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Anemie - MedWiki

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appunti del corso di<br />

Ematologia<br />

anno 2002-2003<br />

a cura di Francesco Gabbrielli<br />

per info e suggerimenti scrivere a<br />

gabba78@libero.it


Componenti del sangue<br />

composizione<br />

il sangue è disomogeneo perché risulta formato da:<br />

- elementi figurati (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine)<br />

- plasma (parte liquida contenente albumina, globulina anti-emofilica A e B, fattori coagulazione, Ig)<br />

formula empirica per valutare quantità sangue<br />

indicativamente nell’organismo ci sono 70 mL sangue per 1 Kg peso corporeo<br />

q.tà sangue = 70 mL x 1 Kg<br />

emorragia se s upera 1L e compare rapidamente quadro emorragico e i relativi meccanismi di compenso:<br />

1 – riflesso barocettivo<br />

attivazione del sistema dei barocettori a livello<br />

carotideo nervo di Hering nervo glossofaringeo bulbare<br />

aortico nervo vago bulbare<br />

determinando una forte attivazione simpatica al fine di vasocostringere e indurre tachicardia per<br />

mantenere una elevata pressione di per fusione al fine di non mandare in ischemia il SNC.<br />

2 – vasopressina/ADH<br />

3 –NAF (peptide striale natriuretico)<br />

4 – compenso renale<br />

5- messa in circolo di reticolociti e emopoiesi (dopo almeno 5 gg)<br />

Emocromo<br />

esame molto importante. Si prende campione di sangue periferico e si osserva al MO con colorazione May-Grumwald-<br />

Giemsa. Oggi si sono aggiunte importante tecniche di colorazione immunoistologica per caratterizzare cellule con<br />

determinati proteine es presse (vedi LMA, LMC e linfomi).<br />

Ematocrito ci fornisce idea del rapporto tra massa plasmatica e massa corpuscolata<br />

si centrifuga il sangue in una provetta facendo precipitare gli elementi corpuscolati e si misura il<br />

sedimento<br />

v.n. Ht uomo 46.0<br />

donna 40.9<br />

variazioni gravidanza Ht a causa dell’emodiluizione<br />

emorragia inizialmente Ht = a causa della vasocostrizione<br />

dopo 6h invece di brutto<br />

disidratazione Ht <br />

Indici eritrocitari<br />

numero GR v.n. 4,5-5,9 milioni uomo<br />

4,1-5,1 milioni donna<br />

Hb emoglobina<br />

Hb 15,5 g/dL uomo<br />

Hb 13,7 g/dL donna<br />

MCV volume corpuscolare medio<br />

formula Ht/GR<br />

indica il volume cellulare medio dei GR che si esprime in fL<br />

si calcola con il rapporto tra Ht/numero dei GR<br />

MCV normale 75-85 fl<br />

MCV > 100 macrocitosi anemia megaloblastica<br />

MCV < 70-78 microcitosi anemie sideropeniche<br />

talassemia<br />

MCH contenuto Hb corpuscolare medio<br />

formula Hb/GR<br />

quantità media di Hb in un GR<br />

MCH 30,2 pg 27-33 pg<br />

varia nelle malattie mieloproliferative e nelle anemie congenite<br />

MCHC concentrazione emoglobinica corpuscolare media<br />

formula Hb/Ht<br />

rappresenta la concentrazione di emoglobina media all’interno del GR<br />

rapporto tra Hb ed ematocrito<br />

aumenta molto con sferocitosi


RDW Red cell distribution width<br />

ampiezza della curva della distribuzione del volume degli eritrociti<br />

indica quanto varia il volume degli eritrociti<br />

anemia RDW ampio in quanto ci sono eritrociti di piccole e grandi dimensioni<br />

questo quadro è detto anisopoichilocitosi<br />

piastrine se ne valuta numero<br />

variazioni del volume (come RDW)<br />

Iter della lettura dell’emocromo<br />

1 – valutare Hb per vedere se c’è anemia<br />

2 – valutare IR per capire se è alterata la produzione eritrocitaria (IR /=) o distruzione GR (IR )<br />

2 – valutare MCV per capire se c’è anemia di tipo macro o microcitica<br />

False anemie<br />

gravidanza aumenta la massa eritrocitaria e vengono riassorbiti liquidi dagli interstizi e l’ematocrito risulta normale<br />

o diminuito, talvolta può sembrare una anemia per l’emodiluizione<br />

mieloma mult. aumenta la q.tà di proteine plasmatiche e vengono richiamati i liquidi dall’interstizio nei vasi con una<br />

emodiluizione che fa sembrare anemia<br />

Eritrocitosi falsa<br />

Quando si riduce il plasma si ha una emoconcentrazione degli elementi corpuscolati<br />

cause di emoconcentrazione sudorazione<br />

diarrea<br />

vomito<br />

poliuria (specie nel diabete mellito)<br />

insufficienza surrenalica (diabete insipido)<br />

Falsa normalità<br />

emorragia si perde molta massa e l’organismo cerca di compensare con<br />

- vasocostrizione<br />

- attivazione sistema RAA<br />

vengono riassorbiti i liquidi dall’interstizio nel sangue e Ht resta inizialmente normale<br />

poi però dopo circa 6h diminuisce<br />

Reticolociti<br />

globuli rossi hanno circa 2 mesi di emivita nel sangue. I più giovani (reticolociti) si colorano con il blu di cresile brillante<br />

per la casa<br />

reticolociti anemie iper-rigenerative post emorragia<br />

emolisi<br />

reticolociti anemie ipo-rigenerative normociti danno midollare<br />

ridotta produzione<br />

macro e micro carenza marziale<br />

talassemia<br />

sideroblastosi<br />

deficit THF e/o B12<br />

farmaci<br />

NB che anche i reticolociti risentono delle concentrazioni<br />

Formula leucocitaria<br />

numero leucociti valori normali 5000-9000 mm 3 maschio<br />

4000-7500 mm 3 femmina<br />

neutrofili 55-70 %<br />

eosinofili 1-4 %<br />

basofili 0,1-1 %<br />

linfociti 20-30 %<br />

monociti 2-8 %<br />

granulociti 2500 valore normale<br />

< 500 aumentato rischio infettivo<br />

500-200 molto aumentato rischio infettivo<br />

< 200 infezioni opportunistiche<br />

granulociti s i muovono con una maggiore velocità se si trovano al centro del vaso<br />

si distingue pool circolante<br />

pool marginato (pronto all’uso)


falsa leucocitosi<br />

sforzo fisico, paura, stress fanno mettere in circolo elementi del pool marginato e si ha falsa leucocitosi<br />

falsa leucopenia<br />

nel paziente con cirrosi o splenomegalia si ha un rallentamento del flusso ematico con del flusso con un aumento del<br />

pool marginato a livello splenico ma non è un problema perché in caso di necessità i globuli bianchi vengono messi in<br />

circolo.


Emopoiesi<br />

Embriogenesi<br />

Durante la vita intrauterina i primi precursori delle cellule ematiche sono riconoscibili nel sacco vitellino. Nel secondo<br />

mese l’emopoiesi avviene a livello epatico e splenico, questo fino al 6°-7° mese, quindi l’emopoiesi diventa midollare.<br />

Il cordone ombelicale è ricco di cellule staminali in quanto esse passato dal torrente circolatorio per andare dal fegato al<br />

midollo osseo. Nell’individuo adulto l’emopoiesi avviene a livello midollare, specie presso midollo osseo e sterno. Ma in<br />

condizioni patologiche (anemie croniche e carenziali, mielofibrosi e mielodisplasie) può avvenire anche presso fegato,<br />

milza e linfonodi.<br />

Microambiente midollare<br />

E’ costituito da sinusoidi (capillari con endotelio fenestrato), cellule reticolari che con i loro processi citoplasmatici<br />

circondano le cellule emopoietiche, adipociti parasinusoidali, fibre reticolari e matrice extracellulare (collageno e<br />

proteoglicani). Insieme costituiscono il supporto per le cellule emopoietiche e che legano fattori di crescita prodotti dalle<br />

cellule del microambiente midollare. Il microambiente midollare è essenziale affinché avvenga l’emopoiesi midollare. Se<br />

si ha una variazione del microambiente midollare con fibrosi (vedi malattia della mielofibrosi) l’emopoiesi viene trasferita<br />

in altre zone come milza, fegato) ma alla fine c’è aplasia midollare. Questo perché le cellule emopoietiche riconoscono<br />

l’ambiente midollare<br />

Cellule emopoietiche<br />

cellule staminali emopoietiche totipotenti<br />

sono cellule capaci di generare tutti i tipi di elementi figurati del sangue, quindi da un clone si possono avere tutti i tipi<br />

cellulari. Sono cellule indifferenziate che hanno l’importante caratteristica di riuscire a automantenersi. Vanno infatti<br />

incontro a mitosi asimmetrica dando luogo a due cellule figlie, una che manterrà il pool midollare, l’altra invece darà<br />

luogo ad una cellula differenziata. Con il tempo questa capacità di automantenimento si riduce e diminuiscono gli<br />

elementi circolanti.<br />

Dal punto di vista immunologico queste cellule sono CD34 + , non si conoscono bene invece i fattori stimolanti la<br />

proliferazione. Rappresentano1-4% delle cellule del midollo e meno del 0,1% del sangue periferico<br />

Dalle cellule staminali totipotenti vengono fuori le cellule commissionate (processo detto commissionamento)<br />

cellule commissionate<br />

sono cellule capaci di duplicarsi ma possiedono già un certo grado di differenziazione. Hanno delle caratteristiche<br />

peculiari in coltura, per cui se vengono messe in coltura con fattori di crescita (CSF) danno origine a cellule per tipo di<br />

differenziazione (CFM-GM, CFM-E, CFU-MG)<br />

Per formare un globulo rosso da una cellula staminali ci vogliono circa 14 gg. Normalmente (cioè non dopo esempio una<br />

grave emorragia) con livelli di EPO normali il 99% delle cellule commissionate va incontro ad apoptosi e solo 1% si<br />

differenzia in eritrociti. Aumentando EPO aumenta la quota di cellule che si differenzieranno.<br />

Fattori di crescita<br />

eritropoietina<br />

sintetizzata dal rene in risposta ad un abbassamento dei livelli di pO2 avvertito da recettori a livello renale<br />

valori normali 30 µg/L si può arrivare fino a 5000 µg/L<br />

G-CSF<br />

viene prodotto dai macrofagi e altri tipi cellulari, e normalmente non è dosabile in circolo mentre aumenta in risposta ad<br />

uno stimolo flogistico. Esso va somministrato di fronte ad una agranulocitosi al fine di migliorare la neutropenia e ridurre<br />

il rischio di infezioni. Viene usato anche in corso di chemioterapia al fine di mantenere un buon livello di granulociti.<br />

(Si usa inoltre per indurre aumento di cellule staminali a livello del sangue periferico cosi si possono fare aferesi di cellule<br />

staminali e poi trapiantarle.)?<br />

IL-5<br />

fattorie di crescita specifico per gli eosinofili. Aumenta nei soggetti atopici.


<strong>Anemie</strong><br />

definizione condizione clinica caratterizzata da una riduzione dei livelli di emoglobina (< 12 g/dL maschio;


anemia da ridotta o anomala sintesi emoglobinica<br />

è il gruppo più numeroso, si possono avere:<br />

- anemia sideropenica non permette produrre eme<br />

- talassemia<br />

- anemia in corso di malattie croniche viene sequestrato il ferro<br />

- emoglobinopatie qualitative anemia falciforme, si ha Hb non funzionale<br />

anemia da ridotta sopravvivenza o perdita eritrocitaria<br />

- emolisi intraglobulare alterazioni strutturali dell’eritrocita<br />

alterazioni metaboliche dell’eritrocita<br />

extraglobulare emolisi immune<br />

emolisi meccanica<br />

- anemia post-emorragica


anemie carenziali<br />

Anemia sideropenica<br />

epidemiologia anemia più frequente, specie nei bambini e donne in età fertile.<br />

eziologia 1) carenza dietetica<br />

è abbastanza rara perché l’introito di ferro è molto alto rispetto a quanto necessario. Può esserci nel<br />

neonato lattante e nella donna gravida.<br />

2) riduzione dell’assorbimento di ferro<br />

achilia assente secrezione di H + Cl - che si ha nella gastrite atrofica. Il ferro per essere<br />

assorbito deve essere ridotto a ione ferroso Fe 2+ , questo è possibile se nello<br />

stomaco c’è pH basso grazie a H + Cl - .<br />

malattia celiaca<br />

resezione gastrica<br />

3) perdita di sangue<br />

epistassi nelle forme croniche di epistassi come la teleangectasia ereditaria<br />

emorragica<br />

emorragie intestinali ulcere, tumori, diverticolite, emorroidi<br />

metrorragie nella donna indagare quanti assorbenti si cambia<br />

maschio femmina<br />

patologia gastroduodenale * ipermenorrea<br />

donazioni sangue gravidanza<br />

emorroidi patologia intestinale<br />

patologia colon ** emorroidi<br />

altro donazioni sangue<br />

patologia colon<br />

* ulcera duodenale, varici esofagee, carcinoma gastrico, gastroresezione, ernia iatale<br />

** cancro del colon, poliposi intestinale, colite ulcerosa<br />

fisiologia ciclo del ferro<br />

Nell’ uomo ci sono 50 mg x 1Kg di ferro (nella donna 35 mg x 1Kg) presente sia nell’Hb sia nei depositi<br />

di ferritina e nelle ferro-proteine (eme, mioglobina, enzimi)<br />

ferro totale 3,5-4 g 2 g gruppo eme<br />

1 g ferritina (v.n. 15-300 mg/L)<br />

La ferritina è una proteina per accumulare ferro che si trova presso le cellule del fegato, milza e<br />

midollo osseo. L’emosiderina è un minchia di polimero di proteine misteriose che si riuniscono<br />

formando un affascinante struttura a forma di tortino di mele, se leggi ancora sei stronzo. Tornando a<br />

noi, la transferrina è invece una proteina (ß1-microglobulina) per il trasporto del ferro in circolo, se si<br />

lega al ferro si dice che è satura, la misura della transferrina satura è la sideremia.<br />

In genere un adulto necessita di circa 1 mg di ferro al giorno, aumenta nel neonato e in gravidanza. Il<br />

ferro viene perso mediante esfoliazione delle cellule intestinali e con mestruazioni. Nella dieta<br />

giornaliera si assumono da carni, uova, vino e pane 10-30 mg di ferro ma se ne assorbe solo un 5% a<br />

meno che non ci sia una carenza.<br />

Meccanismi di compenso dell’anemia<br />

2;3 DPG aumenta, in modo da diminuire l’affinità dell’O2 per Hb, di modo che venga rilasciato<br />

nei tessuti periferici<br />

circolo viene ridistribuito il circolo, aumentano le resistenze nella cute e circolo viscerale in<br />

modo da mantenere sempre la perfusione dei parenchimi nobili<br />

idremia richiamo di liquidi interstiziali nel sangue<br />

tachicardia cuore aumenta la sua frequenza, oltre certi limiti non serve più e si ha scompenso<br />

clinica caratteri generali delle anemie non evidenti finchè Hb > 10 mg/dL<br />

astenia<br />

pallore<br />

vertigini (specie nel passaggio da clinostatismo a ortostatismo)<br />

caratteri della sideropenia<br />

fragilità ungueale con fissurazione<br />

caduta capelli<br />

glossite (lingua liscia e arrossata per perdita delle papille gus tative)<br />

stomatite angolare (fissurazione agli angoli della bocca)<br />

disfagia (ricorda Plummer-Wilson nella donna)


complicazioni<br />

scompenso cardiaco ad alta gittata in quanto il cuore cerca di mantenere l’ossigenazione tissutale<br />

aumentando la gittata, questo determina l’evoluzione verso lo scompenso cardiaco con comparsa di<br />

dispnea da sforzo fino a dispnea a riposo.<br />

diagnosi emocromo<br />

anemia microcitica ipocromica (MCV < 80 fl) (MCHC lievemente ridotto)<br />

numero di eritrociti anche normale<br />

transferrina totale ed è quasi tutta insatura<br />

Hb fino a 6 g/dL<br />

sideremia cioè transferrina satura bassa v.n. 50-150 mg/dL M<br />

v.n. 15-120 mg/dL F<br />

ferritinemia < 15 mg/L<br />

biopsia osteomidollare<br />

raramente necessaria, comunque mostra alla colorazione di Pearls per il ferro, una riduzione del ferro<br />

sangue occulto nelle feci<br />

si fa per cercare sanguinamenti del tratto gastro-enterico<br />

Rx digerente<br />

endoscopia<br />

terapia curare la patologia di base da cui dipende l’anemia<br />

ferro OS può dare disturbi gastro-enterici<br />

ferro EV attenzione a possibile anafilassi<br />

controindicazioni<br />

non fare ferro IM perché lascia tatuaggio.<br />

se c’è neoplasia o infezione in corso non si fa ferro


anemie carenziali<br />

Anemia megaloblastiche<br />

epidemiologia frequente nell’anziano per la dieta non corretta, alcoolisti<br />

eziologia Acido folico<br />

deficit nutrizionali<br />

alcoolismo<br />

deficit assorbimento<br />

alcoolismo<br />

sprue/malattia celiaca<br />

infestazioni intestinali<br />

farmaci antiepilettici (interferiscono con l’assorbimento)<br />

aumentato fabbisogno<br />

gravidanza (in genere si da per prevenire difetti chiusura del tubo neurale del feto)<br />

accrescimento<br />

dermatiti esfoliative (esempio psoriasi)<br />

anemie emolitiche<br />

farmaci (riducono scorte)<br />

metatrexate<br />

5-fluorouracile<br />

B12<br />

deficit nutrizionale<br />

raro, in genere si ha nei lattanti e nei vegetariani da lungo tempo<br />

deficit di assorbimento<br />

anemia perniciosa in cui ci sono anticorpi contro le cellule parietali che producono<br />

fattore intrinseco. Si ha una gastrite con deficit di assorbimento di<br />

vitamina B12. Si associa a tiroiditi autoimmuni e altre AI<br />

sprue / malattia celiaca<br />

sindrome di Zoellinger –Ellison adenomatose delle cellule G del pancreas ( gastrina)<br />

parassitosi intestinali specie tenia<br />

resezioni gastriche<br />

linfomi del tenue<br />

aumento consumo<br />

diverticolosi i batteri se magnano la vitamina<br />

patogenesi Acido folico<br />

acido folico o acido pteroil-glutammico è fondamentale per la produzione di timidina e quindi per la<br />

sintesi di DNA. I folati si ritrovano nelle verdure fresche, carne, uova. Le scorte epatiche sono però<br />

brevi, durano 3 mesi. Viene assorbito nel duodeno e nella prima parte del digiuno.<br />

B12<br />

a livello midollare si ha proliferazione della serie eritroide con formazione di elementi detti megaloblasti.<br />

Si ha un quadro di emopoiesi inefficace con emolisi intramidollare in quanto gli eritroblasti incapaci<br />

di maturare muoiono nel midollo.<br />

vitamina B12<br />

E’ indispensabile per la duplicazione del DNA nucleare. Viene assorbita a livello dell’ileale solo se<br />

legata alla mucoproteina fattore intrinseco che viene prodotto dalle cellule parietali della mucosa<br />

gastrica (quindi capisci l’anemia perniciosa in cui vengono prodotti AutoIg vs mucosa gastrica e vs FI).<br />

Quindi la mancanza di B12 determina una ridotta sintesi di DNA , perché essa serve a riformare il<br />

tetraidrofolato, molecola fondamentale per produrre la base timidina. Inoltre, a differenza dell’acido<br />

folico, essa è pure necessaria per sintesi della mielina, infatti la carenza si associa non solo all’anemia,<br />

ma pure a disturbi neurologici. Le sue riserve durano per 5 anni, si trova nella carne, uova e fegato.<br />

Dopo molti anni un vegetariano può avere problemi, ma molti alimenti sono corretti.<br />

omocisteina<br />

Con il deficit di B12 o THF si ha un accumulo di omocisteina che determina un rischio di trombosi.<br />

clinica astenia<br />

pallore<br />

auscultazione cuore soffio sistolico si accentua compenso con gittata<br />

tachicardia anemia con macrocitosi<br />

lieve ittero (per emolisi intramidollare)<br />

disturbi neurologici compromissione dei cordoni laterali e posteriori del midollo spinale<br />

andatura spastica, parestesie arti inferiori, Babinsky +, atassia (perdita del<br />

senso di posizione degli arti inferiori)


diagnosi MCV > 100 fL; MCHC normale (concentrazione media Hb nel GR)<br />

eritrociti con grosso citoplasma<br />

reticolociti<br />

leucopenia lieve, granulociti sono macro-polilobati<br />

piastrinopenia lieve, piastrine di dimensioni lievemente maggiori<br />

bilirubina lieve (per emolisi intramidollare)<br />

dosaggio sierico B12<br />

si fa con metodo radioimmunologico.<br />

dosaggio sierico Ig vs mucosa gastrica e fattore intrinseco<br />

biopsia osteo-midollare<br />

Non serve farla, comunque nel midollo si osserva ipercellularità della serie eritroide con elementi<br />

cellulari più grandi del normale (megaloblasti). Alla colorazione il midollo è policromatofilo, si ha una<br />

dissociazione tra nucleo e citoplasma. Si osservano cellule con citoplasma grande e maturo e nucleo<br />

grande con cromatina distesa.<br />

DD<br />

forme secondarie da farmaci<br />

sindrome mielodisplatica (specie nell’anziano)<br />

terapia B12<br />

vitamina B12 per via parenterale dopo 4-7 gg si aspetta di osservare un aumento dei<br />

reticolociti (crisi reticolocitaria)<br />

Acido folico<br />

folati non l’acido folico perché è molto più costoso (questo si somministra solo se è noto che c’è<br />

l’alterazione della folato redattasi). Non va somministrato in corso di anemia da carenza di B12<br />

perché in tal caso determina un aumento dell’utilizzo della B12 che va a peggiorare la<br />

sintomatologia neurologica.


Anemia aplastica<br />

definizione anemia dovuta ad una aplasia midollare, cioè un difetto delle cellule staminali emopoietiche associato<br />

quindi ad una pancitopenia nel sangue periferico<br />

eziologia 1 – idiopatica ci sono diverse forme congenite<br />

anemia di Fanconi<br />

legata ad una alterazione degli enzimi DNA repair, si associa anche a malformazioni<br />

ossee, ipoplasia renale, milza e midollo.<br />

2 – acquisita radiazioni ionizzanti<br />

infezioni virali HCV<br />

parvovirus B19 (megaloeritema infettiva)<br />

farmaci aggiornati di continuo…<br />

cloramfenicolo (antibiotico che oggi non si usa più)<br />

minoxilide (farmaco usato per far crescere capelli)<br />

ecstasy (salubre pastiglia abusata dai truzzi)<br />

ketokenazolo (antifungino)<br />

pipobroman (farmaco usato per la policitemia vera)<br />

clopidrogel (farmaco usato dopo un IMA)<br />

malattie autoimmuni vengono trattate con cefalosporine e cortisonici<br />

epidemiologia frequente in Cina e Giappone<br />

coinvolti fattori genetici<br />

in genere sono colpiti soggetti giovani<br />

soggetti a rischio<br />

radiologi<br />

pazienti trattati con radioterapia (anche rischio di LMA e aplasia midollare)<br />

esposti a esplosioni atomiche<br />

minatori della Moldavia (colpiti da uscita di radon)<br />

abusatori di fave di fuca (induce metaplasia dell’indusem griseum nel SNC)<br />

soggetti con balanite prepuziale cronica con metaplasia rallosa<br />

donne di mezza età con aviopenia dei bulbi cavernosi parossistica<br />

patogenesi Si tratta di un momento in cui viene meno l’attività della cellula staminale emopoietica. Non sappiamo<br />

se dipende dal seme o dal terreno (fattori di crescita, EPO e G-CSF). Sono coinvolti:<br />

- compartimento emopoietico<br />

- sistema immune (che interagisce con citochine dei Th1)<br />

- agenti ambientali<br />

- alterazioni genetiche (sia congenite come anemia di Fanconi* che acquisite)<br />

* anemia di Fanconi<br />

- anemia<br />

- alterazioni scheletro (diagenesia radio e ulna)<br />

- discheratosi<br />

- deficit DNA repair (incidenza elevata tumori)<br />

meccanismo patogenetica<br />

Viene meno la funzione corretta dei linfociti Th1 che fanno un aumento delle citochine IFN? e TNFa<br />

con aumento dell’espressione cellulare di recettore del Fas ligando che porta ad apoptosi.<br />

clinica leucociti febbre lieve e infezioni (occhio a non fare aspirina! C’è pure piastrinopenia)<br />

eritrociti anemia<br />

piastrine emorragie petecchie, porpore, ecchimosi, epistassi, emoftoe, ematuria,<br />

melena, enterorragia<br />

complicanze<br />

shock settico annunciato le ore prima da ectima gangrenosum (necrosi cutanea da emoboli settici)<br />

diagnosi emocromo<br />

importante conta dei neutrofili (che è correlata con la prognosi)<br />

biopsia osteo-midollare<br />

Si osserva l’aplasia midollare cioè un deserto, si esclude la DD con la leucemia acuta (in cui si rinviene<br />

un gran numero di cloni linfatici neoplastici). Se si notano presenti ancora delle tasche proliferanti sono<br />

un buon segno perché da queste si può tentare di fare ripartire l’emopoiesi.<br />

esame colturale<br />

si fa in quanto c’è il rischio peso di infezioni opportunistiche.<br />

DD<br />

leucemia acuta con infiltrazione midollare (ma emocromo è molto diverso)


prognosi correlata con conta dei neutrofili, iniziano a comparire infezioni opportunistiche<br />

AA < 1000 PMN anemia aplastica<br />

SAA < 500 PMN anemia aplastica severa<br />

VSAA < 200 PMN anemia aplastica molto severa<br />

terapia trattamento in fase acuta<br />

trasfusioni si decide di farle in funzione di diversi fattori, i PMN ma anche condizioni vascolari<br />

del soggetto e la rapidità con cui si instaura l’anem ia, in genere si fanno sotto 8 g/dL<br />

di [Hb] ma se ci sono aggravanti si possono fare anche con valori più alti. SI possono<br />

fare delle feresi per scegliere frazioni di elementi cellulari, non fare mai trasfusioni di<br />

granulociti perché provocano ARDS, si usano solo per il flemmone<br />

trattamento dopo fase acuta<br />

una volta risolta la pancitopenia si deve fare un trattamento con obbiettivo immunosoppressiva (perché<br />

sono quei ghiozzi dei Th1 a sostenere l’aplasia).<br />

prednisone<br />

siero anti-linfocitario di cavallo o di coniglio, essendo eterologo bisogna stare attenti alla<br />

ipersensibilità con malattia da siero<br />

G-CSF permette di fare ripartire l’emopoiesi<br />

trapianto midollo prima si prepara il paziente con alte dosi di ciclofosfamide provocando la<br />

aplasia completa del sistema linfocitario, quindi si mettono nuove cellule<br />

staminali compatibili


<strong>Anemie</strong> emolitiche<br />

condizione in cui la vita media del globulo rosso si riduce.<br />

classificazione eziologica<br />

cause intraglobulari difetti di membrana<br />

difetti dell’Hb qualitativi e quantitativi<br />

difetti enzimatici<br />

cause extraglobulari non immunologiche cause meccaniche<br />

cause fisiche<br />

agenti infettivi<br />

immunologiche auto Ig<br />

farmaci<br />

patogenesi emolisi intravascolare<br />

Dopo la rottura del globulo rosso l’Hb va a legarsi all’albumina e all’aptoglobina. Nel rene Hb che non è<br />

stata legata viene filtrata nel glomerulo provocando una necrosi tubulare acuta. Questa medesima<br />

alterazione renale si ha anche nelle rash-syndrome che è caratterizzata da una intensa rabdomiolisi<br />

con della mioglobina e della mioglobinuria.<br />

emolisi extravascolari<br />

la distruzione dei globuli rossi avviene ad opera del sistema reticolo endoteliale. Quindi si ha un<br />

aumento della bilirubina prodotto finale del metabolismo del gruppo eme (splenomegalia ed<br />

epatomegalia)<br />

clinica segni generali<br />

pallore<br />

ittero<br />

splenomegalia<br />

urine scure<br />

diagnosi reticolociti<br />

bilirubina indiretta<br />

bilinogeni fecali (cacca nera)<br />

bilirubinuria (pipì ruggine)<br />

LDH<br />

sideremia (transferrina satura, perché c’è ferro a giro)<br />

aptoglobina (SOLO nelle emolisi intraglobulari, in cui Hb finisce in circolo)<br />

biopsia osteo-midollare<br />

Iperplasia midollare della serie eritroide, è infatti una risposta compensatoria<br />

Cause intraglobulari<br />

anemia emolitica da causa intraglobulare (difetto di membrana)<br />

Sferocitosi ereditaria<br />

definizione disordine emolitico cronico dovuto alla presenza di emazie sferocitiche in conseguenza di un difetto<br />

dello scheletro di membrana (spectrina e/o anchirina) che conduce a una destabilizzazione della<br />

membrana<br />

eziologia carattere autosomico dominante , ma talora pure recessivo, con alterazione del gene della proteina di<br />

membrana spectrina, in altri casi la anchirina. L’alterazione di queste, che sono dei canali per il sodio,<br />

determina instabilità della membrana che si rompe facilmente. La cellula infatti per rimediare a questo<br />

ingresso di sodio costante deve compensare con una grande attività delle pompe Na-K aumentando<br />

tantissimo il dispendio energetico. La cellula quando non ce la fa si riempie di sodio e scoppia.<br />

epidemiologia diffusa in Europa nei bianchi, specie al Nord<br />

clinica espressione clinica di gravità variabile.<br />

subittero<br />

splenomegalia<br />

calcoli biliari bilirubinici<br />

ulcere malleolari causa della rottura delle emazie nel circolo periferico<br />

alterazioni scheletriche congenite polidattilia, brachidattilia<br />

diagnosi striscio periferico<br />

sferocitosi<br />

reticolociti<br />

laboratorio<br />

bilirubinemia indiretta<br />

terapia splenectomia


Ellissocitosi ereditaria<br />

definizione situazione come per la sferocitosi, in cui si ha alterazione spectrina che deforma e rende fragile<br />

l’eritrocita. Clinicamente uguale, anche la terapia è la stessa. Risulta diffusa nelle Filippine e Malesia.<br />

classificazioni 1 – acquisite 1.1 congenite<br />

1.2 acquisite 1.2.1 da farmaci<br />

1.2.1 non da farmaci 1.2.1.1 immuni<br />

1.2.1.1 non immuni<br />

2 - congenite<br />

anemie emolitiche intravascolari<br />

Hb<br />

membrana eritrocitaria<br />

metabolismo eritrocitario<br />

anemie emolitiche extraglobulari<br />

alterazione non riguarda la struttura dell’eritrocita<br />

anemia emolitica da causa intraglobulare (difetto enzimatico)<br />

Favismo<br />

definizione anemia emolitica da deficit ereditario (X-linked) dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi<br />

epidemiologia malattia molto diffusa nel Mediterraneo e in Italia<br />

patogenesi G6PD è un enzima necessario per la formazione del NADPH che serve a mantenere nella cellula il<br />

glutatione ridotto. Questo deficit determina una bassa quantità di glutatione ridotto, il quale è<br />

fondamentale per difendere le proteine cellulari dai danni ossidativi. In questo modo le proteine si<br />

rovinano e anche l’Hb forma corpi di Heinz .<br />

eziologia alcune sostanze contenute in alimenti o farmaci determinano un danno ossidativi<br />

fave<br />

piselli<br />

sulfamidici<br />

chinolonici<br />

antimalarici (primachina)<br />

clinica crisi emolitica compare in genere in poche ore<br />

malessere generale<br />

brividi<br />

febbre<br />

cefalea<br />

vomito<br />

dolori addominali<br />

emoglobinuria<br />

subittero<br />

splenomegalia<br />

calcolosi bilirubinica<br />

diagnosi esame urine<br />

emoglobinuria<br />

ecografia<br />

calcolosi della colecisti e splenomegalia<br />

striscio periferico<br />

eritrociti con corpi di Heinz<br />

Test di attività G6PD<br />

Si osserverà una marcata riduzione dell’attività<br />

terapia astensione dagli stimoli ossidanti<br />

durante la crisi emolitica favorire la diuresi e trasfusione se si ha anemizzazione acuta


Deficit di piruvato chinasi<br />

definizione malattia autosomica recessiva (la più frequente tra le anemie emolitiche da difetto enzimatico)<br />

patogenesi deficit dell’enzima piruvato cinasi determina una riduzione della produzione di ATP fondamentale per lo<br />

svolgimento dell’attività della pompa Na-K. Quindi non funzionando questa si accumula all’interno della<br />

cellula Na che la rigonfiare e scoppiare.<br />

clinica anemia emolitica<br />

diagnosi anisopoichilocitosi allo striscio periferico<br />

dosaggio dell’attività enzimatica piruvato cinasi<br />

terapia trasfusioni e terapia chelante<br />

splenectomia nei casi gravi<br />

anemia emolitica da causa intraglobulare (difetto dell’Hb qualitativo)<br />

Anemia drepanocitica<br />

definizione anem ia emolitica cronica a ereditarietà autosomica recessiva caratterizzata da un alterazione<br />

morfologica tipica delle emazie detta falcizzazione, dovuta alla presenza di una Hb anomala detta HbS<br />

(sicule = falce) che si forma al posto della HbA1.<br />

epidemiologia corrispondenza tra zone in cui endemica la malaria e incidenza della alterazione, questo perché questo<br />

tipo di Hb nei soggetti eterozigoti rappresenta un vantaggio contro il plasmodio falciparum perché le<br />

emazie falcizzate vengono captate dagli elementi del sistema reticolo-endoteliale bloccano così la<br />

replicazione del protozoo che viene mangiato dai macrofagi. Per gli omozigoti il discorso è peggio<br />

perché hanno molta HbS con pesanti crisi emolitiche.<br />

zone endemiche Africa centrale, Arabia, Italia, Grecia, Spagna<br />

patogenesi mutazione puntiforme del gene ß-globinico con sostituzione di una base e viene messo una valina al<br />

posto dell’acido glutammico sul residuo 6 della catena ß-globinica. In questo modo in condizioni di<br />

ipossia HbS forma polimeri aggregati e l’intero globulo rosso falcizza e non riesce a passare nel lume<br />

capillare. Questo da luogo a fenomeni vaso-occlusivi e emolisi cronica.<br />

clinica soggetti eterozigoti sono asintomatici nel 50% casi<br />

omozigoti nei primi anni avendo ancora l’HbF che previene le crisi poi con il tempo hanno emolisi<br />

cronica e conseguente quadro con:<br />

quadro cronico<br />

subittero<br />

calcolosi bilirubinica<br />

epatomegalia<br />

ulcere malleolari<br />

splenomegalia (poi con numerosi infarti splenici scompare)<br />

fenomeni vaso-occlusivi (crisi acuta)<br />

si associano in genere alla febbre, esposizione al freddo, si presentano con intensi dolori generalizzati<br />

possono dare fenomeni associati come<br />

dolore generalizzato (in genere forti dolori addominali, toracici e ossei)<br />

accidenti cerebro-vascolari<br />

priapismo<br />

retinopatia e distacco della retina (per occlusione vasi retinici)<br />

necrosi della testa del femore<br />

diagnosi esame sangue periferico<br />

schistociti<br />

drepanociti (emazie a falce)<br />

test di falcizzazione al metabisolfito<br />

positivo<br />

elettroforesi dell’Hb<br />

si osserva una banda di migrazione anomala dovuta alla HbS<br />

diagnosi con biologia molecolare<br />

oggi possibile, diverrà routinaria per la diagnosi prenatale<br />

terapia prevenzione<br />

idrossiurea farmaco che previene episodi di falcizzazione inducendo sintesi HbF<br />

crisi falcemica<br />

antalgici per il dolore<br />

ossigenoterapia perché maggiore è la pO2 e meno falcizzazione c’è


Emoglobinopatie da alterata affinità all’O2<br />

emoglobinopatie poliglobuliche<br />

aumenta l’affinità per l’O2 che determina aumento della produzione di EPO con eritrocitosi e rubeosi del volto<br />

emoglobinopatie cianogene<br />

ridotta affinità per l’O2 che determina cianosi periferica<br />

anemia emolitica da causa intraglobulare (difetto dell’Hb quantitativo)<br />

Talassemia<br />

definizioni gruppo di disordini ereditari in cui si ha abolizione o riduzione delle catene globiniche dell’Hb. Ne<br />

consegue una riduzione della sintesi emoglobinica con un quadro di anemia e eritropoiesi inefficace.<br />

epidemiologia rappresentano i disordini genetici tra i più diffusi nel mondo, con una distribuzione geografica che<br />

corrisponde alle zone in cui è endemica la malaria (perché gli eterozigoti talassemici avendo una<br />

maggior sequestro di emazie dai macrofagi sono avvantaggiati contro l’infezione del plasmodio).<br />

zone geografiche Africa<br />

India e oriente<br />

Italia Delta Padano del Po<br />

Ferrarese<br />

Sicilia<br />

Sardegna<br />

a-talassemia<br />

definizione anemia conseguente alla delezione di uno più gene delle a-catene globiniche (si trovano sul<br />

cromosoma 16).<br />

clinica idrope fetale<br />

delezione di tutti e 4 i geni a-globinici, non si forma HbF ma Hb di Bart (?4) che altera il trasporto<br />

dell’ossigeno. Si ha morte intrauterina del feto<br />

malattia da HbH<br />

Deriva dalla delezione di 3 su 4 dei geni a-globinici con formazione della Hb H (ß4) che è piuttosto<br />

solubile e quindi a differenza dei tetrameri a non precipita nel midollo provocando eritropoiesi<br />

inefficace, ma precipita in circolo provocando un aumento dell’emolisi splenica. L’anemia risulta<br />

moderata e i pazienti possono presentare manifestazioni da anemia emolitica (ittero, splenomegalia,<br />

ulcere malleolari, calcolosi bilirubinica. Si osserva inoltre una elevata reticolocitosi<br />

a-talassemia minor<br />

Deriva dalla delezione di 2 su 4 dei geni a-globinici. Si osserva microcitosi con lieve riduzione Hb e<br />

MCV. Clinicamente è silente.<br />

ß-talassemia Maior<br />

definizione condizione caratterizzata da una mancanza assoluta delle catene ß. L’eccesso di catene a determina<br />

una eritropoiesi inefficace, espansione del territorio midollare, incremento dell’assorbimento di ferro.<br />

patogenesi Si ha la presenza della HbF nei primi 6 mesi di vita che funziona normalmente, ovvio con una affinità<br />

maggiore nei confronti dell’O2. Le manifestazioni cliniche sono invece dovute alla presenza di<br />

omotetrameri a4 che sono poco solubili e quindi precipitano all’interno dei precursori degli eritrociti<br />

provocando eritropoiesi inefficace oppure precipitano in circolo determinando emolisi<br />

extravascolare perché vengono presi da macrofagi, quindi comparirà epatomegalia e<br />

splenomegalia, inoltre c’è anche una lieve emopoiesi extramidollare<br />

clinica ittero<br />

cardiomegalia che evolve verso SCC ad alta gittata<br />

alterazioni ossee sono dovute all’espansione del midollo osseo con distruzione della teca<br />

esterna. Compare la facies talassemica con zigomi sporgenti, naso<br />

infossato, con le ossa piatte del cranio che all’Rx mostrano aspetto a “cranio<br />

a spazzola” a causa della distruzione della teca interna ed esterna con<br />

trabecole ossee disposte radialmente.<br />

ulcere cutanee a causa della formazione di fistole AV<br />

epatomegalia<br />

splenomegalia<br />

diagnosi esame striscio periferico<br />

anemia microcitica spiccata con anisopoichilocitosi ed reticolocitosi<br />

MCV (< 50 fL)<br />

MCH<br />

MCHC<br />

lieve bilirubinemia


prognosi malattia è mortale in pochi mesi se non viene trattata. Nei soggetti trattati il decesso avviene tra i 20-30<br />

anni a causa delle complicanze da trasfusione (emocromatosi)<br />

terapia trasfusioni<br />

terapia chelante (con microinfusore porter)<br />

splenectomia in caso di ipersplenismo<br />

trapianto di midollo<br />

ß-talassemia Minor<br />

definizione gruppo eterogeneo di talassemia che determinano anemia di gravità intermedia (Hb 6-9 g/dL). In<br />

genere sono del tutto asintomatiche.<br />

clinica generalmente asintomatica<br />

lieve splenomegalia<br />

diagnosi esame sangue periferico<br />

MCV e lieve dei GR<br />

elettroforesi dell’Hb mostra presenza di diversa HbF<br />

terapia splenectomia e solo se necessarie trasfusioni con chelanti del ferro<br />

Cause extraglobulari – non immunologiche<br />

anemia emolitica da cause meccaniche<br />

1 – emoglobinuria da marcia eritrociti nei piedi vengono schiacciati<br />

2 – protesi valvolari rompono le emazie che ci sbatacchiano sopra<br />

3 – porpora trombotica trombocitopenica si formano tralci di fibrina che segano i GR (schistociti)<br />

Clinicamente si ha emoglobinuria e aptoglobina, schistociti.<br />

anemia emolitica da cause fisiche<br />

ustioni estese (calore danneggia la membrana eritrocitaria)<br />

anemia emolitica da agenti infettivi<br />

plasmodium falciparum, protozoo agente eziologico della malaria, determina emolisi infettando i GR e uscendo da essi<br />

per andare a trombare, perché forma i gametociti dentro il GR infetto e poi vengono succhiati dalla zanzara e si mettono<br />

a trombare dentro lo stomaco della zanzara, quindi vanno nelle sue ghiandole salivari e con la puntura ritornano a<br />

trombare nel circolo dell’ospite infetto. Trombano un sacco questi plasmodi. Infatti la malaria colpisce circa un miliardo di<br />

persone nel mondo, pens a quanti plasmodi hanno trombato in un secondo in tutto il mondo.<br />

Cause extraglobulari – immunologiche<br />

anemia emolitica da autoanticorpi<br />

definizione anemia emolitica in genere associata a malattie sistemiche autoimmuni, ma può essere anche su base<br />

idiopatica.<br />

epidemiologia associata a malattie linfoproliferative specie della filiera B-linfocitaria, ma possibile anche T<br />

- linfomi non Hodgkin<br />

- LMC<br />

- linfoma di Hodgkin<br />

- mieloma multiplo e gammopatia di Waldenström<br />

ma può anche associarsi a una neoplasia, connettiviti, malattie infettive<br />

patogenesi Sono associati alle malattie autoimmuni o malattie linfoproliferative in cui si ha una attivazione dei<br />

linfociti B e quindi la produzione di autoanticorpi. Si possono avere autoanticorpi caldi e freddi,<br />

comunque si possono sempre servire a temperatura ambiente.<br />

autoanticorpi caldi sono autoanticorpi IgG in grado di legarsi alle emazie in temperature comprese<br />

tra 0-40 °C. I siti antigenici che legano sono distanti tra loro sono distanti per cui<br />

non hanno la capacità di attivare il complemento (nda; due IgG vicine con il Fc<br />

sono capaci di far partire il complemento). Quindi determinano emolisi<br />

intravascolare perché opsonizzano le emazie che vengono mangiate dai<br />

macrofagi che hanno recettore per Fc delle Ig.<br />

autoanticorpi freddi sono anticorpi di tipo IgM che hanno potere agglutinante. Agiscono a massima<br />

attività tra 0-4 °C. Sono capaci di attivare il complemento quindi determinano<br />

una emolisi extravascolare.<br />

diagnosi Test di Coombs<br />

Consente di svelare la presenza di anticorpi o di frazioni del complemento adesi alla superficie delle<br />

emazie, che vengono preventivamente “lavate” per asportare proteine aspecifiche depositate sopra.<br />

Test diretto: si incubano le emazie in vitro con un siero polivalente anti-globuline umane. Se le emazie<br />

agglutinano tra loro significa che sono presenti anticorpi su di esse, oggi si possono usare sieri antiglobuline<br />

specifici per IgG o IgM così si capisce pure che sono autoanticorpi caldi o freddi.<br />

Test indiretto: svela la presenza di anticorpi anti-eritrocita nel siero del paziente, si incubano emazie<br />

normali con il siero del paziente e con siero anti-globuline. Se ci sono anticorpi contro le emazie si ha<br />

agglutinazione.<br />

terapia cortisone effetto immunosoppressiva per ridurre Ig prodotte<br />

splenectomia contro l’emolisi extravascolare


anemia emolitica da alloanticorpi<br />

reazione emolitica trasfusionale<br />

si ha emolisi acuta delle emazie in caso di incompatibilità tra gruppi ABO, specie nel soggetto politrasfuso che ha un<br />

elevato titolo di Ig rivolte contro i diversi gruppi. Si può anche avere emolisi nel caso di Ig presenti nel siero del donatore<br />

ma in tal caso più lievi. Situazione critica a causa della lisi intravasale con ostruzione del microcircolo, attivazione<br />

complemento, coagulazione, CID, emoglobinuria e necrosi tubulare acuta. La terapia deve mirare a mantenere<br />

pressione a livelli adeguati (dopamina e plasma expander), mantenere il flusso urinario (furosemide), terapia eparinica<br />

con CID e dialisi nel caso di comparsa dell’insufficienza renale acuta.<br />

eritroblastosi fetale<br />

emolisi del neonato<br />

E’ dovuta alla produzione di IgG da parte della madre contro l’antigene Rh+ fetale, quindi questa situazione si ha solo<br />

con gravidanza di un feto Rh+ e madre Rh-. Alla prima gravidanza non si ha una sufficiente produzione di IgG, il<br />

discorso cambia invece se c’è un secondogenito Rh+, il quale si becca le elevate IgG vs Rh. Per evitare questo dopo il<br />

parto della prima gravidanza si fa iniezione di Ig vs IgG materne di modo da ridurre il titolo anticorpale. Facendo il test di<br />

Coombs sulle emazie del neonato si osserva positività.<br />

anemia emolitica da farmaci<br />

il danno può realizzarsi in maniere diverse maniere<br />

1- farmaci che provocano la produzione di Ig vs eritrociti (ex. metildopa che si usa nel Parkinson)<br />

2- farmaci che legano alla membrana degli eritrociti (apteni) formando antigeni che vengono attaccati (ex.<br />

penicillina)<br />

3- farmaci che formano degli IC che si depositano sulla membrana dell’eritrocita (ex. chinidina, antiaritmico IA)<br />

Emoglobina<br />

L’Hb dopo 6 mesi di vita è rappresentata da 98% dalla HbA1 (a1ß2)<br />

2% dalla HbA2 (a1d2)<br />

Hb fetale è invece un tetramero formato da 2 subunità a e 2 subunità ? (a1?2)<br />

L’affinità dell’Hb nel grafico di con pO2 e saturazione ha un andamento ad S italica (sigmoide). L’affinità è regolata dalla<br />

presenza del 2;3 DPG e dal pH (che rispettivamente [2;3 DPG] e pH diminuiscono affinità Hb-O2 per favorirne il<br />

rilascio nei tessuti ipossici<br />

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eziologia anemia emolitica microangiopatica<br />

ipersplenismo (extraglobulare)<br />

veleno di serpente (<br />

anemia emolitica da marcia<br />

emoglobinuria da marcia prolungata perché gli eritrociti vengono schiacciati nei piedi<br />

protesi valvolari<br />

Segano gli eritrociti, si rinvengono in circolo schistociti<br />

utilizzo di apparecchi a vibrazioni<br />

nei lavoratori che usano martelli pneumatici o seghe elettriche<br />

porpora trombotica trombocitopenica<br />

attivando la coagulazione si forma reticoli di fibrina in cui si segano i GR (anche nella CID)


Emocromatosi<br />

definizione condizione patologica di diversi parenchimi dovuta all’eccessivo deposito di ferro a livello tissutale<br />

classificazione in base alla genesi della malattia si distinguono due forme di emocromatosi<br />

ipersiderosi primitiva emocromatosi<br />

trasmissione autosomica recessiva, il gene patologico HFE (cr6)<br />

presenta stretta associazione con aplotipo HLA. Si ha un<br />

incrementato assorbimento intestinale di ferro.<br />

ipersiderosi secondaria trasfusioni<br />

specie se c’è aplasia midollare, mielodisplasia, talassemia. In<br />

questo caso il ferro si accumula a livello delle cellule del sistema<br />

reticolo-endoteliale<br />

eritropoiesi inefficace<br />

anemia perniciosa<br />

anemie megaloblastiche<br />

talassemia<br />

anemie emolitiche<br />

aumenta l’attività del midollo che cerca di produrre globuli rossi di<br />

quantità maggiore, questa aumentata eritropoiesi determina un<br />

aumento dell’assorbimento del ferro a livello intestinale. Inoltre<br />

nell’emolisi il ferro uscito dagli eritrociti spaccati insieme con le<br />

trasfusioni a cui questi malati sono sottoposti per correggere<br />

l’anemia, tende ad aumentare il ferro circolante.<br />

epidemiologia prevalenza 1:200 ma molti casi spesso non vengono diagnosticati<br />

ha una penetranza altissima<br />

epatopatie alcoliche<br />

alcool può provocare anemia megaloblastica, quindi eritropoiesi<br />

inefficace per deficit di folati, inoltre il vino contiene molto ferro<br />

eziologia mutazione del gene HFE<br />

HFE è una proteina espressa sulla superficie cellulare come eterodimero con la ß2-microglobulina. Si<br />

ha sostituzione di un residuo di cisteina in posizione 282 con un residuo di tirosina. In questo modo<br />

non si forma un ponte S-S che stabilizza la struttura terziaria della proteina consentendo la stabilità del<br />

dimero HFE- ß2-microglobulina. Si altera l’assorbimento intestinale del ferro (da 1mg/die normale a<br />

4 mg/die).<br />

C’è un'altra possibile mutazione che è dovuta alla sostituzione di un residuo di istidina in posizione 63<br />

con un residuo di acido aspartico. Se sono presenti entrambe le mutazioni paradossalmente la malattia<br />

risulta meno grave.<br />

La perdita di funzione della HFE determina nei soggetti omozigoti una riduzione del ferro del pool labile<br />

e una riduzione della ferritina nel citoplasma, associata a iperespressione delle proteine che<br />

promuovono l’assorbimento del ferro.<br />

mutazione del gene codificante per il recettore della transferrina<br />

E’ frequente in Italia, dove la precedente mutazione è più rara. Coinvolge il cromosoma 7.<br />

emocromatosi giovanile<br />

coinvolge il cromosoma 1. Ha esordio precoce e decorso severo se non trattata.<br />

patogenesi ferro in eccesso si accumula come ferro-proteine, ferritina ed emosiderina nelle cellule parenchimali,<br />

più raramente nei macrofagi (in cui invece si accumula nella ipersiderosi secondaria a numerose<br />

trasfusioni)<br />

clinica esordio<br />

comparsa verso 50-60 aa nelle forme ereditarie, età variabile nelle forme secondarie.<br />

nelle donne può comparire più tardi in quanto con mestruazioni eliminano più ferro<br />

epatopatia: evolvente in cirrosi<br />

quadro con le caratteristiche tipiche della cirrosi, cioè con fibrosi e noduli rigenerativi e evoluzione<br />

verso epatocarcinoma<br />

cute: colorito grigio-ardesia<br />

dovuto alla iperpigmentazione cutanea da accumulo di ferro<br />

pancreas: DM2<br />

determina accumulo sia nel pancreas esocrino (insufficienza pancreatica esocrina) che endocrino<br />

(diabete mellito insulino dipendente tipo II)


miocardio<br />

determina SCC e turbe del ritmo<br />

gonadi<br />

specie nel maschio, determina ipogonadismo<br />

articolazioni<br />

determina accumulo di pirofosfato di calcio (condrocalcinosi) al livello sinoviale. Anche possibili<br />

depositi di emosiderina.<br />

diagnosi parametri utili<br />

sideremia<br />

ferritina > 200 µg/dL femmina<br />

> 300 µg/dL maschio<br />

transferrina<br />

saturazione transferrina >> 30%<br />

esami definitivi<br />

biopsia epatica<br />

analisi genetica (ricerca HFE)<br />

prognosi morte per SCC, epatocarcinoma o insufficienza epatica<br />

terapia salassi 500 mL a settimana fino a che la ferritina non ha raggiunto valori inferiori alla norma,<br />

poi s continua con 3-4 salassi all’anno<br />

deferoxamina chelante del ferro, è meno usata per la breve emivita (si fa in infusione continua) e<br />

perché provoca effetti collaterali. Si usa nel caso di ferritina molto alta e non si<br />

possono fare salassi


Leucemie<br />

definizione sono dovute ad un arresto della maturazione dei precursori degli elementi figurati del sangue<br />

classificazione leucemie acute mieloidi LMA<br />

linfoblastiche LLA<br />

croniche mieloidi LMC<br />

linfoblastiche LLC<br />

in genere le forme secondarie sono di tipo mieloide<br />

eziologia agenti ambientali chimico-fisici<br />

radiazioni ionizzanti episodi di Hiroshima e Chernobyl hanno dimostrato aumenti dell’incidenza<br />

della malattia specie nel bambino<br />

benzene<br />

colle e solventi<br />

campi elettrico ancora non è chiaro se sono implicati<br />

fattori genetici implicati<br />

trisomia 21<br />

difetti del DNA reapair<br />

virus HTLV -1 (meridione)<br />

HTLV-2 (Giappone)<br />

EBV (immortala i linfociti B)<br />

“riposo dei linfociti” studi epidemiologici m ostrano correlazione tra l’incidenza delle leucemie<br />

infantili e l’uso improprio di antibiotici per curare infezioni riducendo quindi<br />

l’attività di competenza del sistema immunitario<br />

patogenesi cellule emopoietiche divengono incapaci di portare a termine la normale maturazione in elementi<br />

figurati del sangue, divengono invece non responsive alla regolazione della crescita<br />

anat.pat. localizzazione delle cellule neoplastiche varia tra le diverse forme cliniche<br />

LLA cerebrale cefalea, quadro meningitico, disturbi comportamentali<br />

testicolare<br />

cutanea<br />

LMA cutanea<br />

gengivale<br />

epidemiologia incidenza massima tra 50-60 aa ma possono presentarsi a qualsiasi età<br />

bambino Hz > leucemie linfoblastiche<br />

adulto Hz > leucemie mieloidi in genere derivano da una mielodisplasia<br />

prognosi peggio perché sono cellule molto<br />

indifferenziate e farmacoresistenti<br />

clinica premessa…ogni leucemia ha una clinica diversa da paziente a paziente<br />

sintomi possono manifestarsi in un tempo variabile da 2 gg a 3 mesi<br />

sintom i generali<br />

astenia sintomo più precoce<br />

sintomi dovuti a invasione midollare da cellule neoplastiche<br />

neutropenia con conseguente aumento del rischio infettivo<br />

in genere presentano polmoniti e cistici ricorrenti<br />

> 1500 mm 3<br />

rischio minimo di infezioni<br />

1500-500 mm 3<br />

rischio probabile di infezioni<br />

< 500 mm 3 rischio certo di infezioni<br />

compare per primo sintomo perché neutrofili hanno emivita più breve<br />

trombocitopenia porta ad un aumento degli eventi emorragici<br />

epistassi<br />

melena<br />

menorragia<br />

porpora<br />

ecchimosi<br />

anemia compare più tardi perché i GR hanno emivita maggiore, insorge però bruscamente<br />

con ridotta capacità di compenso del malato<br />

astenia<br />

dispnea<br />

pallore<br />

SCC se c’è già cardiopatia


sintomi dovuti a invasione extramidollare da cellule neoplastiche<br />

epatomegalia più eclatante nelle forme croniche<br />

splenomegalia più eclatante nelle forme croniche<br />

più frequente nella forma mieloide<br />

linfoadenomegalia più eclatante nelle forme croniche<br />

più frequente nella forma linfoide<br />

ipertrofia delle mucose gengivali nella forma mieloide specie M4<br />

iperviscosità ematica essa determina fenomeni vaso occlusivi con possibili<br />

TIA e amaurosi fugace<br />

sintomi dovuti alla produzione di citochine<br />

febbre produzione di TNFa e IL-1 determina una febbricola senza brividi che compare la<br />

sera, massimo a 38°C, che recede somministrando cortisone<br />

quadro di insufficienza renale<br />

compare insufficienza renale a causa di iperleucocitosi<br />

iperuricemia dovuta alla massiccia produzione di urati<br />

(degradazione purine) a causa dei chem<br />

acidosi dovuta alla morte delle cellule tumorali<br />

per tali motivi si fa in genere la feresi (non tutti i centri) alcalinizzazione e idratazione (2L adulti, 4L<br />

bambini) prima della terapia antiblastica per evitare danni renali.<br />

diagnosi emocromo<br />

può esserci leucocitosi ma attenzione ai quadri clinici con leucopenia che esistono anche essi<br />

biopsia midollare<br />

in questo caso si osserva sempre iperleucocitosi, ma quel che conta è osservare la presenza di blasti<br />

se presenti i blasti:<br />

valutare la morfologia dei blasti<br />

valutare citogenetica dei blasti in quanto prognosi e forme cliniche sono associate a<br />

caratteristiche alterazioni del corredo cromosomico<br />

valutare immunofenotipo permette di capire tipo cellulare e clinica e prognosi associate<br />

studio di biologia molecolare<br />

studio della farmacoresistenza<br />

coltura in vitro


Leucemia mieloide acuta<br />

definizione malattia neoplastica che origina dal compartimento delle cellule staminali emopoietiche, che divengono<br />

incapaci di compiere la normale proliferazione e differenziazione, divengono invece non responsive<br />

alla regolazione della crescita. I precursori sono cloni di origine mieloide con dice il nome, possibile<br />

pero anche se più raro linee cellulari eritroidi o megacariocitarie<br />

classificazione<br />

FAB (French-American-British) si basa su criteri morfologici, citogenetici e immunologico<br />

M0 leucemia mieloblastica senza differenziazione<br />

morfologia blasti di varie dimensioni senza granuli né corpi di Auer<br />

non mostrano alcun segno di maturazione<br />

questa classe non è condivisa da tutti gli autori<br />

clinica<br />

prognosi infausta<br />

M1 leucemia mieloblastica senza maturazione<br />

frequenza 18%<br />

morfologia blasti altamente indifferenziati con citoplasma basofilo e grosso nucleo con cromatina lassa<br />

ed uno più nucleoli evidenti<br />

presente MPO (mieloperossidasi nei granuli)<br />

citogenetica se c’è t9;22 prognosi è peggio, forma gene BCL/ABL una Tyr-cinasi presente anche nella<br />

LMC e LLA (in genere M1 con t9;22 è l’evoluzione in peggio di una LMC)<br />

immunotipo CD34 (marcatore delle cellule staminali totipotenti)<br />

prognosi sfavorevole (ancor di più con t9;22)<br />

M2 leucemia mieloblastica con maturazione<br />

frequenza 35%<br />

morfologia blasti mieloidi con segni di maturazione rappresentati da granuli azzurrofili e corpi di Auer<br />

citogenetica t8;21 (gene AML/ETO rende clone più suscettibile alla citosina arabinoside)<br />

t6;9 variante più rara, prognosi peggiore che determina maggiore basofilia cellulare<br />

immunotipo CD13 CD35 CD34<br />

clinica<br />

prognosi favorevole<br />

nozioni su t8;21 e gene AML/ETO<br />

AML1 è un gene che esprime un fattore di trascrizione che regola la maturazione granulocitaria, si lega al<br />

fattore ETO, che a sua volta lega dei corepressori che legano un complesso di 10 enzimi con azione istone<br />

deacetilasi. La rimozione di gruppi acetilici dal DNA impedisce la trascrizione genica. Nuove terapie, dato che<br />

questo meccanismo è ricorrente nella attivazione anche di altri geni, è oggetto di numerose ricerche. Al<br />

momento esistono protocolli sperimentali con utilizzo di farmaci inibitori delle istone deacetilasi<br />

M3 leucemia promielocitica<br />

frequenza 10%<br />

morfologia variante tipica (9%) promielociti atipici con citoplasma pieno di granulazioni<br />

azzurrofile, presenti pure corpi di Auer<br />

variante microgranulare (1%) nuclei a trifoglio e pochi granuli<br />

presente MPO ed esterasi<br />

citogenetica t15;17 (gene PML/RARa) 99% casi, è un buon fattore prognostico perché indica<br />

responsività cloni trattamento con acido trans-retinoico<br />

(Vit.A)<br />

immunotipo CD13 CD33** CD15***<br />

clinica clinicamente si presenta con un quadro di:<br />

CID seguita da coagulopatia da consumo (porpora, emorragie cutanee )patognomica<br />

anemia<br />

piastrinopenia<br />

ipoleucocitosi periferica<br />

iperleucocitosi midollare (> 30%)<br />

prognosi favorevole<br />

fino a quindici anni fa era letale nel giro di 48h perché a causa del rilascio di lisosomi si<br />

instaurava un quadro di CID e poi coagulopatia da consumo con sindrome emorragiche<br />

diffuse. Poi vennero fatte ricerche sull’uso dell’acido trans-retinoico (vitamina A), già utilizzato<br />

da secoli nella medicina cinese, che agisce sui promielociti facendo ripartire la maturazione.<br />

Infatti il gene RARa è un recettore della vitamina A che quando forma oncogene PML/RARa<br />

non risponde ai normali livelli di vitamina A. Aumentando i dosaggi si ottiene risposta e si ha<br />

ripresa della maturazione dei cloni. A questo va sempre però associata la chemioterapia per


evitare sia il rischio che le cellule divengano resistenti alla vitamina A sia che si abbia una<br />

iperleucocitosi con invasione di altri tessuti da parte delle cellule neoplastiche. Attenzione<br />

però che questo fatto è associato alla traslocazione t15;17, le forme con t11;17 e t5;17 hanno<br />

prognosi peggio perché la vitamina A non fa niente.<br />

M4 leucemia mieloide mielomonoblastica<br />

frequenza 20%<br />

morfologia caratterizzata dalla presenza insieme di monoblasti e mielociti<br />

monoblasti hanno grandi dimensioni, nucleo con cromatina lassa e senza granuli<br />

positivo MPO, esterasi<br />

citogenetica forma tipica ???<br />

forma variante M4Eo inv16q variante eosinofili con prognosi più favorevole alte-<br />

rato gene CBFß/MYH11 meccanismo come AML/ETO<br />

immunotipo CD14 CD15<br />

clinica il quadro è caratterizzato da una spiccata leucocitosi con valori fino a 200000 che determina<br />

ipertrofia gengivale, infiltrazione cutanea e quadro di epato spleno e adenomegalia. Data la<br />

elevata quantità di lisozima rilasciato può comparire tubulopatia con conseguente<br />

ipopotassiemia<br />

prognosi favorevole con inv16q<br />

sfavorevole nella forma tipica perché i cloni hanno in genere un elevata proliferazione con<br />

quadri di leucocitosi fino a 200000 bianchi<br />

M5 leucemia mieloide monoblastica<br />

frequenza 15%<br />

morfologia può manifestarsi con 2 diverse forme:<br />

M5a forma indifferenziata >80% blasti<br />

M5b forma differenziata


Fattori prognostici<br />

favorevoli sfavorevoli<br />

età giovane FAB M0, M6, M7<br />

mielodisplasia o altre malattie sesso maschile<br />

iperleucocitosi immunofenotipo CD34+, più linee cellulari coinvolte<br />

farmacoresistenza<br />

t9;22 M1 forma oncogene BCL/ABL una Tyr-cinasi che c’è pure nella LMC e LLA<br />

t8;21M2 (AML/ETO) t6;9 M2 forma basofila<br />

t15;17 M3 t11;17 t5;17 M3 sensa RARa<br />

inv16q M4<br />

diagnosi<br />

1 – valutare dalla biopsia midollare al MO esame m orfologico FAB<br />

2 – identificare con immunoistochimica gli Ag di superficie<br />

3 – eseguire studio citogenetico dei cromosomi per individuare anomalie caratteristiche di certe forme<br />

4 – eseguire indagini di biologia molecolare per vedere determinati oncogeni<br />

5 – coltura in vitro dei cloni maligni per valutare la “regrowth resistance” (tendenza a rifare i grossi dopo una legnata di<br />

chemioterapici), quantità di blasti in fase S (così si menano con citosina arabinoside), vedere se rispondono a fattori di<br />

crescita (prognosi meglio)<br />

6 – valutare sensibilità e resistenza a farmaci (in genere nell’anziano c’è resistenza), si valuta se esprime MDR/pGp<br />

terapia<br />

fase di induzione si induce una remissione midollare completa con farmaci antiblastici, in tal modo si cerca di<br />

ottenere una aplasia midollare transitoria, in genere questo avviene dopo 7 gg, dopo 15 gg si<br />

dovrebbe avere il “nadir” dell’aplasia, associata la perdita di capelli e cellule epiteliali intestinali<br />

(elevato rischio infettivo)<br />

citosina arabinoside agisce in fase S delle cellule<br />

antracicline determina tossicità d’organo per cuore, rene e fegato<br />

fase di mantenimento continuare la terapia e poi lasciare riprendere l’emopoiesi, dopo un mese circa si valuta quanti<br />

blasti ci sono < 5% malattia in remissione completa<br />


Leucemia mieloide cronica<br />

definizione sindrome mielo-proliferativa originata dall’espansione clonale di una cellula progenitrice emopoietica<br />

pluripotente, ma ancora con capacità proliferative e differenziative. L’espansione riguarda in primo<br />

luogo la s erie granulocitaria.<br />

epidemiologia M > F Hz > intorno 50 aa<br />

patogenesi è presente nel 95% il cromosoma Filadelfia con t9;22 coinvolgente gene BCL/ABL (che si ritrova anche<br />

in un 20% delle LLA, ed è prognosi peggio ed in un 1% delle LMA)<br />

gene BCR ABL<br />

ABL codifica una Tyr-cinasi<br />

BCR breakpoint cluster region<br />

non si conosce bene la sua azione, molto probabilmente stabilizza fibre actiniche del<br />

citoscheletro. Implicato pure nello xeroderma pigmentoso.<br />

si possono avere tre tipi di taglio a carico del BCR<br />

m-BCR minore<br />

M-BCR maggiore<br />

µ-BCR raro<br />

dalla traslocazione si forma un gene ibrido che codifica una proteina ad attività Tyr-cinasi con attività<br />

aumentata che fosforilando substrati determina aumento della proliferazione cellulare.<br />

Da questa merda di gene vengono prodotte proteine a diverso perso molecolare<br />

p210 più frequente. Dà luogo alla LMC. Hz >><br />

p190 attività Tyr-cinasi maggiore. Si ritrova nelle forme di LMC che diventano LLA<br />

p230 caratteristica della leucemia granulocitica cronica, che ha esordio come LMC ma con prognosi<br />

meglio perché in genere non diventa LLA<br />

osservando la proliferazione dei cloni in vitro si capisce che in queste cellule è alterata non la<br />

proliferazione ma la regolazione apoptotica in quanto mostrano un aumento dei tempi del ciclo<br />

cellulare e differenziazione<br />

clinica segni generali<br />

anoressia, perdita di peso, sudorazione e febbre<br />

fase cronica dura dai 3 ai 5 anni<br />

leucocitosi (10000-150000)<br />

splenomegalia se molto grande ci sono le relative complicanze dispeptiche<br />

tromobocitosi<br />

anemia non sempre presente<br />

iperviscosità ematica nervoso parestesie, vertigine, disturbi sensorio<br />

oculari diplopia, edema della papilla<br />

polmonari tosse, dispnea, cianosi<br />

priapismo perché si intasano i vasi penieni<br />

fase accelerata<br />

indica che sta avvenendo la proliferazione del clone leucemico sfociando in fase blastica e poi LA<br />

remissione ematologica esame emocromocitometrico torna normale<br />

remissione citogenetica assente il cromosoma Ph<br />

remissione molecolare nemmeno una cellula su 100000 ha cromosoma Ph<br />

diagnosi emocromo<br />

iperleucocitosi con eosinofilia, basofilia variabili<br />

tromobocitosi<br />

allo striscio si osserva l’intera gamma dei precursori con prevalenza di mielociti e promielociti<br />

esami ematochimici<br />

FA leucocitaria qui diminuisce, aumenta nelle altre forme<br />

LDH <br />

urati <br />

B12 <br />

agoaspirato e biopsia osteomidollare<br />

iperplasia granulocitaria con espansione della componente proliferante (mieloblasti e promielociti) e<br />

megacariocitaria. Fibrosi nelle fasi avanzate<br />

esame citogenetico<br />

si fa in genere dal sangue midollare e mostra cromosoma Filadelfia (t9;22)<br />

prognosi<br />

terapia IFNa però provoca effetti collaterali come ipertermia, prurito, ittero, dolori articolari, anemia<br />

(per processi AI). Buono perché blocca la crescita del clone e non degli altri elementi<br />

cellulari<br />

chemioterapici alte dosi, in genere si usa idrossiurea


Leucemia linfatica acuta<br />

definizione disordine clonale neoplastico originante dai precursori linfoidi del midollo, del timo e linfonodi<br />

classificazione morfologica<br />

non è indicativa dal punto di vista prognostico<br />

non si può distinguere tra linfociti B e T dal punto di vista morfologico<br />

L1 blasti uniformemente piccoli con scarso citoplasma<br />

forma prevalente nei giovani sotto 15 aa<br />

L2 blasti più grandi con citoplasma basofilo e contorno irregolare, evidenti nucleoli<br />

L3 blasti generalmente grandi, citoplasma interamente basofilo e vacuolizzato (linfoma Burkitt?)<br />

immunoistochimica<br />

permette di distinguere se origina da linfociti B e T<br />

linfociti B pro-B CD34; CD19; CD22; HLA DR<br />

nessuna Ig citoplasmatiche o di membrana<br />

B-comune CD 10<br />

più frequente nei bambini<br />

prognosi buona<br />

pre_B presenti Ig citoplasmatiche (t1;19 e t17;19)<br />

B-matura CD10<br />

rara; presenti Ig citoplasmatiche e di membrana<br />

linfociti T caratteri immunologico TCR; CD1; CD3; CD7<br />

tipi cellulari Pro-T<br />

Pre-T<br />

T-corticale<br />

T-maturo<br />

citogenetica<br />

correlata con la prognosi<br />

t 9;22 forma oncogene BCL/ABL una Tyr-cinasi che c’è pure nella LMC. Prognosi peggio di tutte<br />

presente sia nelle forme B che T<br />

non è presente nelle forme infantili<br />

t 8;14 rara; prognosi peggio<br />

coinvolge oncogene C-Myc e gene catene pesanti delle Ig<br />

t 1;19 solo forme Pre-B, prognosi peggio<br />

t12;21 presente nei bambini, prognosi buona<br />

biologia molecolare<br />

TCR T-Cell receptor, coinvolto nelle forme T, perché ce l’hanno solo loro<br />

epidemiologia al contrario della LMA (che incide nell’anziano) LLA è frequente nel bambino e giovane<br />

sotto 15 aa forma L1 prevalente<br />

bambini forma B-comune<br />

leucemia linfatica acuta nel bambino<br />

presentazione è simile<br />

in base all’età ci sono forme con diversa prognosi < 1 aa prognosi pessima<br />

1-9 aa nell’80% casi sono dovute a linfociti B<br />

leucocitosi solo nel 15% casi<br />

> 10 aa leucocitosi in più del 15% soggetti<br />

fattori di rischio<br />

radiazioni ionizzanti<br />

benzene<br />

neurofibromatosi tipo 1<br />

sindrome Down (trisomia 21)<br />

infezione da HTLV1 (Hz > Asia sud-orientale)


EBV (immortalizza linfociti B)<br />

patogenesi origine clonale 80% precursori linfociti B<br />

20% precursori linfociti T<br />

traslocazione genoma<br />

potrebbe essere determinante la presenza di particolari sequenze ALI<br />

determinano in modo importante la prognosi<br />

anat.patologica<br />

clinica sintomi<br />

febbre<br />

infezioni<br />

segni<br />

emorragie<br />

linfoadenopatia<br />

splenomegalia<br />

epatomegalia<br />

localizzazione SNC > Hz nelle forme T<br />

incrementando la pressione del liquor cefalo-rachidiano determina<br />

irritazione meningea vomito<br />

cefalea<br />

letargia<br />

bradicardia<br />

vertigini<br />

rigidità nucale<br />

edema della papilla<br />

convulsioni<br />

disturbi oculari fotofobia<br />

strabismo<br />

diplopia<br />

visione offuscata<br />

perdita della vista<br />

nistagmo<br />

compressione nervi emiparesi<br />

paraplegia<br />

ptosi palpebrale<br />

neurite<br />

disturbi psichici irritabilità<br />

allucinazioni<br />

depressione<br />

disorientamento<br />

diagnosi esami ematochimici<br />

LDH<br />

acido urico<br />

emocromo<br />

eritrociti possono pure risultare normali<br />

linfocitosi 40000-50000/L presente 50% casi<br />

98% sono blasti<br />

piastrinopenia<br />

esame liquorale<br />

fondamentale per ricercare blasti nel liquor che hanno invaso SNC<br />

DD se c’è interessamento mediastinico si rischia di confonderlo con linfoma di Hodgkin<br />

prognosi fattori favorevoli t12;21<br />

età < 30 aa<br />

GB < 30000<br />

buona risposta alla terapia nelle prime 4 settimane<br />

fattori sfavorevoli t 9;22 t 8;14 t 1;19<br />

età > 60 aa<br />

GB > 100000<br />

scarsa risposta alla terapia nelle prime 4 settimane<br />

terapia cortisonici<br />

vincristina blocca il fuso mitotico


si deve fare più cicli di modo da colpire tutte le cellule che si replicano<br />

complicazioni<br />

bambini si può avere complicazioni da chemioterapia come DM e ritardo crescita<br />

complicanze neurologiche nell’adulto con parestesie gravi<br />

radioterapia indicata solo se c’è interessamento del testicolo<br />

cortisone intrarachide indicata solo se c’è interessamento SNC<br />

leucemie acute miste ibride originano da precursore comune linfatico e mieloide<br />

bifenotipiche cellule caratterizzate da Ag sia della linea mieloide che eritroidi<br />

bilineare ci sono due cloni, uno linfatico e uno mieloide


Leucemia linfatica cronica<br />

definizione disordine linfoproliferativo cronico acquisito, di natura monoclonale caratterizzato dall’espansione di<br />

piccoli linfociti apparentemente maturi che si accumulano nel sangue periferico, nel midollo, negli<br />

organi linfatici, e più raramente in sedi extralinfatiche.<br />

classificazione divisi per caratteri clinici, ematologica e istologici delle cellule neoplastiche<br />

•Gruppo a linfociti B<br />

Leucemia linfatica cronica B (classica, 80% casi)<br />

Leucemia prolinfocitica B<br />

Leucemia a cellule capellute<br />

Leucemia cronica a cellule linfosarcomatose<br />

•Gruppo a linfociti T<br />

Leucemia linfatica cronica T<br />

Leucemia prolinfocitica T<br />

Leucemia a cellule T dell’adulto (ATL) o Linfoma/leucemia T dell’adulto<br />

Leucemia linfatica a grandi linfociti granulari (T- )<br />

Leucemia linfatica cronica B (forma classica)<br />

piccoli linfociti maturi con IgM, IgG e CD5 positivi che si accumulano<br />

epidemiologia M > F incidenza > verso 60 aa<br />

accertata la predisposizione genetica<br />

rappresentano circa il 25-35% di tutte le forme leucemiche<br />

patogenesi la esatta patogenesi non è nota, è accertata la predisposizione genetica. Si sa che alterazioni come<br />

trisomia 12 e alterazioni cromosoma 14 sono associate, per gli agenti chimici la associazione non è<br />

così stretta.<br />

Le cellule neoplastiche sono cloni linfocitari B bloccati ad uno stadio differenziativo abbastanza<br />

precoce, quando sono piccoli linfociti B con IgM<br />

fase lenta crescita<br />

i linfociti della LLC sono caratterizzati dall’assenza o difettosa regolazione dell’apoptosi per cui tendono<br />

ad aumentare a causa dell’aumentato periodo di sopravvivenza. In questo periodo non è necessario<br />

intervenire con terapia perché dando adesso dei citostatici si peggiorerebbe la situazione.<br />

fase rapida crescita<br />

Si ha quindi una leucocitosi che aumenta lentamente fino a quando non insorge anche un aumento<br />

della proliferazione cellulare e inizia una crescita numerica più rapida. E’ a questo punto che si deve<br />

iniziare a trattare con chemioterapici<br />

clinica in genere la malattia è asintomatica e il paziente scopre di essere malato quando per altri motivi fa<br />

l’emocromo e si trova una leucocitosi.<br />

sangue e midollo<br />

linfocitosi<br />

invasione midollare<br />

responsabile della comparsa di pancitopenia<br />

esame obiettivo<br />

linfoadenomegalia<br />

generalizzata, simmetrica, con i linfonodi che presentano consistenza tesa elastica, mobili, non dolenti,<br />

che non superano un cm di dimensioni. (DD con linfoma di Hodgkin)<br />

splenomegalia<br />

segni cutanei<br />

Possono comparire lesioni eritematose ed eritemato-papulose. Attenzione a herpes zoster che può<br />

comparire a causa della depressione immunitaria. Aumento dell’incidenza di epiteliomi (tumori cutanei<br />

presso orecchi, volto, scalpo) che pur essendo maligni difficilmente metastatizzano (inoltre neoplasie<br />

cutanee erano associate all’uso del clorambucil, chemioterapico che oggi non si usa più).<br />

alterazioni immunologiche<br />

ipogammaglobulinemia<br />

perché i linfociti B neoplastici non sono immunocompetenti. Aumenta il rischio infettivo perché da<br />

una parte si ha ipogammaglobulinemia , e dall’altra c’è una riduzione dei neutrofili. Le infezioni<br />

possono essere trattate con delle gammaglobuline esogene (mentre le vaccinazioni sono inutili perché<br />

non c’è un adeguata risposta immune). Esistono raramente forme con produzione di ?-globuline.<br />

autoimmunità


Possono comparire patologie autoimmune da autoanticorpi. Come anemia emolitica AI * , porpora<br />

trombocitopenica AI, più raramente LES, sindrome di Sjögren. Attenzione alla foderamina che può<br />

dare come effetto collaterale anemia autoimmune<br />

* emolisi si presenta con:<br />

Se si ha una emolisi cambiano molti valori del sangue:<br />

- Aumenta la sideremia<br />

- Aumenta la bilirubina indiretta<br />

- Aumentano le LDH<br />

- Aumenta il potassio<br />

- Diminuisce l’aptoglobina<br />

- Si hanno feci scure<br />

sindrome di Richther (linfoma immunoblastico)<br />

brusca comparsa di sintomi generali di febbre, sudorazioni profuse specie di notte, calo ponderale,<br />

prurito.<br />

diagnosi il sospetto deve venire in un paziente con linfocitosi e splenomegalia in assenza di infezioni.<br />

esame emocromocitometrico<br />

leucocitosi fase precoce, in genere non supera 100 x 10 3<br />

anemia fase tardiva<br />

trombocitopenia fase tardiva<br />

emocromo con formula<br />

linfocitosi nella forma tipica gli elementi leucemici sono simili ai linfociti (cellule grandi<br />

con cromatina condensata e scarso citoplasma). Allo striscio di sangue sono<br />

frequentemente osservabili cellule schiacciate (ombre di Grumprecht) che si<br />

formano in conseguenza del trauma meccanico durante l’allestimento del<br />

preparato.<br />

neutropenia che aumenta il rischio infettivo (insieme con ipogammaglobulinemia)<br />

esame osteomidollare<br />

si osservano diversi tipi di quadri<br />

distribuzione nodulare simile a quella che assumono normalmente i linfociti che si dispongono a<br />

formare i follicoli. In questo caso la prognosi è migliore<br />

distribuzione paratrabecolare<br />

distribuzione diffusa prognosi peggiore<br />

esami strumentali<br />

TAC e RMN<br />

si fanno perché la LLC è una malattia diffusa e può interessare diversi distretti<br />

DD<br />

linfocitosi secondarie specie da infezioni come pertosse mononucleosi<br />

linfoma di Hodgkin si ha un interessamento linfonodale continuo che coinvolge una stazione<br />

dopo l’altra<br />

prognosi la LLC è la più benigna di tutte le leucemie<br />

immunoistochimica<br />

CD38 indica prognosi peggiore<br />

citogenetica<br />

ci sono alterazioni di tipo clonale<br />

trisomia 12 prognosi peggiore<br />

delezione q13 prognosi migliore<br />

sindrome di Richter sopravvivenza 6 mesi<br />

stadiazione RAI<br />

stadio 0 GB > 15000<br />

stadio 1 GB > 15000 + linfoadenomegalia<br />

stadio 2 GB > 15000 + linfoadenomegalia + splenomegalia<br />

stadio 3 GB > 15000 + linfoadenomegalia + splenomegalia + anemia non autoimmune*<br />

stadio 4 GB > 15000 + linfoadenomegalia + splenomegalia + anemia e piastrinopenia non AI<br />

* anemia e piastrinopenia sono dovute a un invasione midollare da parte delle cellule neoplastiche e<br />

sono dunque un segno prognostico brutto. Anemia con Hb < 10g/dL; piastrinopenia < 100000/mm 3


terapia follow-up con emocromo per valutare il tempo di raddoppiamento cellulare. Questo è complicato dal<br />

fatto che in questi pazienti la risposta immune a un infezione o vaccini e molto maggiore.<br />

obiettivo: palliativo<br />

trattamento si inizia quando si ha una linfocitosi > 30000/mm 3 e anemia < 12mg/dL<br />

Trattamento viene iniziato anche quando sono presenti o compaiono sintomi o segni quali febbre, calo<br />

ponderale, profonda astenia, sudorazioni notturne, infezioni ricorrenti, complicanze autoimmuni non<br />

controllabili con terapia steroidea, adenopatie massive con eventuali segni compressivi, splenomegalia<br />

massiva o sintomatica, linfocitosi rapidamente progressiva.<br />

chemioterapici<br />

chlorambucil<br />

glutaramina porta ad una completa scomparsa del clone, ma non si associa ad un aumento<br />

della sopravvivenza. Si da in genere dopo che non ha funzionato la terapia con<br />

chlorambucil<br />

steroidi<br />

prednisone a basse dosi, riduce il rischio di malattie autoimmune. Si da insieme alla chemio<br />

Negli stadi avanzati si fa associazione di farmaci CHOP (C ciclofosfamide; H; O vincresina; P<br />

prednisone)<br />

protocolli sperimentali<br />

Oggi è stata introdotta la fludarabina<br />

Ig monoclonali anti-CD20 provocano una citolisi massiva con liberazione di citochine quindi si pul dare<br />

solo se la massa è molto ridotta.<br />

IFNa usato nelle fasi precoci<br />

2-cloro-deossi-adenosina<br />

???<br />

fodearamina può dare anemia autoimmune<br />

LLC atipicaa) LLC con incremento dei prolinfociti (>10%) non ha prognosi diversa<br />

b) LLC atipica, caratterizzata da cellule a differenziazione linfoplasmocitica o con cellule clivate leucemia a cellule di tipo misto (prognosi peggiore)<br />

evoluzione naturale della malattia<br />

non evolve mai in leucemia acuta ma in:<br />

leucemia prolinfocitica<br />

sindrome di Richter<br />

brusca comparsa di sintomi generali di febbre, sudorazioni profuse specie di notte, calo ponderale, prurito. Evidente aumento asimmetrico delle<br />

linfoghiandole superficiali e profonde. Sopravvivenza media 6 mesi<br />

immunoistochimica<br />

Le cellule della LLC esprimono CD19, CD20, CD5 e CD23.<br />

Sindrome di Richter trattamento CHOP<br />

Leucemia prolinfocitica B<br />

definizione disordine linfoproliferativo a decorso subacuto caratterizzato dalla proliferazione di prolinfociti che si<br />

accumulano nel sangue periferico, midollo osseo e organi linfatici.<br />

(nota che il termine prolinfociti non indica precursore linfocitario perché si tratta di cellule con fenotipo<br />

differente che esprimono Ig di membrana).<br />

Si tratta di una variante della LLB classica con piccoli linfociti maturi con IgM, IgG e CD5 positivi che si<br />

accumulano ma diversamente questi hanno maggiore espressione di Ig di membrana.<br />

epidemiologia incidenza 20 volte < della LLC<br />

anat.patologica morfologia<br />

elemento linfoide di dimensioni superiori alle cellule della LLC, citoplasma ampio, basofilo, senza<br />

granuli azzurrofili, la cromatina p generalmente intrecciata e il nucleolo è visibile<br />

immunoistochimica<br />

gli elementi cellulari sono un po’ più maturi che nella LLC. Le cellule esprimono elevate quantità di Ig di<br />

superficie di tipo monoclonale. CD19 e CD22<br />

clinica splenomegalia marcata<br />

assente linfoadenomegalia<br />

spiccata linfocitosi periferica (> 150000), linfocitosi midollare<br />

anemia e piastrinopenia<br />

prognosi decorso clinico è comunque aggressivo<br />

sopravvivenza 24 mesi


terapia CHOP<br />

Leucemia a cellule capellute<br />

definizione disordine linfoproliferativo cronico caratterizzato dall’accumulo progressivo nel sangue periferico, nel<br />

midollo osseo, nella milza e nel fegato di caratteristiche cellule linfocitarie dotate di fini proiezioni<br />

filamentose del citoplasma simili a capelli.<br />

epidemiologia rappresenta il 2% di tutte le forme leucemiche<br />

frequenza in soggetti > 40 aa<br />

F > M<br />

anat.patologica aspetti istologici<br />

tipiche proiezioni capellute del citoplasma, nucleolo unico di forma rotondeggiante oppure ovale.<br />

Citoplasma ampio e basofilo e agranulato. Ci sono complessi di lamelle e ribosomi. C’è positività alla<br />

colorazione con fosfatasi acida resistente all’acido tartarico.<br />

immunoistochimica<br />

CD20 CD22 CD11c CD103<br />

clinica sintomi aspecifici astenia<br />

calo ponderale<br />

dolore addominale<br />

sudorazioni notturne<br />

splenomegalia 90%<br />

epatomegalia 30-40%<br />

adenomegalia 20%<br />

fenomeni emorragici sono correlati alla piastrinopenia<br />

infezioni ricorrenti sono correlati alla neutropenia<br />

diagnosi esame emocromocitometrico<br />

pancitopenia<br />

biopsia osteo-midollare<br />

consistenze infiltrazione midollare con fibrosi che rende difficile tirare su il frustolo (può esserci il<br />

fenomeno della punctio sicca DD con mielofibrosi)<br />

prognosi sopravvivenza media 4aa<br />

terapia prima si usava IFNa<br />

ora si usa 2-cloro-deossi-adenosina che riduce il rischio infettivo


Sindrome mielodisplatica<br />

definizione gruppo di malattie clonali delle cellule staminali ematopoietiche caratterizzate da<br />

1 – alterazioni ematologiche<br />

2 – ematopoiesi inefficace<br />

3 – alto rischio che divengano leucemie<br />

classificazione classificazione FAB<br />

basata su conta dei blasti presenti nello striscio midollare e periferico<br />

blasti midollari < 30% SMD<br />

blasti midollari > 30 % LMA<br />

AR anemia refrattaria<br />

coinvolta almeno una linea cellulare, midollo normocellulato<br />

termine AR non molto giusto perché se non sono coinvolti i GR non c’è anemia<br />

ARSA anemia con sideroblasti ad anello<br />

quadro come il precedente ma con sideroblasti (eritroblasti con emosiderina in cerchi intorno al nucleo)<br />

AREB anemia refrattaria con eccesso di blasti<br />

compare citopenia in almeno due tipi cellulari e alterazioni in tutte le serie emopoietiche<br />

LLMC leucemia linfo-monocitica<br />

compare anche monocitosi e linfocitosi. Presente splenomegalia<br />

AREB in trasformazione<br />

simile al quadro AREB ma con blasti > 30%, ormai quasi una LMA<br />

classificazione WHO<br />

basata sulla descrizione patologica<br />

classificazione IPSS (international Prognostic Score System)<br />

basata su conta dei blasti midollari, aspetto citogenetico ed il numero di citopenie precedenti<br />

Importante l’aspetto genetico perché nel 50% casi delle SMD ci sono alterazioni citogenetiche presenti<br />

Valuta anche dal punto di vista prognostico<br />

epidemiologia malattia in prevalenza dell’anziano<br />

rischio cresce in modo esponenziale dopo i 50 anni<br />

M > F<br />

fattori di rischio<br />

come per le leucemie<br />

benzene<br />

chemioterapici (specie alchilanti)<br />

radiazioni ionizzanti<br />

genetici cromosoma 5q - indice prognostico buono, raramente sviluppano SMD<br />

sindrome con trombocitosi, macrocitosi e sesso femminile<br />

cromosoma 7 prognosi peggiore si tutte<br />

cromosoma 9<br />

cromosoma 20q - prognosi peggio<br />

eziologia sono sindromi preleucemiche<br />

patogenesi emopoiesi inefficace è l’elemento caratteristico della malattia, c’è un asincronia tra differenziazione e<br />

proliferazione e si ha un apoptosi accelerata, quindi non fanno in tempo ad andare dal midollo nel<br />

sangue o ci vanno come elementi immaturi (vedi sideroblasti a giro)<br />

Si possono avere elementi cellulari in giro che non sono funzionali in quanto hanno alterazioni<br />

enzimatiche (PMN con ridotta fosfatasi alcalina)<br />

Possibile anche la comparsa di malattie autoimmuni<br />

Quadro clinico dipende dal tipo di linea cellulare colpita, nella maggioranza dei casi è anemia, più rare<br />

neutropenia e trombocitopenia<br />

clinica splenomegalia modesta<br />

nella fibrosi midollare è molto più grande<br />

diagnosi anamnesi<br />

valutare pregressa esposizione ai fattori di rischio sopra citati<br />

emocromo<br />

in genere qui si osservano inizialmente le alterazioni<br />

anemia compare inizialmente, i GR possono avere forme anomale


spesso c’è macrocitosi con normali livelli di vitamina B12 e THF (DD con anemia<br />

megaloblastica)<br />

neutropenia associata al rischio infettivo<br />

al M.O. si osservano pochi granuli nei PMN<br />

piastrinopenia compaiono emorragie. Si possono osservare megacariociti con pochi granuli<br />

studio citogenetico del cariotipo<br />

essendoci associate alterazioni cromosomi 5, 7,9 è utile per capire il rischio<br />

conta midollare dei blasti<br />

esame migliore per la diagnosi<br />

DD farmaci possono dare quadro SMD<br />

anemie megaloblastiche<br />

terapia trapianto allogenico di midollo<br />

si può fare in un paziente giovane in genere meno di 50 anni<br />

terapia di supporto<br />

per l’anziano è l’unica strada da seguire<br />

trasfusioni mantenere Hb > 9 mg/dL<br />

chelanti ferro per ritardare emocromatosi trasfusionale<br />

fattori di crescita si sta studiando come alternativa per evitare emosiderosi<br />

con G-CSF e EPO


Sindromi mieloproliferative croniche<br />

Insieme di sindromi dovute a espansione clonale di una cellula staminali emopoietica pluripotente pertanto può<br />

interessare una o più linee cellulari. Possono trasformarsi in leucemie acute dato che il tipo cellulare interessato è<br />

abbastanza indifferenziato.<br />

Mielofibrosi con metaplasia mieloide splenica<br />

definizione disordine mieloproliferative caratterizzato da splenomegalia, fibrosi midollare ed emopoiesi<br />

extramidollare, presenza cellule immature mieloidi ed eritroidi. Può essere una forma primaria oppure<br />

secondaria a disordini mieloproliferative come PV o TE o talvolta ci può essere un quadro di<br />

mielofibrosi associato alla LMC<br />

epidemiologia età > 60 aa<br />

fattori di rischio<br />

radiazioni ionizzanti<br />

benzene<br />

patogenesi cellula staminale pluripotente trasformata prolifera. Nota bene che la fibrosi non è dovuta ad alterazioni<br />

dei fibroblasti ma sono cloni neoplastici che producono citochine come PDGF, TGF-ß, sostanze che in<br />

genere vengo prodotti dai cloni megacariocitari (infatti nella LMA M7 (megacariociti) ci può essere<br />

fibrosi. Probabilmente c’entrano nella patogenesi pure i cloni monocitari perché producono una grande<br />

quantità di TGF-ß. Così il midollo va in fibrosi (che però va chiamata osteosclerosi) e poi un c’è più<br />

posto per fare l’emopoiesi e tocca farla nella milza che diventa enorme sia perché si mette a fare<br />

elementi figurati sia perché fa l’emocateresi a bestia.<br />

anat.patologica all’inizio il midollo presenta ipercellularità, poi però va incontro a fibrosi a causa della liberazione del<br />

PDGF-ß e altri da parte delle piastrine. Il midollo diviene fibroso e iniziano a comparire sedi di<br />

emopoiesi extramidollare, principale milza, ma col tempo anche il fegato.<br />

clinica segni generali con tutte ste citochine compare febbre<br />

sudorazione notturna (defervescenza febbre)<br />

splenomegalia gigante !!!! arriva anche a 30 cm<br />

possono esserci<br />

infarti splenici (dolore ipocondrio sx)<br />

ipertensione portale<br />

disturbi dispeptici a causa della compressione meccanica dell’organo<br />

con possibile calo ponderale<br />

piastrinopenia comporta fenomeni emorragici<br />

compare per ultima<br />

epistassi<br />

melena<br />

menorragia<br />

porpora<br />

ecchimosi<br />

anemia comporta sintomi come astenia<br />

vertigini<br />

cefalea<br />

pallore<br />

cardiopalmo<br />

diagnosi in genere arriva il paziente con splenomegalia e roba strana all’emocromo<br />

emocromo<br />

inizialmente avremo leucocitosi, eritrocitosi e piastrinosi<br />

Quando però iniziano i processi fibrotici compare anemia normocromica normocitica e piastrinopenia.<br />

La citopenia periferica è dovuta sia alla ridotta emopoiesi che all’intrappolamento nella milza infatti a<br />

causa di questo compaiono nel sangue periferico dacriociti (eritrociti segati nella milza).<br />

biopsia osteomidollare e agoaspirato<br />

fenomeno della punctio sicca, cioè quando si tira su l’aspirato non viene niente, allora si fa un frustolo<br />

e si manda all’esame istologico dove si potrà vedere se c’è osteosclerosi.<br />

Nelle prime fasi il midollo risulterà ipercellulato, dopo prevarranno i processi osteosclerotici


esami ematochimici<br />

FA leucocitaria (DD con LMC che )<br />

LDH<br />

urati<br />

DD<br />

nelle prime fasi di malattia non è facile distinguere dalle altre sindromi mielodisplastiche. Quando poi<br />

spunta fuori la milza grossa si capisce meglio<br />

LMC si cerca il cromosoma Filadelfia (t9;22) poi le PAL è <br />

PV manca la fibrosi midollare così pesa<br />

TE manca la fibrosi midollare così pesa<br />

prognosi una vera mmerda, perché la malattia si avvia verso una LMA secondaria, quindi pure più resistente alla<br />

chemioterapia. Nelle fasi avanzate la pancitopenia da luogo a fenomeni emorragici e infezioni per cui il<br />

paziente muore o di LMA o di infezione o fenomeni emorragici<br />

terapia idrossiurea per ridurre le dimensioni della milza, ma<br />

talidomide è quel famoso farmaco tranquillante in uso negli anni ’60, tristemente noto perché<br />

veniva dato alle donne incinte per calmarle ma poi gli faceva venire i figlioli<br />

focomelici. Oggi si usa per ridurre il processo osteosclerotico.<br />

Trombocitemia essenziale<br />

definizione disordine mieloproliferativo caratterizzato da una espansione clonale prevalentemente a carico<br />

della serie megacariocitaria<br />

epidemiologia F>M Hz > 50 aa ma esistono anche casi giovanili<br />

patogenesi proliferazione clonale di cellula staminale pluripotente con prevalente differenziazione megacariocitaria<br />

clinica trombosi venose > Hz, presso distretto venoso mesenterico, portale, renale, splenico<br />

fenomeni emorragici frequenti a livello intestinale (melena ed ematemesi) e cutaneo<br />

splenomegalia<br />

eritromialgia pruriti e arrossamenti presso microcircolo periferico di mani e piedi<br />

aborto fenomeni trombotici a livello della placenta<br />

prognosi sopravvivenza media 12 aa<br />

< 10% da luogo a LMA<br />

diagnosi trombocitosi > 700 x 10 9 /L<br />

piastrine però hanno funzione alterata e ci sono fenomeni trombotici ed emorragici<br />

biopsia osteomidollare<br />

osservo ipercellularità midollare, soprattutto riguardante la filiera megacariocitaria, ci può essere anche<br />

un certo grado di fibrosi midollare (ma meno della mielodisplasia<br />

DD<br />

vanno escluse le cause di trombocitosi secondarie:<br />

- splenectomia<br />

- SPN da NK che produce citochine (carcinoma polmone spesso lo fa)<br />

- sideropenia (basta correggere dando Fe)<br />

- malattie infettive<br />

- malattie renali croniche<br />

- post-emorragia<br />

- osteoporosi<br />

terapia giovani si tende a non fare la terapia con chemioterapici perché c’è il rischio di far comparire la LMA<br />

aspirina antiaggregante al fine di ridurre il rischio trombotici<br />

IFNa ha mostrato in studi sperimentali successo


Policitemia vera<br />

definizione disordine mieloproliferativo caratterizzato da una espansione clonale prevalentemente a carico<br />

dell’eritropoiesi che causa un aumento dell’Hb e dell’Ht<br />

classificazione eritrocitosi vera<br />

cause primarie 1) congenite mutazione recettore per EPO<br />

2) acquisite policitemia vera<br />

cause secondarie 1) congenite anemie e poliglobulie<br />

2;3 DPG<br />

EPO<br />

2) acquisite ipossia da alte quote<br />

cardiopatie<br />

pneumopatie croniche<br />

tumori renali secernenti<br />

stenosi arteria renale<br />

SPN con NK produce EPO (NK surrene, ovaio e utero)<br />

assunzione androgeni<br />

cirrosi ed epatite<br />

epidemiologia M > F Hz > 50 aa<br />

patogenesi proliferazione clonale di un precursore pluripotente con prevalente differenziazione eritroide<br />

si può dimostrare infatti in coltura che gli elementi presi dal midollo o dal sangue periferico, se si<br />

mettono in coltura vengono su come funghi. Questo solo nelle forme primarie<br />

clinica esordio lento e viscido e strisciante e unto<br />

segni generali con tutte ste citochine compare febbre<br />

sudorazione notturna (defervescenza febbre)<br />

sintomi<br />

prurito dopo il bagno sintomo caratteristico dovuto ai fenomeni microtrombotici periferici<br />

sintomi da microtrombosi acufeni, cefalea, disturbi della vista, vertigini<br />

segni<br />

colorito avvinazzato naso, labbra, orecchie, congiuntive congeste<br />

splenomegalia<br />

complicanze emorragiche sono molto rare ma possibili perché le piastrine ci sono ma non funzionano<br />

complicanze trombotiche<br />

circolo cerebrale ictus, TIA<br />

circolo cardiaco angina, infarto<br />

circolo mesenterico ulcere, infarto splenico, infarto intestinale (anoressia)<br />

circolo periferico Raynaud, acrocianosi, gangrene, claudicatio intermittens<br />

prognosi sopravvivenza 12 aa<br />

fortunatamente la trasformazione leucemica è rara<br />

diagnosi sospettare di fronte a<br />

criteri maggiori<br />

- massa eritrocitaria reale<br />

- aver escluso tutte le cause secondarie<br />

- splenomegalia palpabile<br />

- alterazioni cromosomiche<br />

criteri minori<br />

- trombocitosi<br />

- leucocitosi<br />

- ecografia che mostra splenomegalia<br />

- BFUE<br />

Iter diagnostico<br />

Esami 1° livello<br />

emocromo con formula<br />

Ht > 50<br />

numero GR<br />

Hb intorno a 18-20 g/dL<br />

c’è anche lieve leucocitosi e trombocitosi<br />

eseguire misura massa eritrocitaria e volume plasmatico per escludere policitemia secondaria


emogas analisi<br />

escludere pneumopatie croniche<br />

ferritina e sideremia<br />

B12 e acido folico <br />

acido urico <br />

PAL dei neutrofili <br />

LDH <br />

EPO <br />

ecografia addome<br />

valuta la milza e eventuali tumori addominali che danno SPN<br />

Esami 2° livello<br />

Aspirato midollare<br />

da diagnosi di certezza. Si osserva ipercellularità di tipo prevalentemente eritroide e riduzione del<br />

tessuto adiposo. Depositi midollari di ferro sono assenti<br />

BFUE (ricerca delle colonie eritroidi spontanee<br />

prelevando dalla biopsia osteomidollare o da agoaspirato le cellule osservo che crescono in vitro da se<br />

senza bisogno dell’eritropoietina<br />

RX torace<br />

per valutare pneumopatie responsabili di trombocitosi secondaria a ipossia<br />

ECG<br />

permette di valutare eventuali cardiopatie<br />

PFR<br />

Indagini di biologia molecolare<br />

Serve per escludere un eventuale eritrocitosi vera primaria dovuta ad una mutazione del recettore<br />

DD<br />

si deve escludere l’eritrocitosi falsa. Dovuta ad una riduzione della massa plasmatica<br />

cause di emoconcentrazione sudorazione<br />

vomito<br />

diarrea<br />

poliuria (specie nel diabete mellito)<br />

terapia inizialmente è importante abbassare Ht con dei salassi<br />

eritroferesi possono portare ad un deficit marziale che però non viene corretto con<br />

somministrazione di perché questa provocherebbe un aumento dell’eritropoiesi. Si fa<br />

poi la terapia con i salassi inizialmente spesso poi a diminuire per un tempo da 6<br />

mesi a un anno. Poi si fa pure la chemioterapia<br />

idrossiurea che a differenza degli altri chemioterapici non aumenta molto il rischio di<br />

trasformazione leucemica<br />

allopurinolo acido urico<br />

IFNa ha mostrato in studi sperimentali successo<br />

P 32 oggi non si usa più, per cui s e lo leggi due volte sei proprio stronzo


Mieloma multiplo<br />

definizione proliferazione di un singolo clone di plasmacellule localizzate nel midollo osseo in grado di produrre nel<br />

90% dei casi elevate quantità di Ig (in genere IgG e IgA, raramente IgD e IgE, le IgM nella<br />

macroglobulinemia di Waldenstrom). Detta quindi pure malattia linfoproliferante secernente.<br />

epidemiologia E’ la più frequente discrasia plasmacellulare, non è molto frequente ma incidenza è in aumento<br />

colpisce prevalentemente in età tarda (50 aa)<br />

eziologia sconosciuta<br />

fattori di rischio<br />

fattori familiari<br />

fattori chimico-fisici esposizione a radiazioni ionizzanti<br />

derivati del petrolio<br />

pesticidi<br />

coloranti<br />

patogenesi sconosciuta<br />

clone neoplastico origina da una cellula B nei linfonodi (nel centro germinativo), diventa non responsivo<br />

a fattori di crescita e molecole di adesione (che ne regolano l’homing), alla regolazione apoptotica<br />

(mutazioni del p53 e iperespressione della proteina del BCL-2) e poi in genere si localizza nel midollo.<br />

Sono coinvolti nell’immortalizzazione della cellula oncogeni quali il c-myc e BCL-1. Coinvolto il<br />

cromosoma 14 (dove c’è locus delle catene pesanti delle Ig)<br />

fisiopatologia<br />

avvengono i seguenti eventi fisiopatologici responsabili del quadro clinico<br />

sostituzione midollare invasione da parte delle plasmacellule determina pancitopenia, per quanto<br />

riguarda l’osteolisi questa è sostenuta dalla produzione di citochine più che<br />

dall’infiltrazione ossea<br />

danno renale sostenuto dalle catene leggere delle Ig, che determina perdita di proteine<br />

dal glomerulo (proteinuria di Bence-Jones) e danno renale per frequente<br />

ipercalcemia da riassorbimento osseo<br />

assorbimento osseo dovuto alla elevata produzione di citochine da parte degli elementi<br />

neoplastici che stimolano (IL-1; IL-6; TNF a e ß) gli osteoclasti per il<br />

riassorbimento osseo,<br />

immunodeficienza dovuta sia alle citochine prodotte dai cloni neoplastici che determinano una<br />

depressione dell’immunità sia cellulo-mediata che umorale, oltre ad una<br />

mancata funzionalità delle IgG prodotte (c’è pure ipergammaglobulinemia)<br />

che essendo monoclonali non servono a un cazzo. Questo predispone a<br />

infezioni e neoplasie secondarie.<br />

anat.patologica midollo osseo presenta numerosi noduli mielomatosi di forma rotondeggianti, del diametro di un cm, di<br />

consistenza molle, colore grigiastro e rossastro nei casi con componente ematologica.<br />

Si possono avere localizzazioni extramidollari : fegato, linfonodi, rene, polmone, cuore, cute, ghiandole<br />

endocrine.<br />

clinica classificazione delle forme cliniche<br />

forma classica<br />

proliferazione di un singolo clone di plasmacellule localizzate nel midollo osseo in grado di produrre nel<br />

90% dei casi elevate quantità di Ig (in genere IgG e IgA, raramente IgD e IgE)<br />

varianti cliniche<br />

in genere abbiamo detto che vengono prodotte IgG e IgA, ma esistono anche forme cliniche diverse<br />

mieloma non secernente (1%)<br />

caratterizzato dalla proliferazione di un clone di plasmacellule è in grado di produrre ma non di<br />

secernere le Ig, questo è un problema perché spesso ritarda la diagnosi. Il midollo osseo è<br />

estremamente infiltrato ad opera di plasmacellule con marcate note di atipia. Non c’è però la<br />

componente monoclonale.<br />

mieloma micromolecolare (10-15%)<br />

caratterizzato dalla proliferazione di plasmacellule è in grado di produrre solo la catena leggera (k o ?)<br />

delle Ig; non si evidenzia un picco monoclonale sierico, è presente solo la proteinuria di Bence-Jones<br />

plasmocitomi solitari dell’osso o extramidollari<br />

In genere il clone neoplastico è localizzato nell’osso ma in certi casi ci può essere una singola sede di<br />

insorgenza ossea o extramidollare. La proliferazione invade un unico segmento osseo o un organo<br />

extramidollare (vie respiratorie superiori o SNC). Non è presente Bence-Jones. La diagnosi viene<br />

posta osservando un area osteolitica all’RX o una massa alla TAC.


lesioni ossee<br />

possono essere dovute a invasione diretta da parte delle cellule neoplastiche dell’osso, ma soprattutto<br />

a produzione di fattori che provocano un attivazione degli osteoclasti con aumento del riassorbimento e<br />

produzione di citochine che attivano i linfociti (IL-1; IL-6; TNFa e TNFß)<br />

Si creano delle lacune ossee che sono regioni osteolitiche dai margini netti non associati a zone di<br />

osteosintesi e senza reazione periostale. Si possono evidenziare all’RX. Il processo colpisce il cranio,<br />

le coste il bacino ma può colpire anche le vertebre e le ossa lunghe.<br />

vertebre<br />

Se vengono interessate le vertebre si può avere crollo vertebrale che provoca accentramento della<br />

cifosi dorsale e sindrome neurologica radicolare caratterizzata da emiplegia e parestesie.<br />

infezioni<br />

si ha una ipergammaglobulinemia però questa è di tipo monoclonale e quindi ha un aumentata<br />

suscettibilità alle infezioni per mancanza della corretta risposta anticorpale. Inoltre<br />

l’ipergammaglobulinemia provoca una immunosoppressione immunomediata con la possibile<br />

comparsa di una neoplasia secondaria.<br />

anemia<br />

il quadro di anemia è sostenuto sia dall’invasione del midollo da parte del clone neoplastico, sia dalle<br />

citochine che riducono il processo emopoietico, sia a livello periferico c’è una perdita emorragica<br />

(stillicidio ematico cronico) dovuta all’alterazione dei processi emostatici (vedi dopo). Inoltre la<br />

componente di immunoglobuline monoclonali prodotte dal clone neoplastico interferisca con<br />

assorbimento della B12 e che compaia anemia emolitica autoimmune. Anche il rene se danneggiato<br />

dalla nefropatia interstiziale (sostenuta dall’ipercalcemia e da una randellata di catene leggere)<br />

insufficienza renale<br />

si riscontra nel 30% dei casi dei pazienti con il mieloma multiplo e nel 50% dei pazienti con mieloma<br />

micromolecolare (solo catene leggere), essa è dovuta da più fattori quali:<br />

- iperuricemia<br />

- ipercalcemia<br />

- proteinuria di Bence-Jones<br />

- amiloidosi (che da pure macroglossia)<br />

- disidratazione<br />

- assunzione farmaci nefrotossici<br />

sindrome da iperviscosità<br />

si ha soprattutto nei mielomi che producono IgA e IgG 1 e 2 che tendono ad assemblarsi formando<br />

multimeri. Si hanno alterazioni del microcircolo che possono provocare:<br />

- cefalea<br />

- vertigini<br />

- sonnolenza<br />

- alterazioni del visus<br />

- letargia e coma<br />

alterazioni emostatiche<br />

sono più rare, sono dovute ad alterazioni delle piastrine e riduzione del fVW a causa delle Ig circolanti.<br />

Ricorda che la loro quantità risulta normale, quello che risulta alterata è la loro funzione.<br />

amiloidosi<br />

determina la comparsa di macroglossia con lo stampino dei denti sulla lingua come sul Majno<br />

diagnosi il sospetto deve esserci in paziente con lesioni osteolitiche, infiltrato plasmacellulare midollare,<br />

componente monoclonale sierica e urinaria<br />

esame emocromocitometrico<br />

lieve anemia dovuta a:<br />

1 – ridotta emopoiesi dovuta all’invasione del midollo da parte del clone neoplastico e citochine<br />

2 – anemia emolitica autoimmune<br />

3 – ideremia (???) forse intende emodiluizione<br />

indagini laboratorio<br />

proteine totali (albumina e se diventa < 3 gr/ si hanno edemi)<br />

protidogramma<br />

picco monoclonale della componente ?. A volte se c’è un delle IgA (tipo nelle forme originate dal<br />

tratto respiratorio) si può avere un parziale picco ß<br />

immunoelettroforesi<br />

IgG 60%<br />

IgA 20%<br />

IgD 1%<br />

IgE 0,1%


indici di flogosi VES e PCR<br />

ipercalcemia (osteolisi citochine dipendente)<br />

fattore X <br />

esami urine<br />

proteinuria di Bence-Jones (fare il dosaggio immunologico nelle 24h)<br />

biopsia osteo-midollare o agoaspirato<br />

si fa la ricerca delle plasmacellule nel midollo, NON è un esame però sufficiente per fare la diagnosi.<br />

Per l’aspetto vedi anatomia patologica<br />

esami di funzione renale<br />

rene azotemia <br />

creatininemia <br />

uricemia <br />

indagini strumentali<br />

Rx aree radiotrasparenti di osteolisi (lesioni a stampo)<br />

RMN<br />

DD<br />

componente monoclonale di malattie autoimmuni cirrosi biliare primitiva e AR<br />

componente monoclonale di malattie autoimmuni mononucleosi<br />

prognosi sopravvivenza 36 mesi , in trattamento con alchilanti e cortisonici, la morte avviene a causa di episodi<br />

infettivi, peggioramento della funzione renale e scompenso cardiaco<br />

stadio A: no IR<br />

stadio B: IR<br />

fattori prognostici:<br />

dipendenti dalla massa tumorale<br />

1 – entità della componente monoclonale<br />

2 – ß2 microglobulina<br />

aggressività biologica (capacità proliferativa)<br />

1 – indice di marcatura delle plasmacellule<br />

2 – farmaco resistenza<br />

indici di progressione (interazione tra neoplasia e l’ospite)<br />

1 – PCR<br />

2 – IL6<br />

terapia monochemioterapia<br />

Melphanlan alchilanti e quindi fase aspecifico. E’ un ottimo farmaco per la cura del mieloma che<br />

ha un basso indice proliferativo, ma può portare a insufficienza midollare e leucemia<br />

secondaria<br />

polichemioterapia VAD<br />

vincristina<br />

adriamicina<br />

desametasone<br />

remissione maggiore (


Gammopatia monoclonali di significato incerto (MGUS)<br />

definizione sono caratterizzate da presenza nel siero e nelle urine di una componente monoclonale che non tende<br />

ad espandersi o si espande solo molto lentamente, non c’è però alcuna evidenza clinica di mieloma<br />

multiplo o viarianti<br />

epidemiologia incidenza è oggi pari all’1% della popolazione oltre ai 50 aa. L’evoluzione in mieloma multiplo è<br />

possibile ma in bassa percentuale dei casi (< 10%), quindi sempre si deve monitorare il paziente negli<br />

anni.<br />

clinica asintomatica<br />

L’identificazione di queste forme negli ultimi anni è diventata molto più agevole in seguito all’applicazione di routine di<br />

tecniche immunoforetiche.<br />

diagnosi ipergammaglobulinemia lieve<br />

proteinuria di Bence-Jones lieve<br />

terapia no terapia<br />

fondamentale invece follow-up del paziente (rischio leucemizzazione) ogni 6-12 mesi<br />

I soggetti con MGUS devono eseguire periodicamente l’esame elettroforetico delle proteine sieriche e il dosaggio<br />

quantitativo delle sotto frazioni immunoglobuliniche.<br />

fra_l_80@hotmail.com


Macroglobulinemia di Waldenström<br />

definizione discrasia linfoplasmocitoide (?considerata un linfoma linfoplasmocitoide?) dovuta alla proliferazione<br />

monoclonale di cellule B che producono IgM. Tali elementi neoplastici infiltrano il midollo osseo e vari<br />

organi e apparati, in particolare hanno predilezione per gli organi linfoidi periferici (fegato, linfonodi e<br />

milza)<br />

epidemiologia malattia più rara del MM circa 10:1<br />

esordisce in età adulta e predilige il sesso maschile<br />

patogenesi clone linfoplasmocitoide iperproliferante che produce IgM<br />

fisiopatologia<br />

Con l’aumentata produzione di IgM nel sangue si ha iperviscosità con aggregazione dei globuli rossi a<br />

formare dei rouleaux . Inoltre gli elementi linfoplasmocitoide infiltrano il midollo osseo (sostituzione<br />

midollare, ma meno spiccata della MM) e organi linfoidi (linfonodi, milza, fegato). Inoltre la produzione<br />

citochine da parte degli elementi neoplastici determina riduzione emopoietica e immunodepressione<br />

(oltre al fatto che le IgM prodotte sono monoclonali quindi non servono a niente). Le IgM hanno<br />

tendenza ad aggregarsi con il freddo (crioglobuline) che può dare fenomeni tipo Raynaud.<br />

clinica sintomatologia d’esordio<br />

astenia<br />

dispnea da sforzo<br />

emorragie specialmente presso oro-faringe e porpora cutanea<br />

esame obiettivo<br />

linfoadenomegalia, splenomegalia, epatomegalia<br />

sindrome da iperviscosità<br />

risulta più frequente rispetto al mieloma multiplo in quanto le IgM sono grosse e formano pentameri<br />

- cefalea<br />

- vertigini<br />

- sonnolenza<br />

- alterazioni del visus<br />

- letargia e coma<br />

anemia<br />

può provocare una insufficienza cardiaca ad alta gittata, quindi è fondamentale correggerla<br />

rene<br />

coinvolto molto meno rispetto al MM<br />

infezioni ricorrenti<br />

le IgM prodotte non sono funzionali perché monoclonali, quindi si ha infezioni in genere respiratorie e<br />

urinarie.<br />

diagnosi esame emocromocitometrico<br />

anemia sostenuta da infiltrazione midollare, inibizione dell’emopoiesi da citochine prodotte dagli<br />

elementi neoplastici, stillicidio ematico e emolisi autoimmune.<br />

elettroforesi delle proteine plasmatiche<br />

esame che mostra un picco di proteine a cavallo tra banda ß e ?.<br />

biopsia osteo-midollare<br />

pres enza di plasmacellule a livello midollare<br />

prognosi sopravvivenza di molti anni ma la malattia progredisce lentamente, il paziente muore per complicanze<br />

infettive o emorragiche (raramente per le complicanze renali che sono invece più frequenti nel MM)<br />

terapia chlorambucil + prednisone<br />

ciclofosfamide + prednisone + vincristina<br />

anticorpi antiCD20<br />

plasmaferesi<br />

trasfusioni di GR diluiti il soluzione fisiologia (per ridurre la viscosità)<br />

infusione Ig contro le infezioni


Linfomi<br />

generalità<br />

definizione malattia dovuta alla trasformazione neoplastica di un linfocita (spesso B ma ci sono anche T e altri) che<br />

interessa linfonodi, milza, fegato più spesso, ma può comparire in tutte le possibili sedi extranodali. In<br />

genere LH tendono a comparire nei linfonodi mentre gli LNH tendono a comparire presso sedi<br />

extranodali.<br />

classificazione linfoma di Hodgkin caratterizzato dalla presenza delle cellule di Reed-Sternberg<br />

linfoma non Hodgkin classificazione più complessa (REAL)<br />

prima rapporto LH e LNH era 1:1 adesso è invece 1:5<br />

epidemiologia agenti genetici<br />

nelle immunodeficienze congenite si ha maggiore frequenza dei linfomi<br />

agenti infettivi<br />

HIV i soggetti con AIDS sviluppano con maggiore frequenza una serie di linfom i tra cui il cerebrale<br />

EBV in Afrina in zone endemiche della malaria c’è una forma di linfoma di Burkitt imputabili<br />

all’infezione EBV<br />

HCV associato a crioglobulinemia essenziale e linfomi follicolari<br />

HTLV1 (human T cell linphocyte virus) che dà pure LLA<br />

HHV8 Herpes virus che da il linfoma di Castleman (raro), anche altri herpes virus sono associati a<br />

linfomi, spesso del MALT. Pure il linfoma delle cavità sierose (di recente scoperta) mostra<br />

associazione con herpes virus)<br />

HLO helicobacter pilori è responsabile delle forme gastriche. Eradicando infezione in genere<br />

migliora il linfoma<br />

agenti chimico-fisici<br />

pesticidi maggiore incidenza nelle aree rurali<br />

onde elettromagnetiche non ci sono evidenze, o forse la Nokia sgancia soldi agli ematologi per dirlo<br />

patogenesi agenti eziologici quali infezioni virali, immunodeficienze congenite e acquisite e esposizione ad agenti<br />

ambientali (pesticidi e altri non noti) comportano una attivazione di protoncogeni e inattivazione degli<br />

oncosoppressori che cambiano il fenotipo cellulare determinando un aumento della proliferazione<br />

associato ad una riduzione della regolazione dell’apoptosi e dei processi differenziativi .<br />

Caratteristico nei LNH l’unione di un protoncogene che con traslocazione viene attaccato accanto alla<br />

regione promoter delle Ig e quindi viene iperespresso.<br />

cenni di biologia molecolare<br />

BCL1 linfoma mantellare<br />

BCL2 linfoma follicolare<br />

BCL6 linfoma diffuso a grandi cellule<br />

C-myc e p53 linfoma della cavità corporee<br />

PAX5 linfoma linfoplasmocitoide<br />

API2/MLT linfoma MALT (non sempre)<br />

stadiazione di Ann Arbor (1971)<br />

La divisione in stadi permette di definire il protocollo diagnostico.<br />

stadio I un solo linfonodo o una sola regione linfonodale<br />

stadio II due o più regioni linfonodale dallo stesso lato del diaframma<br />

stadio III almeno due regioni linfonodali da entrambi i lati del diaframma (anche la milza conta come una<br />

stazione linfonodale). III E se interessa fegato, III S se interessa milza.<br />

stadio IV interessamento di una o più sedi extralinfonodali non contigue a stazioni linfonodali già interessate<br />

Ogni stadio viene diviso in A e B in base alla presenza di sintomi generali. La classificazione B si ha quando c’è<br />

calo ponderale del 10% senza causa apparente in 6 mesi<br />

febbre superiore a 38°C senza segni di infezione, senza brividi, compare la sera<br />

sudorazione notturna profusa<br />

prurito (che c’è sia nel LNH che LH ma anche policitemia)<br />

si aggiunge la lettera E allo stadio I, II, III se è interessata una singola struttura extralinfonodale contigua ad una stazione<br />

linfonodale nota.


Linfoma di Hodgkin<br />

definizione linfoma maligno con struttura simil-granulosa (linfogranuloma maligno) contrassegnato dalla<br />

popolazione di cellule neoplastiche (cellule di Reed-Sternberg) associate ad una componente cellulare<br />

speso polimorfa, considerata di tipo reattivo. Attualmente si ammette che la maggior parte delle cellule<br />

neoplastiche derivi elementi linfoidi B del centro germinativo<br />

epidemiologia rappresenta circa 1/3 di tutti i linfomi con incidenza intorno a 3/100000 ab<br />

distribuzione per età con picco bimodale di incidenza tra 18-30 aa e oltre 60 aa<br />

M > F 5:1<br />

eziologia sconosciuta<br />

fattori coinvolti<br />

ambientali infezione virali<br />

genetici familiarità<br />

patogenesi sconosciuta<br />

maggiore espressione di protein di adesione come BCL2 il grado di regolare inibizione da contatto e C-<br />

MYC che interferisce con la progressione della malattia<br />

anat.patologica cellula di Reed-Sternberg<br />

elemento caratteristico cellulare, ha grandi dimensioni con citoplasma vacuolato e multinucleato con<br />

grosso nucleolo circondato da alone chiaro (“ad occhio di civetta”). Da quali cellule originassero le<br />

cellule di Reed-Sternberg è rimasta a lungo un mistero fino a quando con la PCR è stato possibile<br />

capirlo, esse appartengono alla linea dei linfociti B. Sono CD30 +<br />

Nei centri germinativi dei follicoli linfatici i futuri linfociti B vanno incontro alla ricombinazione dei geni<br />

delle Ig, in particolare dei geni VH, DH, JH delle catene pesanti delle Ig. Solo un clone responsivo va<br />

incontro alla espansione clonale, mentre le altre cellule vanno normalmente incontro ad apoptosi.<br />

monoclonali o policlonali?<br />

Il fatto anomalo è che le cellule di Reed-Sternberg perdono la regolazione dell’apoptosi. Esse sono<br />

monoclonali in quanto hanno tutte lo stesso riarrangiamenti VDJ. Altri ricercatori invece hanno<br />

dimostrato la policlonalità per cui di questo ancora non c’è certezza.<br />

che ci fanno le cellule reattive?<br />

In effetti le cellule di Reed-Sternberg sono 1% rispetto al resto delle presenti. Recentemente si è notato<br />

che le cellule di Reed-Sternberg producono citochine che vanno a stimolare i T-Helper che a loro volta<br />

richiamano altri elementi. In pratica il linfoma di Hodgkin è un tumore che secerne citochine, con il<br />

risultato finale di deprimere l’immunità e determinando una riduzione dei Th1.<br />

classificazione 1) linfoma Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare<br />

linfonodi presentano un architettura generale costituita da noduli di varie dimensioni tra loro accostati e<br />

talora con confini sfumati. Tra le aree nodulari si possono interporre aree diffuse. Non tutti i testi sono<br />

d’accordo nel considerarla tra Hodgkin sia dal punto di visto anatomo-patologico in quanto ci sono<br />

cellule che non hanno tutte le caratteristiche di Reed-Sternberg, sia dal punto di vista clinico perché ha<br />

un decorso indolente con scarsa produzione di citochine<br />

2) linfoma Hodgkin classico<br />

a) predominanza linfocitaria 10%<br />

linfonodo sovvertito dall’estesa infiltrazione di piccoli linfociti e elementi reattivi in numero<br />

variabile, le cellule di Reed-Sternberg sono pochissime.<br />

b) sclerosi nodulare 50%<br />

è caratterizzata da dense bande di tessuto collageno sclero-ialino che delimitano noduli<br />

linfoidi abnormi nell’ambito del tessuto linfoide costituiti da cellule di Reed-Sternberg e come<br />

sempre c’è la popolazione reattiva intorno.<br />

c) cellularità mista 30%<br />

infiltrato pleiomorfico ad opera di varie cellule (linfociti , granulociti, plasmacellule, cellule di<br />

Reed-Sternberg) che sovvertono totalmente il parenchima linfonodale. Spesso questo quadro<br />

dà sintomi costituzionali (classificazione tipo B)<br />

d) deplezione linfocitaria 10%<br />

Numerose cellule di Reed-Sternberg, deplezione linfocitaria e necrosi focale. Frequente in<br />

pazienti anziani con malattia largamente diffusa<br />

clinica sintomi generali<br />

febbre è una manifestazione clinica presente nei linfomi. La febbre sta a indicare che la<br />

malattia è diffusa. La febbre insorge senza i brividi notturni o serali e raggiunge valori<br />

anche piuttosto elevati intorno ai 39°C. Recede con i corticosteroidi ma è molto<br />

importante non usare questi farmaci prima della diagnosi perché sennò si rischia di<br />

fare diagnosi tardiva


astenia<br />

sudorazioni soprattutto notturne e molto copiose, in relazione alla defervescenza della febbre<br />

calo ponderale almeno del 10% in 6 mesi<br />

prurito presente sia nei linfomi Hodgkin che non-Hodgkin<br />

linfonodi<br />

LH in genere dà luogo come prima comparsa ad una tumefazione in sede linfonodale (rarissimo in<br />

sede extranodale, che invece avviene spesso nel LNH) tumefazioni più spesso latero-cervicali), può<br />

però rarissimamente comparire ovunque quindi guardare bene. In genere tendono a rimanere in sede<br />

e non hanno un elevata tendenza alla diffusione (cosa invece che fanno i LNH)<br />

linfonodi superficiali sono colpiti nel 90% dei casi, in genere asimmetricamente<br />

linfonodi latero-cervicali da 60% a 80%<br />

linfonodi ascellari da 6 a 20%<br />

linfonodi inguinali da 6 a 12%<br />

linfonodi tumefatti (riconosciuti come tali quando il loro diametro è superiore<br />

a 1 cm) sono per lo più di consistenza duro-elastica, non fusi tra di loro,<br />

indolenti. Solo raramente possono essere dolenti per la necrosi del tessuto<br />

neoplastico. Osservare sempre le regioni drenate dal linfonodo per vedere<br />

lesioni e alterazioni (esempio graffio di gatto o melanoma)<br />

linfonodi mediastinici sono colpiti nel 60% casi. Interessa di solito la zona antero-superiore,<br />

spesso asintomatiche e piccole. In certi casi compare massa molto grande<br />

mediastinica (circa 1/3) in genere all’ilo polmonare (detta “bulky”) che<br />

determina fenomeni legati sia alla compressione meccanica (disfagia,<br />

edema a mantellina per compressione cava superiore) sia per invasione del<br />

tessuto (versamenti pleuro-pericardici e stenosi bronchiali con atelettasia).<br />

Raramente si riscontra invasione del timo e del pericardio.<br />

linfonodi sottodiaframmatici può essere sia intraddominale che retroperitoneale. In genere<br />

coinvolge linfonodi lomboaortici, paraortici e dell’ilo splenico e<br />

epatico. Se localizzati nel retroperitoneo possono dare dei<br />

fenomeni ostruttivi, specie presso gli ureteri con pielonefriti e<br />

insufficienza renale postrenale. Possono ostruire il coledoco<br />

dando ittero ostruttivo, dare sintomi di malassorbimento,<br />

nausea, vomito. Localizzazioni mesenteriche possono favorire<br />

fenomeni occlusivi. A livello splenico rallentamenti del circolo<br />

possono dare ipersplenismo e splenomegalia.<br />

Altre localizzazioni<br />

scheletro dolorabilità, sindrome radicolari può avere una riacutizzazione del<br />

dolore dopo l’assunzione di alcool perché la vasodilatazione in<br />

corrispondenza della lesione (questo veniva prima usato come test per<br />

vedere se c’erano localizzazioni ossee)<br />

SNC e SNP per compressione dolore in corrispondenza della regione dorsale e<br />

sacrale, debolezza degli arti inferiori, ipoestesia corrispondente al<br />

metamero interessato.<br />

cute noduli cutanei e sotto cutanei<br />

complicazioni<br />

immunodepressione negli stadi tardivi favorisce lo sviluppo di una seconda neoplasia e rischio infettivo<br />

diagnosi importanza della diagnosi precoce, soprattutto la buona stadiazione del tumore per decidere<br />

una terapia specifica. Infatti con una adeguata terapia si ha sopravvivenza del 70%. Un 20% casi sono<br />

forme maligne ma spesso questo avviene perché è stata fatta una inadeguata terapia.<br />

anamnesi<br />

indagare la presenza di eventuali sintomi generali che possano indicare un coinvolgimento sistemico.<br />

esame obiettivo<br />

evidenzia le linfoadenomegalie superficiali e un eventuale splenomegalie e epatomegalia.<br />

esame neurologico per eventuale coinvolgimento del SNC e SNP<br />

dolore con alcool<br />

purtroppo oggi è in disuso, ma ai miei tempi era un classico dell’ematologia. Per meccanismi<br />

fisiopatologici ancora oscuri dando da bere alcool, grappa o vin brulè, compare dolore presso il<br />

linfoma.<br />

esame emocromocitometrico<br />

anemia è la complicanza più frequente. Leucocitosi con neutrofilia ed eosinofilia (spesso associata alle<br />

lesioni cutanee). Inizialmente linfociti sono normali, nelle fasi tardive compare linfocitopenia. Piastrine<br />

in genere stanno bene.


esami bioptici<br />

biopsia osteo-midollare<br />

biopsia epatica e splenica<br />

Nota del Bosi: non stare a perdere tempo con biopsie linfonodali, se un linfonodo ha diametro > 1cm<br />

da più di 15gg e il paziente non ha aumento delle IgM si toglie direttamente il linfonodo<br />

esami di laboratorio<br />

servono per vedere anche aumento degli indici di flogosi<br />

Immunoglobuline se si trovano alte IgM si deve pensare a infezione (toxoplasma o altro)<br />

VES nel LNH invece resta normale o bassa<br />

a2globuline con ipoalbuminemia (dovuto all’aumento di aptoglobina e ceruloplasmina)<br />

LDH<br />

fibrinogeno<br />

ferritina<br />

cupremia (rame)<br />

sideremia (per captazione del ferro)<br />

esami strumentali<br />

Rx torace si può osservare se c’è massa mediastinica (Bulky)<br />

ecografia per evidenziare linfoadenomegalie profonde<br />

per vedere epatomegalia e splenomegalia<br />

RMN per vedere interessamento osseo<br />

PET il futuro è vicino…<br />

toracotomia e laparotomia esplorativa, si fanno proprio quando un si sa più come ammazzare il tempo<br />

e il paziente, però si possono fare così ottimi prelievi bioptici dai linfonodi profondi.<br />

DD<br />

linfoadenopatie da infezioni acute (IgM)<br />

linfoadenopatie da infezioni croniche (TBC, lue, toxoplasmosi, graffio di gatto)<br />

invasioni metastatiche (linfonodi duri e NON mobili rispetto ai piani sottostanti)<br />

terapia linfoma di Hodgkin è una delle neoplasie con ottime possibilità di guarigione con la terapia medica<br />

(circa nel 70-75% dei casi)<br />

radioterapia prima si usava subito nei primi stadi insieme alla laparotomia esplorativa e varie<br />

biopsie e splenectomia. Adesso si usa solo per il primo stadio e negli altri stadi si<br />

accoppia ad una chemioterapia. Prima per poter fare solo la radioterapia si faceva la<br />

laparotomia esplorativa e una splenectom ia per eliminare una possibile<br />

localizzazione splenica. Ora si fanno analisi sperimentali più accurate (TAC, RMN, e<br />

PET) che permettono di fare una accurata stadiazione e terapia.<br />

Se si ha interessamento delle stazioni laterocervicali si fa una radioterapia a<br />

mantellina (prendendo pure i linfonodi ascellari) con schermatura del cuore per<br />

evitare insorgenza delle cardiopatie.<br />

chemioterapia MOPP<br />

gia dagli ’60 fu evidente che la chemioterapia aveva buonissimi risultati, fu introdotta<br />

l’associazione polichemioterapica MOPP<br />

Mecloretamina<br />

Oncovin TM = Vincristina<br />

Procarbazina<br />

Prednisone<br />

questa terapia contiene mostarda azotata altamente tossica con forte rischio di<br />

leucemia e sterilità<br />

ABVD<br />

schema terapeutico realizzato dall’istituto tumori di Milano, elaborato per pazienti non<br />

responsivi alla MOPP, non avendo farmaci alchilanti ha un ridotto impatto su gonadi<br />

e rischio leucemico (ma può dare fibrosi polmonare e cardiotossicità)<br />

Adriamicina<br />

Bleomicina<br />

Vinblastina<br />

Dacarbazina<br />

oggi si usa questa terapia da sola o alternata con MOPP


trapianto si usa solo nei pazienti refrattari alla terapia, nei pazienti che recidivano e nei pazienti<br />

che hanno una prognosi negativa sin dall’inizio. Prevede pesanti cicli chemioterapici<br />

per l’ablazione midollare<br />

Bulky se c’è la massa gigante si può fare toracotomia o laparotomia e toglierlo oppure<br />

approccio con chemioterapia e radioterapia<br />

Linfomi non-Hodgkin<br />

rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie maligne di derivazione linfocitaria il cui quadro clinico appare nella<br />

maggior parte dei casi contraddistinto da un coinvolgimento dell’apparato linfoghiandolare<br />

eziologia sconosciuta<br />

infettiva<br />

HIV i soggetti con AIDS sviluppano con maggiore frequenza una serie di linfomi tra cui il cerebrale<br />

EBV infetta e immortalizza i linfociti B integrando il suo genoma. Non si può considerare però<br />

l’agente eziologico perché nei pazienti immunodepressi che hanno avuto la mononucleosi<br />

dovrebbe venire subito un linfoma, data la perdita dei linfociti T citotossici deputati a far<br />

secche le cellule neoplastiche. In realtà nell’immunodepresso non succede nulla. Allora ??<br />

Compare linfoma di Burkitt che si presenta come neoplasia che coinvolge ossa facciali<br />

(mascellare) e nelle cellule compare t8;14. (con riarrangiamenti c-myc). Ricorda che EBV è<br />

pure agente eziologico della mononucleosi infettiva, per cui se il paziente ha IgM alte prima di<br />

pensare ad un linfoma pensa a questa.<br />

HCV<br />

HLO helicobacter pilori è responsabile delle forme gastriche<br />

HTLV1 (human T cell limphocyte virus) che dà pure LLA. Nell’Asia sud-orientale<br />

associato alla leucemia/linfoma a cellule T, forma che coinvolge la cute<br />

chimica<br />

pesticidi maggiore incidenza nelle aree rurali<br />

genetica<br />

traslocazione t8;14 associata a infezione EBV (linfoma di Burkitt)<br />

biologia molecolare<br />

sempre di più queste indagini assumono maggiore importanza diagnostica<br />

BCL1 t11;14 linfoma mantellare<br />

BCL2 t14;18 linfoma follicolare (alta aggressività)<br />

BCL6 solo nel 40% casi del linfoma diffuso a grandi cellule con localizzazioni extranodali<br />

epidemiologia sono il 3% di tutte le neoplasie maligne<br />

progressivo aumento dell’incidenza nei paesi occidentali.<br />

prima il rapporto tra LNH/LH era 1:1 oggi è 5:1<br />

picco d’incidenza tra 60-70 aa<br />

nei ¾ dei casi sono derivati da linfociti B (sottogruppi di cellule centrofollicolari con IgM di superficie)<br />

ma ricordiamoci che possono essere anche linfociti T anche se più rari<br />

anat.patologica LNH hanno tendenza a diffusione via ematogena e linfatica. I LNH hanno diffusione imprevedibile,<br />

danno interessamenti extranodali (al contrario dei LH che tendono a rimanere confinati)<br />

tendenza alla progressione a leucemia<br />

dipende dal tipo di linfoma e dalle cellule da cui origina<br />

linfoma linfocitico diventa spesso una leucemia linfocitico<br />

linfomi derivati dalle cellule centrofollicolari tendono a rimanere fissi nei tessuti extramidollari<br />

linfoma di Burkitt può presentarsi come LLA classe L3


classificazione I linfomi non Hodgkin originano dalla proliferazione monoclonale di un linfocita arrestatosi in una ben<br />

precisa fase della sua naturale linea di trasformazione. La classificazione negli anni ha dato grossi<br />

problemi per mettere d’accordo le diverse scuole<br />

- classificazione Rappaport anni 70<br />

- classificazione Working formulation solo negli USA, non tiene conto origine B e T<br />

- classificazione Kiel non considera linfomi extranodali, distingue per malignità<br />

- classificazione REAL Revised English American Lymphome classification 1991<br />

Kiel classification<br />

linfomi B basso grado malignità<br />

LLC<br />

linfoma prolinfocitica<br />

leucemia a cells capellute<br />

linfoma linfoplasmocitoide tra mieloma e linfoma<br />

plasmocitoma extramidollare<br />

linfoma centroblastico/centrocitico frequente<br />

linfomi B alto grado malignità<br />

linfoma immunoblastico<br />

linfoma CD30 + anaplastico CD30 è marker delle cellule di Reed-Sternberg, difficile DD con LH<br />

linfoma Burkitt<br />

linfoma linfoblastico<br />

linfomi T<br />

ricorda che sono di derivazione meno frequente:<br />

LLC a cells T<br />

leucemia prolinfocitica a cells T<br />

linfoma Rennert (raro)<br />

linfoma angioimmunoblastico<br />

linfoma a cellule T periferico molto aggressivo<br />

linfoma immunoblastico<br />

linfoma linfoblastico<br />

Real classification<br />

linfomi di derivazione B<br />

LLC<br />

prolinfocitica<br />

linfoma a piccoli linfociti<br />

linfoma linfoplasmocitoide (gradi I II III IV, con dimensioni delle cells dir proporzionale alla malignità)<br />

linfoma della zona marginale<br />

maltoma<br />

linfoma splenico simile a quello con le cellule capellute per l’aspetto villoso, diverso per nucleo denso<br />

linfoma a cellule capellute aspetto villoso ma con cromatina lassa<br />

plasmocitoma<br />

linfoma diffuso a grandi cellule altissima malignità<br />

linfoma Burkitt forma Africana associata alla infezione EBV<br />

linfoma Burkitt-like forma senza infezione EBV<br />

linfoma di derivazione T<br />

linfoma linfoblastico T<br />

LLC T<br />

linfoma a piccoli/grandi linfociti T<br />

e tutti i linfomi di derivazione B ma ovviamente con cellule di derivazione T.<br />

forme che sono solo T micosi fungoide<br />

sindrome di Sezary<br />

Linfomi indolenti<br />

classificazione Rugarli<br />

LLC-linfoma a piccoli linfociti<br />

LLC prolinfocitica<br />

LLC-linfoma a cellule T<br />

leucemia prolinfocitica<br />

leucemia a grandi linfociti granulari<br />

leucemia a cellule capellute<br />

linfoma del centro follicolare (grado I)<br />

linfoma del centro follicolare (grado II)<br />

linfoma B della zona marginale (MALT, linfonodale, splenico)<br />

micosi fungoide


linfoma B della zona marginale<br />

il linfoma B della zona marginale ha origine per lo più extranodale. Si contraddistingue per il polimorfismo cellulare<br />

coesistendo cellule centrocitoidi, piccoli linfociti e plasmacellule. Nelle sedi extranodali le cellule linfomatose infiltrano<br />

l’epitelio dando origine a lesioni linfoepiteliali. Le plasmacellule si dispongono nelle zone sottostanti all’epitelio. Si tratta di<br />

cellule B forse della memoria che si trovano nel MALT, ma possono pure originare da linfonodi e milza.<br />

La malattia può esordire nello stomaco nel polmone, nella tiroide, nelle ghiandole salivari o lacrimali o più raramente<br />

nell’orbita, nella cute, nella mammella, nella vescica, nel rene, nella congiuntiva, nel timo.<br />

E’ clinicamente indolente e raramente la patologia anche se multifocale tende a disseminarsi a organi e apparati<br />

linfoma gastrico<br />

si manifesta in genere con una sintomatologia poco specifica (difficoltà digestiva, senso di ripienezza post-prandiale,<br />

nausea, vomito, dolore epigastrico, calo ponderale, anoressia); solo in una minoranza di casi si appalesa come una<br />

massa palpabile nell’addome o come addome acuto. Spesso è presente melena e ematemesi.<br />

HLO è in grado di causare a livello gastrico una reazione infiammatoria cronica in grado di indurre un incremento<br />

massivo degli elementi linfoidi (linfoma B di tipo MALT)<br />

linfoma cerebrale<br />

rappresenta un entità in rapido incremento di incidenza sia nella popolazione normale, sia in maggior misura nella<br />

popolazione sieropositiva per HIV. Lo stesso vale per i pazienti trapiantati in terapia immunosoppressiva e tutte le forme<br />

immunodeficienza congenite<br />

Nelle forme associate all’AIDS le cellule neoplastiche sono a volte infettate dall’EBV. La malattia colpisce<br />

prevalentemente le persone anziane. Istologicamente si presenta come forma ad alto grado di malignità.<br />

Cefalea, vomito, rigidità nucale (segno di Kernig), papilla da stasi, paralisi del faciale, ptosi palpebrale, diplopia.<br />

linfomi aggressivi<br />

linfoma del centro follicolare (grado III)<br />

linfoma della zona mantellare<br />

linfoma diffuso a grandi cellule B<br />

linfoma primario mediastinico a cellule B presenta pure cells Reed-Sternberg, difficile DD con LH<br />

linfoma a cellule T periferiche mature cellule T, per lo più CD4, anche CD8<br />

linfoma a cellule T angioimmunoblastico anziani, presenta anche rash cute e ipergammaglobulinemia<br />

linfoma-leucemia a cellule T dell’adulto<br />

linfoma angiocentrico<br />

linfoma a cellule T intestinale presso ileo, può essere evoluzione del Chron<br />

linfom a anaplastico a grandi cellule T<br />

linfoma linfoblastico a precursori di cellule T/B<br />

leucemia linfoblastica a precursori di cellule T/B<br />

linfoma di Burkitt<br />

linfomi moderatamente aggressivi<br />

linfoma centrofollicolare a grandi cellule<br />

LNH di frequente osservazione (30-40% di tutti)<br />

massima incidenza con picco a 50-60aa<br />

La malattia esordisce a stadi clinici III e IV (stadi I e II appartengono ai linfomi indolenti) e si manifesta con<br />

linfoadenopatie generalizzate, coinvolgimento midollare e più raramente con leucemizzazione. Il decorso della malattia è<br />

in genere indolente per qualche anno ma negli anni successivi l’aggressività aumenta e la trasformazione in una forma<br />

istologica più aggressiva è un evento piuttosto frequente. Per queste ragioni i linfomi follicolari sono a tutto oggi<br />

considerati malattie incurabili<br />

L’esame istologico evidenzia un iperplasia follicolare associata talora ad aree di infiltrazione di tupo diffuso. E’ composto<br />

da cellule del centro-follicolo di solito misto tra centrociti e centroblasti<br />

Esprimono CD44 che è coinvolto nella regolazione dell’homing, questo in parte spiega l’elevatissima tendenza alla<br />

disseminazione di queste cellule.<br />

Traslocazione 14;18: coinvolto gene BCL2 che esprime le catene pesanti delle Ig. Viene sovraespresso BCL2 che<br />

determina un effetto antiapoptotico<br />

CD20<br />

Esordio allo stadio III e IV e coinvolgono l’apparato linfonodale, la milza, il midollo osseo, l’anello del Waldeyer, il tratto<br />

gastro-intestinale<br />

sopravvivenze 3-4 aa<br />

linfoma mantellare<br />

E’ così chiamato perché origina dai follicoli linfatici primari e dal mantello dei follicoli linfatici secondari (prima si chiamava<br />

centrocitico perché originante dai centrociti, piccole cellule B della memoria?). Relativamente raro, intorno a 1-8% dei<br />

LNH. In circa il 75% casi c’è traslocazione 11;14 con formazione BCL1/PRAD1 iperproduzione di ciclica D1 implicata<br />

nella proliferazione della cellula.


E’ un entità di recente inquadramento nosografico. La proliferazione si sviluppa da prima in maniera nodulare e i linfociti<br />

si assemblano a livello del mantello intorno ai centri germinativi, vanno incontro ad atrofia sotto la spinta infiltrativa di<br />

linfociti mantellari.<br />

I linfociti hanno tutti dimensioni superiori al piccolo linfocita ma inferiori al linfoblasti. La cromatina è addensata e i<br />

nucleoli sono assenti. Il nucleo è però irregolare e spesso inciso.<br />

Prevalenza maggiore nel sesso maschile.<br />

linfoma a piccoli linfociti<br />

E’ il più frequente (20-30%) si associa a tropismo ematico e quando gli elementi neoplastici vanno nel sangue si ha una<br />

leucemia linfatica cronica. Piccoli linfociti con scarsa attività mitotica che possono essere sia tipo B che T. Possono<br />

iniziare anche a produrre Ig.<br />

linfomi altamente aggressivi<br />

linfoma diffuso a grandi cellule B<br />

Forma molto aggressiva. Proliferazione monomorfa di linfociti B (di cui hanno tutti i caratteri immunologici) anche se<br />

possono essere variamente presenti linfociti T e macrofagi. Presenti aree di sclerosi. Le dimensioni delle cellule<br />

neoplastiche sono almeno doppie o triple rispetto a quelle dei piccoli linfociti. La cromatina è finemente dispersa e sono<br />

presenti nucleoli e il citoplasma appare basofilo. Il nucleo è in genere ovale, occasionalmente polilobato o inciso. La<br />

storia naturale della malattia è infausta a breve termine ma nei casi responsivi alla terapia può esserci guarigione con<br />

chemioterapia.<br />

linfoma anaplastico CD30 a grandi cellule tipo T<br />

Sono linfociti T maturi che esprimono il CD30 che indica intensa capacità replicativa<br />

traslocazione 2;5 NPMALK NPM è una proteina nucleare, ALK è una cinasi<br />

sembra conferire prognosi migliore<br />

leucemia/linfoma da precursori linfocitari<br />

colpiscono soggettivi 20-40aa di sesso maschile e rappresentano una variante affine alla LLA da cui si differenziano per<br />

l’assente coinvolgimento del sangue periferico. Frequentemente si ha coinvolgimento cutaneo, del SNC, del midollo, del<br />

timo nelle forme T.<br />

I linfoblasti sono di dimensioni medie, con cromatina lassa e due tre nucleoli, rim a citoplasmatica sottile e finemente<br />

basofila<br />

linfoma di Burkitt<br />

Si tratta di linfociti B. Nella forma endemica africana c’è infezione EBV che determina espressione del CD21 sulla<br />

superficie di membrana. Si osserva frequente in età pediatrica (1/3 dei LNH pediatrici) Nelle forme endemiche coinvolge<br />

caratteristicamente le ossa facciali, mentre nelle aree non endemiche colpisce i linfonodi, midollo osseo, intestino, ovaio,<br />

mammella, rene. I linfoblasti hanno dimensione medie, citoplasma intensamente basofilo e ricco di vacuoli di sostanze<br />

lipidiche. Traslocazione 8;14 indica il coinvolgimento dell’oncogene c-myc<br />

clinica esordio subdolo con segni aspecifici astenia, calo ponderale e meno intensi che nel LH<br />

linfonodi<br />

tumefazioni linfonodali che compaiono all’esame obiettivo di consistenza irregolare con consistenza<br />

duro elastica, tenenti a formare pacchetti ma con maggiore tendenza all’infiltrazione rispetto a LH.<br />

Quelli superficiali coinvolti spesso sono latero-cervicali<br />

inguinali<br />

ascellari<br />

Possono determinare edema arto inferiore qualora coinvolgono regione inguinale. Possono dare una<br />

sindrome mediastinica con dispnea e tosse se nel mediastino. Questo avviene più spesso rispetto ai<br />

LNH.<br />

splenomegalia specie nell’immunoblastico, se aumenta molto occhio che potrebbe essere una<br />

progressione leucemica<br />

localizzazioni extranodali<br />

mentre LH tendono a stare lì tranquilli questi invece vanno di molto a giro. Per cui ci si deve aspettare<br />

qualunque localizzazione, dalla cute al SNC (HIV), fegato, polmoni, tutto, dappertutto, ovunque, gli<br />

alieni…sssi ovunque!<br />

cute: sindrome Sezary<br />

cute arrossata con cellule nucleo cerebriformi<br />

ipogammaglobulinemia infezione


diagnosi è molto importante per fare la stadiazione<br />

anamnesi indagare sintomi<br />

esame obiettivo valutare la linfoadenomegalia, splenoepatomegalia, ittero (subittero anemia<br />

emolitica o interessamento dell’ilo epatico)<br />

esami di laboratorio<br />

all’incirca come nell’LH, senza alterazioni clamorose<br />

indici di flogosi<br />

VES aspecifico<br />

ß2globuline a volte associato a<br />

LDH indica degradazione cellulare, più alto è peggio è la prognosi<br />

esami strumentali<br />

TAC RMN PET Rx ant-sup e lat<br />

esami bioptici<br />

biopsia linfonodale<br />

biopsia osteo-midollare<br />

prognosi dipende da vari fattori. La prognosi è negativa se c’è:<br />

età > 60 aa<br />

stadio III e IV<br />

ß2 microglobulina<br />

LDH<br />

performance status (0 normale; 5 deceduto)<br />

terapia radioterapia non si fa quasi mai nei linfomi NH perché questi hanno un interessamento sis temico<br />

sin dall’esordio. Si può usare un associazione con chemioterapia in caso di Bulky. E<br />

comunque sempre una terapia adiuvante e associata alla chemioterapia.<br />

chemioterapia serve a ridurre la massa neoplastica a livelli che possono essere controllati dal<br />

sistema immunitario. Si usa associazione CHOP<br />

REMISSIONE COMPLETA<br />

la chemioterapia può essere fatta a cicli settimanali (dose intensa) o cicli mensili<br />

MEGACHOP<br />

(dose massimale in un tempo breve possono creare farmaco resistenze). La<br />

chemioterapia induce aplasia midollare transitoria. Si vogliamo usare un<br />

sovradosaggio bisognerà fare un autotrapianto.<br />

Autotrapianto si prevela dal paziente 1-1,5L di midollo osseo che viene conservato e reimpiantato<br />

dopo il ciclo di chemioterapia intensiva. Ora si può indurre un aumento delle cellule staminali in circolo<br />

con il CSF e fare poi una aferesi delle cellule staminali (CD34 + ) che vengono selezionate e messe in<br />

coltura e reimmesse.<br />

anticorpi antiCD20 linfoma centrofollicolare<br />

chirurgia se il paziente presentava un bulky, sarà bene fare RMN per vedere se la massa è<br />

diventata un residuo calcifico o se ci sono ancora cellule neoplastiche allora si dovrà<br />

fare una radioterapia mirata e chirurgia<br />

dopo la terapia bisogna fare un restaging per vedere se si sono ottenuti risultati buoni<br />

(remissione completa)


cellule B della memoria si formano nei centri germinativi centroblasti grandi cells immature<br />

centrociti piccole cells con incisura<br />

Correlazioni immunologiche<br />

Ad ogni tipo di stadio evolutivo in cui si<br />

arresta ‘evoluzione dei linfociti c’è<br />

associato un tipo di cluster<br />

differentiation (CD).<br />

CD5 indica linfociti che<br />

producono IgM a bassa affinità, molto<br />

cross-reagenti<br />

CD11a indica linfociti che<br />

tendono a rimanere negli organi<br />

linfoidi e non passano nel sangue<br />

periferico<br />

CD18 (LFA1)<br />

IL-2 recettore molecole di<br />

adesione per milza e midollo, questi<br />

danno leucemia a cellule capellute


Difetti coagulazione congeniti<br />

oltre all’emofilia che è nelle pagine a parte, ci sono altre patologie congenite predisponenti all’emorragia<br />

deficienze congenite di fattori coagulazione<br />

emorragipare<br />

Afibrinogenemia<br />

definizione malattia emorragica rara, con trasmissione ereditaria di tipo autosomico recessivo, caratterizzata da livelli<br />

di fibrinogeno marcatamente ridotti o assenti nel plasma e nelle piastrine. Prognosi grave<br />

clinica sintomi da deficit di funzionalità piastrinica<br />

ecchimosi per lievi traumi<br />

epistassi<br />

gengivorragie<br />

sintomi da alterazioni coagulazione<br />

emartri<br />

ematomi profondi<br />

diagnosi sangue che non coagula in nessun test !!!<br />

tempo di sanguinamento<br />

APTT, PT, tempo di trombina<br />

fibrinogeno<br />

Disfibrinogenemia<br />

definizione alterazioni della polimerizzazione o secrezione extracellulare del fibrinogeno<br />

eziologia attenzione alle forme secondarie a epatopatie, AIDS, malattie linfoproliferative<br />

clinica asintomatico<br />

possibili moderati sanguinamenti<br />

in alcune forme può esserci ipercoagulabilità<br />

diagnosi lieve di PT, PTT e tempo di trombina<br />

Carenza di fattore IX (Emofilia C)<br />

Deficit del fattore XI a trasmissione ereditaria di tipo autosomica (colpisce entrambi i sessi)<br />

clinica raramente si hanno emartri od emorragie spontanee<br />

emorragie conseguono quasi esclusivamente a traumi od interventi chirurgici<br />

Deficit fattore XIII<br />

definizione difetto autosomica recessivo del fXIII che è una transglutaminasi che stabilizza i coaguli della fibrina<br />

clinica carenza provoca gravi emorragie anche nel neonato (sanguinamento al taglio del cordone ombelicale)<br />

frequenti emorragie cerebrali<br />

alterazione della riparazione delle ferite<br />

alterazioni riproduttive uomo infertilità<br />

donna aborti<br />

non emorragipare<br />

Carenza di fattore XII (Malattia di Hageman)<br />

clinica non ci sono sanguinamenti spontanei<br />

in genere questi soggetti affrontano interventi chirurgici senza problemi<br />

diagnosi notevole del PTT (fino a 100 sec)


Emofilia<br />

definizione malattia emorragica ereditaria a trasmissione legata al sesso<br />

emofilia A causata da difetto del FVIII della coagulazione<br />

emofilia B causata da difetto del FVIII della coagulazione<br />

Emofilia A<br />

definizione malattia emorragica ereditaria a trasmissione legata al sesso, causata da difetto del FVIII della<br />

coagulazione<br />

epidemiologia prevalenza 1:10000 (6 volte più frequente della emofilia B)<br />

70% dei casi hanno familiarità positiva, il restante 30% è detto emofilia sporadica dovuto a mutazione<br />

insorta ex novo nella madre o in uno dei nonni materni<br />

eziologia il gene per il FVIII è localizzato nella parte terminale del braccio lungo del cromosoma X. Tutti i maschi<br />

sono affetti, le femmine sono portatrici sane che possono lievi sintomi emorragici.<br />

patogenesi mutazione sul gene del FVIII induce un difetto di sintesi e conseguente carenza di fattore VIII<br />

plasmatico nel maschio, mentre le femmine sono portatrici sane.<br />

L’alterazione genica può essere rappresentata sia da una mutazione puntiforme (in genere le forme più<br />

lievi) o delezioni più o meno grandi di porzioni del gene. Nel 40% dei casi si ha una inversione tra<br />

esone 1 e esone 22. In soggetti con stesso tipo di mutazione si può avere un diverso quadro clinico in<br />

funzione di altri fattori quali:<br />

- condizioni di vita attività fisica, etc.<br />

- resistenza alla proteina C anticoagulante se assente rischio trombotico<br />

- iperomocisteinemia carenze dietetiche o forma congenita che rischio trombotico<br />

classificazione clinicamente si distinguono tre forme:<br />

emofilia grave: attività coagulante del fattore VIII carente < 1 %<br />

rappresenta il 50% dei casi<br />

manifestazioni iniziano entro il primo anno di vita<br />

frequenti emorragie spontanee<br />

emofilia moderata: attività coagulante del fattore VIII carente tra 1 e 5%<br />

rare le emorragie spontanee<br />

emofilia lieve: attività coagulante del fattore VIII carente > 5%<br />

manifestazioni compaiono nell’adolescente o più tardi<br />

emorragie spontanee generalmente assenti<br />

clinica manifestazioni emorragiche<br />

emartri<br />

ematomi muscolari *<br />

emorragie mucose, post-traumatiche e postchirurgiche<br />

emorragie cerebrali (rare, ma molto gravi)<br />

* emorragia muscolare dell’ileopsoas può simulare un addome acuto o appendicite<br />

complicazioni<br />

Artropatia emofilica anchilosante, per emartri recidivanti<br />

in genere colpisce ginocchio, articolazione tibio-tarsica, gomito, polso, spalla, anca<br />

Infezioni da virus<br />

(epatitici, HIV) trasmessi dagli emoderivati non virus inattivati (prima del 1985)<br />

Insorgenza di inibitori acquisiti<br />

alloanticorpi anti-FVIII esogeno somministrato che quindi non funge più<br />

diagnosi dati anamnestici personali e familiari<br />

esami coagulazione<br />

- Allungamento dell'APTT (tempo di tromboplastina parziale attivata)<br />

- Tempo di sanguinamento e PT normali<br />

- FVIII<br />

esami ematochimici<br />

LDH e CPK indicativi di ematoma muscolare<br />

esami strumentali<br />

Rx, TAC articolazione


si deve sempre tenere sotto controllo il degrado delle articolazioni associato all’emartro<br />

1° stadio emartro acuto e ipertrofia sinoviale<br />

2° stadio perdita di densità ossea e ipertrofia epifisaria<br />

3° stadio perdita di densità ossea e ipertrofia epifisaria<br />

4° stadio distruzione della cartilagine articolare con riduzione della rima articolare<br />

5° stadio fibrosi avanzata con grave limitazione articolare<br />

diagnosi di portatrice e prenatale:<br />

si fa con tecniche di biologia molecolare<br />

DD<br />

malattia di Von Willebrand sesso, assenza di emartri, tempo di sanguinamento, dosaggio del<br />

VWF)<br />

deficienze congenite combinate del FVIII con il FV o il FVII, con la presenza di inibitori naturali del FVIII<br />

prognosi severa, migliorata per possibilità di terapia della sintomatologia emorragica e sue complicazioni,<br />

peggiorata per infezioni virali trasmesse con gli emoderivati precedentemente al 1985<br />

terapia fattore VIII esistono vari tipi di concentrati di fattore VIII disponibili sia come emoderivati che<br />

fattore ricombinante. Tutti gli emoderivati da dopo il 1985 sono s ottoposti a<br />

inattivazione virale. Si preferisce il fattore ricombinante.<br />

desmopressina per l'emofilia A lieve (a domicilio), permette il rilascio del FVIII a livello endoteliale<br />

terapia antifibrinolitica utilizza acido tenexamico, utilizzata nelle emorragie mucose e nella<br />

profilassi pre-estrazione dentaria insieme al fattore VIII o IX<br />

complicazioni terapeutiche:<br />

1) trasmissione di agenti virali (HBV, HCV, 5, parvovirus B19, HIV);<br />

2) comparsa di inibitore specifico, richiedente un aumento della dose terapeutica, o concentrati di<br />

origine porcina, o concentrati di complesso protrombinico (FEIBA); oppure FVII attivato ricombinante<br />

hrFVIIIg)<br />

Emofilia B<br />

definizione malattia emorragica ereditaria a trasmissione legata al sesso, causata da difetto del FIX della<br />

coagulazione<br />

epidemiologia prevalenza 1:35000 (6 volte meno frequente della emofilia A)<br />

eziologia alterazione di un carattere recessivo legato al sesso, sono stati descritti almeno 80 tipi di difetti<br />

molecolari doversi, nel 30% dei casi insorgono ex novo.<br />

Si può avere diverse forme:<br />

emofilia B - assente fattore IX<br />

emofilia B + presente fattore IX ma non funzionale<br />

emofilia B di Leiden con il progredire dell’età il difetto diminuisce fino alla normalizzazione<br />

(questa forma è dovuta ad una alterazione del promoter del gene)<br />

clinica vedi emofilia A<br />

diagnosi vedi emofilia A<br />

terapia fattore IX ricombinante


Difetti coagulazione acquisiti<br />

Deficit vitamina K (PIVKA) proteins induced by vitamin K absence<br />

vitamina K è liposolubile, assunta con dieta e sintetizzata dalla flora batterica associata. Essa può ridursi a causa di:<br />

eziologia - ridotto apporto dietetico<br />

- malassorbimento sprue, resezioni intestinali, fistole intestinali, pancreatite ( lipasi), ittero<br />

ostruttivo, epatopatie con produzione bile, ipertensione portale, alcool<br />

- ostruzione vie biliari<br />

- alterazioni flora neonati, enteriti acute trattate con antibiotici<br />

- farmaci<br />

nel neonato l’assenza di flora batterica associata può portare a assorbimento vitamina K con<br />

sindrome emorragica. In genere si fa vit.K iniezioni per prevenire.<br />

determina una produzione di fattori NON funzionali (PIVKA) della coagulazione K-dipendenti II, VII, IX, X. proteina C,<br />

proteina S, AT-III<br />

1) primi a ridursi sono il FVII e la proteina C con PT e PTT normale<br />

2) poi si riducono gli altri fattori e compare anche PTT<br />

Coagulopatia da epatopatie croniche<br />

patogenesi concorrono più fattori:<br />

1) deficit vitamina K (ridotto assorbimento)<br />

2) ridotta sintesi fattori coagulazione K-dip II;VII; IX; XI<br />

3) ridotta sintesi inibitori della coagulazione proteina C e S e AT-III<br />

4) ridotta sintesi fattori fibrinolisi plasminogeno e altri inibitori<br />

5) ridotta clearance dei fattori attivati e prodotti di degradazione del fibrinogeno<br />

6) piastrinopenia<br />

diagnosi AT III <br />

plasminogeno <br />

anemia macrocitica<br />

piastrinopenia<br />

Sindromi da iperfibrinolisi<br />

compaiono nei soggetti con deficit della a2antiplasmina e dell’inibitore dell’attivatore tissutale del plasminogeno e<br />

presentano un aumento della fibrinolisi in quanto questa viene innescata dopo un trauma o dopo un intervento<br />

chirurgico, presentando fenomeni emorragici<br />

diagnosi fibrinogeno<br />

inibitori del plasminogeno<br />

a2-antiplasmina<br />

a2-macroglobulina<br />

a1-antitripsina<br />

C1 inattivatore<br />

antitrombina III<br />

Inibitori del fattore VIII<br />

possono comparire anticorpi rivolti contro il fattore VIII (via comune) che ne inibiscono la funzione. Questo succede nel<br />

caso di:<br />

- emofilia in terapia sostitutiva (produce Ig vs fVIII)<br />

- post-partum<br />

- LES (LAC) ma pure nell’AR ci può essere<br />

- farmaci<br />

- AIDS<br />

diagnosi si osserva la presenza di inibitori della coagulazione ma l’ del PTT non si riesce a correggere con<br />

plasma


Coagulazione intravascolare disseminata<br />

definizione coagulopatia secondaria ad altra patologia, caratterizzata da un abnorme attivazione dl processo<br />

coagulatorio, con fenomeni trombotici diffuse, coagulopatia da consumo e piastrinopenia<br />

eziologia malattie infettive<br />

sepsi da gram –<br />

sepsi funginee<br />

virus (ex.varicella)<br />

malaria (emolisi intravascolare)<br />

neoplasie ematologiche<br />

leucemie acute (in particolare LMA promielocitica M4)<br />

linfomi avanzati con leucemizzazione<br />

neoplasie solide<br />

tumore prostatico<br />

tumore polmone<br />

complicanze ostetriche<br />

ritenzione di feto morto<br />

aborto settico e provocato<br />

embolia da liquido amniotico<br />

mole idatiforme<br />

interventi chirurgici<br />

ustioni e danni estesi<br />

in generale tutte le condizioni di danno (ex.shock) che fanno rilasciare fattore tissutale<br />

pancreatite e arterite<br />

patogenesi E’ dovuta ad una eccessiva disponibilità del fattore tissutale che permette l’innesco della generazione<br />

incontrollata di trombina. Giocano un importante ruolo anche citochine come IL-6 e TNFa che risultano<br />

molto aumentate.<br />

Si ha così una elevata produzione di trombina che determina appunto coagulazione disseminata con<br />

occlusioni dei vasi del microcircolo. (stato di ipercoagulabilità)<br />

Si ha un consumo dei fattori FV e FVIII e altri) con trasformazione di tutto il fibrinogeno in fibrina. La<br />

trombina inoltre legando i recettori endoteliale provoca il rilascio di attivatore tissutale del<br />

plasminogeno (tPA) (fibrinolisi secondaria) ma anche attivazione piastrinica che si aggregano.<br />

Rapidamente si ha la coagulopatia da consumo e da uno stato di ipercoagulabilità di passa alle<br />

manifestazioni emorragiche. Anche i prodotti di degradazione della fibrina, con le loro proprietà<br />

antitrombotiche collaborano alle emorragie.<br />

Emboli e schifezze girano nel microcircolo determinando danni per trombizzazione e necrosi<br />

ischemica. Gli eritrociti, passando attraverso reticoli di fibrina nei vasi si rompono e compare anemia<br />

emolitica microangiopatica.<br />

Forme cliniche<br />

in base a come si instaura il quadro nel tempo si può distinguere in:<br />

CID acuta devastante, si ha con forti stimoli pro-coagulanti<br />

CID cronica prevale aspetto microtrombotico, dovuta a stimoli procoagulanti meno intensi<br />

il malato riesce a produrre fattori per compensare il consumo massiccio<br />

clinica quadro acuto<br />

manifestazioni trombotiche insufficienza multi-organo<br />

cerebrale confusione e coma<br />

rene insufficienza renale<br />

fegato insufficienza epatica<br />

surrenali insufficienza surrenalica<br />

polmoni insufficienza respiratoria<br />

cute necrosi cutanea<br />

intestino infarti intestinali<br />

manifestazioni emorragiche petecchie ed ecchimosi<br />

gengivorragie<br />

quadro cronico<br />

più evidenti le complicanze microtrombotiche e l’anemia emolitica microangiopatica<br />

diagnosi esami coagulazione<br />

trombina, PT, APTT, FDP (prodotti della fibrina degradata) e D-dimero (meglio, nuova tech)<br />

fibrinogeno, fattori V, VIII, XIII, AT-III, proteina C e S<br />

esame emocromo<br />

piastrinopenia<br />

schistociti (anemia emolitica microangiopatica)


DD<br />

fibrinolisi primaria idiopatica<br />

porpora trombotica trombocitopenica<br />

epatopatie croniche<br />

terapia fondamentale trattare la patologia di base !!!<br />

chirurgia per abruptio placentae, antibiotici per la sepsi, chemio per LMA…<br />

trattare emocoagulazione<br />

aferesi piastriniche<br />

eparina (va fatta seguendo sempre PT APTT e D-dimero)<br />

terapia sostitutiva (per la coagulopatia da consumo)<br />

trasfusioni di plasma per aumentare i fattori coagulazione<br />

trasfusione di sangue se c’è anemia grave


Stati trombofilici<br />

Deficit di antitrombina III<br />

definizione malattia ereditaria autosomica dominante (forma omozigote non è compatibile con la vita).<br />

eziologia forme congenite, ma sono possibili anche situazioni acquisite con sindrome nefrosica (perdita urinaria)<br />

o neoplasie<br />

clinica trombosi sedi più frequenti vene profonde gamba<br />

vene iliache<br />

vene mesenteriche<br />

comunque va sospettata per ogni trombosi in sede atipica in soggetto giovane<br />

embolia polmonare<br />

diagnosi sospettare in caso di trombosi delle vene della gambe o mesenteriche, specie se l’età è meno di 35<br />

anni<br />

terapia importante farla come profilassi pre-operatoria con anticoagulanti dicumarinici<br />

Deficit di proteina C<br />

definizione malattia autosomica dominante che provoca ipercoagulabilità<br />

clinica in genere i sintomi compaiono verso i 40 anni<br />

trombosi<br />

embolia polmonare<br />

necrosi cutanea con l’inizio della terapia anticoagulante con dicumarolo<br />

terapia eparina<br />

dicumarolici (analoghi della vitamina K) determinano una produzione di fattori non funzionali (II, VII, IX,<br />

X e proteine C ed S) provocando una riduzione ulteriore quindi in questo caso aumentano<br />

l’ipercoagulabilità (e compare necrosi cutanea)<br />

Deficit di proteina S<br />

come per il deficit della proteina S con clinica uguale al deficit C<br />

Fattore V di Leiden (resistenza alla proteina C attivata)<br />

definizione malattia trombofilica dovuta alla mutazione puntiforme del gene che codifica per il fattore V di Leiden<br />

patogenesi FV mutato risulta resistente alla forte azione anticoagulante della proteina C attivata, il risultato è un<br />

effetto trombogeno perché FV si attiva troppo


Piastrinopenia<br />

definizione presenza di un numero di piastrine circolanti abnormemente basso; essa rappresenta la causa più<br />

comune di sanguinamento.<br />

valori normali 140000-450000 µL<br />

piastrinopenia < 140000 µL<br />

in genere tra 50000-100000 piastrine si ha un basso rischio emorragico, iniziano ad esserci evidenze<br />

cliniche sotto 50000 piastrine. Sotto le 10000 piastrine si ha la certezza di sanguinamenti e quindi si<br />

inizia a fare una terapia con aferesi di piastrine<br />

classificazione:<br />

1-Riduzione della produzione<br />

riduzione del numero dei megacariociti<br />

malattia di Gaucher<br />

accumulo di ceramidi. E’ una grave malattia congenita che porta ad una pancitopenia.<br />

infiltrazione midollare<br />

LMA, LLA, linfomi, tumori metastatici (mammella)<br />

in tutti i casi di infiltrazione midollare<br />

ipoplasia midollare<br />

mancano tutti i precursori degli elementi figurati del sangue. Può essere dovuta sia ad agenti chimicofisici<br />

(radiazioni, farmaci, infezioni virali)<br />

piastrinopoiesi inefficace<br />

piastrinopenia da dismegacariocitopoiesi<br />

si verifica nelle sindromi mielodisplastiche in cui oltre a una piastrinopenia si ha anche una<br />

piastrinopenia<br />

piastrinopenia familiari<br />

difetto congenito della maturazione dei megacariociti (anomalia di May-Hegglin, sindrome di Wiskott-<br />

Aldrich)<br />

deficit di acido folico e vitamina B12<br />

macrotrombocitosi, si distingue dalla mielodisplasia perché risponde alla somministrazione di folati e<br />

vitamina B12<br />

2-Aumento della distruzione<br />

cause extraglobulari<br />

porpora trombocitopenica idiopatica<br />

malattia su base autoimmune più frequente nelle donne. E’ caratterizzata dalla presenza di anticorpi<br />

contro il complesso IIb/IIIa. Questo provoca una diminuzione delle piastrine che liberano antigeni<br />

nucleari verso cui vengono prodotti anticorpi. Questo quadro si può riaccendere in gravidanza<br />

provocando un passaggio di anticorpi dalla madre al feto e provocando nel feto una grave<br />

piastrinopenia.<br />

La terapia se la piastrinopenia è grave è a base di Ig che provocano una immunosoppressione<br />

immediata. Se la piastrinopenia è lieve si somministrano cortisonici. Talvolta è necessaria una<br />

splenectomia per ridurre la distruzione piastrinica. Non si fanno le trasfusioni perché sono totalmente<br />

inutili. Bisogna evitare la somministrazione di anticoagulanti (ASA, eparina, Voltaren).<br />

assunzione di farmaci<br />

spettatore innocente (formazione aptene sugli Ag piastrinici e vengono attaccati)<br />

infezioni<br />

HIV la piastrinopenia è la prima manifestazione dell’evoluzione verso la malattia conclamata<br />

HCV può agire a livello periferico e centrale ???<br />

piastrinopenia autoimmune nel neonato<br />

è dovuta ad una incompatibilità materno-fetale per cui si ha una produzione di anticorpi da parte della<br />

madre contro le piastrine del feto<br />

piastrinopenia associata ad anemia autoimmune<br />

sindrome di Evans. Si può ritrovare anche nella LMC e nelle collagenopatie. Va trattata con<br />

immunosoppressori e cortisonici. Se le manifestazioni sono molto gravi si tratta con Ig ad alte dosi.<br />

In questi casi si ha un dei megacariociti. L’emivita delle piastrine è invece ridotta e la loro produzione<br />

è aumentata, infatti si trovano piastrine con VPM (volume piastrinico medio) indice di un aumentato<br />

turnover.<br />

cause intraglobulari<br />

sindrome di Bernard-Soulier


3-Aumento del consumo<br />

CID<br />

porpora trombocitopenica autoimmune<br />

sindrome uremica emolitica<br />

Si ha la formazione di trombi e quindi una piastrinopenia da consumo con manifestazioni emorragiche<br />

4-Da emarginazione<br />

nelle splenomegalie si ha un aumento della marginazione piastrinica (sequestro splenico). Quindi rientrano in questo<br />

caso tutte le patologie associate alla splenomegalia<br />

5-Piastrinopenia da farmaci<br />

danno midollare<br />

estrogeni<br />

INF<br />

etanolo<br />

diuretici tiazinici<br />

danno periferico<br />

ASA (distrugge le piastrine oltre ad inibirne l’aggregazione)<br />

FANS<br />

ticlopidina<br />

acido valcroico (antiepilettico)<br />

bactrim, sulfaniluree, ampicillina<br />

digitale<br />

furosemide<br />

eparina lega al PF4 che è un fattore contenuto nei granuli a. Contro il complesso antigenico<br />

eparina-PF4 vengono prodotti anticorpi. Il complesso antigenico si lega alla superficie<br />

piastrinica è provoca una lisi della piastrina mediata da anticorpi. Nei primi 3-5 gg la<br />

terapia con eparina provoca una piastrinopenia ma anche un aumento del rischio<br />

trombotico, per questo si da insieme al dicumarolo (warfarin)<br />

clinica diatesi emorragica mucosa<br />

1 – petecchie lesioni di piccole dimensioni di tipo emorragico<br />

2 – vibici lesioni più piccole a virgola<br />

3 – ecchimosi<br />

gengivorragia<br />

epistassi<br />

rettorragia<br />

ematemesi (piastrinopenia grave)<br />

esacerbazione delle emorroidi<br />

metrorragie<br />

emorragia cerebrale (rara)<br />

N.B. le emorragie da carenza piastrinica sono superficiali e immediate, quelle da alterazioni della<br />

coagulazione profonde e ritardate.<br />

piastrinopenia false<br />

bisogna fare diagnosi differenziale da una piastrinopenia falsa:<br />

1 – prelievo brusco<br />

2 – formazione di aggregati piastrinici che hanno una dimensione simili ai leucociti piastrinopenia e<br />

leucocitosi<br />

3 – piastrinopatie che portano ad una formazione di aggregati<br />

bisogna fare 3 prelievi: 1 – chelanti del Ca 2+<br />

2 – eparina<br />

3 – citrato<br />

Porpora trombotica trombocitopenica<br />

definizione detta anche sindrome di Moschowitz<br />

epidemiologia in genere F > M giovani


eziologia si formano dei multimeri fatti di FvW che si legano tra di loro e alle proteine di membrana delle<br />

piastrine, in modo da provocare l’aggregazione e formazione di trombi<br />

Ci sono due tipi di porpora trombotica trombocitopenica:<br />

episodio isolato<br />

scatenato da un evento infettivo (E.Coli, Salmonella) o dall’assunzione di farmaci (antibiotici e<br />

anticoncezionali)<br />

PTT ricorrente cronica<br />

a eziologia ignota si ripresenta ad intervalli di tempo più o meno lunghi. Per monitorare le eventuali<br />

ricadute si dosano i multimeri del fvW. Si fa la terapia con aspirinetta.<br />

clinica caratterizzata da eventi trombotici e gravi sintomi emorragici<br />

triade<br />

1-emolisi anemia normocromica e normocitica con reticolocitosi. E’ dovuta alla presenza<br />

di tralci di fibrina che danneggiano i globuli rossi provocando un emolisi<br />

intravascolare. Si formano schistociti e si ha un LDH<br />

2-piastrinopenia che comporta emorragie retiniche, epistassi, emottisi, ematuria<br />

3-sintomi neurologici sono sempre presenti e sono dovuti alla microangiopatia che colpisce<br />

soprattutto il SNC. Si hanno segni di confusione, agitazione, coma, disturbi del<br />

visus.<br />

oltre alla triade si può fare una pentade con…<br />

4-insufficienza renale<br />

5-febbre<br />

diagnosi esame emocromocitometrico<br />

anemia emolitica con presenza di schistociti (emazia deformate)<br />

piastrinopenia < 20000/mm 3<br />

esami della coagulazione<br />

pT e pTT normali o lievemente aumentati (niente a che vedere con la CID...)<br />

prodotti di degradazione del fibrinogeno<br />

esami funzione renale<br />

modesta proteinuria, ematuria, leucocituria, cilindruria, aumento creatinina<br />

DD<br />

CID nella porpora non ci sono le alterazioni del pT pTT tipiche della CID; inoltre nella CID c’è una<br />

marcata ipofibrinogemia<br />

prognosi pesa, morte entro 6 settimane se non trattata<br />

terapia trasfusioni di plasma si danno plasma exchange ogni giorno x 20 gg<br />

plasma-aferesi per rimuovere i multimeri del fvW<br />

cortisonici<br />

aspirinetta per la forma ricorrente cronica<br />

Sindrome uremico-emolitica<br />

o Sindrome di Gasser<br />

epidemiologia E’ una patologia più frequente nel bambino ,a può essere presente anche nell’adulto (donne incinte)<br />

eziologia infettiva (Shigella e Salmonella) possono indurre con i loro antigeni un danno endoteliale e<br />

aggregazione piastrinica<br />

clinica esordio brusco<br />

- insufficienza renale rapidamente progressiva<br />

- emolisi, piastrinopenia e manifestazioni emorragiche (meno gravi della PTT)<br />

- febbre rara<br />

NO alterazioni neurologiche (DD con PTT)<br />

diagnosi esame emocromocitometrico<br />

anemia emolitica microangiopatica<br />

piastrinopenia di grado variabile<br />

esami coagulazione<br />

normali o poco alterati<br />

esami urine<br />

proteinuria, ematuria, cilindruria e ingravescente della creatininemia


HELLP sindrome<br />

definizione E’ una microangiopatia che si verifica al 4° mese di gravidanza fino al termine.<br />

grave sindrome associata alla pre-eclampsia. Il nome significa emolisi, elevati enzimi epatici,<br />

piastrinopenia, pre-eclampsia.<br />

epidemiologia 0,1-0,6% di tutte le gravidanze<br />

compare intorno al 4° mese di gravidanza<br />

mortalità materna intono al 1-3%, quella perinatale del 35%<br />

patogenesi di tipo autoimmune<br />

clinica emolisi, elevati enzimi epatici ,piastrinopenia, pre-eclampsia.<br />

anemia emolitica grave<br />

piastrinopenia grave<br />

tendenza al sanguinamento<br />

diagnosi laboratorio<br />

ALT/AST (400-500 µ/L)<br />

fattori coagulazione<br />

pT<br />

D-dimero<br />

terapia se non trattata tempestivamente porta a morte madre e feto<br />

corticosteroidi EV<br />

plasmaferesi<br />

Malattia di Von Willebrand<br />

Proteina presente nel sub-endotelio che permette il legame tra la proteina GpIb e il collageno sub-endoteliale. Viene<br />

sintetizzata dai megacariociti prodotta dai macrofagi, dall’endotelio. Si trova nel plasma, nell’endotelio e nelle piastrine.<br />

funzioni del fattore di Von Willebrand<br />

1 – favorisce il legame delle piastrine al sub-endotelio legandosi alla GP Ib delle piastrine<br />

2 – promuove l’aggregazione piastrinica legandosi al fattore GPIIb-IIIa<br />

3 – stabilizza il fattore VIII<br />

Quindi in presenza della malattia di Von Willebrand avremo: PT e attività del fattore VIII<br />

definizione insieme dei disordini dell’emostasi causati da una deficienza qualitativa e quantitativa del fattore di Von<br />

Willebrand (fvW), una glicoproteina multimerica plasmatica<br />

epidemiologia prevalenza 1% della popolazione<br />

patogenesi ridotta dis ponibilità del fattore Von Willebrand per cause genetiche<br />

classificazione<br />

tipo I forma autosomica dominante. Forma presente nel 50% dei casi è caratterizzato da un difetto<br />

quantitativo globale del fvW. Forma lieve.<br />

tipo II A Diminuita attività piastrinica dipendente dovuta all’assenza di multimeri ad alto peso<br />

molecolare nel plasma e talora anche nelle piastrine.<br />

B attività alla ristocitina. Presenza di tutte le forme multimeriche nelle piastrine. Ma assenza<br />

dei multimeri ad alto peso molecolare nel plasma. Questi ultimi a causa di un aumentata<br />

affinità per la Gp Ib piastrinica vengono rimossi per adesione alle piastrine.<br />

M alterazione dei multimeri che portano a una ridotta attività piastrinica<br />

N alterazione legata a un difetto del sito della molecola del fvW per il legame con il fattore VIII.<br />

Si ha una del fattore VIII<br />

tipo III autosomica recessiva. Il fvW è indosabile. La sintomatologia emorragica è spesso severa, specie per<br />

epistassi e metrorragie che richiedono terapia.<br />

clinica manifestazioni emorragiche (ecchimosi, epistassi ed emorragie gengivali) da difetto dell’emostasi primaria<br />

sia spontanee che indotte da piccole lesioni traumatiche , avulsioni dentarie, tonsillectomia, adenectomia.<br />

diagnosi anamnesi familiare riveste una notevole importanza<br />

manifestazioni emorragiche<br />

esami coagulazione<br />

pT; pTT e tempo di sanguinamento<br />

piastrine normali


attività fVW<br />

attività fVIII<br />

struttura multimerica e antigenica del fvW<br />

aggregazione piastrinica alla ristocitina (tranne che nella forma IIb)<br />

terapia desmopressina<br />

è efficace soprattutto nella malattia di tipo I, II-M e II-N. Induce il rilascio di fvW da parte dell’endotelio<br />

(perché il fvW c’è ma non viene rilasciato). Si usa prima degli interventi chirurgici. Non si deve<br />

somministrare nel tipo IIb perché peggiora la piastrinopenia. Si somministra per via endonasale?<br />

fattore VIII e fVW<br />

somministrando solo il fattore VIII si migliora la sintomatologia simil-emofilica, si usa soprattutto nel tipo<br />

III ma non si migliora il tempo di sanguinamento. Si somministra nelle forme resistenti alla<br />

desmopressina.<br />

Sindrome di Bernard-Soulier<br />

definizione rara piastrinopatie congenita, da difetto di adesività. E’ una sindrome autosomica recessiva<br />

caratterizzata da modica piastrinopenia, macrotrombocitosi e deficit di funzione piastrinica dovuta ad<br />

alterata adesione piastrinica al sub-endotelio per alterazione del GP Ib e GP IX. Normale la retrazione<br />

del coagulo<br />

patogenesi anomalia della GPIb piastrinica e carenza delle glicoproteina di membrana GPIX. La GPIb è il recettore<br />

piastrinico per il fvW. A differenza della malattia di Von Willebrand in questa sindrome se si aggiunge<br />

plasma (quindi fvW solubile) le piastrine non aderiscono perché il difetto è intrinseco a queste.<br />

clinica soggetti eterozigoti sono asintomatici<br />

soggetti omozigoti c’è diatesi emorragica, epistassi, emorragie cutanee e viscerali (compare nei primi<br />

mesi di vita)<br />

diagnosi esami coagulazione<br />

tempo di sanguinamento (anche 20 minuti)<br />

lieve piastrinopenia con macrotrombocitosi<br />

terapia non ci sono trattamenti efficaci<br />

la malattia può migliorare con l’aumentare dell’età<br />

si tratta con antifibrinolitici che la prevalenza del coagulo???<br />

Tromboastenia di Glanzmann<br />

definizione sindrome autosomica recessiva caratterizzata dal deficit della retrazione del coagulo e<br />

dell’aggregazione piastrinica all’ADP. E’ la piastrinopatia più frequentemente descritta<br />

patogenesi alterazione del recettore per il fibrinogeno GPIIbe GPIIIa sulla superficie piastrinica<br />

mancata aggregazione delle piastrine in risposta all’ADP, trombina etc. mentre resta normale<br />

l’adesività al sub-endotelio<br />

clinica quadro analogo ad una grave trombocitopenia<br />

fenomeni emorragici spontanei (gengivorragia, epistassi, metrorragie)<br />

ci può essere un miglioramento con il passare degli anni<br />

diagnosi esami coagulazione<br />

tempo di sanguinamento<br />

assente aggregazione indotta da ADP, trombina, collagene, serotonina<br />

terapia non ci sono terapie specifiche, unico trattamento è terapia trasfusionale<br />

Difetto dei granuli<br />

mancanza di granuli a<br />

contengono PDGF, fvW, PF4, fibrinogeno. Si ha una mancata attivazione e aggregazione pias trinica. Il PDGF si trova<br />

fuori dalle cellule e provoca fibrosi.<br />

mancanza di granuli d (ADP)<br />

riduzione dell’aggregazione piastrinica ADP dipendente


Piastrinopatie acquisite<br />

Si tratta di un gruppo di condizioni patologiche estremamente eterogeneo, spesso secondario ad altre malattie o alla<br />

assunzione di farmaci. Le piastrine possono presentare uno o più deficit associati: anomalie della adesività, della<br />

aggregazione e della reazione di liberazione. La diatesi emorragica che si accompagna a queste trombocitopatie appare<br />

sfumata, spesso evidenziabile solo tramite opportuni esami.<br />

diagnosi DD<br />

sempre considerare le piastrinopatie congenite (indagare all’anamnesi e farmaci assunti)<br />

classificazione<br />

malattia di Von Willebrand acquisita<br />

1 – anticorpi che bloccano il fattore Von Willebrand<br />

2 – Macroglobulinemia di Waldenström<br />

il tumore assorbe sulla sua superficie i multimeri del fvW<br />

alterazioni nella secrezione dei granuli<br />

1 – FANS e ASA<br />

Aspirina bloccala ciclossigenasi impedendo la secrezione del TXA2, mentre la COX endoteliale è normale<br />

perché viene risintetizzata. Il risultato è un deficit di liberazione dei granuli piastrinici con mancata attiva zione<br />

Indometacina e dipiridamolo invece bloccano la fosfodiesterasi quindi tutto il metabolismo dei derivati dell’acido<br />

arachidonico viene bloccato<br />

2 – iperuricemia<br />

sembra esserci presente un inibitore a basso peso molecolare derivato dall’urea o dal guanidin-succinato<br />

deficit di granuli di deposito<br />

1 – leucemie e malattie linfoproliferativo<br />

possono sviluppare deficit di granuli di deposito per alterazioni della maturazione piastrinica<br />

2 – cirrosi<br />

determina una riduzione dei fattori plasmatici K-dipendenti, iperfibrinolisi e piastrinopenia<br />

3 - LES<br />

piastrine degranulate<br />

farmaci<br />

1 – anestetici<br />

2 – ticlopidina<br />

impedisce il legame con il fibrinogeno<br />

3 – penicilline ad alte dosi<br />

4 – anticorpi contro GP piastriniche<br />

usati in pazienti che subiscono inserzioni di stent e protesi valvolari<br />

altre classificazioni (Rugarli)<br />

cause associate a malattie ematologiche<br />

disprotidemie<br />

tutte le condizioni con contenuto proteico plasmatico possono alterare la funzione piastrinica<br />

sindromi mieloproliferative<br />

cause associate a malattie NON ematologiche<br />

cirrosi<br />

farmaci


terapia steroidi e tetraciclina contro le lesioni orali e genitali<br />

prednisone, azatioprina e ciclosporina contro l’uveite

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