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Il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia - Assemblea nazionale ...

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competenza esclusiva dell’or<strong>di</strong>namento dell’Unione europea e delineare i meccanismi <strong>di</strong> operatività<br />

del <strong>rinvio</strong> <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> e l’impossibilità da parte delle legislazioni nazionali <strong>di</strong> incidere su tale<br />

meccanismo riducendo i poteri riservati al giu<strong>di</strong>ce <strong>nazionale</strong>, compete certamente a quest’ultimo -<br />

al quale è riservata la responsabilità <strong>di</strong> decidere la controversia posta al suo vaglio – a) applicare i<br />

criteri fissati d<strong>alla</strong> giurisprudenza Cilfit; b) dare in ogni caso adeguata giustificazione delle proprie<br />

scelte tenendo in considerazione la giurisprudenza della <strong>Corte</strong> europea dei <strong>di</strong>ritti dell’uomo sopra<br />

evocata; c) attivare o non attivare il meccanismo del <strong>rinvio</strong> a seconda della rilevanza o meno della<br />

questione secondo una valutazione <strong>di</strong> sua pertinenza e dell’esistenza o meno <strong>di</strong> un ragionevole<br />

dubbio in or<strong>di</strong>ne <strong>alla</strong> soluzione da dare <strong>alla</strong> questione.<br />

3.4. Rinvio <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> del giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> ultima istanza e responsabilità dello Stato(giu<strong>di</strong>ce).<br />

Secondo Cons.Stato n.4584/2012 dall’omesso <strong>rinvio</strong> <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> potrebbe derivare responsabilità<br />

dello Stato. Ed in questo ambito chiede <strong>alla</strong> <strong>Corte</strong> <strong>di</strong> <strong>giustizia</strong> <strong>di</strong> chiarire <br />

Tale quesito si collega all’affermazione, contenuta nella parte motiva, secondo la quale “…Laddove<br />

si configuri un obbligo <strong>di</strong> <strong>rinvio</strong> <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> <strong>alla</strong> <strong>Corte</strong> <strong>di</strong> Giustizia CE, la sua violazione è ritenuta<br />

d<strong>alla</strong> <strong>Corte</strong> <strong>di</strong> Giustizia CE sanzionabile me<strong>di</strong>ante la responsabilità degli Stati membri, che sono<br />

tenuti a risarcire i danni causati ai singoli dalle violazioni del <strong>di</strong>ritto dell’Unione riconducibili ad<br />

organi giu<strong>di</strong>ziari, e in particolare quando questi ultimi omettano <strong>di</strong> ottemperare all’obbligo <strong>di</strong> <strong>rinvio</strong><br />

<strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> [<strong>Corte</strong> giust. CE, 30 settembre 2003 C-224/01, Köbler; Id. 13 giugno 2006 C-173/03,<br />

Traghetti del Me<strong>di</strong>terraneo; Id., sez. III 24 novembre 2011 C 379/10 Commissione europea c.<br />

Repubblica italiana].”<br />

Orbene, è sufficiente evidenziare, anticipando quanto si andrà <strong>di</strong> seguito esponendo sul tema della<br />

responsabilità dello Stato per violazione del <strong>di</strong>ritto dell’UE, che tre sono le con<strong>di</strong>zioni in presenza<br />

delle quali uno Stato membro è tenuto al risarcimento dei danni causati ai singoli per violazione del<br />

<strong>di</strong>ritto dell’Unione al medesimo imputabile, vale a <strong>di</strong>re che la norma giuri<strong>di</strong>ca violata sia<br />

preor<strong>di</strong>nata a conferire <strong>di</strong>ritti ai singoli, che si tratti <strong>di</strong> violazione sufficientemente caratterizzata e,<br />

infine, che esista un nesso causale <strong>di</strong>retto tra la violazione dell’obbligo incombente allo Stato e il<br />

danno subito dai soggetti lesi.<br />

<strong>Il</strong> che val quanto <strong>di</strong>re che l’omesso <strong>rinvio</strong> <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> da parte del giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> ultima istanza in<br />

tanto, a parte i rime<strong>di</strong> previsti da ciascuno Stato a livello interno 43 , potrà dare luogo a responsabilità,<br />

in quanto l’attività dello stesso giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> ultima istanza abbia dato luogo ai presupposti appena<br />

ricordati.<br />

In altri termini, sembrano proprio le coor<strong>di</strong>nate che governano il sistema dei rapporti fra "giu<strong>di</strong>ce<br />

comune del <strong>di</strong>ritto eurounitario <strong>di</strong> ultima istanza" e <strong>Corte</strong> <strong>di</strong> <strong>giustizia</strong> a rendere palese che la<br />

par. 3 TFUE non dovrebbe ostare alle regole processuali nazionali in tema <strong>di</strong> termini <strong>di</strong> ricorso, specificità dei motivi <strong>di</strong><br />

ricorso, principio della domanda, <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica della domanda in corso <strong>di</strong> causa, <strong>di</strong>vieto per il giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> soccorso<br />

della parte nella formulazione delle domande, in violazione della parità delle armi, sicché quando la parte solleva una<br />

questione <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> comunitaria davanti al giu<strong>di</strong>ce <strong>nazionale</strong> dovrebbe farlo in termini sufficientemente chiari e<br />

specifici, e coerenti con i parametri richiesti d<strong>alla</strong> C. giust. CE. Inoltre secondo il giu<strong>di</strong>ce rimettente, in ossequio ai<br />

principi <strong>di</strong> ragionevole durata del processo, <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abuso del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, lealtà processuale, l’art. 267, par. 3<br />

TFUE andrebbe interpretato nel senso che l’obbligo <strong>di</strong> <strong>rinvio</strong> <strong>pregiu<strong>di</strong>ziale</strong> non impe<strong>di</strong>sce un vaglio critico da parte del<br />

giu<strong>di</strong>ce a quo della questione <strong>di</strong> interpretazione del <strong>di</strong>ritto comunitario, e consente al giu<strong>di</strong>ce a quo <strong>di</strong> non rinviare la<br />

questione non solo nel caso <strong>di</strong> “assoluta chiarezza” della norma comunitaria, ma anche nel caso in cui il giu<strong>di</strong>ce<br />

<strong>nazionale</strong> ritenga, in base ad un parametro <strong>di</strong> ragionevolezza e <strong>di</strong>ligenza professionale, che la norma comunitaria sia<br />

“ragionevolmente chiara” e non necessiti <strong>di</strong> ulteriore chiarificazione.>><br />

43 Cfr.CONDINANZI-MASTROIANNI, <strong>Il</strong> contenzioso dell’Unione europea, Milano, 2009, 214.<br />

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