Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro
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a tutti i costi emulare il campione allenato e<br />
si fa scoppiare il cuore nell’insano tentativo<br />
di eguagliare i risultati di chi è meglio<br />
allenato di lui, ignorando i segnali di crisi<br />
che il suo corpo gli invia prima di cedere?<br />
Il Maestro, l’istruttore, l’esperto fornisce<br />
non già la conoscenza, che è individuale e<br />
va quindi esperita da ciascuno nei tempi e<br />
modi che gli sono propri, ma solo gli<br />
strumenti per acquisirla. Ciascun praticante<br />
quindi deve far tesoro degli insegnamenti<br />
che riceve, ma allo stesso modo deve<br />
“navigare a vista”, ovvero considerare<br />
sempre quanto e come questi risuonino in<br />
lui, sia per valutare eventuali progressi che<br />
per rilevare eventuali problemi e malesseri.<br />
Qundi il praticante deve percorrere la sua<br />
Via cercando di non sconfinare ne’ in un<br />
individualistico “fuori pista” rispetto a<br />
quanto da altri sperimentato nel Tempo e<br />
neppure in una passiva quiescenza a tutto<br />
quanto propone il guru di turno. Nel primo<br />
caso il rischio di sbattere contro qualche<br />
albero o cascare in qualche crepaccio è – se<br />
non certo – probabile, tanto quanto nel<br />
secondo caso non è da escludersi il<br />
diventare pollo da spennare da loschi figuri<br />
o batteria energetica per eggregori più o<br />
meno benigni.<br />
Stolto è allora colui che ignora le indicazioni<br />
distillate in secoli di pratiche<br />
praticate e racchiuse in miti e<br />
riti, altrettanto lo è chi si<br />
lancia sulle tracce di chi lo ha<br />
preceduto senza ben<br />
ponderare i suoi passi.<br />
La nostra pratica in effetti<br />
è un cammino nelle sabbie,<br />
dove ci si deve guidare con<br />
la stella del Nord, piuttosto<br />
che con le orme che vi si<br />
vedono impresse. La<br />
confusione delle tracce,<br />
che un <strong>numero</strong> quasi<br />
infinito di persone vi ha<br />
lasciato, è così grande, e vi si trovano<br />
così tanti sentieri diversi, che<br />
conducono quasi tutti in orrendi<br />
deserti, che è quasi impossibile non<br />
deviare dalla vera via, che solo i saggi<br />
favoriti dal Cielo hanno saputo<br />
fortunatamente scoprire, e<br />
riconoscere.<br />
<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />
A conferma di quanto sopra, durante il<br />
recente incontro a cui si accennava<br />
all’inizio, sono state proposte cinque<br />
"posizioni" (o asana, per chi ha più<br />
dimistichezza con la terminologia<br />
orientale...) uguali per tutti, che i<br />
partecipanti hanno via via assunto durante<br />
le pratiche; in un secondo tempo a ciascuno<br />
è stato chiesto di scegliere una delle<br />
posizioni assunte in precedenza,<br />
constatando che nessuna di queste è stata<br />
scelta da più del 20% dei partecipanti e<br />
rilevano quindi come sia possibile operare<br />
determinate scelte in base al proprio<br />
sentire, pur nell’ambito di una pratica<br />
organizzata e definita.<br />
Voce come strumento<br />
Altro interessante lavoro è senz’altro quello<br />
sviluppato intorno al respiro ed alle<br />
vocalizzazioni; sulla importanza e sul<br />
“potere” di queste ultime è stato scritto<br />
tantissimo e non è certo nelle intenzioni e<br />
possibilità del sottoscritto poter riassumere<br />
in poche righe un siffatto argomento. Basti<br />
ricordare che però questa peculiarità è ben<br />
nota tanto in Oriente come in Occidente:<br />
dal potere creativo del Verbo descritto nel<br />
vangelo di Giovanni a quello del kotodama<br />
dello scintoismo giapponese praticato tra gli<br />
altri da O’ Sensei Ueshiba Morihei fondatore<br />
dell’Aikido, passando dai mantra e dalla<br />
preghiera esicasta, gli esempi non mancano<br />
e anche in questo ambito<br />
ciascuno può cercare, nella<br />
vasta offerta, quanto più in<br />
sintonia con la propria pratica.<br />
Non sono casuali termini quali<br />
“sintonia” e “risonanza” poiché il<br />
corpo fisico - durante la<br />
vocalizzazione - si comporta<br />
come la cassa armonica di un<br />
violino le cui caratteristiche,<br />
come è ben noto, sono diverse<br />
per ciascuno strumento in<br />
funzione di forma, dimensioni,<br />
materiali e stagionatura del<br />
legno.<br />
Va da se quindi, che lo stesso<br />
mantra, la stessa preghiera, la stessa<br />
invocazione risuonerà in maniera diversa a<br />
seconda di chi la pronuncia e addirittura,<br />
per lo stesso praticante, in maniera<br />
differente in funzione dell’inflessione e dello<br />
stato d’animo.<br />
In queste righe volevo però ricordare,<br />
soprattutto a me stesso, l’importanza –<br />
anche in questo caso – di una pratica<br />
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