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Lex Aurea - numero 25 - Fuoco Sacro

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Antrophos<br />

Erica Tiozzo<br />

L'elaborazione del sacro: la religione<br />

Ritengo ora opportuno, dopo avere scorso<br />

in rassegna le cultualità antiche, prima di<br />

riprendere l'affascinante tema dello<br />

sciamanesimo, introdurre brevemente la<br />

questione del concetto della sacralità, base<br />

indispensabile per l'elaborazione umana del<br />

sistema magico o religioso che sia.E' chiaro<br />

che quest'astrazione è profondamente<br />

relativa, una variabile legata alla cultura di<br />

appartenenza ed estrinsecazione; sono stati<br />

fatti vari studi per descrivere<br />

esaurientemente questa tematica così<br />

sfuggente e volubile e ne sono stati isolati<br />

tratti e momenti comuni.<br />

Uno dei più celebri studi in merito, ancorchè<br />

datato, è quello di Rudolf Otto, “Il <strong>Sacro</strong>”.<br />

Lo studioso tedesco, teologo luterano, ha<br />

coniato un nuovo termine, “numinoso”,<br />

fondando una categoria concettuale nuova,<br />

che abbraccia <strong>numero</strong>si significati.Altri<br />

studiosi, di varie e diverse discipline, hanno<br />

sviluppato questo argomento: tra i molti,<br />

Mircea Eliade, Marcel Mauss, Evans-<br />

Pritchard.<br />

L'approccio teologico e filosofico, in questa<br />

sede, è naturalmente privilegiato rispetto a<br />

quello storico-politico ed economico.<br />

Vale la pena, copme sempre, di partire<br />

dall'etimologia: “sacer”, in latino, da cui<br />

deriva l'italiano “sacro”, significa “separato”<br />

e con questa parola, per associazione, si<br />

voleva indicare tutto ciò che non<br />

apparteneva al mondo materiale, alla<br />

dimensione terrena, ma a quella spirituale,<br />

divina, ultraterrena, soprannaturale e che<br />

era, di riflesso, intoccabile.<br />

Il vocabolo ha certamente una diretta<br />

correlazione con il tabù, con il terrore e<br />

l'orrore ma altresì, come è facile intuire,<br />

con il mistero e l'adorazione.<br />

Tra i composti e i derivati del termine<br />

sacro, basterà richiamare “sacerdos”,<br />

sacerdoti, “sacrificium” 'rito sacro',<br />

“sacellum” (da sakro-lo-), “sacrarium”,<br />

“sacramentum”, ecc.: come si vede,<br />

ognuna di queste parole sviluppa solamente<br />

alcuni dei significati che sono compresenti<br />

in “sacer”che è veramente ricco di<br />

<strong>Lex</strong> <strong>Aurea</strong> <strong>25</strong> – Libera Rivista di Formazione Esoterica<br />

sfumature e sottintendimenti.<br />

Secondo Otto, il sacro è la razionalizzazione<br />

di diversi e ambivalenti sentimenti<br />

dell'uomo-creatura, che percepisce il<br />

“numinoso”, cioè il mondo del divino e del<br />

soprannaturale, ineffabile ed<br />

incomprensibile, di cui cerca il contatto<br />

tramite culti, riti, cerimonie. Ecco spiegata<br />

dunque la “religio”come sommo tentativo di<br />

raggiungere qualcosa che non è<br />

normalmente raggiungibile ed esperibile.<br />

Sembra indispensabile, per teorizzare il<br />

sacro, che l'uomo si senta creatura: la<br />

creaturalità è il primo passo per riconoscere<br />

quel numinoso che permette la<br />

categorizzazione del sacro.<br />

La creatura, spesso, concepisce la Divinità<br />

come altro da sé, come totalmente altro, e<br />

questo è tanto più evidente nella<br />

fenomenologia propriamente religiosa e<br />

soprattutto occidentale.<br />

I primi momenti del sacro, quelli che<br />

certamente influirono maggiormente sulla<br />

psiche dei nostri antenati e<br />

sull'elaborazione dei primi etnemi magicoreligiosi,<br />

furono quelli del mysterium<br />

tremendum e del timor dei. L'uomo<br />

primitivo, impotente di fronte a certi<br />

fenomeni naturali, era al contempo attratto<br />

dalla straordinarietà quanto dalla possenza<br />

e dall'inevitabilità del caso e, conscio della<br />

morte e della vita, era invaso da un terrore<br />

demonico.<br />

Le religioni tribali, quali il totemismo, le<br />

religioni dell'America precolombiana e molti<br />

culti africani, sono possedute da un timor<br />

dei che fa sì che il rapporto con il Divino sia<br />

improntato in modo predominante ad un<br />

sentimento di terrore e sconcerto. Questo<br />

stadio, da Otto ritenuto demonico, lo stadio<br />

dello spaventoso, è ravvisabile in alcuni<br />

passi del Vecchio Testamento e nel Corano.<br />

La majestas è un ulteriore step in cui la<br />

potenza, la forza del Divino sono adorate: il<br />

Dio d'Israele non è forse il solo Santo, il<br />

solo potente, l'onnipotente? I profeti, i<br />

sacerdoti e il popolo si prostrano di fronte<br />

alla forza che invocano a loro difesa.<br />

Nell' Antico Testamento, assieme<br />

all'adorazione della forza emerge anche il<br />

terrore di una energia eccessiva, che si<br />

tramuta in “orghè”: è l'incontenibile,<br />

terrificante ira del Signore, che tenta senza<br />

motivo di uccidere Mosè e che lotta con<br />

Giobbe. A questi due sentimenti si<br />

accompagna spesso anche una percezione<br />

diversa, detta dell'”augustum”: la<br />

perfezione attribuita a Dio fa sì che aumenti<br />

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