14.06.2013 Views

Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

personalità e del conseguente approccio alla<br />

filosofia, all’oggetto della loro speculazione.<br />

Fondamentalmente, Platone ed Aristotele si<br />

pongono il medesimo problema dei filosofi<br />

presocratici, ossia quale sia l’origine di tutte<br />

le cose , e di Socrate, che si chiedeva “che<br />

cosa” sia l’uomo, salvo affrontarlo in<br />

maniera più complessa ed esaustiva.<br />

Assumono dunque i due principali problemi<br />

della filosofia che li precede, ed il merito di<br />

entrambi, nonché la profonda innovazione<br />

che si ha col loro pensiero, è quello di averli<br />

intimamente ed armoniosamente connessi<br />

tra di loro.<br />

Non è concepibile nella loro costruzione<br />

separare il problema dell’essenza da quello<br />

antropologico.<br />

Vi sono alcune categorie del pensiero loro<br />

anteriore di cui i nostri si servono; qui ci<br />

concentriamo su quello principale: si tratta<br />

del principio di identità e non<br />

contraddizione formulato da Parmenide che<br />

servirà loro per parlare dell’Essere Vero,<br />

della realtà originaria.<br />

Qual è l’origine di tutte le cose?<br />

Idealismo platonico ed immanentismo<br />

aristotelico<br />

Abbiamo enunciato nella nota ottava il<br />

principio di identità e non contraddizione e<br />

le sue conseguenze.<br />

Platone muove verso la ricerca di una realtà<br />

sostanziale ad autonoma, che possa essere<br />

causa di tutta la varietà della nostra<br />

esperienza.<br />

Questa realtà deve possedere le<br />

caratteristiche deducibili dal principio<br />

precedentemente enunciato: deve essere<br />

realtà stabile ed immutabile, solo così potrà<br />

essere oggetto di scienza, cioè di<br />

conoscenza valida. Le realtà che presentano<br />

questa caratteristiche secondo Platone,<br />

sono degli enti che lui denomina Idee.<br />

Questo termine potrebbe trarci in inganno,<br />

lasciandoci ritenere che si tratti di contenuti<br />

mentali:<br />

le Idee, invece, non esistono in una mente,<br />

od in altro qualsiasi contenitore, esistono<br />

“in sé” e “per sé”, entità perfettamente<br />

autonome e trascendenti rispetto alle cose.<br />

In realtà, sarebbe più appropriato<br />

denominarle “forme”o modelli, coincidenti<br />

con concetti universali, rilevabili<br />

dall’Intelletto, che si pongono al di fuori<br />

della temporalità e della contingenza, in<br />

una realtà trascendente.<br />

<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />

Ad esempio si consideri l’idea di grandezza:<br />

benché gli oggetti dei quali consideriamo<br />

questa proprietà non siano affatto<br />

permanenti, l’idea resta sempre valida, e<br />

constatabile attraverso sempre nuovi<br />

oggetti.<br />

Esiste una idea per ogni concetto di questo<br />

genere.<br />

Ne segue che deve esserci un rapporto tra<br />

queste realtà immutabili e gli oggetti<br />

percepiti dalla nostra sensibilità, entrambe<br />

le realtà sono percepibili dalle diverse<br />

facoltà conoscitive dell’uomo, e ciò che<br />

stiamo ricercando è l’origine di tutte le cose<br />

che percepiamo.<br />

Quest’origine, è ritrovabile presso le Idee.<br />

Esse sono secondo Platone causa delle<br />

cose, poiché queste ultime e tutti gli esseri<br />

individuali sono (ossia possiedono un certo<br />

grado di realtà) in quanto imitano o<br />

partecipano delle Idee. Per ogni cosa può<br />

esserci un differente grado di<br />

partecipazione ad una data idea (che<br />

corrisponde al grado di realtà della cosa<br />

stessa), e la concorrenza di più e diverse<br />

idee determina le caratteristiche delle<br />

singole cose .<br />

Sorge ancora una domanda: com’è<br />

possibile questa partecipazione degli enti<br />

sensibili alle idee?<br />

Serve una potenza, od intelligenza che la<br />

renda possibile.<br />

Si tratta della figura del demiurgo, potenza<br />

plasmatrice che agisce sulla materia<br />

informe facendo sì che essa si determini in<br />

relazione alla partecipazione con le idee.<br />

Il processo attraverso il quale Aristotele si<br />

discosta dal pensiero del maestro passa<br />

proprio attraverso la critica a questa<br />

concezione della realtà.<br />

Aristotele sostiene che queste Idee sono<br />

tanto al di fuori del mondo sensibile da non<br />

poter essere oggetto della nostra<br />

conoscenza, ma neppure causa della nostra<br />

coscienza di esse ed, in ultima analisi,<br />

essendo così distanti ed esterne dagli enti<br />

materiali, non possono essere causa di<br />

questi.<br />

Aristotele parte da quello che è l’oggetto<br />

della conoscenza più immediata: l’oggetto<br />

concreto ed individuale che veniamo a<br />

trovarci davanti, quella è per questi la<br />

realtà primaria, ed all’interno di questa<br />

realtà bisogno trovare la causa delle cose,<br />

non fuori.<br />

Secondo Aristotele, il maggiore imbarazzo<br />

riguardo all’idealismo si avrebbe quando si<br />

27

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!