<br />
singole cose .<br />
Sorge ancora una domanda: com’è<br />
possibile questa partecipazione degli enti<br />
sensibili alle idee?<br />
Serve una potenza, od intelligenza che la<br />
renda possibile.<br />
Si tratta della figura del demiurgo, potenza<br />
plasmatrice che agisce sulla materia<br />
informe facendo sì che essa si determini in<br />
relazione alla partecipazione con le idee.<br />
Il processo attraverso il quale Aristotele si<br />
discosta dal pensiero del maestro passa<br />
proprio attraverso la critica a questa<br />
concezione della realtà.<br />
Aristotele sostiene che queste Idee sono<br />
tanto al di fuori del mondo sensibile da non<br />
poter essere oggetto della nostra<br />
conoscenza, ma neppure causa della nostra<br />
coscienza di esse ed, in ultima analisi,<br />
essendo così distanti ed esterne dagli enti<br />
materiali, non possono essere causa di<br />
questi.<br />
Aristotele parte da quello che è l’oggetto<br />
della conoscenza più immediata: l’oggetto<br />
concreto ed individuale che veniamo a<br />
trovarci davanti, quella è per questi la<br />
realtà primaria, ed all’interno di questa<br />
realtà bisogno trovare la causa delle cose,<br />
non fuori.<br />
Secondo Aristotele, il maggiore imbarazzo<br />
riguardo all’idealismo si avrebbe quando si<br />
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