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Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

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IL SACERDOZIO<br />

di Nicolaus<br />

Tanti riferimenti, solo apparentemente diversi, che<br />

partecipano, tutti insieme, al quadro armonioso<br />

della Verità che alimenta il Nostro Venerabile<br />

Ordine Martinista Universale.<br />

Per rendere questa verità un po' più<br />

manifesta abbiamo bisogno di analizzarla<br />

con la chiarezza delle definizioni condivise a<br />

cominciare dal Sacerdozio, cercando, per<br />

questo termine, un senso oggettivamente<br />

valido, a prescindere dai contesti specifici a<br />

cui può fare riferimento.<br />

Il termine letterale, dal latino Sacer-do,<br />

significa "dò il <strong>Sacro</strong>" e quindi contiene il<br />

presupposto che il Sacerdote abbia il <strong>Sacro</strong>,<br />

lo possegga e lo possa gestire e che, a sua<br />

discrezione, lo possa dare, possa cioè<br />

"rendere partecipi i seguaci del culto di quel<br />

<strong>Sacro</strong> alla sfera comune dei valori ritenuti<br />

assoluti ed intoccabili che costituiscono la<br />

radice del culto stesso".<br />

Ne consegue che il possessore del <strong>Sacro</strong><br />

debba essere un Iniziato al <strong>Sacro</strong> in<br />

questione, e come tale, debba essere<br />

costituito ritualmente secondo le regole di<br />

quel culto, con il consenso della Entità<br />

psichica che è riconosciuta dalla comunità<br />

dei credenti come concetto dominante il<br />

culto, mentre diventano fondamentali i<br />

compiti che la comunità considera affidati al<br />

neofita in questione.<br />

La definizione di Sacerdote non può<br />

prescindere dal significato di <strong>Sacro</strong>, per<br />

quanto possibile avulso dal contesto<br />

religioso, come motore fondamentale<br />

dell'umano agire e questo è stato ed è,<br />

ancora oggi, oggetto di notevoli tentativi di<br />

approfondimento da parte sia di filosofi che<br />

antropologi anche contemporanei.<br />

<strong>Sacro</strong>, dalla radice Sak, indica "ciò che è<br />

inviolabile e da cui si deve stare lontani" ed<br />

ha il significato di "alterità, diverso,<br />

soprannaturale, straordinario, esperienza di<br />

margine vertiginosa ed oltre l'umano", dove<br />

"l'uomo faber" non è più sè stesso, perché<br />

non è più in grado di controllare e plasmare<br />

la realtà quotidiana e non può più<br />

trascendere la situazione nel suo valore. - Il<br />

<strong>Sacro</strong> è esperienza sempre nuova che si<br />

distacca dal normale, dalla quotidianità che,<br />

a sua volta, diventa "il profano" che,<br />

contrapponendosi al <strong>Sacro</strong>, lo rende<br />

<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />

manifesto e lo rivela. - L'esperienza del<br />

<strong>Sacro</strong>, quando vissuta intimamente, può<br />

essere fascinosa e terribile e, tanto<br />

coinvolgente, che il ricercatore di verità si<br />

sente coinvolto a penetrarlo sempre più<br />

profondamente divenendo, l'esperienza già<br />

vissuta praticamente, "il normale", mentre<br />

il "più <strong>Sacro</strong>" è ancora da scoprire.<br />

Vivere il <strong>Sacro</strong> attiene alla propria<br />

coscienza, alla sua sensibilità ed alla<br />

consapevolezza della Verità Una da<br />

qualunque parte si sia iniziato il cammino.<br />

Nel viaggio verso la Verità sono tante le<br />

stazioni di partenza, ma unica è la<br />

destinazione finale!<br />

Il <strong>Sacro</strong> è<br />

necessariamente<br />

esoterico, chiuso,<br />

inviolabile, non<br />

disponibile e non idoneo<br />

per tutti, ma non tutto<br />

ciò che è esoterico è<br />

automaticamente <strong>Sacro</strong>,<br />

mentre il termine<br />

profano è sinonimo di essoterico.<br />

Il <strong>Sacro</strong> copre la immensa distanza che<br />

separa l'assoluto dalla nostra relatività e si<br />

dispone su una gradazione di infiniti livelli,<br />

come le sfoglie di una cipolla dove troviamo<br />

quelle esterne più evidenti e poi, via via<br />

quelle sempre più interne, che vanno al<br />

cuore ed alla radice del tutto.<br />

Solo la parte più intima del <strong>Sacro</strong> può<br />

essere assimilata al concetto di Santo.<br />

Il <strong>Sacro</strong>, come il mito, può essere la<br />

creazione di una specifica cultura umana a<br />

cui, un gruppo diverso, può contrapporre un<br />

<strong>Sacro</strong> totalmente diverso, e questa tipologia<br />

di <strong>Sacro</strong> subirà modifiche ed adattamenti in<br />

relazione alla evoluzione del gruppo stesso<br />

ma può anche far parte del bagaglio<br />

intrinseco della specie umana o della sua<br />

stragrande maggioranza e, come tale, può<br />

superare le barriere dei gruppi, della cultura<br />

e della storia quale, per esempio, il<br />

concetto di Verità Una, la eidos e<br />

l'archetypon Platoniche, il concetto di morte<br />

che per tutti gli esseri viventi è ritenuto il<br />

confine estremo della propria esperienza di<br />

vita in questa manifestazione.<br />

Per tutte le religioni la Divinità è il cuore del<br />

<strong>Sacro</strong> e, collocandosi nella sua parte più<br />

intima, diventa il Santo dei Santi, la radice<br />

della vita, ben oltre il cuore della nostra<br />

cipolla. In questo caso il <strong>Sacro</strong> non è<br />

determinato dalla consapevole volontà<br />

dell'uomo, ma dal suo bisogno intimo più<br />

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